veronick
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mercoledì 10 febbraio 2010
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la morte di un uomo solo
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L'inutilità della vita senza affetti, la lotta dell'uomo solo contro il resto del mondo, la maschera di perfezione che tutti noi siamo costretti ad indossare per piacere ed essere accettati dagli altri: sono i temi di questo film, che emoziona e fa soffrire seguendo il tormento di questo professore, magistralmente interpretato da Colin Firth, la cui vita finisce nell'attimo stesso in cui perde il suo compagno in un incidente stradale. Un film che fa riflettere sulla banalità della vita che spesso diviene un peso insostenibile e spinge l'uomo a scappare. La vita è fatta di attimi di piacere immersi in un mare di noia e di ripetitività ed è proprio per quegli sprazzi di gioia che vale la pena vivere.
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L'inutilità della vita senza affetti, la lotta dell'uomo solo contro il resto del mondo, la maschera di perfezione che tutti noi siamo costretti ad indossare per piacere ed essere accettati dagli altri: sono i temi di questo film, che emoziona e fa soffrire seguendo il tormento di questo professore, magistralmente interpretato da Colin Firth, la cui vita finisce nell'attimo stesso in cui perde il suo compagno in un incidente stradale. Un film che fa riflettere sulla banalità della vita che spesso diviene un peso insostenibile e spinge l'uomo a scappare. La vita è fatta di attimi di piacere immersi in un mare di noia e di ripetitività ed è proprio per quegli sprazzi di gioia che vale la pena vivere. Il film descrive molto bene il vuoto lasciato dalla perdita di un amore, la linfa vitale per questo uomo solo e senza amici, che piomba improvvisamente in un dolore da cui non c'è scampo. I continui primi piano ci proiettano direttamente nell'intimo del professore, il suo corpo diviene impalpabile, e siamo costretti a soffrire con lui.
La morte, per infarto, è in fondo quasi una nota felice. Quando finalmente, con l'aiuto di uno studente infatuatosi di lui, capisce che c'è sempre qualcosa per cui vale la pena vivere e ritorna a sorridere, la morte lo coglie all'improvviso, in un attimo di pura felicità, e lui non saprà mai se quella gioia ritrovata era una rinascita o solo un piacere effimero dato da una notte di follia.
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(di paolina)
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alespiri
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domenica 17 gennaio 2010
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un uomo solo
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Un uomo solo Giorgio, professore universitario, che ha perso il suo compagno in un incidente stradale dopo 16 anni di convivenza. Il film è il racconto di questo dolore. Composto e disperatamente silenzioso. Il dolore è nelle cose che rimangono di lui, nei suoi profumi prima che nei ricordi. Tom Ford riesce a trasferire il dolore anche in queste cose, che prendono vita nella memoria.
Siamo negli anni 60; guerra fredda tra Stati Uniti ed Unione Sovietica per la questione cubana. La minaccia di una guerra nucleare genera paura. E della paura parla Giorgio Falconer nella facoltà di filosofia di Los Angeles, tentando di aprire una breccia nel conformismo culturale dei suoi studenti.
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Un uomo solo Giorgio, professore universitario, che ha perso il suo compagno in un incidente stradale dopo 16 anni di convivenza. Il film è il racconto di questo dolore. Composto e disperatamente silenzioso. Il dolore è nelle cose che rimangono di lui, nei suoi profumi prima che nei ricordi. Tom Ford riesce a trasferire il dolore anche in queste cose, che prendono vita nella memoria.
Siamo negli anni 60; guerra fredda tra Stati Uniti ed Unione Sovietica per la questione cubana. La minaccia di una guerra nucleare genera paura. E della paura parla Giorgio Falconer nella facoltà di filosofia di Los Angeles, tentando di aprire una breccia nel conformismo culturale dei suoi studenti. Parlando di minoranze e di discriminazioni che originano dalla paura. Solo uno dei suoi studenti lo ascolterà e capirà di lui.
