Anno | 2009 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Svezia, Danimarca, Germania |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Lukas Moodysson |
Attori | Gael García Bernal, Michelle Williams, Sophie Nyweide, Tom McCarthy, Marife Necesito Maria Esmeralda del Carmen, Perry Dizon, Jan David G. Nicdao, Martin Delos Santos. |
MYmonetro | 2,47 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 26 novembre 2009
Una moderna coppia newyorkese tutta carriera e lavoro viene sconvolta completamente quando lui parte per un viaggio d'affari diretto in Thailandia.
CONSIGLIATO NÌ
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Leo è il creatore di un nuovo e rivoluzionario sito web. Sua moglie Ellen è un chirurgo di provata capacità e passione. Hanno una figlia di 8 anni, Jackie, che è spesso affidata alle cure di una babysitter filippina, Gloria. Costei ha lasciato in patria, affidati alla nonna, i due figli. Il più grande, Salvator, richiede con insistenza il suo ritorno a casa. Intanto Leo è partito per la Tailandia dove la sua azienda sta per chiudere le trattative per un importante contratto.
"Un pallone da basket viene realizzato in una fabbrica delle Filippine. Poi viene comprato da una donna filippina che lavora come babysitter presso una famiglia americana. La donna mette la palla in una scatola e la invia al figlio che ha lasciato nelle Filippine. E così quella palla rimbalza avanti e indietro. (...) È un film sulle famiglie. È su genitori e figli e su come ci comportiamo nei confronti dei bambini, i nostri e quelli altrui". Così Lukas Moodysson.
Se i film si facessero con i buoni propositi questo sarebbe un capolavoro. Peccato che non sia così. Perché alle intenzioni più giuste va unita la capacità di sfuggire alle retoriche più abusate. Il regista, che in passato ci ha dato prove decisamente interessanti, cade in tutte le trappole possibili e riesce così a realizzare una sorta di soap-film che vorrebbe commuovere e far pensare e finisce invece con il diventare una copia scolorita (non certo per la patinatura delle immagini perché quella non manca) di Babel. Moodysson assembla bambini in pericolo di vita in sala operatoria con piccoli filippini a rischio di abuso, madri chirurgo dedite alla loro professione con figlie appassionate di astronomia mentre il padre cerca di opporre resistenza alle sirene del turismo sessuale tailandese. È tutto davvero troppo e troppo 'scritto' per provocare l'indignazione dello spettatore. I bambini e i genitori che davvero soffrono nel mondo non si meritano un tale accumulo di lacrime finte.
Mentre la giovane coppia borghese di New York per cui lavora è temporaneamente separata per gli impegni del marito in trasferta d'affari in Thailandia, la domestica filippina Gloria si prende cura della loro figlia Jackie, soffrendo tuttavia per la lontananza dai suoi due figli ancora piccoli affidati alle cure della nonna materna al paese natio.