bruno leonardini
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lunedì 2 maggio 2011
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un capolavoro
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Un film capolavoro, in cui ogni minima parola, ogni inquadratura, viene calibrata alla perfezione. Lo stile anni '60 restituisce una forza che imprime al film un'atmosfera unica: la fotografia, desaturata, diventa satura, nei momenti in cui il prof. Falconer, sembra riaffacciarsi ad un flebile spiraglio di felicità. Le immagini delicatamente sgranate, tipiche di quella pellicola degli anni '60, esaltano un Colin Firth, alla sua migliore interpretazione di tutta la sua carriera, migliore anche de "Il discorso del re".
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(di nancyb)
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keanu
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sabato 5 marzo 2011
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film elegante, ma ... ...
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Un film elegnate e curato meticolosamente (attori, scenografia, costumi, fotografia, trucco ecc ... ), tuttavia seppur ben fatto il film risaulta freddo e disataccato, non emoziona.
Resta un buon prodotto, ma nulla di imperdibile.
Una stella in più per la grande intepretazione di Colin Forth !
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lalli
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martedì 1 marzo 2011
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strepitoso firth
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un bellissimo e triste film con uno straordinario Firth e una eccezionale Moore
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desperate housewife
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mercoledì 23 febbraio 2011
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la solitudine degli "invisibili"
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L'immagine elegante, impeccabile di George Falconer e di tutti gli oggetti che fanno da contorno alla sua vita, materializzano una perfezione esteriore che sembra urlare al mondo intero tutto il dolore e la solitudine di quest'anima tormentata. Un uomo che agli inizi degli anni '60 vive un amore travolgente e profondo con il suo compagno, nell'indifferenza del mondo esterno agli occhi del quale i due sono "invisibili", che non fanno nulla per nascondersi, anzi, scelgono di vivere il loro amore in una casa senza tende, completamente aperta agli sguardi di tutti, perchè l'amore non ha vergogna, non teme giudizi. Giudizi che George dovrà affrontare al momento della morte del suo compagno, quando la famiglia di lui non gradendo la sua partecipazione ai funerale lo terrà lontano, come se lui non fosse mai esistito, come se non fosse mai esistito il loro amore, come se fosse stato tutto "invisibile".
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L'immagine elegante, impeccabile di George Falconer e di tutti gli oggetti che fanno da contorno alla sua vita, materializzano una perfezione esteriore che sembra urlare al mondo intero tutto il dolore e la solitudine di quest'anima tormentata. Un uomo che agli inizi degli anni '60 vive un amore travolgente e profondo con il suo compagno, nell'indifferenza del mondo esterno agli occhi del quale i due sono "invisibili", che non fanno nulla per nascondersi, anzi, scelgono di vivere il loro amore in una casa senza tende, completamente aperta agli sguardi di tutti, perchè l'amore non ha vergogna, non teme giudizi. Giudizi che George dovrà affrontare al momento della morte del suo compagno, quando la famiglia di lui non gradendo la sua partecipazione ai funerale lo terrà lontano, come se lui non fosse mai esistito, come se non fosse mai esistito il loro amore, come se fosse stato tutto "invisibile"...Solo il gesto estremo, pianificato in tutti i suoi dettagli, può riportare un pò di pace a quest'anima sofferente. Ma l'amore per la vita gli fa scegliere di restare in questo mondo così pieno di sorprese e di emozioni....ma è la vita stessa che sceglierà per lui una conclusione diversa....Un film poetico, in cui la fotografia e le scelte stilistiche di Tom Ford imprimono un carattere, una personalità al racconto di questa solitudine, intrisa fino alle viscere da un dolore devastante.
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francesco2
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domenica 20 febbraio 2011
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entusiasmo eccessivo
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Premesso che, con tutta probabilità, mi riservo di rivedere il film, trovo francamente sproporzionato l'entusiasmo su questo sito, e più adeguata la timida accoglienza che aveva ricevuto a Venezia, dove era stata elogiata soprattutto l'interpretazione di Firth.
Intanto, l'inizio: farlo cominciare col protagonista che tiene la pistola tra le mani è qualcosa che si può permettere un (Discontinuo) maestro(?) come Mikhalkov nel suo "Sole ingannatore". Si rischia di far cadere da subito un velo di retorica sull'"eleganza" di quest'opera, poi reiterata in più di una situazione, perché dietro la sua presunta asciuttezza assistiamo in più di un caso a virtuosismi stilistici -Flashback totalmente improvvisi_ che vorrebbero rendere meglio la vicenda.
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Premesso che, con tutta probabilità, mi riservo di rivedere il film, trovo francamente sproporzionato l'entusiasmo su questo sito, e più adeguata la timida accoglienza che aveva ricevuto a Venezia, dove era stata elogiata soprattutto l'interpretazione di Firth.
