Rachel sta per sposarsi

Occhi di cerbiatto a chi?

In realtà, la protagonista di «II diavolo veste Prada» si sente un maschiaccio, è stanca di interpretare ragazze fragili e davanti agli ostacoli reagisce con grinta. Come quando ha cancellato il fidanzato in bancarotta. In un battito di ciglia. Altro che Bambi.
Facile dire di sé «sono un maschiaccio», quando si nasce con occhi da cerbiat to e un fisico come quello di Anne Hathaway. Elegante per Dna, sofisticata suo malgrado, come ci si immagina un'alunna-modello del Vassai; il prestigioso college di New York che l'attrice de Il diavolo veste Prada ha frequentato, la Hathaway incarna uno dei prototipi tra i più amati dal cinema americano: la bellissima «acqua&sapone», la ragazza della porta accanto (ma dove si trova quel pianerottolo?), con un corpo che parla e un sorriso che incanta e rassicura. Come disse Garry Marshall, che la diresse in Pretty princess nel 2001, è un misto tra Julia Roberts, Judy Garland e Audrey Hepburn.
Una sola ombra, sotto la categoria affari di cuore, rischiava di macchiare quel pedigree immacolato: il suo, ormai ex-fidanzato, Raffaello Follieri, rampante immobiliarista italiano dalla faccia paffuta che, con viso da Cherubino, ha esercitato l'arte della truffa negli States, fino a quando, all'inizio dell'estate, è stato messo in manette dagli inquirenti americani. A quel punto, anche l'incantesimo con la principessa si è rotto. Impossibile saperne di più anche perché la ragazza si è buttata a capofitto nel lavoro e non vuole commentare la vicenda.
Del resto se i fidanzati passano, i film restano. Tre il vedremo a breve in Italia; si tratta di Passengers di Rodrigo Garcia, autore di Le cose che so di lei e di parecchie serie tv targate HBO (Six Feet under, In treatment), nonché figlio di Gabriel Garcia Marquez; poi sarà la protagonista di Bride Wars di Gary Winick e, infine, di Rachel getting married di Jonathan Demme, appena passato al festival di Venezia, in cui, accanto alla ritrovata Debra Winger, assente da tempo dalle scene, per la prima volta fa la cattiva ragazza.
Quindi, non chiamatela, per via del profumo di Lancôme di cui è il nuovo volto, reginetta di bellezza, perché lei, con il candore tipico dei suoi 26 anni, può ancora permettersi di ringraziare tutti coloro che, con pennello e spazzo; la, contribuiscono al suo trionfo. Poi, certo, qualche accorgimento va seguito. Mangia cibo sano e biologico, «quindi», deduce con logica tipicamente americana, è «vegetariana», anche se la cucina j che ama «è quella saporita italiana». «Il miglior consiglio di bellezza è quello di bere molta acqua e cercare di fare una vita sana: muoversi, avere passioni, trovare il tempo per viverle. Che sia leggere, andare per musei, fare sport, passeggiare… tutto questo a me serve per ricaricarmi». Saggia, quasi fin troppo. «Avere successo da giovanissimi può destabilizzai re. Per quel che mi riguarda, la mia vita è cambiata in meglio, e qualche volta in peggio». Non abbassa il livello di guardia e continua con il suo discorso: «In genere, le persone ci mettono un po' a ritrovarsi: io sono sempre stata molto consapevole delle mie responsabilità. Ma, avere una famiglia solida alle spalle, con dei valori forti, certo aiuta ad affrontare meglio l'impatto con il successo».
Papà avvocato, mamma attrice, è grazie a lei se la ragazza ha scelto il palcoscenico. «Devo molto a Pretty princess di Marshall, perché tutto è partito da li; ma devo molto anche Brokeback Mountain dove, nel mio piccolo, interpretavo un personaggio molto distante da me: una sfida intrigan
te. E poi, al di là del grande successo, Il diavolo veste Prada mi ha dato la possibilità di lavorare con Meryl Streep e di conoscere Stanley Tucci, diventato un mio grande amico, una delle persone più divertenti in circolazione».
Sulla moda, si crea una piccola parentesi, ha idee ben precise: «Adoro l'originalità di vivienne Westwood, il suo anticonformismo, il modo in cui rilegge la tradizione. Poi mi piace mettermi le cose di Mare Jacobs, Balenciaga e Philip Lini, che è uno dei miei preferiti. Ma quando voglio sentirmi davvero bella indosso un abito di Valentino». La lezione del personaggio interpretato in Il diavolo veste Prada da Stanley Tucci sembra aver funzionato. Anche se occhi di cerbiatto vuole a tutti i costi far sapere che le è proprio dispiaciuto abbandonare il ruolo dell'agente 99 in Agente Smart - Casino totale. «Perché in genere i miei personaggi si dilaniano con drammi interiori, invece in questo film affrontavo ostacoli reali. Ero, finalmente, una donna che crede in se stessa, che non si vergogna delle sue capacità, del suo aspetto. Recitare questo ruolo tutti i giorni per me è stato liberatorio. Quindi a pensarci bene, è lei quella che riflette di più la mia personalità».
Da Il Venerdì di Repubblica, 12 settembre 2008

di Elena Martelli, 12 settembre 2008