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martedì 14 aprile 2009
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il naufragio (sentimentale) di winslet e di caprio
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A dieci anni dal bellissimo American Beauty, Sam Mendes rimette il dito nelle piaghe della società americana. Lo fa smontando meticolosamente il rapporto tra April (Winslet), casalinga frustrata e Frank (Di Caprio), impiegato il cui unico conforto da un lavoro disprezzato sono le scappatelle con una giovane collega.
In una società borghese affetta dallo stesso male: nascondere le proprie frustrazioni e paure dietro un prato ben curato e un’apparente serenità, solo lo “scemo del villaggio”, il vicino malato di mente, sembra veramente capire le angosce e i rancori della coppia.
Ai protagonisti non sembra che rimanere la scelta tra l’illusoria e probabilmente infantile possibilità di cambiare la propria vita tramite un semplice cambio di residenza (la fuga per Parigi), oppure l’anestetizzarsi nuovamente a una vita omologata apprezzando ciò che si ha (ma forse non si vuole).
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A dieci anni dal bellissimo American Beauty, Sam Mendes rimette il dito nelle piaghe della società americana. Lo fa smontando meticolosamente il rapporto tra April (Winslet), casalinga frustrata e Frank (Di Caprio), impiegato il cui unico conforto da un lavoro disprezzato sono le scappatelle con una giovane collega.
In una società borghese affetta dallo stesso male: nascondere le proprie frustrazioni e paure dietro un prato ben curato e un’apparente serenità, solo lo “scemo del villaggio”, il vicino malato di mente, sembra veramente capire le angosce e i rancori della coppia.
Ai protagonisti non sembra che rimanere la scelta tra l’illusoria e probabilmente infantile possibilità di cambiare la propria vita tramite un semplice cambio di residenza (la fuga per Parigi), oppure l’anestetizzarsi nuovamente a una vita omologata apprezzando ciò che si ha (ma forse non si vuole).
A differenza di American Beauty non sembra esserci via d’uscita in questo film, che ci lascia così, svuotati, sconcertati e senza soluzione all’annoso dilemma.
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mattia longobucco
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domenica 14 giugno 2009
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quando la strada di casa si trasforma in oblio
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Un viale da sogno. Una prospettiva di vita ambiziosa, che si accompagna ad una totale inquietudine verso il mondo esterno e verso le persone più care e a cui non puoi riunciare. Una modesta attrice e un banchiere si ritrovano, così, a Revolutionary Road, in una delle case più belle del quartiere. La felicità sembra abbracciare i due giovani. Si erano incontrati al Liceo: lei sognava un lavoro a teatro, lui una famiglia, una moglie da amare. Ma quella gioia, così come è giunta fugacemente, sembra lentamente sbiadirsi e svanire per lasciar posto ai tormenti, alle paure, alle malfidenze, al silenzio. Lui la tradisce con una segretaria; lei non lo sa, ma cerca di rimediare e propone al marito di andare a Parigi, la terra magica dove entrambi avrebbero trovato la serenità desiderata.
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Un viale da sogno. Una prospettiva di vita ambiziosa, che si accompagna ad una totale inquietudine verso il mondo esterno e verso le persone più care e a cui non puoi riunciare. Una modesta attrice e un banchiere si ritrovano, così, a Revolutionary Road, in una delle case più belle del quartiere. La felicità sembra abbracciare i due giovani. Si erano incontrati al Liceo: lei sognava un lavoro a teatro, lui una famiglia, una moglie da amare. Ma quella gioia, così come è giunta fugacemente, sembra lentamente sbiadirsi e svanire per lasciar posto ai tormenti, alle paure, alle malfidenze, al silenzio. Lui la tradisce con una segretaria; lei non lo sa, ma cerca di rimediare e propone al marito di andare a Parigi, la terra magica dove entrambi avrebbero trovato la serenità desiderata. Ma sarà proprio questa la causa della loro tragedia: un bambino inatteso, amori segreti, litigi, bugie, sfuriate con gli amici, porteranno i due ad un totale distacco sia fisico che emotivo sino a condurli ad una totale catastrofe. Questa storia ci viene presentata da Sam Mendes,l'acclamato regista di American Beauty, e dalla coppia più famosa, più apprezzata della storia del cinema, Leonardo di Caprio e Kate Winslet. Sono ormai lontani i tempi del kolossal "Titanic" del 1997 ed entrambi sembrano aver acquisito la maturità per saper interpretare questo ruolo complesso e lo dimostrano in maniera assolutamente degna ed eccezionale: gli sguardi non sono più quelli dolci ed