A Single Man |
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Un film di Tom Ford.
Con Colin Firth, Julianne Moore, Nicholas Hoult, Matthew Goode, Jon Kortajarena.
continua»
Drammatico,
durata 95 min.
- USA 2009.
- Archibald Enterprise Film
uscita venerdì 15 gennaio 2010.
MYMONETRO
A Single Man ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Significativo
di museumFeedback: 100 |
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giovedì 30 giugno 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tema centrato a pieno da Tom Ford, specialmente in una società come la nostra che sembra procreare individui sempre più colpiti da accidia, come la definirebbe Petrarca. Il personaggio che ha interpretato, in modo molto interessante, Colin Firth mostra sentimenti con cui la maggior parte delle persone sembra convivere, affascinante e preoccupante direi. C'è un pizzico di George Falconer in ognuno di noi, questo è sicuro. Chi non ha mai provato un senso di totale angoscia, rabbia, delusione, nausea e provato la sensazione di vivere male? Anche per questo personaggio ( che esteticamente ricorda un po' un Mastroianni in 8 e mezzo) le sensazioni sopraccitate sono un arredamento del suo essere. Dopo aver perso il suo compagno di vita e dopo essersi reso conto di non essere forte come invece, in alcune situazioni, si pensa di dover essere, deve affrontare la vita e, soprattutto, la sua omosessualità da solo. Questa diventa un sentimento che non riesce a esprimere, è diventato limitato, a scuola non può mostrarlo e a casa non può più. Riesce quasi a rinascere, finalmente, solo grazie a un ragazzo (Nicholas Hoult)che cerca di far svelare lentamente, attraverso una serie di sguardi e segnali, che è impossibile non comprendere, questa sua caratteristica, che ritorna a essere, come accadeva prima della morte del compagno, qualcosa che può stare alla luce del sole, come un'opera d'arte che, rimasta incompleta per la mancanza di materiale, ora, dopo tanto tempo, ottenuto ciò che mancava, è pronta per essere mostrata, sempre con discrezione. E George comprende così che dopotutto, ha delle possibilità, che può ancora essere felice, se solo volesse, sente alla fine di possedere ciò che, fino a qualche giorno prima, pensava gli fosse totalmente estraneo, la forza di continuare a vivere. Il finale, che mostra la morte del protagonista, a mio avviso ha lo stesso effetto di uno schiaffo in faccia, di una secchiata d'acqua fredda che arriva all'improvviso che ha il compito di dirti, non che la vita è bella dopotutto, come dice Benigni, ma che semplicemente non bisogna farsi dominare dalle emozioni, specilamente quele negative, perchè nella maggior parte dei casi quando ci si accorge di esserne preda, sono passati molti, troppi anni, e come purtroppo è successo al protagonista di " A single man" questo momento può essere seguito dalla morte. Alla fine del film mi è saltata alla mente una parola: spreco.
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