mary22
|
giovedì 15 aprile 2010
|
trailer meglio del film
|
|
|
|
Tom Ford, il regista, si sforza di rendere l'effimero della vita, la morte dietro l'angolo e la percezione di vacuità del tutto accentuata in chi ne resta sopraffatto in modo traumatico.Diciamo pure che in parte ci riesce visto che Firth e i suoi monologhi ( tratti dal romanzo ) sono il fulcro del film.Film che però ha una struttura e una sceneggiatura semplicistica e schematica, priva di qualsivoglia sviluppo da rasentare la piattezza più totale. Resta però il senso del dolore e del lutto ben reso anche se in una sinfonia assolutamente monocorde.
[+] missioni impossibili
(di diletta di donato)
[ - ] missioni impossibili
[+] signora,
(di mary22)
[ - ] signora,
|
|
[+] lascia un commento a mary22 »
[ - ] lascia un commento a mary22 »
|
|
d'accordo? |
|
marcello panagia
|
giovedì 8 aprile 2010
|
molto stile, forse troppo...
|
|
|
|
Il celebre art director texano propone un film carico di sentimenti e profondamente umano che si sviluppa sullo sfondo degli Stati Uniti degli anni sessanta riprodotti con un'attenzione quasi maniacale. Una tragedia che colpisce nella sua crudità e violenza giá dalla prima scena, inquadrando alla perfezione lo spettatore nell'ottica del protagonista. Un Colin Firth praticamente perfetto (come sempre d'altronde) da' magistralmente vita ad un personaggio totalmente annichilito dal dolore interiore che cova in seguito alla perdita del suo compagno di vita. Fino a questo punto l'esordio di Ford alla regia pare ineccepibile. Ció che non convince é invece l'atmosfera "patinata" che avvolge il film meglio riconducibile, a mio giudizio, ad uno spot di lusso di una celebre maison di moda.
[+]
Il celebre art director texano propone un film carico di sentimenti e profondamente umano che si sviluppa sullo sfondo degli Stati Uniti degli anni sessanta riprodotti con un'attenzione quasi maniacale. Una tragedia che colpisce nella sua crudità e violenza giá dalla prima scena, inquadrando alla perfezione lo spettatore nell'ottica del protagonista. Un Colin Firth praticamente perfetto (come sempre d'altronde) da' magistralmente vita ad un personaggio totalmente annichilito dal dolore interiore che cova in seguito alla perdita del suo compagno di vita. Fino a questo punto l'esordio di Ford alla regia pare ineccepibile. Ció che non convince é invece l'atmosfera "patinata" che avvolge il film meglio riconducibile, a mio giudizio, ad uno spot di lusso di una celebre maison di moda. L'esercizio di stile di ogni singola scena e di ogni particolare decorativo (a cominciare dall'incredibile bellezza di ogni personaggio) finisce per stonare con il tema del film e dando l'impressione di sfogliare un, seppur bellissimo, servizio fotografico degno di Vogue. Senza dubbio un'atmosfera leggermente meno glamour avrebbe giovato ad accrescere il pathos emotivo del film ed ha coinvolgere maggiormente lo spettatore. Dal punto di vista tecnico l'espediente del cambio di luminositá, quale metafora dell'inizio del superamento del trauma e del successivo ritorno al presente del protagonista, é eccessivamente traumatico e un po' semplicistico. Ció nonostante il film offre spunti interessanti ( efficace la resa cinematografica del ruolo delle percezioni sensoriali ad accrescere la nostalgia nei confronti dall'amore perduto) ed a ragione rientra tra le migliori produzioni della stagione. Si rivelerá un flirt passeggero quelllo del Maestro-Tom con il mondo del cinema? Sinceramente mi auguro di no...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a marcello panagia »
[ - ] lascia un commento a marcello panagia »
|
|
d'accordo? |
|
giovanemymovies
|
martedì 23 marzo 2010
|
come il frinire delle cicale d'estate
|
|
|
|
Dalla fotografia al cinema e ora dal cinema alla fotografia, viaggio di sola andata senza ritorno.
