Vinyan fa una citazione esplicita ai "Cannibal movies" riproponendo una breve, ma ributtante sequenza vista in "Ultimo mondo cannibale" di Deodato (1977), riletta in modo elegantemente corale. Per alcuni versi ancora piu' "scandalosa" di quella proposta da Deodato, avendo per protagonisti dei bambini "inselvatichiti", invece che dei 'selvaggi'. In questa ed in altre caratteristiche di Vinyan individuo quella che chiamo la "nuova exploitation francese": l'oltraggio violento ad aspetti intoccabili del costume contemporaneo. Temi come la maternita' o, come in Vinyan, i bambini, o come altrove la sessualita' o ancora ideologie reiette, vengono "usati" attraverso quello che puo' apparire un facile sfruttamento sensazionalistico, basato sulla violenza piu' cruda.
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Vinyan fa una citazione esplicita ai "Cannibal movies" riproponendo una breve, ma ributtante sequenza vista in "Ultimo mondo cannibale" di Deodato (1977), riletta in modo elegantemente corale. Per alcuni versi ancora piu' "scandalosa" di quella proposta da Deodato, avendo per protagonisti dei bambini "inselvatichiti", invece che dei 'selvaggi'. In questa ed in altre caratteristiche di Vinyan individuo quella che chiamo la "nuova exploitation francese": l'oltraggio violento ad aspetti intoccabili del costume contemporaneo. Temi come la maternita' o, come in Vinyan, i bambini, o come altrove la sessualita' o ancora ideologie reiette, vengono "usati" attraverso quello che puo' apparire un facile sfruttamento sensazionalistico, basato sulla violenza piu' cruda. Forse pero' l'operazione e' piu' culturale e meno mercificante di quelle iniziate da Jacopetti nel 70. Oggi si provoca lo spettatore per ottenere una reazione che va in una direzione opposta alla profanazione perpetrata. Il compiacimento morboso dello spettatore con la scusa dei "fini documentaristici" di Iacopetti, oggi diventa rifiuto istintivo, immediato, che poi pero' viene metabolizzato, con risultati positivi. L'operazione e' cosi' violentemente mirata da ridurre ai minimi termini anche l'approvazione dello sparuto pubblico "malato" e consenziente. Infine, ho parlato impropriamente di sequenze-ralenty: nel film ci sono scene lente, quasi statiche, per esaltare l'epidermica sensualita' delle senzazioni rappresentate (es: la doccia iniziale sulla spiaggia e l'altra sensualissima coi bambini, assolutamente non in senso erotico, come invece il film provocatoriamente finge di suggerire).
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