Un film sulla solitudine, dunque, ma anche sulla paura, di morire come di vivere ; unica soluzione il “qui ed ora”.
Una pistola portata in borsa ci manifesta il suo costante intento di farla finita. Il dolore trasuda dai suoi occhi in lacrime mute, in sorrisi senza speranza ma aggrappati al momento vissuto, nelle serate passate con la sua amica alcolizzata, sola quanto lui e di lui da sempre innamorata. Una serie di eventi però paiono distoglierlo dal suo proposito in maniera quasi misteriosa, riaccendendogli la speranza.
Quando il professore capirà “come le cose devono andare” e, quell’unico studente sensibile che gli prestò ascolto’, in una notte pazza, gli toglierà la pistola avendo capito cosa poteva succedergli, qualcuno verrà a prenderlo, proprio nel momento in cui egli stava godendo di un momento di serenità ritrovato.
In fondo era quello che voleva. Ritrovare la vita, prima di morire.
Un esordio felice per Tom Ford che veste di suo il protagonista, mettendo a nudo il suo male di vivere.
Film stilisticamente impeccabile, con una regia virtuosa ed una fotografia superba che gioca con i colori mescolando tonalità sfumate e forti in ragione delle emozioni del protagonista, sfiorando il bianco e nero per i ricordi,flashback nel passato. Colin Firth strepitoso.
Frase che mi ha colpito:
“L’esperienza non è data dalla somma delle azioni svolte ma dall’uso che facciamo di esse.”
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(di salval)
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teo '93
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venerdì 19 marzo 2010
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una pura sinfonia di vita e bellezza...
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Un quadro elegante e impeccabile. Pennellate calde e avvolgenti. L’esordio alla regia di Tom Ford, già celebre stilista delle maison di Gucci e Yves-Saint Laurent, è un commovente atto d’amore verso la vita. Una pura esaltazione della bellezza e delle sue molteplici forme. Un grido silenzioso di dolore e assenza, in cui morte e vita s’intrecciano in un unico corpo. Los Angeles, corre l’anno 1962. Piena Guerra Fredda. Sullo sfondo scorrono gli avvenimenti legati all’attacco sovietico a Cuba. Il professore di letteratura George Falconer vive un momento drammatico della sua vita: il compagno con cui ha vissuto per sedici anni (Matthew Goode) muore in un incidente stradale.
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Un quadro elegante e impeccabile. Pennellate calde e avvolgenti. L’esordio alla regia di Tom Ford, già celebre stilista delle maison di Gucci e Yves-Saint Laurent, è un commovente atto d’amore verso la vita. Una pura esaltazione della bellezza e delle sue molteplici forme. Un grido silenzioso di dolore e assenza, in cui morte e vita s’intrecciano in un unico corpo. Los Angeles, corre l’anno 1962. Piena Guerra Fredda. Sullo sfondo scorrono gli avvenimenti legati all’attacco sovietico a Cuba. Il professore di letteratura George Falconer vive un momento drammatico della sua vita: il compagno con cui ha vissuto per sedici anni (Matthew Goode) muore in un incidente stradale. Alzatosi una mattina, tiene una lezione all’università sulle minoranze e le discriminazioni, incontra uno studente particolarmente sensibile, cena e si confida con l’amica di sempre ancora innamorata di lui (Julianne Moore). Ma nessuno sa che il professore, perso ormai ogni scopo esistenziale, ha deciso di ricongiungersi all’amato disponendo la propria morte. Finchè un incontro inaspettato non lo riempirà nuovamente di vita… Articolato nell’arco di un’unica giornata (dilatata da frequenti flash-back e sequenze psichedeliche), “A single man” è un percorso simmetrico e intimistico, perfezionista e rigoroso, seguito da una telecamera stabile e invisibile nel cogliere in silenzio le paure, i dolori, i sorrisi malinconici di Falconer. Sentimenti legati a un vuoto, a un’assenza incolmabile, il cui dolore si consuma nell’attesa di una morte incombente. Colin Firth è cuore e anima del protagonista, il film passa attraverso le sue sottili gradazioni emotive, si piange con lui, si ride con lui, lo si compiange, lo si ama incondizionatamente. La fotografia segue la sua interiorità, riscaldando i colori nelle azioni di vita quotidiane, raffreddandoli quando emergono ricordi o divagazioni oniriche (vedi il tema costante del corpo nudo che vaga nell’acqua non riuscendo ad emergere dal proprio dolore). Possente Colin Firth, geniale Julianne Moore.