Il film appare come un album di rarefatte e contrastate immagini: inquadrature chiassose, inquadrature sorde, colori slavati, tonalità sature, occhi dilatati e occhi non innamorati. Da questo film distillano emozioni ed il profumo appare tale solo perché cosparso sull'anomalia del sentimento d'amorosi sensi uomo-uomo, rapporto che se fosse stato "diverso" lo avrebbe reso scontato come un bocciolo a primavera, la neve d'inverno, le foglie cadenti d'autunno e il frinire delle cicale d'estate.
|
|
[+] lascia un commento a giovanemymovies »
[ - ] lascia un commento a giovanemymovies »
|
|
d'accordo? |
|
arianna ramella benna
|
domenica 21 marzo 2010
|
a single man. un dramma silenzioso.
|
|
|
|
"A single man" è il dramma silenzioso di una vita silenziosa. Il film ruota attorno alla giornata del protagonista, professore universitario di letteratura, che si sveglia consapevole del fatto che quello sarà il suo ultimo giorno su questo pianeta. L'uomo, infatti, ha perso in un incidente il suo compagno amato per sedici anni e capisce che nulla ha più senso per lui, perchè ciò che gli resta unicamente è vivere il suo futuro in un passato che non potrà più tornare. La morte è allora l'unica alternativa in un mondo che ha perso del tutto il suo significato.
[+]
"A single man" è il dramma silenzioso di una vita silenziosa. Il film ruota attorno alla giornata del protagonista, professore universitario di letteratura, che si sveglia consapevole del fatto che quello sarà il suo ultimo giorno su questo pianeta. L'uomo, infatti, ha perso in un incidente il suo compagno amato per sedici anni e capisce che nulla ha più senso per lui, perchè ciò che gli resta unicamente è vivere il suo futuro in un passato che non potrà più tornare. La morte è allora l'unica alternativa in un mondo che ha perso del tutto il suo significato. Durante il corso della giornata, però, accade qualcosa di inconsueto: il professore si accorge che nei piccoli gesti quotidiani apparentemente privi di un significato importante, si racchiude l'essenza della vita. Forse la vita va vissuta per momenti come quelli, attimi che non durano che un istante, ma che nello spazio di qualche secondo racchiudono un'intensità tale di emozioni da dare significato a un'esistenza intera. Forse ciascuno di noi vive nell' attesa di uno di quei momenti, per poterne sperimentare il coinvolgimento. Sorge allora spontanea una domanda: vale la pena di vivere, nonostante tutto? Il finale sembra quasi voler prendersi beffa del protagonista, in una tragica ironia della sorte che lascia spazio a varie interpretazioni. La vita in realtà è uno scherzo che sul più bello ti toglie tutto o invece quegli sprazzi di pura felicità che ti lascia intravedere sono sintomo di una bellezza inaspettata, di una riscoperta del piacere di andare avanti, al di là della follia che ci circonda?
"A single man" , esordio alla regia per Tom Ford, è un film elegante, composto, mai sopra le righe. Il protagonista è un uomo comune che si trova a subire un dolore comune; il tutto è affrontato con pacatezza, rigore, delicatezza. Il tema dell'amore è predominante e ancora una volta si dimostra strettamente collegato a quello della morte, come fossero elementi inscindibili, due facce della stessa medaglia.
Ottima l'interpretazione di Colin Firth, premiato con la coppa Volpi a Venezia; ci regala un personaggio raffinato, appassionato e commovente.
Decisamente apprezzabile, poi, la ricercatezza dei particolari da parte del regista, un esteta sotto tutte le scelte.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a arianna ramella benna »
[ - ] lascia un commento a arianna ramella benna »
|
|
d'accordo? |
|
teo '93
|
venerdì 19 marzo 2010
|
una pura sinfonia di vita e bellezza...
|
|
|
|
Un quadro elegante e impeccabile. Pennellate calde e avvolgenti. L’esordio alla regia di Tom Ford, già celebre stilista delle maison di Gucci e Yves-Saint Laurent, è un commovente atto d’amore verso la vita. Una pura esaltazione della bellezza e delle sue molteplici forme. Un grido silenzioso di dolore e assenza, in cui morte e vita s’intrecciano in un unico corpo. Los Angeles, corre l’anno 1962. Piena Guerra Fredda. Sullo sfondo scorrono gli avvenimenti legati all’attacco sovietico a Cuba. Il professore di letteratura George Falconer vive un momento drammatico della sua vita: il compagno con cui ha vissuto per sedici anni (Matthew Goode) muore in un incidente stradale.