passionali di Jack e Rose, ma sono quelli aspri, vuoti e duri di Frank ed April. Di nuovo insieme, e anche ancora più appassionatamente di prima, ma con dinamiche, sensazioni, passioni, sentimenti diametricamente opposti. In "Titanic" avevano esplorato l'universo giovanile, ora si ritrovano ad affrontare l'universo degli adulti, in cui gravano responsabilità, sofferenza, mistero. Un ritorno sperato dai numerosissimi fans della coppia, ma anche dagli stessi attori, che si sono dimostrati concordi nell'accettare di partecipare a questo progetto. I tramonti indimenticabili sul transatlantico più sfortunato del mondo si mutano in paesaggi notturni oppure in paesaggi luminosissimi, a volte abbaglianti. Sam Mendes sa cogliere tutti gli aspetti dei personaggi di Richard Yates, scrittore dell'omonimo romanzo, da cui è tratto la pellicola: da non dimenticare il rapporto con i vicini, con le persone a loro vicine (Apparentemente). Straordinaria, come al solito, l'interpretazione di Katie Bates, poco (Purtoppo) conosciuta dal pubblico internazionale: è bravissima nella parte di una vicina di casa opportunista, adulatrice, che alla fine si rivela cinica insensibile nei confronti della giovane coppia. Insomma, le prospettive di "Revolutionary road" sono ammirabili: oltre alla vita dei due giovani amanti, si vuole introdurre lo spettatore in una epoca segnata da profondi cambiamenti economico - sociali; ma non solo, ci mostra anche i lati negativi di una società in continuo progresso, in cui vi è poco spazio per i sentimenti, ma ha più importanza il lavoro, la condizione sociale. Film che fa riflettere perché, per certi versi, molto attuale, anche se ambientato negli anni Cinquanta del Novecento. Film, perché no, che può essere catartico per chi sta vivendo una situazione del tutto simile a quella dei personaggi. "Revolutionary road": una strada rivoluzionaria, intrapresa da Kate Winslet, Leonardo di Caprio, Sem Mendes, Katie Bates e altri attori. "Revolutionary road", per chi vuole godersi un film... Golden!
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rockwell
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mercoledì 25 novembre 2009
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la quiete nella tempesta
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Con Revolutionary road Sam Mendes realizza un lavoro da maitre chocolatiere: cioccolato al latte liscio e luminoso in superficie, rassicurante nelle sue forme classiche, e un cuore denso fondente all'80% con rivoli di succo amaro preso nei peggiori bar della costa nord-occidentale americana. La storia è quella di una coppia degli anni '50 alle prese con il proprio equilibrio precario, i sogni infranti e la cruda realtà sempre lì a presentare il conto: in Revolutionary road tutto cambia per rimanere esattamente uguale. Frustrazione, illusione, disperazione ed assenza, è questa la dialettica delle sensazioni proprosta da Mendes; all'apparenza sembra tutto perfetto ma è dentro ognuno dei protagonisti che si svolge la tragedia: il mare calmo a pelo dell'acqua mentre nelle viscere avviene l'apocalisse.
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Con Revolutionary road Sam Mendes realizza un lavoro da maitre chocolatiere: cioccolato al latte liscio e luminoso in superficie, rassicurante nelle sue forme classiche, e un cuore denso fondente all'80% con rivoli di succo amaro preso nei peggiori bar della costa nord-occidentale americana. La storia è quella di una coppia degli anni '50 alle prese con il proprio equilibrio precario, i sogni infranti e la cruda realtà sempre lì a presentare il conto: in Revolutionary road tutto cambia per rimanere esattamente uguale. Frustrazione, illusione, disperazione ed assenza, è questa la dialettica delle sensazioni proprosta da Mendes; all'apparenza sembra tutto perfetto ma è dentro ognuno dei protagonisti che si svolge la tragedia: il mare calmo a pelo dell'acqua mentre nelle viscere avviene l'apocalisse. E' tutto nello stomaco di April e Frank, coppia nata dall'illusione di essere diversa dalle altre coppie sue contemporanee mentre ne ricalca perfettamente i drammi (i vicini, il loro perfetto specchio); inseguono lo stravagante sogno di trasferirsi a Parigi per assecondare quell'illusione, ma quando la realtà interverrà proponendo a Frank una promozione e ad April una gravidanza quell'illusione capitolerà e farà ripiombare la coppia in quel vuoto disperato da cui coscientemente volevano fuggire. E tutto torna come prima, peggio di prima. Chi si premura di far aprire gli occhi alla coppia sulla propria condizione è un altro vicino, un avanzo di manicomio, che come un deus ex machina lancia il dardo finale che condurrà i due al triste epilogo. Film Bellissimo con una Winslet all'ennesima potenza e un Mendes (suo marito) giunto alla maturità.
