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fabio silvestre
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venerdì 10 gennaio 2025
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la domanda a cui nessuno s? dare una risposta
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Gran bel film visto solo ora in tv su Mediaset Infinity ma che di sicuro al cinema ha reso ancora di più in particolare per le scene iniziali dello tsunami. Clint Eastwood affronta più che il tema della morte quello di coloro che vivono e che hanno subito una perdita di un familiare e si chiedono se vi si qualcosa nell'aldilà. Attraverso 3 storie ambientate rispettivamente a Parigi, a San Francisco ed a Londra, lo spettatore viene a contatto con i protagonisti: la giornalista di una testata televisiva francesce sopravvissuta allo tsunami, l'operaio portuale che prima faceva il sensitivo e aveva un contatto con i defunti, 2 ragazzini gemelli di cui uno muore investito in un tragico incidente stradale.
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Gran bel film visto solo ora in tv su Mediaset Infinity ma che di sicuro al cinema ha reso ancora di più in particolare per le scene iniziali dello tsunami. Clint Eastwood affronta più che il tema della morte quello di coloro che vivono e che hanno subito una perdita di un familiare e si chiedono se vi si qualcosa nell'aldilà. Attraverso 3 storie ambientate rispettivamente a Parigi, a San Francisco ed a Londra, lo spettatore viene a contatto con i protagonisti: la giornalista di una testata televisiva francesce sopravvissuta allo tsunami, l'operaio portuale che prima faceva il sensitivo e aveva un contatto con i defunti, 2 ragazzini gemelli di cui uno muore investito in un tragico incidente stradale. Questi e anche gli altri coprotagonisti delle 3 storie si pongono una domanda: cosa c'è dopo la morte? Nessuno è in grado di dare una risposta ma il tema molto impegnativo viene affrontato dal regista in modo esemplare portando lo spettatore a fare delle intime riflessioni e ad emozionarsi soprattutto nella parte finale dove i protagonisti si incontrano tutti a Londra. La sceneggiatura è davvero bella e le interpretazioni degli attori principali è sopra la media. Per Matt Damon forse la sua migliore performance della carriera. Film da vedere. Voto: 8/10.
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sabato 4 gennaio 2025
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bel film
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giovanni morandi
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venerdì 8 novembre 2024
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la gente non ama saper troppo
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Un film ben confezionato con una trama che riesce a bilanciare attentamente l’ossessione della morte per l'umanità con la speranza nel “Hereafter” (l’aldilà). Il regista di tanti capolavori pluripremiati, con il suo stile indiscusso, riesce, senza mai smarrirsi, a condurre lo spettatore in un viaggio che si snoda verso la luce. Potrebbe essere una delusione per chi si aspetta un tradizionale film costruito sul trascendentale, ma accontenterà l’altra parte di pubblico che si aspetta un film riflessivo con dei personaggi ben delineati, in tre storie parallele lontane nello spazio, ma così vicine in una "ricerca comune", che solo il caso fara' incontrare.
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Un film ben confezionato con una trama che riesce a bilanciare attentamente l’ossessione della morte per l'umanità con la speranza nel “Hereafter” (l’aldilà). Il regista di tanti capolavori pluripremiati, con il suo stile indiscusso, riesce, senza mai smarrirsi, a condurre lo spettatore in un viaggio che si snoda verso la luce. Potrebbe essere una delusione per chi si aspetta un tradizionale film costruito sul trascendentale, ma accontenterà l’altra parte di pubblico che si aspetta un film riflessivo con dei personaggi ben delineati, in tre storie parallele lontane nello spazio, ma così vicine in una "ricerca comune", che solo il caso fara' incontrare.
Ma il tema dell'Aldila' il saggio Eastwood lo affronta soltanto, intelligente com'è, sfiorandolo, sapendo che è "un territorio" difficile e pericoloso da affrontare, ne è un esempio il personaggio centrale, la giornalista Marie LeLay (Cecile De France) che raccontando la propria esperienza di vita/morte trova "il gelo" della redazione del giornale per cui lavora e che le costerà addirittura il posto: la gente, pur essendo "ancestralmente" attratta dall'Aldila' non ama approfondire "troppo" l'argomento.
Così anche gran parte del pubblico non apparve amare questa pellicola, ma si sbagliava, come sempre Eastwood entra nel tema in punta di piedi e lascia che il "suo" pubblico tragga qualche spunto di riflessione.