Intanto, l'inizio: farlo cominciare col protagonista che tiene la pistola tra le mani è qualcosa che si può permettere un (Discontinuo) maestro(?) come Mikhalkov nel suo "Sole ingannatore". Si rischia di far cadere da subito un velo di retorica sull'"eleganza" di quest'opera, poi reiterata in più di una situazione, perché dietro la sua presunta asciuttezza assistiamo in più di un caso a virtuosismi stilistici -Flashback totalmente improvvisi_ che vorrebbero rendere meglio la vicenda. A chi elogia la supposta eleganza del film, vorrei chieder:. che ne pensate, oltre di quello che ho detto, della scena madre con la Moore, dove secondo me si salva solo la frase "Una donna non accetta di farsi superare da un uomo in amore", o qualcosa del genere?
Questo film intreccia varie suggestioni: lo shock del protagonista ricorda quello del più interessante e meno furbo "Turista per caso " di Kasdan, anche se in quel caso l'oggetto del lutto è una paternità "Giusta" negli anni'80, qui un amore "sbagliato neglia nni'60.. Ma un professore come questo ricorda anche quello delle "Tredici variazioni sul tema", che però si guarda dal propinarci trovate fastidiosamente inutili come gli zoom sulla ragazza che fuma in classe. La vera eleganza non è mai ridondante, quando e se voglia essere "eccessiva" c'è sempre una ragione che lo giustifica. (Avete presente "Revolutionary Road"?). E nel finale, che fosse arrivata la morte, e al momento giusto, non andava detto da una voce fuoricampo.
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themichtemp
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martedì 25 gennaio 2011
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ottimo film
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peer gynt
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martedì 12 ottobre 2010
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languide emozioni
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Il regista e’ il famoso stilista e designer texano che ha rilanciato la
Gucci sull’orlo della bancarotta. Con ambizioni da cineasta, sceglie per
la sua opera prima un romanzo dello scrittore inglese Christopher
Isherwood.
Si narra la solitudine e la sofferenza del professore di letteratura
George Falconer che, nella Los Angeles del 1962, e’ sconvolto dalla morte
in un incidente di macchina del suo compagno. Per cercare di superare la
depressione, si affida all’amica Charley, da sempre innamorata di lui, e
ad un giovane studente che gli si concede.
Melodramma vellutato e avvolgente, con delicate schidionature di flashback
infilzati qua e la’, si caratterizza per un cromatismo spento nelle scene
del dramma presente (mentre i colori si riaccendono dove prevale la sfera
del ricordo dell’amante defunto) e per una scrittura perfetta, ma troppo
teatrale e troppo autocompiaciuta.
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Il regista e’ il famoso stilista e designer texano che ha rilanciato la
Gucci sull’orlo della bancarotta. Con ambizioni da cineasta, sceglie per
la sua opera prima un romanzo dello scrittore inglese Christopher
Isherwood.
Si narra la solitudine e la sofferenza del professore di letteratura
George Falconer che, nella Los Angeles del 1962, e’ sconvolto dalla morte
in un incidente di macchina del suo compagno. Per cercare di superare la
depressione, si affida all’amica Charley, da sempre innamorata di lui, e
ad un giovane studente che gli si concede.
Melodramma vellutato e avvolgente, con delicate schidionature di flashback
infilzati qua e la’, si caratterizza per un cromatismo spento nelle scene
del dramma presente (mentre i colori si riaccendono dove prevale la sfera
del ricordo dell’amante defunto) e per una scrittura perfetta, ma troppo
teatrale e troppo autocompiaciuta. Il film e’ tutto avvolto nel dominante
struggimento per la vita che se ne va, e si bea di questo struggimento,
giocando a fare il film d’arte con la languida tenerezza delle emozioni
intense che lasciano il vuoto dentro.
Per quanto ottimamente recitato, raramente si e’ visto un film piu’ ruffiano.
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[+] il libro è tutt'altro
(di angelo umana)
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impossible princess
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lunedì 20 settembre 2010
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un film che traspone un romanzo
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Poesia che simila prosa, film che traspone un romanzo. Dal cogitante temperato letterario biografico A single man (novel) di Christopher Isherwood, si adatta l'opera prima in regia di Tom Ford, produzione su storia di un vissuto omosessuale, un amore narrato non per sessi ma da storie umane. George Falconer, il protagonista, ha l'eleganza del genio marchio Tom Ford, la classe dello scrittore Gore Vidal, a cui l'intera trama è dedita, e la fine modestia del suo autore. George insegna in un college della LA degli anni sessanta, ha una fasta, ricca e quiete vita, ora perduta, ora vana. George è vedovo di Jim, il suo Amore, solitario di un improvviso incidente stradale, straziato di una finita condivisione di casa, letture, viaggi, cani e passioni.
