Il petroliere |
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Un film di Paul Thomas Anderson.
Con Daniel Day-Lewis, Paul Dano, Kevin J. O'Connor, Ciarán Hinds, Dillon Freasier.
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Titolo originale There Will Be Blood.
Drammatico,
b/n
durata 158 min.
- USA 2007.
- Buena Vista International Italia
uscita venerdì 15 febbraio 2008.
MYMONETRO
Il petroliere
valutazione media:
3,51
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Daniel Day Lewis: lo Zio Paperone del petroliodi jacopo b98Feedback: 37256 | altri commenti e recensioni di jacopo b98 |
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giovedì 2 maggio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Daniel Plainview (Day-Lewis) è un cercatore d’argento. Trova l’oro nero e diventa ricco ma anche folle. Il quinto film adattato (dalla prima parte del romanzo “Oil!” di Upton Sinclair), prodotto e diretto dal giovane Anderson, una delle più grandi promesse della Hollywood di qualità, è un autentico capolavoro. La pellicola, lunga, ma mai prolissa o noiosa, racconta la storia di un uomo-animale, di uno dei fondatori dell’economia USA: uno che si è fatto avanti con pala e piccone, uno Zio Paperone che non cerca nel Klondike ma nel Texas. Un uomo capace di sfruttare tutti i fattori che lo possano favorire, dal “bel visetto del figlio” al promettere cinquemila dollari alla chiesa che odia con tutto il cuore. Un geniale ritratto di un industriale antico ma moderno, che dice di avere un’azienda a conduzione familiare e che tiene all’educazione del figlio (Frasier) che però non esita ad abbandonare quando, diventato sordo, gli è inutile; come confessa nella terribile, violentissima scena del battesimo, con il prete (Dano) che, come un esorcista, lo purifica dai peccati. Geniale, appunto, anche la figura di Don Elai, che nei suoi sermoni dà spettacolo e alla fine è costretto, proprio da Planview, ad ammettere di aver peccato, prima che gli venga fracassato il cranio. Potente battuta finale:“È finito”, di una sceneggiatura di grande impatto al servizio di un Day-Lewis (ottimamente doppiato da Francesco Pannofino) assolutamente straordinario. Otto nomination all’Oscar, nell’anno in cui trionfò Non è un paese per vecchi dei Coen, e due statuette: attore (ha vinto anche il Golden Globe) e fotografia (Robert Elswit). Titolo italiano completamente inadeguato.
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