[+]
Un quadro elegante e impeccabile. Pennellate calde e avvolgenti. L’esordio alla regia di Tom Ford, già celebre stilista delle maison di Gucci e Yves-Saint Laurent, è un commovente atto d’amore verso la vita. Una pura esaltazione della bellezza e delle sue molteplici forme. Un grido silenzioso di dolore e assenza, in cui morte e vita s’intrecciano in un unico corpo. Los Angeles, corre l’anno 1962. Piena Guerra Fredda. Sullo sfondo scorrono gli avvenimenti legati all’attacco sovietico a Cuba. Il professore di letteratura George Falconer vive un momento drammatico della sua vita: il compagno con cui ha vissuto per sedici anni (Matthew Goode) muore in un incidente stradale. Alzatosi una mattina, tiene una lezione all’università sulle minoranze e le discriminazioni, incontra uno studente particolarmente sensibile, cena e si confida con l’amica di sempre ancora innamorata di lui (Julianne Moore). Ma nessuno sa che il professore, perso ormai ogni scopo esistenziale, ha deciso di ricongiungersi all’amato disponendo la propria morte. Finchè un incontro inaspettato non lo riempirà nuovamente di vita… Articolato nell’arco di un’unica giornata (dilatata da frequenti flash-back e sequenze psichedeliche), “A single man” è un percorso simmetrico e intimistico, perfezionista e rigoroso, seguito da una telecamera stabile e invisibile nel cogliere in silenzio le paure, i dolori, i sorrisi malinconici di Falconer. Sentimenti legati a un vuoto, a un’assenza incolmabile, il cui dolore si consuma nell’attesa di una morte incombente. Colin Firth è cuore e anima del protagonista, il film passa attraverso le sue sottili gradazioni emotive, si piange con lui, si ride con lui, lo si compiange, lo si ama incondizionatamente. La fotografia segue la sua interiorità, riscaldando i colori nelle azioni di vita quotidiane, raffreddandoli quando emergono ricordi o divagazioni oniriche (vedi il tema costante del corpo nudo che vaga nell’acqua non riuscendo ad emergere dal proprio dolore). Possente Colin Firth, geniale Julianne Moore.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a teo '93 »
[ - ] lascia un commento a teo '93 »
|
|
d'accordo? |
|
cerdan76
|
venerdì 5 marzo 2010
|
troppo finto per essere vero
|
|
|
|
A single man è un film freddo con immagini belle come i vestiti e la casa del protagonista. Ma è anche un film finto che lascia distanti, un po' come le sfilate di alta moda sulle cui passerelle camminano alieni fuori dal mondo. Non si pretende dal cinema la realtà a tutti i costi, verrebbe infatti fuori un'arte senza sogni, ma si vorrebbe credibilità e i personaggi di questo film non sono credibili. Non è credibile lo studente Kenny, meno che mai lo è l'amica interpretata da Julianne Moore, figuriamoci il giovane modello madrileno incontrato in un parcheggio. Anche il protagonista, per quanto sia il personaggio meglio scritto del film, oscilla continuamente tra l'essere un uomo ridicolo, un erotomane, uno struggente romantico e un egoista.