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Poesia che simila prosa, film che traspone un romanzo. Dal cogitante temperato letterario biografico A single man (novel) di Christopher Isherwood, si adatta l'opera prima in regia di Tom Ford, produzione su storia di un vissuto omosessuale, un amore narrato non per sessi ma da storie umane. George Falconer, il protagonista, ha l'eleganza del genio marchio Tom Ford, la classe dello scrittore Gore Vidal, a cui l'intera trama è dedita, e la fine modestia del suo autore. George insegna in un college della LA degli anni sessanta, ha una fasta, ricca e quiete vita, ora perduta, ora vana. George è vedovo di Jim, il suo Amore, solitario di un improvviso incidente stradale, straziato di una finita condivisione di casa, letture, viaggi, cani e passioni. Di tale relazione, George rimembra in pellicola le tonalità del viscerale Abel Korzeniowski (composizionale emblema ne è And Just Like That) su le ore e i minuti di un quotidiano a lui oramai mancante, di un'unione scandita nel costante di flash, sogni, lacrime, dolori e giorni. Programma così nei dettagli di banche, testamenti e affetti di una sola e rotta dama, Charlie, vicina in casa ed emotiva amica, una fine corporale che possa complanare quella di un'anima al compagno eternamente devota, eternamente propria. Ma come per ogni cosa bella è necessito, George la notte del suicidio verrà risvegliato da un gioviale motivo imprevisto, un allievo, Kenny, puro nel conoscere e brezzo nel lietere nel maestro la voglia di ricominciare ancora vitalmente a vivere. Disdegnato dal lutto, l'estetico mondo di George (Coppa Volpi, Colin Firth) è cucito in un solo giorno, rilento in partenza per cromie mono tono di stereotipe abitudini ed odierne pedisseque mancanti di Jim (primo fidanzato della Nola di Match Point , Matthew Good), come lo scandito della mattiniera sveglia o il rito del completo/oculi/scarpe stringate, per infinire nel carminio ludico rimembro di abbienti amiche, Charlie (Julienne Moore) e in incolte caste seduzioni di un giovane collegiale amatore nel pieno di una omo infatuazione, Kenny (l'About a boy, Nicholas Hoult). Una bolla, in essenza all'universale e in pragmatico relega al sociale cubano sottofondo, è la storia di George, di una passione omosessuale invisibilmente moderna, trattante ovvero solo di sentimento e non del denunciato diverso; una nitida epoca preplastica e formale volta al sostegno del vivere il presente appieno, partendo da un disperato esigo suicidio, da un ultimo giorno di vita, per vertere ad un epifanico presente, ad un collegamento con l'altrui e il naturale superamento di una disgrazia, di un passato. Il technicolor condensato di Tom Ford è così flettente gioiello della luce e dell'ombra (fotografia di Eduard Grau) dell'umana radiazione che, nella pochezza del tempo e delle cose, riesce dalla marea a risalire in superfice, in uno spiraglio dove "il silenzio soffoca il rumore" e ci si"emoziona invece di pensare", dove l'odierna felicità calpesta il ricordo al vertice di "mondo che sembra nuovo".
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linodigianni
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venerdì 17 settembre 2010
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un film non scontato
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film in cui l'attore principale è molto bravo
e il regista gioca al gatto col topo:
ti chiedi tutto il tempo, ma questo
è un film solo per gay?
a volte credi di si, a volte credi di no
alla fine penso che sia un bel film
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davidestanzione
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venerdì 6 agosto 2010
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da isherwood,ford(ri)trae l'estetica del neodramma
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Esordio alla regia dello stilista Tom Ford che depressurizza meravigliosamente il libro di quel "fotografo del narrare" che è Christopher Isherwood, riduce all'osso le sovrastrutture politicizzanti e il black humour causticamente british e "naturalistico-metabolico" sotteso al romanzo e ne (ri)trae un affresco estetico sublime e raffinato, calcolato, freddo, autocompiacente, incantevolmente posticcio, rarefatto, simbolico, straniante. Eppure, lo sguardo solcato da ultimo dei gentleman e l'intensa fragilità del professor Colin Firth (Coppa Volpi a Venezia e Bafta Award), unitamente a una regia incredibilmente già matura che puntella di rossastro gli innalzamenti cardiaci e i pulsanti battiti emozionali dei protagonisti, scaldano come una cioccolata calda fumante in una siderale notte invernale.
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Esordio alla regia dello stilista Tom Ford che depressurizza meravigliosamente il libro di quel "fotografo del narrare" che è Christopher Isherwood, riduce all'osso le sovrastrutture politicizzanti e il black humour causticamente british e "naturalistico-metabolico" sotteso al romanzo e ne (ri)trae un affresco estetico sublime e raffinato, calcolato, freddo, autocompiacente, incantevolmente posticcio, rarefatto, simbolico, straniante. Eppure, lo sguardo solcato da ultimo dei gentleman e l'intensa fragilità del professor Colin Firth (Coppa Volpi a Venezia e Bafta Award), unitamente a una regia incredibilmente già matura che puntella di rossastro gli innalzamenti cardiaci e i pulsanti battiti emozionali dei protagonisti, scaldano come una cioccolata calda fumante in una siderale notte invernale. "E alla fine, lei arrivò".
A Single Man resta ad ogni modo un film che divide e instilla reazioni diverse da spettatore a spettatore, proprio per la sua componente alienante, ma anche un'opera prima densa di suggestioni, colma di emozioni che si innalzano stramazzando e di corpi che baluginanti, sospesi affondano. La storia di un amore stroncato, tragico e raggelatamente drammatico (omosessuale sì, ma universale). Per palati fini, cultori dell'estetica cinematografica o per semplici "emozionofili".
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