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giovedì 10 ottobre 2024
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verrò a trovarti domani
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Ho visto questo film qualche settimana fa ed ho appena letto il suo commento o meglio la sua attenta recensione. In realtà ho fatto fatica ad accettare che Clint abbia affrontato questo argomento e lo abbia reso con tanta dolcezza. Ho dubitato che sia un suo film. Da medico,la sfida con la morte è un dovere e quella poi con i bambini è ancora piu impegnativa e sofferta. Lei ha reso bene tutte le sfumature del film,io nell' ammirarla, vedo solo due strade: vita o morte. Ma posso sbagliarmi. Antonio Marzano
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nanobrontolo
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giovedì 28 dicembre 2023
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un po'' deludente
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Per carità un buon film ma non giustifico le 5 stelle ed i commenti entusiasti. Un film che solleva l'argomento della vita dopo la morte senza però affondare la lama. Tre storie che aspetti si intreccino da un momento all'altro ma che solo alla fine si sfiorano in maniera nemmeno particolarmente significativa. Onestamente se ne può fare a meno!
[+] certo che i "sensitivi" sono un problema sociale.
(di no_data)
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mercoledì 27 dicembre 2023
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Ma come e' possibile , prendendo a pretesto le vicende e le dinamiche interiori infinitamente complesse dei personaggi del film, dare un solo sguardo al significato della vita ? La casualita' e l'imprevedibilita' degli eventi e' forse un elemento trascurato da Eastwood ? Non credo. Tuttavia al di la' delle storie drammatiche, del dolore che le accompagnano, del senso di smarrimento che creano nell'animo, la casualita' getta gli individui in uno sconcerto insanabile per la loro fatalita' sempre cieca e aberrante. La stessa nascita dell'uomo e' stato un evento casuale , un ripensamento della Natura e se il Regista ha voluto sottolineare proprio questo aspetto peculiare che domina tutte le cose dell'universo? Non sarebbe impensabile per un Eastwood che nella sua carriera registica e non s
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Ma come e' possibile , prendendo a pretesto le vicende e le dinamiche interiori infinitamente complesse dei personaggi del film, dare un solo sguardo al significato della vita ? La casualita' e l'imprevedibilita' degli eventi e' forse un elemento trascurato da Eastwood ? Non credo. Tuttavia al di la' delle storie drammatiche, del dolore che le accompagnano, del senso di smarrimento che creano nell'animo, la casualita' getta gli individui in uno sconcerto insanabile per la loro fatalita' sempre cieca e aberrante. La stessa nascita dell'uomo e' stato un evento casuale , un ripensamento della Natura e se il Regista ha voluto sottolineare proprio questo aspetto peculiare che domina tutte le cose dell'universo? Non sarebbe impensabile per un Eastwood che nella sua carriera registica e non solo , ha sempre voluto guardare a tutto tondo e in profondita' !
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great steven
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mercoledì 25 novembre 2020
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intimista e introspettivo: bersaglio centrato!
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HEREAFTER (USA, 2010) di CLINT EASTWOOD. Interpretato da MATT DAMON, CéCILE DE FRANCE, BRYCE DALLAS HOWARD, FRANKIE MCLAREN, GEORGE MCLAREN, LYNDSEY MARSHAL, DEREK JACOBI, THIERRY NEUVIC, JAY MOHR, RICHARD KIND ● Tra i produttori esecutivi di questo psicodramma figura anche Steven Spielberg, mentre la sceneggiatura è farina del sacco di Peter Morgan, inglese. La storia è ambientata in tre luoghi diversi del mondo in cui agiscono altrettanti personaggi, tutti aventi un rapporto diretto con la morte o la sofferenza. 1.) A San Francisco l’operaio meccanico George Lonegan possiede un dono che lui considera una condanna: tramite il contatto fra le sue mani e quelle di un essere umano che ha subito una grave perdita, riesce a collegarsi con la mente del defunto, leggergli dentro, riportare i suoi pensieri e le sue emozioni; desideroso di abbandonare un passato che, nonostante gli abbia garantito fama e stabilità finanziaria, gli ha anche causato un forte dolore, è però spinto dal fratello Billy a imperversare nella sua attività di sensitivo; 2.