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filmicus
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lunedì 8 febbraio 2010
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a single man:c'e qualcosa di antico oggi nell'aria
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La morte.per incidente stradale, del suo compagno,per sedici anni, lascia il professore universitario Falconer in una situazione di dolore insuperabile.'E finito un amore non rinnovabile,non surrogabile:il dolore ridefinisce la vita come una interminabile serie di cose tutte di per sè giuste e tutte al loro posto(casa,abiti,oggetti,luci) ma nel loro insieme prive di senso e di vita.Resta la morte come evocazione e come evento da predisporre ed attuare secondo uno"stile"(irrinunciabile),tributo a valori estetici che stanno al di sopra di tutto e debbono plasmare anche il momento finale.Ecco dunque le sequenze(improbabili) della posizione migliore per un colpo di pistola che evidentemente non potrà partire.
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La morte.per incidente stradale, del suo compagno,per sedici anni, lascia il professore universitario Falconer in una situazione di dolore insuperabile.'E finito un amore non rinnovabile,non surrogabile:il dolore ridefinisce la vita come una interminabile serie di cose tutte di per sè giuste e tutte al loro posto(casa,abiti,oggetti,luci) ma nel loro insieme prive di senso e di vita.Resta la morte come evocazione e come evento da predisporre ed attuare secondo uno"stile"(irrinunciabile),tributo a valori estetici che stanno al di sopra di tutto e debbono plasmare anche il momento finale.Ecco dunque le sequenze(improbabili) della posizione migliore per un colpo di pistola che evidentemente non potrà partire.Dalla decisione di morte all'evento trascorre un'intera giornata con fatti,incontri,sensazioni che non rimuovono dall'intento ma lo rallentano ed,al tempo stesso , riconfermano.La pistola,anche quando è rimossa da un giovane studente che trascorre le ultime ore della notte in casa del protagonista, resta sempre nella disponibilità di quest'ultimo.Il grilletto non è però tirato dalla mano dell'uomo.Come nella letteratura epica e religiosa la morte è nelle mani della divinità.Ecco il reiterarsi di un infarto che sigilla la storia e,togliendo al'uomo il peso della responsabilità,riconcilia tutto e tutti.Il film è di indiscutibile valore.Qualche interrogativo nasce da taluni messaggi che probabilmente sono anche nel testo letterario che lo ha ispirato.Non solo quello antico come il mondo ed irrisolto dell'uomo al cospetto della morte:ma anche sull'amore,sul rapporto fra uomo e donna,fra giovane e vecchio.Due elementi risultano chiari:il rapporto omosessuale tende a garantire un amore puro, o meglio, depurato da incrostazioni storico-sociali-esistenziali che invece sono presenti nel rapporto uomo-donna.Solo nel primo è possibile leggere"insieme" un libro ed ascoltare musica in santa pace.Solo nel primo il partner è affascinante senza essere pieno di rossetti e creme(trucchi) come capita nelle pur belle immagini femminili.Nel rapporto omosessuale inoltre può dispiegarsi senza scatenare conflitti fra sessi il predominio del più anziano,del più esperto sul più giovane.Così il professore può invitare il più giovane compagno al alzarsi ed a cambiare disco,in una gerarchia di ruoli indiscussa:lui legge le Metamorfosi,il compagno Colazione da Tiffany.Qui c'è forse del rimpianto,Queste cose non si possono più fare in un rapporto eterosessuale(purtroppo!)Qui vi anche un rimando ad una civiltà antica,quella greco-romana che conosceva un simile rapporto tra giovani ed adulti,fra inesperti ed esperti,rapporto inclusivo anche della sfera sessuale.Una civiltà in tutti i sensi lontana.Sotto questi profili il film manda messaggi antichi e se questa parola non fosse passata di moda anche lievemente reazionari così come lo è il valore estetico,riaffermato quasi con ostinazione in ogni fotogramma,quando no è il risultato di un gesto e di una passione umana.
