frederik
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martedì 26 gennaio 2010
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commovente e intenso.elegante!
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Un Film che i Giovani di oggi dovrebbero vedere.Per imparare l'educazione, un Film non volgare.
Che al Cinema Italiano è distate anni Luce.
Grazie Tom Ford
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paola d. g. 81
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martedì 26 gennaio 2010
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bello ma piatto
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Un film molto bello esteticamente, e nulla più.
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carpenzano
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lunedì 25 gennaio 2010
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troppa bellezza...
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Ho capito cosa mi disturba del melo-dramma… il fatto che i sentimenti restano imprigionati nella malinconia… così come mi infastidisce l'edulcorato estetismo retrò che fa parte di un tempo scaduto, anche se "vivificato" (?) dal tono glam ma anche un pò decadente di icone stile D&G o Emporio Armani… ma quì pesa troppo il background del neoregista...
questo mi ha disturbato di A single man. Forse mi ha disturbato anche la citazione di Querelle... un film con una scenografia di impianto teatrale esaltata da una meravigliosa fotografia ... dove nelle banchine del porto si rappresenta il bordello di varia umanità tormentata dal mistero irrisolto e irrisolvibile della vita in cui ogni uomo uccide le cose che ama.
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Ho capito cosa mi disturba del melo-dramma… il fatto che i sentimenti restano imprigionati nella malinconia… così come mi infastidisce l'edulcorato estetismo retrò che fa parte di un tempo scaduto, anche se "vivificato" (?) dal tono glam ma anche un pò decadente di icone stile D&G o Emporio Armani… ma quì pesa troppo il background del neoregista...
questo mi ha disturbato di A single man. Forse mi ha disturbato anche la citazione di Querelle... un film con una scenografia di impianto teatrale esaltata da una meravigliosa fotografia ... dove nelle banchine del porto si rappresenta il bordello di varia umanità tormentata dal mistero irrisolto e irrisolvibile della vita in cui ogni uomo uccide le cose che ama... forse il capolavoro di Fassbinder: quello è uno splendido esempio di cinema moderno/contemporaneo! lo so imparagonabili le due opere ma... Qui, il tema del lutto nel quale ricercare la morte come unica forma possibile di risarcimento e ricongiunzione dell'amore strappato con violenza inaudita dalla vita è rimasto intrappolato nella troppa bellezza, nel suo vortice edulcorato, estetizzante, ingannevole... E' mancato l'errore creativo, è mancata la disarmonia del dolore. il professore è stato però bravissimo e TF deve molto al suo protagonista!
oraziocarpenzano@hotmail.com
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storie100x100
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lunedì 25 gennaio 2010
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"a single man" in bella calligrafia
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Coppa Volpi a Colin Firth per il film debutto della star della moda Tom Ford, acclamato e osannato come un capolavoro. Ma ristabiliamo i limiti: intanto la storia parte da un bel romanzo di Christopher Isherwood e si avvale di un interprete eccellente. Il merito del neo-regista è avere buon gusto (ma va’!) cultura cinematografica e idee ben chiare: apprezzabilissimo lo scarto cromatico fra i momenti di solitudine, che ingrigiscono, e quelli coi contatti umani, che si ricolorano. Ma detto questo il film è calligrafico: un riuscitissimo esercizio di stile a tratti anche noioso. Basta questo per diplomare un regista?
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simos92
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domenica 24 gennaio 2010
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elegante e intrigante
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Bella la storia, bella la sceneggiatura, ottimo il cast e l'interpretazione che rende questo film impeccabile!!
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the lady on the hot tin roof
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domenica 24 gennaio 2010
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"morte a venezia" 2009.
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Il professor George Falconer (Colin Firth) ha perso il proprio compagno in un'incidente d'auto. Un giorno si sveglia e decide di compiere un gesto estremo.
La fragilità dell'esistenza umana, l'elaborazione del lutto e, soprattutto, la pura bellezza della gioventù.
Sembra una descrizione sintetica del capolavoro di Luchino Visconti "Morte a Venezia" e invece si tratta di "A single man", debutto dietro la macchina da presa dello stilista Tom Ford, che pure ha qualcosa in comune con il primo, a partire dalle note di Abel Korzeniowski, memori della intramontabile Sinfonia n. 5 di Mahler.