[+]
A single man è un film freddo con immagini belle come i vestiti e la casa del protagonista. Ma è anche un film finto che lascia distanti, un po' come le sfilate di alta moda sulle cui passerelle camminano alieni fuori dal mondo. Non si pretende dal cinema la realtà a tutti i costi, verrebbe infatti fuori un'arte senza sogni, ma si vorrebbe credibilità e i personaggi di questo film non sono credibili. Non è credibile lo studente Kenny, meno che mai lo è l'amica interpretata da Julianne Moore, figuriamoci il giovane modello madrileno incontrato in un parcheggio. Anche il protagonista, per quanto sia il personaggio meglio scritto del film, oscilla continuamente tra l'essere un uomo ridicolo, un erotomane, uno struggente romantico e un egoista. Si dirà che forse è proprio questo l'effetto voluto da Tom Ford, illustrare i contrastanti sentimenti di un uomo sull'orlo del suicidio, ma l'operazione sembra solo in parte riuscita. E' un film inoltre senza un'anima precisa, oscilla spesso sui toni della commedia, ha scene quanto mai grottesche (e non so quanto l'effetto sia voluto), scade in momenti da softcore gay ed infine si chiude con una scena che dovrebbe essere di grande tensione drammatica ed invece appare distante come tutto il film. Colin Firth si conferma un attore di grande versatilità e la sua interpretazione nonostante tutto risulta ottima. Sarebbe bello se l'Academy premiasse con l'oscar, dopo la Coppa Volpi di Venezia, questo attore prettamente anti-holliwodiano. La sensazione è che però verrà scelto Jeff Bridges, holliwodiano decisamente anomalo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cerdan76 »
[ - ] lascia un commento a cerdan76 »
|
|
d'accordo? |
|
delfi90
|
venerdì 19 febbraio 2010
|
fotografia di un dolore.
|
|
|
|
Mentre la pioggia si abbatte impietosa sulle pareti di vetro della casa di George Falconer il telefono squilla. Una voce pressocchè sconosciuta annuncia la scomparsa del suo compagno di vita, morto in un incidente stradale. Da quel moemento egli è un uomo solo. Senza un compagno, un uomo solo che trascina a stento il suo dolore. Il primo desiderio è quello di morire, di porre fine all'insensatezza della sua vita. Ma qualcosa, di indefinito, che prende forma in mielle modi nella pellicola, lo trattiene.
Tom Ford dipinge delicatamente il ritratto di una sofferenza profonda, interiore, commovente. Di una vita che smette di essere tale e prende le sembianze e i colori spenti di un viaggio verso la morte, verso il suicidio.
[+]
Mentre la pioggia si abbatte impietosa sulle pareti di vetro della casa di George Falconer il telefono squilla. Una voce pressocchè sconosciuta annuncia la scomparsa del suo compagno di vita, morto in un incidente stradale. Da quel moemento egli è un uomo solo. Senza un compagno, un uomo solo che trascina a stento il suo dolore. Il primo desiderio è quello di morire, di porre fine all'insensatezza della sua vita. Ma qualcosa, di indefinito, che prende forma in mielle modi nella pellicola, lo trattiene.
Tom Ford dipinge delicatamente il ritratto di una sofferenza profonda, interiore, commovente. Di una vita che smette di essere tale e prende le sembianze e i colori spenti di un viaggio verso la morte, verso il suicidio. Solo a volte, un profumo, un incontro riportano il protagonista alla vita reale.
Un film di introspezione assoluta, lo spettatore si perde e si culla nelle parole e nei pensieri di George, ne vive le sesazioni, condivide pensieri, la confusione emotiva. Entra in intimità con il protagonista, magistralmente interpretato da Colin Firth, che con pochi momenti di disperazioni e uno sguardo composto e malinconico, ci permette di adorare questo film. Emozioni e riflessione si susseguono circondate da una cornice fatta di elgeanza, di accuratezza e stile.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a delfi90 »
[ - ] lascia un commento a delfi90 »
|
|
d'accordo? |
|
everyone
|
mercoledì 17 febbraio 2010
|
non sempre la morte giunge inopportuna
|
|
|
|
Ho visto due film di recente che hanno un un punto in comune:la morte che sopraggiunge improvvisa al momento giusto nella vita di due persone mature.Mi riferisco a "Il riccio"e al film in questione.In ambedue i casi i protagonisti nel momento in cui potevano aprirsi ad una nuova esperienza positiva di relazione affettiva dopo delusioni e grandi dolori vengono colti da una morte imprevista che evita forse loro ulteriori delusioni e dolori come in realtà accade a tutti noi nel corso dell'esistenza.Pur svolgendosi l'azione in contesti e tempi diversi i due film ed i testi da cui sono tratti hanno senza dubbio questo denominatore comune."Single man" è un bel film ben diretto e interpretato elegante nel suo svolgimento.
|
|
[+] lascia un commento a everyone »
[ - ] lascia un commento a everyone »
|
|
d'accordo? |
|
themove
|
lunedì 15 febbraio 2010
|
intenso
|
|
|
|
ottima fotografia, eleganza non fine a se stessa.
|
|
[+] lascia un commento a themove »
[ - ] lascia un commento a themove »
|
|
d'accordo? |
|
ucciolibero
|
sabato 13 febbraio 2010
|
politicamente corretto...
|
|
|
|
"A single man" è un film più "furbo" che bello, più elegante che profondo, anche se bisogna dire che è fatto bene, è ben girato, ben recitato e gli attori sono gestiti con intelligenza e senza "sbavature"(ineccepibile la sequenza dell'incontro e del bagno nell'oceano con lo studente).