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arianna ramella benna
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domenica 21 marzo 2010
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a single man. un dramma silenzioso.
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"A single man" è il dramma silenzioso di una vita silenziosa. Il film ruota attorno alla giornata del protagonista, professore universitario di letteratura, che si sveglia consapevole del fatto che quello sarà il suo ultimo giorno su questo pianeta. L'uomo, infatti, ha perso in un incidente il suo compagno amato per sedici anni e capisce che nulla ha più senso per lui, perchè ciò che gli resta unicamente è vivere il suo futuro in un passato che non potrà più tornare. La morte è allora l'unica alternativa in un mondo che ha perso del tutto il suo significato.
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"A single man" è il dramma silenzioso di una vita silenziosa. Il film ruota attorno alla giornata del protagonista, professore universitario di letteratura, che si sveglia consapevole del fatto che quello sarà il suo ultimo giorno su questo pianeta. L'uomo, infatti, ha perso in un incidente il suo compagno amato per sedici anni e capisce che nulla ha più senso per lui, perchè ciò che gli resta unicamente è vivere il suo futuro in un passato che non potrà più tornare. La morte è allora l'unica alternativa in un mondo che ha perso del tutto il suo significato. Durante il corso della giornata, però, accade qualcosa di inconsueto: il professore si accorge che nei piccoli gesti quotidiani apparentemente privi di un significato importante, si racchiude l'essenza della vita. Forse la vita va vissuta per momenti come quelli, attimi che non durano che un istante, ma che nello spazio di qualche secondo racchiudono un'intensità tale di emozioni da dare significato a un'esistenza intera. Forse ciascuno di noi vive nell' attesa di uno di quei momenti, per poterne sperimentare il coinvolgimento. Sorge allora spontanea una domanda: vale la pena di vivere, nonostante tutto? Il finale sembra quasi voler prendersi beffa del protagonista, in una tragica ironia della sorte che lascia spazio a varie interpretazioni. La vita in realtà è uno scherzo che sul più bello ti toglie tutto o invece quegli sprazzi di pura felicità che ti lascia intravedere sono sintomo di una bellezza inaspettata, di una riscoperta del piacere di andare avanti, al di là della follia che ci circonda?
"A single man" , esordio alla regia per Tom Ford, è un film elegante, composto, mai sopra le righe. Il protagonista è un uomo comune che si trova a subire un dolore comune; il tutto è affrontato con pacatezza, rigore, delicatezza. Il tema dell'amore è predominante e ancora una volta si dimostra strettamente collegato a quello della morte, come fossero elementi inscindibili, due facce della stessa medaglia.
Ottima l'interpretazione di Colin Firth, premiato con la coppa Volpi a Venezia; ci regala un personaggio raffinato, appassionato e commovente.
Decisamente apprezzabile, poi, la ricercatezza dei particolari da parte del regista, un esteta sotto tutte le scelte.
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peer gynt
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martedì 12 ottobre 2010
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languide emozioni
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Il regista e’ il famoso stilista e designer texano che ha rilanciato la
Gucci sull’orlo della bancarotta. Con ambizioni da cineasta, sceglie per
la sua opera prima un romanzo dello scrittore inglese Christopher
Isherwood.
Si narra la solitudine e la sofferenza del professore di letteratura
George Falconer che, nella Los Angeles del 1962, e’ sconvolto dalla morte
in un incidente di macchina del suo compagno. Per cercare di superare la
depressione, si affida all’amica Charley, da sempre innamorata di lui, e
ad un giovane studente che gli si concede.