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HEREAFTER (USA, 2010) di CLINT EASTWOOD. Interpretato da MATT DAMON, CéCILE DE FRANCE, BRYCE DALLAS HOWARD, FRANKIE MCLAREN, GEORGE MCLAREN, LYNDSEY MARSHAL, DEREK JACOBI, THIERRY NEUVIC, JAY MOHR, RICHARD KIND ● Tra i produttori esecutivi di questo psicodramma figura anche Steven Spielberg, mentre la sceneggiatura è farina del sacco di Peter Morgan, inglese. La storia è ambientata in tre luoghi diversi del mondo in cui agiscono altrettanti personaggi, tutti aventi un rapporto diretto con la morte o la sofferenza. 1.) A San Francisco l’operaio meccanico George Lonegan possiede un dono che lui considera una condanna: tramite il contatto fra le sue mani e quelle di un essere umano che ha subito una grave perdita, riesce a collegarsi con la mente del defunto, leggergli dentro, riportare i suoi pensieri e le sue emozioni; desideroso di abbandonare un passato che, nonostante gli abbia garantito fama e stabilità finanziaria, gli ha anche causato un forte dolore, è però spinto dal fratello Billy a imperversare nella sua attività di sensitivo; 2.) Durante una vacanza in un’isola del Pacifico, l’influente giornalista della televisione francese Marie Lelay rischia di affogare a causa di un violento tsunami, ma sopravvive; tornata a Parigi, racconta in un libro quei pochi minuti da lei vissuti in bilico fra la vita e la morte nella speranza di ricavarne una storia edificante, ma né il suo editore né i suoi colleghi della redazione la appoggiano. 3.) In un quartiere di Londra, il piccolo e introverso Marcus, figlio di una madre tossicomane, perde in un incidente stradale il fratello gemello Jason, e non si rassegna ad elaborare il lutto; l’affido presso una famiglia estranea al suo nucleo d’origine non serve a nulla, ma un giorno, alla fiera del libro di Londra dove anche Marie si è recata per l’anteprima internazionale del suo volume, incontra George, di cui ha visto un annuncio sul web. E così le loro tre vicende si intrecciano, con esiti sorprendenti. Molti critici, all’inizio dello scorso decennio, vollero vedervi il "capolavoro" di Eastwood, ma io preferisco definirlo il suo miglior film dal 2000 in poi, per la sensibilità, l’originalità, la qualità dello stile, l’attenzione ai dettagli più importanti, la malinconia di fondo riscattata da una positività permeante e la minuziosa descrizione psicologica dei comportamenti. È una pellicola in cui la rodata vecchiaia registica di Eastwood produce i suoi frutti più generosi e squisiti. Il tema dell’aldilà è anche la sua componente più discutibile: mancano il tempo e lo spazio per spiegarlo, analizzandolo. Ma l’idea di partenza di un rapporto umano con la cessazione della vita, scevra da qualsiasi pretesa religiosa o etica, connesso giocoforza al bisogno di fornire un senso al dolore, è il suo motore principale, un’anima creatrice che non perde un colpo in un esame spietato dell’umanità che, di fronte all’incomunicabilità e all’incompatibilità di carattere, statura morale e aspettative fra simili, si rende davvero molto credibile ed efficace. Con una colonna sonora come sempre composta dal suo stesso regista, e sagaci effetti speciali (maestosa la sequenza d’apertura con l’ondata oceanica che travolge e distrugge il villaggio), è un’opera ammirevole anche per le figure di contorno, fra cui spiccano senza dubbio il paziente e fiducioso giornalista di T. Neuvic e la tenera, sensibile frequentatrice del corso culinario di B. Dallas Howard.
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elgatoloco
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lunedì 2 marzo 2020
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formidabile clint , e forse è poco
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IN"Hereafter"(2010), basato su una sceneggiatura -e soggetto-di Peter Morgan, Clint Eastwood mostra non la sua"dark side"(nulla di"orrorifico", nel film)ma invece la ricerca, che è quella che da secoli(anzi milleanni, ovviamente) interroga filosofi, scienziati, teologi e scrittori, quella sull'"after tehe life", connessa, però, attraverso il"medium"George allo"here"(dove si intende una dimensione spaziotemporale, nella nostra epoca comunque segnata dalla rivoluzione einsteiniana), UNa dimensione particolarissima, "impalpabile", che Eastwood non con ritrosia ma con la giusta discrezione, non cedendo mai a nessuna suggestione parapsicologica(o para-qualcosa d'altro.
