Il petroliere

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Un film di Paul Thomas Anderson. Con Daniel Day-Lewis, Paul Dano, Kevin J. O'Connor, Ciarán Hinds, Dillon Freasier.
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Titolo originale There Will Be Blood. Drammatico, b/n durata 158 min. - USA 2007. - Buena Vista International Italia uscita venerdì 15 febbraio 2008. MYMONETRO Il petroliere * * * 1/2 - valutazione media: 3,51 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Drammaticamente deludente Valutazione 2 stelle su cinque

di Reiver


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lunedì 10 marzo 2008

A volte mi preparo alla visione di un film con delle pellicole "preparatorie" ( che potremmo definire "preliminari").Può servire in alcuni casi.Può "abituarti" lo stomaco se si tratta di un horror truculento.Oppure può servire ad aprirti gli occhi,ed evitare di compiere errori di valutazione:è stato per me il caso di "Quel treno per Yuma",un remake molto,troppo inferiore all'originale.L'attesa per questo "There will be blood" era molta,e il fatto che fosse stato paragonato a "Quarto potere" aveva stuzzicato la mia curiosità.Così sono andato a ripescare vecchi film come "La ballata di Cable Hogue" ,ho avuto la fortuna di incappare ne "I cancelli del cielo",ho rivisto persino un pò de "Il gigante".Non ho scomodato Welles però,e ho fatto bene.Sarebbe stato come avere i "preliminari" con Eva Mendes e poi andare a letto con Platinette.Eh sì,perchè "Il petroliere" è un film molto sopravvalutato,persino più di quanto avessi preventivato all'inizio.Io sono disposto a vedere di tutto,anche una sola inquadratura con due lucertole che si accoppiano,a patto che non mi si dica che "quella sequenza rappresenta lo svilimento dell'amore,bla,bla e ancora bla".Non dubito che le intenzioni del regista-sceneggiatore fossero le migliori,però cosa ne è uscito alla fine?Una pellicola dai toni lugubri,moraleggianti e predicatori.Pesante,piena di sequenze inutili e noiose,sempre alla ricerca del "colpo ad effetto",di simbolismi che lasciano il tempo che trovano.I personaggi non hanno affatto lo spessore necessario alla bisogna:Plainview ed Eli,gli unici posti in rilievo,sono troppo esasperatamente negativi per essere credibili,gli altri sono invece figure a due dimensioni,che fanno solo da sfondo.In questo caso la straordinaria bravura di un attore come Daniel Day-Lewis serve a poco.Che sia un interprete eccezionale è fuori di dubbio,ma in certi momenti la sua espressione baffuta mi ha ricordato quella di James Finlayson (inglese come lui),e in un film drammatico non dovrebbe accadere. Torniamo al punto di partenza:l'obiettivo di Anderson.Qual'era,denunciare l'avidità,il lato oscuro del sogno americano,il male rappresentato dal petrolio?Sì,fin qui ci siamo.Ma questo intento (nobile,almeno sulla carta) doveva essere perseguito in maniera diversa, magari creando un personaggio magnetico e irresistibile come l'Orson Welles di "Quarto potere" o il James Dean de "Il gigante",non plasmando un carattere che è troppo smaccatamente "nero" come il petrolio che cerca,che personifica l'avidità in maniera così monocorde da risultare poco credibile.Il limite del film è proprio lì,nella sceneggiatura,che invece di rielaborare in maniera critica un periodo storico della civiltà occidentale in generale e statunitense in particolare si riduce ad un pistolotto infinito,con conseguente dilatazione a tre ore di un sermoncino che sarebbe potuto durare una mezzoretta.E' così lugubre che pare scritta dal predicatore Eli Sunday e non dal regista Anderson.Più che "Quarto potere" mi è sembrato "Quando potere?" (uscire dalla sala)...

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lilli lunedì 10 marzo 2008
:)
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Bella!!!!Una bella critica la tua, "drammaticamente sorprendente"(drammaticamente perchè è drammatico desiderare che un film finisca presto quando questo dura tre ore)direi..Ho capito meglio cosa intendi quando dici"mi preparo"alla visione di un film: è un ottimo esercizio per sviluppare uno sguardo critico, complimenti!Ah, hai citato un film che anche Lilli (finalmente)ha visto!!"Il gigante"(ci tenevo a sottolinearlo perchè è un evento più unico che raro)! ps.grazie per i guantini.