Melodramma vellutato e avvolgente, con delicate schidionature di flashback
infilzati qua e la’, si caratterizza per un cromatismo spento nelle scene
del dramma presente (mentre i colori si riaccendono dove prevale la sfera
del ricordo dell’amante defunto) e per una scrittura perfetta, ma troppo
teatrale e troppo autocompiaciuta.
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Il regista e’ il famoso stilista e designer texano che ha rilanciato la
Gucci sull’orlo della bancarotta. Con ambizioni da cineasta, sceglie per
la sua opera prima un romanzo dello scrittore inglese Christopher
Isherwood.
Si narra la solitudine e la sofferenza del professore di letteratura
George Falconer che, nella Los Angeles del 1962, e’ sconvolto dalla morte
in un incidente di macchina del suo compagno. Per cercare di superare la
depressione, si affida all’amica Charley, da sempre innamorata di lui, e
ad un giovane studente che gli si concede.
Melodramma vellutato e avvolgente, con delicate schidionature di flashback
infilzati qua e la’, si caratterizza per un cromatismo spento nelle scene
del dramma presente (mentre i colori si riaccendono dove prevale la sfera
del ricordo dell’amante defunto) e per una scrittura perfetta, ma troppo
teatrale e troppo autocompiaciuta. Il film e’ tutto avvolto nel dominante
struggimento per la vita che se ne va, e si bea di questo struggimento,
giocando a fare il film d’arte con la languida tenerezza delle emozioni
intense che lasciano il vuoto dentro.
Per quanto ottimamente recitato, raramente si e’ visto un film piu’ ruffiano.
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[+] il libro è tutt'altro
(di angelo umana)
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fedson
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domenica 8 settembre 2013
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un solo uomo
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Il debutto alla regia di Tom Ford ci racconta del dramma di un uomo. George Falconer (Colin Firth), professore d'inglese universitario, perde tragicamente il suo compagno che ha amato per sedici anni in un incidente d'auto. Rimasto solo, senza pace e colmo di dolore, George è incapace di reagire al colpo e decide di togliersi la vita sparandosi. Ma ben presto, scoprirà che vivere nel passato e illudersi del futuro è solamente un motivo invalido per continuare a soffrire nel presente. Il melodramma preme sui pensieri e le speranze di un uomo che, dopo la perdita del suo vero amore, non trova il coraggio e la volontà di continuare a vivere nel presente in cui è immerso; nel presente che lui stesso comincia ad odiare, descrivendolo come uno strazio totale dopo il quale troviamo solo la morte.
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Il debutto alla regia di Tom Ford ci racconta del dramma di un uomo. George Falconer (Colin Firth), professore d'inglese universitario, perde tragicamente il suo compagno che ha amato per sedici anni in un incidente d'auto. Rimasto solo, senza pace e colmo di dolore, George è incapace di reagire al colpo e decide di togliersi la vita sparandosi. Ma ben presto, scoprirà che vivere nel passato e illudersi del futuro è solamente un motivo invalido per continuare a soffrire nel presente. Il melodramma preme sui pensieri e le speranze di un uomo che, dopo la perdita del suo vero amore, non trova il coraggio e la volontà di continuare a vivere nel presente in cui è immerso; nel presente che lui stesso comincia ad odiare, descrivendolo come uno strazio totale dopo il quale troviamo solo la morte. Nel presente che ci porta, dopo amori e passioni che ci son sfuggiti di mano e delle quali non abbiamo goduto, nelle braccia di un futuro nero, vuoto, solo ma condiviso con il prossimo. George Falconer è l'emblema di una solitudine che non deve esserlo per forza, di una mente fredda e razionale, la cui sensibilità ci viene mostrata tramite attente inquadrature nei dettagli delle situazioni in cui lo stesso George non può fare a meno di notarle e di goderne. Ma, se è tutto questo, George è anche la figura di un uomo senza alcun potere di scommettere su un futuro migliore; un futuro più radioso e vivace che il suo essere triste e solo non sa percepire. O meglio, che non vuole percepire. L'unico