Con questa pellicola Mendes chiarisce di essere un regista migliore quando tratta dei cocci del sogno americano che non di altri suoi immaginari (i gangster di Era mio padre e i militari di Jarhead), il suo territorio sicuro è questo. Quando racconta la storia dei coniugi Wheeler non scade mai nella facile retorica, si aggrappa costantemente agli stati d'animo e ai vuoti emotivi dei personaggi, tutta l'intera ambientazione storica/sociale/naturale sembra fatta di cartapesta, si appoggia ai personaggi ma non li racconta, li ingabbia direttamente in un palcoscenico di convenzioni sociali e cromatici (da notare che per tutto il film sia la fotografia che le ambientazioni sono costruite su toni cappuccino che mutano solo negli ultimi 10 minuti della pellicola) da cui difficilmente ci si riesce a districare. Di fatti i Wheeler non ce la faranno.
Dal punto di vista della lavorazione Revolutionary road è andata sul sicuro: la fotografia è stata curata da Roger Deakins (Non è un paese per vecchi), i costumi da Albert Wolsky (La guerra di Charlie Wilson) e la scenografia da Kristi Zea (The Departed) quindi è probabile che alcuni degli spettatori abbiano evinto dalla pellicola qualcosa che non gli è del tutto nuovo. Anche Di Caprio è andato sul sicuro, ormai o gira film con papà Scorsese limitandosi a cambiare regista ogni tanto ma tenendosi sempre sul tema "sociale" (Blood Diamond) oppure gioca a fare l'interprete falsario ripiombato di punto in bianco negli anni '50. Più che a Jack Dawson quando guardavo Leonardo Di Caprio pensavo a Frank Abagnale e che quella di Jack Wheeler fosse una delle sue tante trasformazioni. Consigliato.
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stefano capasso
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sabato 6 febbraio 2016
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realizzare se stessi e mantenere le relazion
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Frank e April si incontrano giovani, pieni di sogni e di idee rivoluzionarie rispetto a quelle dell’America conservatrice degli anni 50. Si sposano formano una famiglia e poco a poco rientrano negli schemi della cosiddetta normalità. Ma April è insoddisfatta, la sua carriera di attrice non è decollata e l’idea che il marito, come il padre, lavori in un azienda che si occupa di vendite la rende molto infelice. Il rapporto tra i due entra in crisi e April cerca di recuperare gli ideali giovanili progettando un trasferimento a Parigi di tutta la famiglia.
Film coinvolgente questo di Sam Mendes che pone l’attenzione sulla questione della capacità di autorealizzazione.
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Frank e April si incontrano giovani, pieni di sogni e di idee rivoluzionarie rispetto a quelle dell’America conservatrice degli anni 50. Si sposano formano una famiglia e poco a poco rientrano negli schemi della cosiddetta normalità. Ma April è insoddisfatta, la sua carriera di attrice non è decollata e l’idea che il marito, come il padre, lavori in un azienda che si occupa di vendite la rende molto infelice. Il rapporto tra i due entra in crisi e April cerca di recuperare gli ideali giovanili progettando un trasferimento a Parigi di tutta la famiglia.
Film coinvolgente questo di Sam Mendes che pone l’attenzione sulla questione della capacità di autorealizzazione. Ognuno ha la necessità di trovare il suo modo di stare al mondo, affrontando le difficoltà per godere le bellezze. In questa ricerca entra in ballo il tema della normalità e del bisogno di essere accettati per quello che si è. Ed è proprio su questo punto che emerge il conflitto più grande tra le varie parti in causa. Cosa è normale, cosa è anticonvenzionale? Come è possibile realizzare i propri desideri e allo stesso tempo mantenere le relazioni importanti, prime fra tutte quelle affettive? Su questa domande il film riesce benissimo a sospendere la risposta, valorizzando le due parti: ognuno inevitabilmente finisce per trovare il proprio modo di essere nel mondo.
