
Anno | 2009 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Belgio, Lussemburgo, Francia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Bernard Bellefroid |
Attori | Sergi López, Thierry Hancisse, Joffrey Verbruggen . |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 17 febbraio 2010
Alex sogna di vincere i campionati nazionali di canottaggio e diventare un campione ma ha un segreto che non ha il coraggio di raccontare
CONSIGLIATO SÌ
|
In una cittadina belga, Alex sogna di diventare un campione di canottaggio. Dopo due mesi di assenza dal circolo desidera allenarsi di nuovo ma il suo allenatore non lo vuole più: troppo scostante e indisciplinato, preferisce puntare su Pablo, il nuovo arrivato. Alex si allena da solo sul fiume e a casa con il vogatore. Ripete i movimenti da canottiere nella sua stanza. Questa solitudine non è mai definitiva, il padre è una presenza oppressiva e violenta. È questo il segreto che Alex non può rivelare.
Ancora un film sulla gioventù abbandonata a se stessa che cerca rifugio nell'amicizia e nei valori dello sport per supplire a genitori incapaci di adempiere al proprio compito. Quello della paternità (ma anche della maternità) rifiutata è un tema apparentemente molto sentito nel Nord Europa come dimostra la selezione di "Alice nella città" in cui il franco-belga La Régate è stato presentato al Festival Internazionale del Film di Roma.
La pellicola di Bernard Bellefroid si articola in molti livelli ma non corre mai il rischio di mettere troppa carne al fuoco. Ciò grazie ad uno stile pulito, con una bella punteggiatura, fatto di emozioni e di dialoghi veri. Se l'amicizia può salvare quando la famiglia sembra esserti contro, nella vita c'è il valore aggiunto rappresentato dalla purezza di uno sport fatto di fatica e di contatto con la natura. Così, il contrasto tra l'algida stanza dove si consuma la violenza familiare e il fiume tra le cui rive vive lo sport, ossigena il film. Lo stesso dicasi anche per altre sfumature ben scritte e raccontate, come quelle che sottendono la conflittualità tra padre e figlio: il genitore che ha fallito nella vita vuole impedire, forse inconsciamente, che Alex abbia successo, nel lavoro - seppur umile come quello in un supermercato - e nel canottaggio. Alla fine il gioco di squadra sembra vincere, anche se lo sguardo finale di Alex nella cinepresa fa dolorosamente capire fino in fondo a quale prezzo.
Il quindicenne Alex vive con suo padre, subisce incessanti abusi fisici e si ribella contro tutti. Per sfuggire a questo incubo quotidiano, Alex partecipa ad una regata sulla Mosa, ossessionato da un'idea: vincere a ogni costo i Campionati Singoli del Belgio. Sergi, il suo allenatore, e Muriel, la ragazza di cui è innamorato, consentiranno ad Alex di riscoprire i valori umani che aveva perduto. Una parabola educativa lunga e difficile.
La violence familiale n'est pas un sujet aimable. C'est autour d'elle, de son mécanisme douloureux et pervers que tourne ce premier film, inspiré de l'expérience du réalisateur. L'affaire est délicate, et Bernard Bellefroid, formé à l'Insas de Bruxelles, s'en tire avec les honneurs, réalisant un film tenu, honnête, sans complaisance. Alex, 15 ans, vit avec son père, Thierry, dans la réclusion d'un [...] Vai alla recensione »