barlume di speranza che verrà incontro al solitario George prende vita dalle persone in cui egli è circondato nella vita di tutti i giorni. Ma parliamo soprattutto di Charley (Julianne Moore), una sua vecchia amica che è stata lasciata dall'uomo che lei stessa ha amato e perduto, incapace anche lei di vivere nel presente se non affogandosi nell'alcool; e Kenny (Nicholas Hoult), uno studente disponibile, sveglio e dotato di una sensibilità così vergine e giusta che è impossibile non amare. Con la sua estrema freddezza nel vivere il dramma, lucentezza nel vivere le emozioni, macabra attenzione nel vivere i dettagli della vita e degli amori del tempo, "A Single Man" si presenta come un affresco composto da luci, suoni, colori, sguardi, immagini e particolari, ai quali il regista affida l'arduo compito di farla da padrone tramite scelte di inquadrature pensate e riflessive, mai lasciate al caso. E sono inquadrature che, con cambi di cromature nei momenti più caldi ed intimi del film, riesce in pieno a mostrare chiaramente tutti i lati più sensibili di George, Charlie e Kenny, innescandoli in un mondo popolato, per loro visione, da ingiustizie ma dove ancora può regnare uno spiraglio di libertà che, in fondo, risiede in tutti loro. E per rappresentare questa immensa varietà di emozioni, mascherate e non, ci pensa nientepopodimeno che Colin Firth, assolutamente perfetto nella sua performance, meravigliosamente reale nell'irrealtà nel quale il suo personaggio vive, reduce di un'interpretazione di livelli sconfinati ed impossibili da decifrare per la sua immensa bravura e grandezza. Julianne Moore è Charley, il suo passato, il suo presente e anche quel pizzico del suo incerto futuro, interpretando il suo personaggio in maniera sensibile e ironica. Perfino il giovane Nicholas Hoult incarna alla perfezione un ragazzo che si trova solo nella sua sensibilità, ma ricco di idee che lo spingono a continuare a respirare l'aria del presente (noioso) e di un destino nel quale, prima o poi, ci troveremo tutti (la morte). Grandi pensieri, grandi menti e grandi uomini si mettono a confronto in questo melodramma delicato, severo e impeccabilmente interpretato nella sua profondissima vena tragica ma non mortale, durante la quale si riesce comunque a capire che nella vita non è mai troppo tardi (o troppo presto) per fare le scelte giuste; che le tragedie che ci accadono non sono mai senza un motivo; che nelle giornate che viviamo possiamo sempre incontrare persone che ancora conservano quel bagaglio di sensibilità utile per spingerci ad andare avanti insieme a loro. Che, in fondo, siamo tutti un po' soli nella nostra privata dolcezza e nelle emozioni che proviamo tutti i giorni.
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keanu
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sabato 5 marzo 2011
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film elegante, ma ... ...
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Un film elegnate e curato meticolosamente (attori, scenografia, costumi, fotografia, trucco ecc ... ), tuttavia seppur ben fatto il film risaulta freddo e disataccato, non emoziona.
Resta un buon prodotto, ma nulla di imperdibile.
Una stella in più per la grande intepretazione di Colin Forth !
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everyone
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mercoledì 17 febbraio 2010
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non sempre la morte giunge inopportuna
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Ho visto due film di recente che hanno un un punto in comune:la morte che sopraggiunge improvvisa al momento giusto nella vita di due persone mature.Mi riferisco a "Il riccio"e al film in questione.In ambedue i casi i protagonisti nel momento in cui potevano aprirsi ad una nuova esperienza positiva di relazione affettiva dopo delusioni e grandi dolori vengono colti da una morte imprevista che evita forse loro ulteriori delusioni e dolori come in realtà accade a tutti noi nel corso dell'esistenza.Pur svolgendosi l'azione in contesti e tempi diversi i due film ed i testi da cui sono tratti hanno senza dubbio questo denominatore comune."Single man" è un bel film ben diretto e interpretato elegante nel suo svolgimento.
