simos92
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sabato 23 gennaio 2010
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bellissimo
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senza parole....semplicemente bello!!
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simos92
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sabato 23 gennaio 2010
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dalla tristezza al piacere delle piccole cose...
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La tristezza, la solitudine portano a trovare nelle piccole cose i piaceri di una vita distrutta a causa della morte del compagno.
Bel film, elegante e ben recitato!
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gioacchino64
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sabato 23 gennaio 2010
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estetismo decadente, e dunque sublime
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Immerso in una atmosfera rarefatta di estetismo decadente, e dunque sublime, Tom Ford usa la fotografia impeccabile del suo film per raccontarci la solitudine, i ricordi, la fine. Il film sembra riallacciarsi a una serie di pellicole, che, partendo “In the Wild” (2007) e passando per “Revolutionary Road” (2008), e “Gran Torino” (2008), ci narrano l’america (ed il mondo) di oggi, attraverso la storia intima e sofferta del “singolo”. Tra istinto e ragione, voglia e paura di vivere, in una società in cui tutto cambia e i vecchi, solidi riferimenti (Dio, la patria, la famiglia), lasciano il posto ai dubbi ed alle incertezze, alla malinconia ed al desiderio di un “paradiso perduto”.
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Immerso in una atmosfera rarefatta di estetismo decadente, e dunque sublime, Tom Ford usa la fotografia impeccabile del suo film per raccontarci la solitudine, i ricordi, la fine. Il film sembra riallacciarsi a una serie di pellicole, che, partendo “In the Wild” (2007) e passando per “Revolutionary Road” (2008), e “Gran Torino” (2008), ci narrano l’america (ed il mondo) di oggi, attraverso la storia intima e sofferta del “singolo”. Tra istinto e ragione, voglia e paura di vivere, in una società in cui tutto cambia e i vecchi, solidi riferimenti (Dio, la patria, la famiglia), lasciano il posto ai dubbi ed alle incertezze, alla malinconia ed al desiderio di un “paradiso perduto”. Così la fine della storia (di amore) di George diventa simbolo di tutte le morti che affastellano la nostra vita, lasciandoci in balia dei ricordi, a colori vivaci, ed alla disperazione, in cui tutto appare sfocato. "A single man" ci porta sulla strada che, attraverso il rimpianto e il desiderio della bellezza perduta, conduce fino alla comprensione ed accettazione del proprio io profondo, e permette allo sguardo di posarsi sul mondo, sugli uomini e su tutti gli esseri viventi, con una pietas universale ed assoluta, che anticipa e annuncia la morte.
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pipay
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venerdì 22 gennaio 2010
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raffinatissimo, ben recitato e ben diretto
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Ottimo quest'esordio di Tom Ford come regista. Solo qualche immagine troppo "patinata", alla ricerca di una perfezione forse eccessiva, ma per il resto il film è impeccabile. Il dramma del protagonista, che ha perso la persona che ama a seguito di un incidente automobilistico, affiora fotogramma dopo fotogramma, con un ritmo narrativo davvero efficace. Tutto si svolge nell'arco di una giornata. Smontare se stessi, la propria vita, rinunciare a qualsiasi occasione per inseguire l'idea malsana del suicidio. Sconvolge e attira allo stesso tempo l'aplomb del professore (che non a caso vive in California, ma è inglese) che lascia trascorrere il tempo come se l'idea della morte lo mettesse in uno stato di grazia.
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Ottimo quest'esordio di Tom Ford come regista. Solo qualche immagine troppo "patinata", alla ricerca di una perfezione forse eccessiva, ma per il resto il film è impeccabile. Il dramma del protagonista, che ha perso la persona che ama a seguito di un incidente automobilistico, affiora fotogramma dopo fotogramma, con un ritmo narrativo davvero efficace. Tutto si svolge nell'arco di una giornata. Smontare se stessi, la propria vita, rinunciare a qualsiasi occasione per inseguire l'idea malsana del suicidio. Sconvolge e attira allo stesso tempo l'aplomb del professore (che non a caso vive in California, ma è inglese) che lascia trascorrere il tempo come se l'idea della morte lo mettesse in uno stato di grazia. Quindi c'è dolore, sì, ma c'è anche un modo singolare di relazionarsi con gli altri, mai scontroso, mai astioso, anche se il bozzolo che lui stesso si è creato non gli permette di concedersi più di tanto. Però poi, a poco a poco, l'Io si ricompone: particolari apparentemente insignificanti lo riconducono verso la vita, verso pulsioni positive che gli fanno di nuovo apprezzare gli aspetti positivi dell'esistenza. Ma non sempre è possibile fare progetti... e tutto può crollare in un attimo. Insisto sulla raffinatezza di questa pellicola. Stupenda l'interpretazione di Colin Firth. E Tom Ford è nato regista. Ho iniziato a leggere il libro, che non mi sembra all'altezza del film, ma è solo un'impressione: ho letto poche pagine per ora.