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IN"Hereafter"(2010), basato su una sceneggiatura -e soggetto-di Peter Morgan, Clint Eastwood mostra non la sua"dark side"(nulla di"orrorifico", nel film)ma invece la ricerca, che è quella che da secoli(anzi milleanni, ovviamente) interroga filosofi, scienziati, teologi e scrittori, quella sull'"after tehe life", connessa, però, attraverso il"medium"George allo"here"(dove si intende una dimensione spaziotemporale, nella nostra epoca comunque segnata dalla rivoluzione einsteiniana), UNa dimensione particolarissima, "impalpabile", che Eastwood non con ritrosia ma con la giusta discrezione, non cedendo mai a nessuna suggestione parapsicologica(o para-qualcosa d'altro...)o religiosa(film anche perfettamente"laico", purché ci si intenda sul termine in questione)esplora per quanto il cinema riesca a fare, La vicenda della scrittrice-giornalista francese sconvolta dallo Tsunami, quella del ragazzino inglese che, nel degrado familiare(madre ttossicomane)ha visto morire il fratello maggiore, quella del medium-ponte George, operario nordamericano che ha"poteri", vengono unite magistralmente con l'uso di una fotografia che entra con molta prudenza nella dimensione"crepuscolare"dell'"oltre", rimanendo sempre nell'"al di qua". Le prove interpretative di Matt Damon e Cécile de France(che all'inizio e anche nella parte mediana del film parla francese)sono noteovlissime, dove si vede anche il talento incredibile di Eastwood regista-autore,, capace di scegliere gli/le interpreti adatti/e ai rispettivi ruoli. Diversamente da Hitchcock, Clint ha una concezione non certo negativa dell'attore(attrice), anche proprio per la sua esperienza semantica, che l'ha visto dapprima come puro interprete(l'epoca di Sergio Leone e non solo), poi come autore e anche interprete e ora(generalmente)come regista, conscio però sempre dell'importanza degli/delle interpreti. El Gato
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inesperto
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sabato 15 dicembre 2018
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soft
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Tre storie che convergono, il tema dell'aldilà che le accomuna. Per quanto non si giunga ad una conclusione concettuale, lasciando aperte le problematiche sul dopo morte alla soggettiva interpretazione di ciascuno, e nonostante il film non si prefigga di raggiungere un fine quale che sia, quest'opera di Clint Eastwood si lascia piacevolmente seguire. La calma che permea la trama non è noia e le vicende, ancorchè prive di grossi slanci emozionali, si rivelano comunque toccanti perchè i personaggi entrano in punta di piedi in una materia la cui difficoltà d'inquadramento è ovvia. La visione è sicuramente consigliata.
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elibook
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domenica 30 settembre 2018
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hereafter.
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Incredibilmente bello, profondo, ben fatto non gli trovo un difetto. Potente con delicatezza, solleva interrogativi che travalicano il mero sondare l'aldila', per scendere oltre dentro il profondo dell'anima. Magistrale la regia e sceneggiatura, un mondo irraggiungibile che si concede solo a pochissimi, e in cui Clint e' a pieno titolo uno di questi. Ognuna delle tre storie potrebbe se sviluppata, essere un bel film. Ma il connubio da vita a qualcosa di inpensabile, di facile ricezione incanta, stupisce, addolora. Il triangolo perfetto che si chiude mettendo fine alla sofferenza, o almeno ne smorza gli effetti devastanti. Ho letto sopra qualche abbozzo di critica, che regge quanto il tempo per leggerla e niente piu'.
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Incredibilmente bello, profondo, ben fatto non gli trovo un difetto. Potente con delicatezza, solleva interrogativi che travalicano il mero sondare l'aldila', per scendere oltre dentro il profondo dell'anima. Magistrale la regia e sceneggiatura, un mondo irraggiungibile che si concede solo a pochissimi, e in cui Clint e' a pieno titolo uno di questi. Ognuna delle tre storie potrebbe se sviluppata, essere un bel film. Ma il connubio da vita a qualcosa di inpensabile, di facile ricezione incanta, stupisce, addolora. Il triangolo perfetto che si chiude mettendo fine alla sofferenza, o almeno ne smorza gli effetti devastanti. Ho letto sopra qualche abbozzo di critica, che regge quanto il tempo per leggerla e niente piu'. Ai tempi di Callagan .., siate sinceri, quanti avrebbero immaginato che dietro quel bel ghigno potesse esserci tanta sensibilita' e maestria .. Ladies and gentlemen, Clint Eastwood.
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