Il tema dell'omosessualità funge da contesto entro il quale si svolge la vita del protagonista (un bravissimo Colin Firth, purtroppo doppiato molto molto male, proprio come gli altri) e contribuisce ad incrementarne il senso di alienazione, sullo sfondo di un' America paralizzata dalle minacce della Guerra Fredda.
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Il professor George Falconer (Colin Firth) ha perso il proprio compagno in un'incidente d'auto. Un giorno si sveglia e decide di compiere un gesto estremo.
La fragilità dell'esistenza umana, l'elaborazione del lutto e, soprattutto, la pura bellezza della gioventù.
Sembra una descrizione sintetica del capolavoro di Luchino Visconti "Morte a Venezia" e invece si tratta di "A single man", debutto dietro la macchina da presa dello stilista Tom Ford, che pure ha qualcosa in comune con il primo, a partire dalle note di Abel Korzeniowski, memori della intramontabile Sinfonia n. 5 di Mahler.
Il tema dell'omosessualità funge da contesto entro il quale si svolge la vita del protagonista (un bravissimo Colin Firth, purtroppo doppiato molto molto male, proprio come gli altri) e contribuisce ad incrementarne il senso di alienazione, sullo sfondo di un' America paralizzata dalle minacce della Guerra Fredda.
Il titolo ha un duplice significato: "un uomo senza compagno" e "un solo uomo".
Ebbene, il film è sicuramente una commovente e nostalgica storia d'amore, ma è soprattutto la visione del mondo di un uomo che ha una sensibilità diversa rispetto ai più e che si trova alla costante ricerca di una perfezione minuta in un macrocosmo freddo e decadente. Tom Ford si dimostra regista di talento, amante delle forme e dei colori e sobrio nella rappresentazione, mai didascalico o compiaciuto. Il film è appesantito da qualche lungaggine eccessiva (ad esempio il dialogo nel bar tra il professor Falconer e un suo giovane studente), un difetto perdonabile dal momento che si tratta di un esordio.
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ralphscott
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domenica 24 gennaio 2010
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buon esordio
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Ford sigla un debutto sentito e personale. Melodramma algido,patinato,dove le immagini suggestive restano orfane della forza dei sentimenti. Questi sono suggeriti,spesso,ma troppi e gratuiti flashback danno più forma che sostanza alle intenzioni del regista. Lontana la forza di drammi americani sugli anni '50 come Far from Even o Revolutionary Road,per rimanere agli ultimi anni. Sin dal primo impatto si respira aria di artificio (l'immagine del corpo fluttuante nell'acqua sa di videoclip). Gli interpreti sono affiatati e convincenti
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lollo92
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domenica 24 gennaio 2010
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raffinato esordio di un maestro di eleganza
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Sono rimasto veramente sorpreso dal film (sorpreso? è la parola giusta? in fondo come poteva essere diverso l'esordio di un maestro di stile come tom ford?). Il film è curato nei minimi dettagli, dalla fotografia alle scenografie, dai costumi alle musiche (veramente belle). L'interpretazione di colin firth è una delle più intense che si siano mai viste, lo stesso dicasi per il personaggio ben caratterizzato di Julienne Moore. La regia è precisa, puntuale, veramente elegante. La storia è toccante, vera, sentita. insomma, pur con qualche carenza di sceneggiatura o con quà e là volontà di autocelebrazione di ford, il film è assolutamente consigliabile. Merita di essere incluso nella cinquina degli oscar in svariate categorie.
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Sono rimasto veramente sorpreso dal film (sorpreso? è la parola giusta? in fondo come poteva essere diverso l'esordio di un maestro di stile come tom ford?). Il film è curato nei minimi dettagli, dalla fotografia alle scenografie, dai costumi alle musiche (veramente belle). L'interpretazione di colin firth è una delle più intense che si siano mai viste, lo stesso dicasi per il personaggio ben caratterizzato di Julienne Moore. La regia è precisa, puntuale, veramente elegante. La storia è toccante, vera, sentita. insomma, pur con qualche carenza di sceneggiatura o con quà e là volontà di autocelebrazione di ford, il film è assolutamente consigliabile. Merita di essere incluso nella cinquina degli oscar in svariate categorie. Firth merita di vincerlo.
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simos92
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sabato 23 gennaio 2010
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capolavoo sublime!!
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