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baba zula
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venerdì 22 gennaio 2010
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quando uno stilista fa un film
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effetto prada, effetto armani, effetto YSL, ma l'effetto notte non ci sta...
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dabliw
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mercoledì 20 gennaio 2010
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il regista con ago e filo
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A single man è un film diretto da un bravo stilista.
Basta questo per dire tutto.
Inutile sprecarsi in inutili critiche.
Quindi: cinematograficamente inesistente.
La scusa di avere ottimi collaboratori non dà nessun merito alla regia.
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laulilla
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mercoledì 20 gennaio 2010
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amore e morte 2
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Aggiungo le tre stelle che avevo dimenticato di inserire e che, secondo me, riflettono quanto ho appena scritto nel precedente commento.
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laulilla
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mercoledì 20 gennaio 2010
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amore e morte
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il film, che si ispira abbastanza fedelmente all'omonimo romanzo di Christopher Isherwood, si svolge a Los Angeles in una sola giornata, che per George , il protagonista, è fondamentale, perché, ora che sono tornati alla memoria i momenti più importanti della sua esistenza, egli dovrà decidere se continuare a vivere o no.
La morte inattesa di Jim, suo compagno e unico grande amore, lo ha privato di ogni voglia di vivere, lo ha confinato in una dolorosissima solitudine, da cui nessuno riesce a sottrarlo, confermandogli che questa è la condizione dei momenti fondamentali di ciascuno di noi che nasciamo e moriamo da soli. Solo l'amore vero può darci momenti di vera comunicazione con l'altro, oltre a una ragione per continuare a vivere (ma questo non accade a tutti: la donna che lo ama da sempre non ha mai avuto questa gioia).
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il film, che si ispira abbastanza fedelmente all'omonimo romanzo di Christopher Isherwood, si svolge a Los Angeles in una sola giornata, che per George , il protagonista, è fondamentale, perché, ora che sono tornati alla memoria i momenti più importanti della sua esistenza, egli dovrà decidere se continuare a vivere o no.
La morte inattesa di Jim, suo compagno e unico grande amore, lo ha privato di ogni voglia di vivere, lo ha confinato in una dolorosissima solitudine, da cui nessuno riesce a sottrarlo, confermandogli che questa è la condizione dei momenti fondamentali di ciascuno di noi che nasciamo e moriamo da soli. Solo l'amore vero può darci momenti di vera comunicazione con l'altro, oltre a una ragione per continuare a vivere (ma questo non accade a tutti: la donna che lo ama da sempre non ha mai avuto questa gioia). Quando la morte, però, ci sottrae la creatura amata, tutto perde di senso e torna soltanto il peso insopportabile della vita. Il suicidio diventa l'unica cosa da fare, e la pistola che George porta sempre con sé sembra destinata a porre fine alla sua esistenza.
Il film si snoda lungo il doloroso percorso di questa importante giornata del protagonista, facendo emergere a poco a poco, attraverso i lampi della memoria, i momenti più belli della sua vita, e mettendo anche in rilievo il suo pensiero "divergente" nell'ambito dell'Università, dove solo uno studente segue affascinato le sue lezioni non conformiste (bellissimo e attuale il discorso sulle minoranze e sulla paura). La crisi di Cuba (1962) costituisce lo sfondo in cui è ambientata la vicenda.
Il film si avvale di una regia molto elegante e attenta anche ai minimi particolari , nonché di una grande interpretazione di Colin Firth, ma, almeno a parere mio, questa meticolosa perfezione formale lascia alla fine una certa sensazione di freddezza.
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roberto simeoni
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martedì 19 gennaio 2010
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elegante e filosofico
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Colin Firth straordinario, regia elegantissima (alcune inquadrature e alcuni movimenti di macchina fanno pensare ad un regista esperto e talentuoso e non di uno al primo film), eccellenti montaggio, fotografia e musiche, ma è la storia che cattura e le sue implicazioni filosofiche: guardandolo non potrete fare a meno di pensare al vostro rapporto con la vita e con l'amore e all'ombra dolce ma minacciosa della morte. Da non perdere.
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hermes
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martedì 19 gennaio 2010
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impeccabile
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un film impeccabile, silenzioso e pieno di luce.
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