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andrea lunedì 10 marzo 2008
bella anche questa
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Bella recensione, Reiver. Ribadisco che mi fa piacere che nelle recensioni fai continui collegamenti con altri film, sfruttando la tua ottima conoscenza del cinema americano. Certo che pretendevi un po' troppo aspettandoti una specie di "Quarto potere"! :-) Oggi forse andrò a vedere l'Oscar alla regia "Non è un paese per vecchi" dei Coen. Vi farò sapere.

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reiver lunedì 10 marzo 2008
grazie lilli
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75%

In realtà il film mi ha deluso da tutti i punti di vista.Sottolineo il "mi",cioè ha scontentato me,ma probabilmente è piaciuto a tante altre persone.Personalmente non apprezzo prediche,sermoni,ramanzine e affini,e questo film è tutto ciò che io non sopporto moltiplicato per tre (ore). Sarebbe stato meglio risparmiare i soldi e far circolare dei volantini con scritto su :"Pentitevi,abbandonate benzina e metano,lasciate a casa le macchine e comprate dei bei cavalli.Riscaldatevi con i camini e andate ad abitare in campagna".Almeno Day-Lewis ci ha vinto l'Oscar,siccome è un bravo attore non ha rubato nulla.Sono contento per lui...

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reiver lunedì 10 marzo 2008
e grazie andrea
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Sei molto gentile.Aspetto la tua recensione sui Coen.A presto!

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madai lunedì 10 marzo 2008
non concordo
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Scusami, non prenderla come una offesa, ma tu i film li vedi solo per citarli?? La tua critica è troppo legata alla trama e al sottotesto. Citi Welles: a parte che nessun regista sano di mente si paragonerebbe a Quarto POtere (fosse altro che che significa fare la figura dello scemo al 100), il collegamento comunque era con il "Gigante" che in tutta onestà visto a paragone sfigura parecchio, essendo un drammone retto da james Dean. La tecnica di Anderson è ottima, la fotografia è incredibile. I personaggi complementari sono frutto di una voluta bidimensionalità, proprio perchè ai personaggi fondamentali è legato il sottotesto. I paragoni non si possono fare solo per assonanze tematiche. Se hai visto il film per bene il protagonista esplode letteralmente nella sua interiorità nel finale (ed è questo che rende grande la prova di Day-Lewis non altri che hai citato), non è il sogno americano in questione, ma il prezzo che questo ha. [+]

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madai lunedì 10 marzo 2008
non concordo....conclusione
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No
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è solo che hai dimenticato il lato più oggettivo dal punto di vista cinematografico, cioè gli stilemi del regista. Su quelli c'è poco da dire: siamo in presenza di un film molto buono (i capolavori sono generalmente dati da varie componenti, guarda Casablanca per esempio....e solo il tempo dice la verità in merito)io credo che Il Petroliere sia molto più coraggioso di Non è un paese per vecchi che è un film molto meno interessante. Chiaramente rispetto la tua opinione, però credo che dovresti spiegare meglio perchè non ti convincono alcune scelte, fermo restando che il cinema in quanto arte si base su come viene esposta la fabula (in toto) e non solo se il protagonista è magnetico o se la storia è ridondante. [+]

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luc lunedì 10 marzo 2008
x reiver e gli altri
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No
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reiver, invecchiando migliori! io al cinema non ci vado, film nuovi non ne vedo, comincio a sentirmi emarginato. così sono ritornato su 2001 dove è riapparso mauro lanari con una recensione interessante e finalmente QUASI comprensibile.

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reiver lunedì 10 marzo 2008
x madai 1
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No
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Innanzitutto vorrei chiarire che la mia è un'opinione del tutto personale,non ha il valore dell'oggettività.Molti film validissimi non incontrano il mio favore,e "Il petroliere" probabilmente è uno di questi.Vedi,io non sono un addetto ai lavori e non posso dare spiegazioni tecniche illuminanti:ma anche se non so come si fabbrica una scarpa,riconosco se mi va bene o no.La perizia di Anderson come regista non è in discussione (almeno per i tempi che corrono),ma secondo me quella di sceneggiatore sì.E' vero,il "come" è importantissimo,ma non basta solo quello.E poi la tecnica del regista deve essere finalizzata a qualcosa,a rendere il film materia "viva" e non a produrre esercizi di stile.Ciò che mi ha lasciato perplesso è il fatto che alcuni personaggi siano quasi macchiette (il predicatore),altri poco approfonditi (il finto fratello,ma anche il figlio). [+]

