Titolo originale Grindhouse - Death Proof.
Horror,
durata 116 min.
- USA 2007.
uscita venerdì 1giugno 2007.
- VM 14 -
MYMONETROGrindhouse - A prova di morte
valutazione media:
2,88
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Il film è sicuramente interessante e con un buon svolgimento, a non convincere è il non realismo della reazione femminile alla violenza. Il regista sottolinea troppo la donna vendicatrice e ammazzatutti...........ma la realtà è distante.............per fortuna
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Il film è sicuramente interessante e ben strutturato.......ma quì si dà una "forza" caratteriale e fisica esagerata alle donne, per questo risulta non realistico.......
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Va dato atto a Quentin Tarantino, personaggio molto fantasioso ed inventivo, che va sempre ad estrapolare attingendo molto, dai più disparati generi, soprattutto in tal contesto, omaggiando il suo Grindhouse, con palesi riferimenti ai b-movie anni 70, tanto cari al regista, quanto bistrattati e in alcuni casi comunque, di gran lunga superiori alla sua creazione; molto sopravvalutata a torto e quel che ci viene proposto è un brutto mix, pieno di insensatezza, mancanza di originalità, molto noioso e banale e in tutto questo Tarantino riesce a fare soltanto il verso a se stesso, toccando letteralmente il fondo.
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Certo, Death Proof probabilmente è l’opera meno tipica del regista, nel senso che il suo polso è meno premuto sulla pellicola, e il suo genio possiamo comunque trovarlo ma in elementi molto meno rilevanti che non in altri suoi film.
Ad ogni modo, non credo che la gente abbia diritto di criticare un genio perché tutte le sue opere successive al suo capolavoro assoluto (nel caso di Quentin, neanche a dirlo, Pulp Fiction) siano minori di quella, ma bisogna anzi assaporare quel che c’è di buono, o meglio di geniale, anche in esse.
In prima istanza mi soffermerei sui personaggi.. Tutti di ruoli notevoli, tutti che si scambiano decine di volte durante il film il ruolo di protagonista.. Prima sembra una ragazza, poi la sua amica, poi un’altra amica, poi il misterioso stuntman Mike, e poi di nuovo un altro personaggio.
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Certo, Death Proof probabilmente è l’opera meno tipica del regista, nel senso che il suo polso è meno premuto sulla pellicola, e il suo genio possiamo comunque trovarlo ma in elementi molto meno rilevanti che non in altri suoi film.
Ad ogni modo, non credo che la gente abbia diritto di criticare un genio perché tutte le sue opere successive al suo capolavoro assoluto (nel caso di Quentin, neanche a dirlo, Pulp Fiction) siano minori di quella, ma bisogna anzi assaporare quel che c’è di buono, o meglio di geniale, anche in esse.
In prima istanza mi soffermerei sui personaggi.. Tutti di ruoli notevoli, tutti che si scambiano decine di volte durante il film il ruolo di protagonista.. Prima sembra una ragazza, poi la sua amica, poi un’altra amica, poi il misterioso stuntman Mike, e poi di nuovo un altro personaggio.. E cosi via.. Tutti sono protagonisti, cosi come nessuno lo è.. La camera li segue e li culla come l’eroe del film, come quello che dobbiamo conoscere meglio degli altri.. E poi li tradisce, volta le spalle all’eroe e ne incorona un altro. Infatti proprio quando sembriamo essere convinti che il protagonista sia stuntman Mike, ecco il colpo di scena. Ma ammettiamolo.. Il tenebroso, sociopatico ma probabilmente un tantino simpatico Mike resterà sempre impresso nella nostra mente come uno di quei cattivi fuori dagli schemi che c’hanno lasciati allibiti per un sacco di motivi che non ha senso elencare.
Coraggio, come fate a guardare con indifferenza la regia ballerina di Quentin, che gioca sugli incredibilmente realistici dialoghi delle ragazze, facendovi illudere di poterle capire, di poter intuire un senso logico.. Di poter pensare che lui, come un qualsiasi regista che si rispetti, vi spieghi la loro vita, magari con un dialogo che mai penserai, però, come abbia potuto aver luogo in quella situazione.. No, lui se ne frega.. Lui non vuole il vostro rispetto.. E nemmeno la semplice e monotona strada che i soliti registi adottano per presentare il film allo spettatore. Lui vuole il vostro amore, e si vuol fare amare non come altri, ma da solo.. Lui vi frega come nessun altro fa. E’ unico. Non sapremo mai chi accidenti sarà questo Chris Simonson.. Eppure quale miglior modo per conoscere in cosi poco tempo Jungle Juliet? Perché alla fine la conosceremo, ci affezioneremo, eppure il buon Quentin non esiterà a farla finire in pezzi dopo un incidente devastante.