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impossible princess
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lunedì 20 settembre 2010
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un film che traspone un romanzo
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Poesia che simila prosa, film che traspone un romanzo. Dal cogitante temperato letterario biografico A single man (novel) di Christopher Isherwood, si adatta l'opera prima in regia di Tom Ford, produzione su storia di un vissuto omosessuale, un amore narrato non per sessi ma da storie umane. George Falconer, il protagonista, ha l'eleganza del genio marchio Tom Ford, la classe dello scrittore Gore Vidal, a cui l'intera trama è dedita, e la fine modestia del suo autore. George insegna in un college della LA degli anni sessanta, ha una fasta, ricca e quiete vita, ora perduta, ora vana. George è vedovo di Jim, il suo Amore, solitario di un improvviso incidente stradale, straziato di una finita condivisione di casa, letture, viaggi, cani e passioni.
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Poesia che simila prosa, film che traspone un romanzo. Dal cogitante temperato letterario biografico A single man (novel) di Christopher Isherwood, si adatta l'opera prima in regia di Tom Ford, produzione su storia di un vissuto omosessuale, un amore narrato non per sessi ma da storie umane. George Falconer, il protagonista, ha l'eleganza del genio marchio Tom Ford, la classe dello scrittore Gore Vidal, a cui l'intera trama è dedita, e la fine modestia del suo autore. George insegna in un college della LA degli anni sessanta, ha una fasta, ricca e quiete vita, ora perduta, ora vana. George è vedovo di Jim, il suo Amore, solitario di un improvviso incidente stradale, straziato di una finita condivisione di casa, letture, viaggi, cani e passioni. Di tale relazione, George rimembra in pellicola le tonalità del viscerale Abel Korzeniowski (composizionale emblema ne è And Just Like That) su le ore e i minuti di un quotidiano a lui oramai mancante, di un'unione scandita nel costante di flash, sogni, lacrime, dolori e giorni. Programma così nei dettagli di banche, testamenti e affetti di una sola e rotta dama, Charlie, vicina in casa ed emotiva amica, una fine corporale che possa complanare quella di un'anima al compagno eternamente devota, eternamente propria. Ma come per ogni cosa bella è necessito, George la notte del suicidio verrà risvegliato da un gioviale motivo imprevisto, un allievo, Kenny, puro nel conoscere e brezzo nel lietere nel maestro la voglia di ricominciare ancora vitalmente a vivere. Disdegnato dal lutto, l'estetico mondo di George (Coppa Volpi, Colin Firth) è cucito in un solo giorno, rilento in partenza per cromie mono tono di stereotipe abitudini ed odierne pedisseque mancanti di Jim (primo fidanzato della Nola di Match Point , Matthew Good), come lo scandito della mattiniera sveglia o il rito del completo/oculi/scarpe stringate, per infinire nel carminio ludico rimembro di abbienti amiche, Charlie (Julienne Moore) e in incolte caste seduzioni di un giovane collegiale amatore nel pieno di una omo infatuazione, Kenny (l'About a boy, Nicholas Hoult). Una bolla, in essenza all'universale e in pragmatico relega al sociale cubano sottofondo, è la storia di George, di una passione omosessuale invisibilmente moderna, trattante ovvero solo di sentimento e non del denunciato diverso; una nitida epoca preplastica e formale volta al sostegno del vivere il presente appieno, partendo da un disperato esigo suicidio, da un ultimo giorno di vita, per vertere ad un epifanico presente, ad un collegamento con l'altrui e il naturale superamento di una disgrazia, di un passato. Il technicolor condensato di Tom Ford è così flettente gioiello della luce e dell'ombra (fotografia di Eduard Grau) dell'umana radiazione che, nella pochezza del tempo e delle cose, riesce dalla marea a risalire in superfice, in uno spiraglio dove "il silenzio soffoca il rumore" e ci si"emoziona invece di pensare", dove l'odierna felicità calpesta il ricordo al vertice di "mondo che sembra nuovo".
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