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reiver lunedì 10 marzo 2008
x madai 2
100%
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la sua follia sembra scaturire dal nulla.Non è una conseguenza logica dello svolgimento narrativo,come avviene per Bogart nello splendido "Il tesoro della Sierra Madre".Anche sugli stilemi del regista si potrebbe discutere.Io sono convinto,come ho detto più su,che la tecnica debba servire a suscitare emozioni nello spettatore,a stimolarlo,a renderlo partecipe del film.Questo ne "Il petroliere" non è avvenuto,almeno per me.Per te forse sì,ma non per questo voglio contestare la tua opinione,anzi.Un'ultima cosa,forse la più importante:un grande film deve insinuare nello spettatore il germe del dubbio,ma non dovrebbe mai assumere i toni di una predica.E a me questo è sembrato "Il petroliere":un lunghissimo sermone,che dopo 30 minuti ha già detto tutto quello che doveva dire. [+]

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reiver lunedì 10 marzo 2008
x luc
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No
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Ci conosciamo da così poco e già mi trovi invecchiato?Beato Johnny Depp,lui non invecchia mai...

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maryluu martedì 11 marzo 2008
per rambino
100%
No
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Complimenti Rambino, la tua recensione è davvero mirata. Anche io ho trovato pesante questo film e non consono ai miei gusti anche se non posso negare la bravura di Day Lewis che ha meritato il suo Oscar ( Anche se Depp era più bravo :) ) Mi hai fatto molto ridere con l'umorismo celato e pungente. Andare con Platinette non è molto "interessante" eh? ahah COMPLIMENTONI RAMBINO non ti smentisci mai. Ciaoo

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olimpia martedì 11 marzo 2008
a madai
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... e da Rock Hudson (non ce lo dimentichamo). Sarà anche un drammone però aveva anima, e una armonia non frutto del digitale; il che non è poco. P.S. Anche la critica ha parlato di sceneggiatura sconnessa e di eccessiva durata, siete in buona compagnia.

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madai martedì 11 marzo 2008
replica 1
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No
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Prima di rispondere, voglio dire che qlk di cinema ne so per competenze accademiche, ecco perchè mi permetto di fare appunti, cmq confermo che le vostre opinioni sono validissime e ben discusse. In realtà credo che lo abbiamo visto in maniera completamente opposta questo film. Sinceramente è proprio il crescendo che rende ottimo questo film. La sceneggiatura è un appiglio troppo leggero, Quarto Potere fu aspramente criticato quando uscì e non è certo per sceneggiatura che brillava, fermo restando che non esiste nessun tipo di paragone. Prova un attimo a comparare la sequenza in cui il protagonista presenta il suo progetto con garbo e non celando i suoi (finti) valori famialiari con quella finale (che è davvero ottima) e capisci come non si può certo dire ke sia un personaggio monocorde. [+]

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madai martedì 11 marzo 2008
replica 2
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potere supportare l'evoluzione della storia che ci rivelerà un particolare fondamentale su di lui , ma sempre e solo sul protagonista. E' solo su lui che gira questo film. Il personaggio del prete ha un ruolo chiave nel sottotesto e nella critica ai valori (anke se è facile capire questo). Probabilmente non è un film di quelli che si possono vedere a cinema per distrarsi, su questo sono daccordo, ma voi vi basate troppo sulla fabula. Persona di Bergman (sempre vietato il paragone) non ha quasi per niente una fabula, ma è un capolavoro...per questo io dico questo film secondo me va prima analizzato perchè così facendo si capisce come il lavoro di sceneggiatura sia complementare alle scelte di testo e sottotesto. [+]

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reiver martedì 11 marzo 2008
x madai
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Devo farti i complimenti,perchè mantieni pacato il tono del dibattito e dici cose interessanti.Su "Il petroliere" per ora la mia opinione rimane questa,nonostante le tue argomentazioni più che valide.Ma un film è come un vino,a volte bisogna aspettare,lasciarlo invecchiare.Magari rivedendolo tra qualche tempo cambierò opinione,e allora farò subito ammenda.Il mio voto basso è "relativo",è dovuto alla sproporzione tra ciò che attendevo (che non poteva essere Quarto potere,lo so pure io) e quello che invece ho percepito,magari sbagliando.Di solito non guardo un film per distrarmi (almeno non sempre).Apprezzo anch'io il "come",non mi concentro solo sull'aspetto narrativo,che pure ritengo importante. [+]