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lindaenv
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venerdì 26 ottobre 2018
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se puoi sognarlo puoi farlo?
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La trama è molto semplice, esprimibile in poche parole: c'è Frank, marito giovane e sveglio che conduce un lavoro ordinario in città e c'è April, moglie bella e stimata che bada a casa e figli in una graziosa casa nella tranquilla zona residenziale. Tutto prosegue secondo la routine che caratterizza la vita di molti di noi tutti anche se il film è ambientato nell'America degli anni '50. La moglie è insoddisfatta di questa normalità, si sente bloccata in una vita che è già tutta scritta, triste per non poter più scegliere nulla, priva di stimoli e quindi anche di emozioni. Propone quindi a Frank di rivoluzionare le loro vite trasferendosi a Parigi, lei potrebbe lavorare e lui finalmente dedicarsi a capire qual'è la sua strada.
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La trama è molto semplice, esprimibile in poche parole: c'è Frank, marito giovane e sveglio che conduce un lavoro ordinario in città e c'è April, moglie bella e stimata che bada a casa e figli in una graziosa casa nella tranquilla zona residenziale. Tutto prosegue secondo la routine che caratterizza la vita di molti di noi tutti anche se il film è ambientato nell'America degli anni '50. La moglie è insoddisfatta di questa normalità, si sente bloccata in una vita che è già tutta scritta, triste per non poter più scegliere nulla, priva di stimoli e quindi anche di emozioni. Propone quindi a Frank di rivoluzionare le loro vite trasferendosi a Parigi, lei potrebbe lavorare e lui finalmente dedicarsi a capire qual'è la sua strada. Con questo sogno che sembra potersi realizzare tutto sembra andare a gonfie vele nella vita della coppia finchè una gravidanza inaspettata e una promozione a lavoro portano Frank a riconsiderare l'idea di partire. La gabbia di April, che sembrava finalmente pronta ad aprirsi, viene chiusa definivamente a chiave portandola a sprofondare nella disperazione.
I sentimenti toccati dal film però quelli no, non sono per niente semplici e l'amaro che lascia in bocca è profondo... sognare spinge a realizzare cose che sembravano impossibili ... ma forse il rischio è trascorrere la vita insoddisfatti cercando qualcosa che non potrà mai arrivare.
Non la definirei una storia d'amore questa quanto piuttosto una storia sui sentimenti umani che pone alcune domande a mio avviso attualissime: E' giusto accontentarsi nella vita? Ha senso essere dei sognatori? E assecondare il partner nei propri desideri? Si può ancora progredire nella carriera o cambiare stile di vita quando si hanno dei figli? Perchè nel 2018, in un'era in cui esistono famiglie composte da due madri o due padri, nelle coppie etero è ancora per forza la donna che deve rinunciare alle aspirazioni personali?
Bellissimo il personaggio di John Givings.
Kate Winslet nel ruolo di April magnifica e anche Di Caprio che generalmente non amo l'ho trovato ottimo nella parte.
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franco
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domenica 1 febbraio 2009
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mamma miaaaa!!!
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Cosa manca a questo film per raggiungere le cinque stelle? Forse le sigarette che imperversano sovrane per tutto il film. Lo so, è un discorso idiota, ma per uno che ha conosciuto persone morte per il fumo è tutta un'altra storia. Ciononostante, anche le sigarette hanno un senso in questo film: nelle scene in cui i nostri sono felici e il matrimonio sembra aver acquistato nuovo sprint sono praticamente assenti, mentre li si vede in tutte le scene nevrotiche, che predominano intevitabilmente. I sigari sono quindi il simbolo del nervosismo e della frustrazione che i due coniugi vivono quotidianamente. A questo proposito, non si può non fare un applauso di mezz'ora alle spettacolari interpretazioni di Kate e Di Caprio (in quella che forse è la sua prova migliore) per aver reso questi personaggi straordinariamente reali e attuali.