E' uno di quei film che qualche tempo fa si definivano "politicamente corretti", che fanno la felicità di certa intellighenzia americana ed europea e che noi italiani (sempre e comunque eccessivi...) esaltiamo acriticamente.
In certi ambienti (circoli, salotti, produzioni di cultura a buon mercato ecc.) "deve" piacere pregiudizialmente se non si vuole essere emarginati, o passare per insensibili grossolani, ("e d'altronde, se hai amato il libro, come puoi non puoi non amare il film.
[+]
"A single man" è un film più "furbo" che bello, più elegante che profondo, anche se bisogna dire che è fatto bene, è ben girato, ben recitato e gli attori sono gestiti con intelligenza e senza "sbavature"(ineccepibile la sequenza dell'incontro e del bagno nell'oceano con lo studente).
E' uno di quei film che qualche tempo fa si definivano "politicamente corretti", che fanno la felicità di certa intellighenzia americana ed europea e che noi italiani (sempre e comunque eccessivi...) esaltiamo acriticamente.
In certi ambienti (circoli, salotti, produzioni di cultura a buon mercato ecc.) "deve" piacere pregiudizialmente se non si vuole essere emarginati, o passare per insensibili grossolani, ("e d'altronde, se hai amato il libro, come puoi non puoi non amare il film...")
Lo schema è tipico: relazione omosessuale, media borghesia colta, male di vivere, suicidio...
Certo non è tutto da buttare, perché come detto, il lavoro di regia è buono e Tom Ford non sembra davvero alla prima esperienza, gli attori tengono la scena (significativa e resa bene la titubanza di George davanti alla nudità del ragazzo) e si muovono con mestiere (divertente la scena del tentativo di suicidio dentro il sacco a pelo), i ruoli sono scelti bene (anche se lo studente-salvatore, per me, è eccessivamente effeminato), le location sono belle (sopratutto la casa di George dove si svolgono la maggior parte delle scene) e gli anni sessanta sono resi bene anche dagli altri attori (che però risultano più comparse che presenze significative).
A proposito di contesto, l'altro appunto riguarda il quadro generale dentro il quale si svolge la scena: una relazione gay, appunto, che si sviluppa tra gli anni '50 e '60 nella periferia di una grande città, e che viene tranquillamente accettata e ritenuta "normale" (a parte qualche significativa eccezione) da vicini, colleghi, amici. Inverosimile!!!
Insomma, quello che non ho sopportato è il testo, la storia in sé, sicuramente patinata, oggettivamente curata ma priva di "reale" comunicazione (i raffinati dicono "pathos"), priva cioè di quella "universalità" che rende un manufatto opera d'arte.
Il finale melo', da romanzo d'appendice, è in linea con il resto del film.
Il protagonista, dopo aver riacquistato fiducia nella vita grazie alla fiammella di una nuova speranza, decide di non suicidarsi più, cancella le prove del suo progetto di morte ma, proprio in quel momento, stramazza sul pavimento colpito da infarto, mentre l'immagine di George, morente, all'inizio sfuma e poi vira su un bianco sempre più accecante, simboleggiando morte, purezza, ma anche nuovo folgorante inizio: patetico!!!
In definitiva questo è un film da vedere ma, secondo me, è stato molto sopravvalutato, come pure l'interpretazione di Colin Firth che, dopo aver ricevuto la Coppa Volpi a Venezia (figuriamoci se dei provinciali come noi si lasciavano scappare questa occasione...), è anche candidato all'Oscar come miglior attore protagonista. Mah!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ucciolibero »
[ - ] lascia un commento a ucciolibero »
|
|
d'accordo? |
|
|