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andrea martedì 11 marzo 2008
per madai e reiver
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Vedo che c'è più gente che ha studiato cinema di quanto pensassi, mi fa piacere di non essere l'unico su questo forum, e che finalmente si dia dignità anche tecnica ad un'arte sempre fraintesa ed erroneamente inserita soltanto nel filone dell'intrattenimento. Condivido quanto dici riguardo a "Persona". Anch'io sono convinto che il cinema abbia grandi potenzialità non-narrative, infatti amo i film lirici, poetici, nei quali la fabula, come tu hai detto, può venir meno. Allo stesso modo, adoro i film di qualità con una solida struttura narrativa. L'importante è che di buon cinema si tratti. Non ho visto "Il petroliere" (sono parsimonioso nei confronti dei film in sala in questo periodo) e mi dispiace non poter discutere di questo film con te e con Reiver, del quale però ho apprezzato molto la recensione. [+]

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madai mercoledì 12 marzo 2008
concludo
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Reiver ribadisco la tua opinione è sacrosanta esattamente quanto la mia. In tutta onestà i film di Anderson fino ad ora sono invecchiati bene a mio parere, rivedo con piacere Magnolia e ubriaco d'amore, ma neanche io darei 5 stelle al "Petroliere", fosse altro che secondo me questa è una votazione che si può concedere al Fellini di 8 e mezzo o la Dolce Vita o a Bunuel (che adoro) o a Welles (ce ne sono anche tanti altri, ma citarli è difficile)... come hai detto solo il tempo ci dirà la verità. Mi sembra normale tenere i toni pacati perchè qui mi sembra che siamo tutti piuttosto competenti e tutti motiviamo le nostre critiche, d'altronde non siamo sul forum di Muccino...Comunque non volevo dire assolutamente che tu vai a cinema per distrarti, il mio era un commento sul film di certo non adatto a chi va a cinema per passare la serata, e per quanto riguarda il Gigante ho risposto ad olimpia. [+]

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roberto fiandaca mercoledì 12 marzo 2008
d'accordissimo, film scadente
14%
No
86%

Hai perfettamente ragione: poteva durare mezz'ora. Tutti questi soldi spesi per fare capire che il Dio denaro ha sostituito il Dio tradizionale, non senza la ridicolizzazione dello stesso. All'ultima scena ho pensato che gli Americani vivano ancora malissimo il rapporto con la religiosità, e non siano troppo indietro rispetto alla cultura laica dell'europa continentale. E' molto banale, oggi, costringere un prete a urlare "sono un falso profeta". E' implicito che il denaro si pone come il Vero Profeta, o comunque più sincero. Film scadente... forse da americani avremmo capito di più

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peppehat sabato 29 marzo 2008
m'inchino alla sapienza ma....
100%
No
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Ho appena finito di vedere il film in lingua originale e subito ho avuto la necessità di ricercare qualche opinione su internet al riguardo. Mi sono imbattuto nella tua recensione e sinceramene la trovo una strocantura eccessiva. Sono d'accordo sul fatto che l'apparato narrativo sia leggermente lento e poco articolato, ma la perizia della regia compensa pienamente le lacune dello sript. Le atmosferte cupe e notturne sono ipnotiche, così come l'interpetrazione di lewis. Non ho trovato il personaggio principale monocromatico e piatto. L'eccessiva negatività che esprime non lo rende capace di cogliere le simpatie dell'audience, ma almeno ne fanno un personaggio ralistico. Come ve lo immaginate un cercatore d'oro nero del 800? Un magnanimo filantropo educato e colto? L'unica cosa che leggermente mi ha deluso è la scarsa interpretazione dell'attore nella parte del predicatore, nella scena finale le sue espresioni facciali da idiota e la vocetta stridente rovinano il trionfo della follia. [+]

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reiver venerdì 11 aprile 2008
x peppehat
50%
No
50%

Magari sono stato troppo severo,quello sì.Ma la mia "stroncatura" (per quello che vale,cioè niente:contano molto di più le critiche positive che hanno accolto il film ovunque) deriva dalla delusione,mi aspettavo un capolavoro e mi sono imbattuto in qualcos'altro.Il personaggio di Plainview è salvato da Day-Lewis,ma continuo a pensare che non sia stato ben delineato dallo sceneggiatore.Concordo poi sul predicatore.Se vuoi vedere una figura di ipnotizzatore delle masse tratteggiata splendidamente procurati "Il figlio di Giuda" di Richard Brooks,con Burt Lancaster.Ciao!

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