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Cosa manca a questo film per raggiungere le cinque stelle? Forse le sigarette che imperversano sovrane per tutto il film. Lo so, è un discorso idiota, ma per uno che ha conosciuto persone morte per il fumo è tutta un'altra storia. Ciononostante, anche le sigarette hanno un senso in questo film: nelle scene in cui i nostri sono felici e il matrimonio sembra aver acquistato nuovo sprint sono praticamente assenti, mentre li si vede in tutte le scene nevrotiche, che predominano intevitabilmente. I sigari sono quindi il simbolo del nervosismo e della frustrazione che i due coniugi vivono quotidianamente. A questo proposito, non si può non fare un applauso di mezz'ora alle spettacolari interpretazioni di Kate e Di Caprio (in quella che forse è la sua prova migliore) per aver reso questi personaggi straordinariamente reali e attuali. Sul serio, si ha l'impressione di vedere i propri vicini di casa o addirittura sè stessi. Mendes è stato bravissimo nel dirigere questa storia, specialmente grazie alle inquadrature da capogiro, azzeccatissime in ogni loro particolare; anche i colori sono un elemento importante del film: nei momenti più spensierati sono quasi brillanti, mentre in quelli più tristi sono opachi, spenti, come la passione che un tempo li divorava e che adesso non esiste più. Imprigionati negli ingranaggi di un sistema che, all'epoca come oggi, prevedeva che gli uomini lavorassero e le donne facessero le madri e le casalinghe (in pratica annullassero la propria identità), Frank ed April assistono, come spettatori impotenti, al crollo del loro matrimonio. E come ogni legame che si spezza ci si chiede: di chi è la colpa? Di nessuno, credo. I due coniugi sono molti diversi (sognatrice e, forse, ingenua lei e più materialista lui), ma se non sono riusciti a trovare il classico punto d'incontro che avrebbe potuto salvare la loro relazione (non dimentichiamoci che hanno due figli), la colpa è del mondo che li circonda. Ed è proprio il mondo esterno che viene rappresentato in questo film, in tutti i suoi difetti. In conclusione, applausi a tutti per questo bellissimo film che sfiora il capolavoro, ma, ahime, l'eccesso di sigarette non mi va giù. P.S. Al cinema, quando è finito il film, tutte le ragazze, dopo aver trattenuto le lacrime per due ore, hanno letteralmente aperto i rubinetti, allagando la sala!
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amenic
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sabato 7 febbraio 2009
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cinema e letteratura
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«Se nella letteratura americana moderna ci vuole qualcos’altro per fare un capolavoro, non saprei dire cosa»: questo il giudizio di Tennessee Williams su Revolutionary Road, uno dei classici, di Richard Yates, “dimenticati” della narrativa americana del secondo Novecento.
Frank e April Wheeler sono una coppia middle class dei sobborghi benestanti di New York che coltiva il proprio anticonformismo con velleità ingenua, quasi ignara della sua stessa ipocrisia: nella storia della giovane famiglia felice la tensione è nascosta ma crescente, il lieto fine impossibile, ma l’inevitabile esplosione avviene solo dopo trecento pagine fra le più intense e penetranti della narrativa americana degli ultimi cinquant’anni.
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«Se nella letteratura americana moderna ci vuole qualcos’altro per fare un capolavoro, non saprei dire cosa»: questo il giudizio di Tennessee Williams su Revolutionary Road, uno dei classici, di Richard Yates, “dimenticati” della narrativa americana del secondo Novecento.
Frank e April Wheeler sono una coppia middle class dei sobborghi benestanti di New York che coltiva il proprio anticonformismo con velleità ingenua, quasi ignara della sua stessa ipocrisia: nella storia della giovane famiglia felice la tensione è nascosta ma crescente, il lieto fine impossibile, ma l’inevitabile esplosione avviene solo dopo trecento pagine fra le più intense e penetranti della narrativa americana degli ultimi cinquant’anni.
La scrittura realistica, cristallina, spietata di Richard Yates ha fatto epoca, ispirando generazioni intere di scrittori.
