A Single Man |
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Un film di Tom Ford.
Con Colin Firth, Julianne Moore, Nicholas Hoult, Matthew Goode, Jon Kortajarena.
continua»
Drammatico,
durata 95 min.
- USA 2009.
- Archibald Enterprise Film
uscita venerdì 15 gennaio 2010.
MYMONETRO
A Single Man ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Un solo uomo
di FedsonFeedback: 7507 | altri commenti e recensioni di Fedson |
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domenica 8 settembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il debutto alla regia di Tom Ford ci racconta del dramma di un uomo. George Falconer (Colin Firth), professore d'inglese universitario, perde tragicamente il suo compagno che ha amato per sedici anni in un incidente d'auto. Rimasto solo, senza pace e colmo di dolore, George è incapace di reagire al colpo e decide di togliersi la vita sparandosi. Ma ben presto, scoprirà che vivere nel passato e illudersi del futuro è solamente un motivo invalido per continuare a soffrire nel presente. Il melodramma preme sui pensieri e le speranze di un uomo che, dopo la perdita del suo vero amore, non trova il coraggio e la volontà di continuare a vivere nel presente in cui è immerso; nel presente che lui stesso comincia ad odiare, descrivendolo come uno strazio totale dopo il quale troviamo solo la morte. Nel presente che ci porta, dopo amori e passioni che ci son sfuggiti di mano e delle quali non abbiamo goduto, nelle braccia di un futuro nero, vuoto, solo ma condiviso con il prossimo. George Falconer è l'emblema di una solitudine che non deve esserlo per forza, di una mente fredda e razionale, la cui sensibilità ci viene mostrata tramite attente inquadrature nei dettagli delle situazioni in cui lo stesso George non può fare a meno di notarle e di goderne. Ma, se è tutto questo, George è anche la figura di un uomo senza alcun potere di scommettere su un futuro migliore; un futuro più radioso e vivace che il suo essere triste e solo non sa percepire. O meglio, che non vuole percepire. L'unico barlume di speranza che verrà incontro al solitario George prende vita dalle persone in cui egli è circondato nella vita di tutti i giorni. Ma parliamo soprattutto di Charley (Julianne Moore), una sua vecchia amica che è stata lasciata dall'uomo che lei stessa ha amato e perduto, incapace anche lei di vivere nel presente se non affogandosi nell'alcool; e Kenny (Nicholas Hoult), uno studente disponibile, sveglio e dotato di una sensibilità così vergine e giusta che è impossibile non amare. Con la sua estrema freddezza nel vivere il dramma, lucentezza nel vivere le emozioni, macabra attenzione nel vivere i dettagli della vita e degli amori del tempo, "A Single Man" si presenta come un affresco composto da luci, suoni, colori, sguardi, immagini e particolari, ai quali il regista affida l'arduo compito di farla da padrone tramite scelte di inquadrature pensate e riflessive, mai lasciate al caso. E sono inquadrature che, con cambi di cromature nei momenti più caldi ed intimi del film, riesce in pieno a mostrare chiaramente tutti i lati più sensibili di George, Charlie e Kenny, innescandoli in un mondo popolato, per loro visione, da ingiustizie ma dove ancora può regnare uno spiraglio di libertà che, in fondo, risiede in tutti loro. E per rappresentare questa immensa varietà di emozioni, mascherate e non, ci pensa nientepopodimeno che Colin Firth, assolutamente perfetto nella sua performance, meravigliosamente reale nell'irrealtà nel quale il suo personaggio vive, reduce di un'interpretazione di livelli sconfinati ed impossibili da decifrare per la sua immensa bravura e grandezza. Julianne Moore è Charley, il suo passato, il suo presente e anche quel pizzico del suo incerto futuro, interpretando il suo personaggio in maniera sensibile e ironica. Perfino il giovane Nicholas Hoult incarna alla perfezione un ragazzo che si trova solo nella sua sensibilità, ma ricco di idee che lo spingono a continuare a respirare l'aria del presente (noioso) e di un destino nel quale, prima o poi, ci troveremo tutti (la morte). Grandi pensieri, grandi menti e grandi uomini si mettono a confronto in questo melodramma delicato, severo e impeccabilmente interpretato nella sua profondissima vena tragica ma non mortale, durante la quale si riesce comunque a capire che nella vita non è mai troppo tardi (o troppo presto) per fare le scelte giuste; che le tragedie che ci accadono non sono mai senza un motivo; che nelle giornate che viviamo possiamo sempre incontrare persone che ancora conservano quel bagaglio di sensibilità utile per spingerci ad andare avanti insieme a loro. Che, in fondo, siamo tutti un po' soli nella nostra privata dolcezza e nelle emozioni che proviamo tutti i giorni.
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