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April e Frank sono il prototipo della classica famigliola Americana. La nazione è tutta tesa al futuro e ad abbandonare il più in fretta possibile il ricordo dei dolori della guerra. La coppia vive in età adulta questa nuova epoca piena di benessere. Una casa nella periferia di New York con un giardino ben curato, due figli (maschio e femmina ovviamente), elettrodomestici, pochi amici con i quali condividere alcolici momenti di relax durante il week end. Lei è casalinga e lui lavora per una grande azienda a Manhattan, entrambi rappresentano la quintessenza del conformismo borghese americano ma loro non si sentono così, anche se la giovinezza nel Greenwich Village è lontana loro si sentono diversi dai loro vicini di casa conformati alle regole ed inconsapevoli. Eppure due figli e la routine quotidiana piano piano stanno distruggendo la loro serenità ed il loro sentimento. Se durante i primi anni della loro relazione quel sentirsi diversi permeava tutta la loro esistenza ora il loro spirito libero che odia gli schemi e l'ipocrisia dei ben pensanti emerge solo durante le serate passate ad ubriacarsi con gli amici o durante le loro conversazioni serali dopo diversi bicchieri di whisky ghiacciato. Intorno a loro un turbine di personaggi indimenticabili, ognuno con la sua nevrosi e con la sua vita a pezzi completano il tratteggio di questa vicenda umana.
Fin dall'inizio, dal loro primo devastante litigio la lente d'ingrandimento dello scrittore si avvicina sempre più a tratteggiare profili barocchi ed ecco che April angelo del focolare è null'altro che una nevrotica sognatrice piena di rimpianti e frustrazioni. Frank, ancor peggio, un piede nella realtà lo ha messo, ha trovato l'impiego più facile che la grande mela poteva riservargli, una grande azienda dove è solo un numero, uno che smista documenti e impiega il suo tempo a cercare il modo più semplice per passare le otto ore impegnadosi il meno possibile. April in un momento di "lucidità" diventa consapevole che questa routine potrebbe andare avanti per anni fino alla vecchiaia fino ad ucciderli e nelle sue tante ore di inattività prende corpo e forma un piano, fuggire, ricominciare una nuova vita in Europa lontano da quegli stupidi americani borghesi, ipocriti ed inconsapevoli... il piano poi condiviso con il marito darà loro un nuovo momento di respiro prima dell'inevitabile disastro che la vita sembra voler riservare a chi alle regole proprio non riesce a conformarsi.
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A undici anni dalla loro prima esperienza da innamorati (su grande schermo) Leo e Kate ci riprovano. Diretti da un regista sicuramente bravo, Sam Mendes, che è pure il marito della Winslet. E puntando non più agli incassi stratosferici delle primo film, ma alla qualità. Oltre che ai premi per la migliore interpretazione da protagonisti: ai Golden Globe erano entrambi in nomination, ma solo lei è riuscita a portare a casa la vittoria finale.
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Si tratta di un'opera cinematografica che, ricalcando fedelmente il libro, riesce col linguaggio proprio del cinema, ovviamente di quello ben fatto, a ricreare atmosfere e tensioni della storia appassionata ed appassionante senza edulcorarle, ad uso del botteghino, ne vien furi un cinema quasi dimenticato, come il romanzo e lo scrittore, restituendolo al grande pubblico. Un merito non da poco, una operazione culturale e nello stesso tempo riconciliatrice tra l'arte dello scrivere e quella di far cinema;
un merito non da poco in questi tempi di pessimi soggetti ed ancor peggiori films.
L'augurio è che possa spinger altri sulla stessa strada.
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baci rubati
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domenica 8 febbraio 2009
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parigi/shangri-la
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In un melò come questo,nel quale era fondamentale riprodurre ambientazioni,schemi e modi di sentire fortemente datati,il manierismo era,probabilmente,il pericolo maggiore. Mendes lo elude proprio vivendolo fino in fondo,concedendo il massimo spazio allo "scenario" nel quale agiscono i protagonisti e all'opprimente perbenismo collettivo. Gli interpreti lo assecondano con intelligenza e talento. Di Caprio e Winslet dimostrano,rispetto ai fumettistici esordi,di essere diventati qualcosa di meno(divi)e molto di più:due attori autentici.In fin dei conti allora non facciamo fatica a farci coinvolgere nel sogno ingenuo/velleitario di questa Bovary americana alla quale Parigi appare come una novella Shangri-La dove tutto è possibile per chi è disposto ad "osare".
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In un melò come questo,nel quale era fondamentale riprodurre ambientazioni,schemi e modi di sentire fortemente datati,il manierismo era,probabilmente,il pericolo maggiore. Mendes lo elude proprio vivendolo fino in fondo,concedendo il massimo spazio allo "scenario" nel quale agiscono i protagonisti e all'opprimente perbenismo collettivo. Gli interpreti lo assecondano con intelligenza e talento. Di Caprio e Winslet dimostrano,rispetto ai fumettistici esordi,di essere diventati qualcosa di meno(divi)e molto di più:due attori autentici.In fin dei conti allora non facciamo fatica a farci coinvolgere nel sogno ingenuo/velleitario di questa Bovary americana alla quale Parigi appare come una novella Shangri-La dove tutto è possibile per chi è disposto ad "osare".Facciamo finta di crederci se questo ci fa sentire più vivi ma,per carità,fermiamoci molto prima di lei.
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marya.
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giovedì 12 febbraio 2009
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revolutionary road. una strada a senso unico
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Un libro che diventa film. Un film che diventa un'occasione per riflettere. Le parola chiave della vita di April-insuperabile Kate Winslet- e Frank- il distinto e sempre affascinante Leonardo di Caprio- non è amore ma voglia di amare, voglia di evadere per sopravvivere alla noia-vuoto che li travolge da sempre, brama di (ri)cominciare, voglia di (ri)trovare quel sentimento perduto nel tempo che entrambi -insieme- non hanno mai vissuto.
Questo è Revolutionary Road. Una storia che, con intima e cupa prepotenza, scava nell'intimità dell'essere in cui la trama del film diventa una lama gelida che trafigge lasciando uno smisurato senso di vouto. Lo stesso vuoto -incolmabile in questo caso- che regna tra "le labbra" dei due protagonisti,la coppia più amata dal vicinato, quella che (voleva) sognare distrutta da quello stesso sogno, infranto.
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sassolino
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mercoledì 18 febbraio 2009
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i migliori anni della nostra vita
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America, per l'esattezza america di provincia, anni 50, i paraurti cromati delle Buick sfilano per immacolati prati verdi, candide villette a schiera dove si costruisce il futuro o almeno questo è nell'intento del giovane Di caprio, impiegato di media grandezza in un' asfissiante ditta commerciale.
Lei Kate Winslet, bravissima, sogna Parigi, il romaticismo, il teatro, ancora non assuefatta da un vita standard che la vorrebbe madre premurosa di 3 pargoletti.
Tutt'intorno una galleria di personaggi memorabili: pensiamo alla bigottissima agente immobiliare infarcita di perbenismo e non rassegnata a un figlio diverso o ai vicini di casa paffutelli e politically correct cosi' estranei al mondo illusorio dei coniugi wow, ammansiti al loro destino di gente media.
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America, per l'esattezza america di provincia, anni 50, i paraurti cromati delle Buick sfilano per immacolati prati verdi, candide villette a schiera dove si costruisce il futuro o almeno questo è nell'intento del giovane Di caprio, impiegato di media grandezza in un' asfissiante ditta commerciale.
Lei Kate Winslet, bravissima, sogna Parigi, il romaticismo, il teatro, ancora non assuefatta da un vita standard che la vorrebbe madre premurosa di 3 pargoletti.
Tutt'intorno una galleria di personaggi memorabili: pensiamo alla bigottissima agente immobiliare infarcita di perbenismo e non rassegnata a un figlio diverso o ai vicini di casa paffutelli e politically correct cosi' estranei al mondo illusorio dei coniugi wow, ammansiti al loro destino di gente media.
Sarà che gli anni 50 mi hanno sempre sedotto, saranno le stesse Buick che ipnotizzano i sensi di un perverso autmoobilista d'epoca ma se c'e' un film che sa scardinare l'ovatta borghese questo è Revolutionary Road, con le sue luci giallastre ci precipita nell'ambiguità, ci riporta a un'epoca dove lo scontro tra realtà e apparenza era più che mai sentito, dove sognare era un lusso consentito e al tempo stesso un utopia sociale.
Il crescendo drammatico non è mai morboso, assomiglia piuttosto a un walzer d'altri tempi che attraverso botteghe, balere, uffici, teatrini di parrocchia agguanta i protagonisti in una collisione inevitabile.
Complici di questo felice risultato gli attori: Di caprio sembra sempre più uomo, sempre più sicuro nei movimenti, nelle smorfie, nei dialoghi robusti della sceneggiatura. La Kate è altrettanto brava, splendidamente in parte delinea con elegante istrionismo la donna che tutti vorremmo sposare ma da cui divorzieremmo presto!. Ottimo
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