La morale, se c’è, è che ognuno per quanto atipico esso sia, altro non è che una pedina sacrificabile in questo mondo di follia.. Follia che è il sottotitolo di ogni film di Quentin, nessuno escluso. Il supereroe che può morire in qualsiasi momento, cosi come la bella Cenerentola, come il cattivone psicopatico, e come il più indifeso e innocente personaggio che compare.
Anche per questo nessun film di Quentin può lasciarti indifferente.. Mai. E ho elencato solo alcuni granelli di sabbia nella spiaggia di motivi per cui questo film è, per me, fantastico.. Potrei scrivere un libro sugli elementi, sulle scene, sulle musiche, sulle espressioni, sugli effetti speciali, sulle riprese che mi hanno lasciato di stucco per quanto sono unici e incombenti.. Ma tutto quello che voglio fare con questa recensione è.. Suggerire. Esatto, a voi che lo criticate e che non lo apprezzate.. Fermatevi a guardare, guardatelo ancora e cercate di vedere oltre a Spiderman e Goblin.. Vi consiglio di capirlo. A me poi non cambia niente, siete soltanto voi che vi perdete.. Un genio.
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- Pam: Hey, Warren! Chi è questo qua?
Warren: Stuntman Mike.
Pam: E chi cazzo è Stuntman Mike?
Warren: Uno stuntman. -
Otto ragazze incontreranno l'uomo più distruttivo della loro vita. Quattro moriranno, quattro invece, vivranno.
Quentin Tarantino perde lo smalto dei bei tempi e rende omaggio ai B-Movie anni settanta con un'opera infarcita di autocitazionismo e di dialoghi incalzanti. Certo forse i dialoghi sono un po' esagerati, nonostante siano fatti da belle figliole, e l'azione ridotta all'osso anche se quando presente lo è in quantità tarantiniana. Film per i nostalgici e per chi si deve affiancare per la prima volta al B-Movie.
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- Pam: Hey, Warren! Chi è questo qua?
Warren: Stuntman Mike.
Pam: E chi cazzo è Stuntman Mike?
Warren: Uno stuntman. -
Otto ragazze incontreranno l'uomo più distruttivo della loro vita. Quattro moriranno, quattro invece, vivranno.
Quentin Tarantino perde lo smalto dei bei tempi e rende omaggio ai B-Movie anni settanta con un'opera infarcita di autocitazionismo e di dialoghi incalzanti. Certo forse i dialoghi sono un po' esagerati, nonostante siano fatti da belle figliole, e l'azione ridotta all'osso anche se quando presente lo è in quantità tarantiniana. Film per i nostalgici e per chi si deve affiancare per la prima volta al B-Movie. Sennò seguire anche la serie di "El Mariachi".
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Il maestro non sbaglia un colpo. Tarantino potrebbe anche raccontare di come si raccolgono i funghi, che sicuramente renderebbe un film interessante. Tarantino non scrive storie particolarmente innovative ed originali, ma nel girarle, riesce a cogliere quella verità e naturalezza, che rende ogni suo film, un capolavoro.Ripeto, se lui girasse un film sulla raccolta di funghi, tanto lo renderebbe interessante. L'inizio della pellicola, con i piedi della meravigliosa ragazza in primo piano, è la testimonianza della creatività del regista, che non si limita (come fanno tutti) a fare film scolastici, ma inventa e ricrea la bellezza che solo le sensazioni, riprese dalla vita quotidiana, possono darci.
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Il maestro non sbaglia un colpo. Tarantino potrebbe anche raccontare di come si raccolgono i funghi, che sicuramente renderebbe un film interessante. Tarantino non scrive storie particolarmente innovative ed originali, ma nel girarle, riesce a cogliere quella verità e naturalezza, che rende ogni suo film, un capolavoro.Ripeto, se lui girasse un film sulla raccolta di funghi, tanto lo renderebbe interessante. L'inizio della pellicola, con i piedi della meravigliosa ragazza in primo piano, è la testimonianza della creatività del regista, che non si limita (come fanno tutti) a fare film scolastici, ma inventa e ricrea la bellezza che solo le sensazioni, riprese dalla vita quotidiana, possono darci.
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Ovvio,quando una cosa non piace, è difficile digerirla, ma non è il caso di Tarantino. Ho apprezzato molti dei suoi lavori, alcuni li ho trovati assolutamente geniali, ma Grindhouse-a prova di morte, è veramente osceno. E' sconvolgente innanzitutto definirlo un horror, gli horror sono altri, questo al massimo è un tragicomico; è noioso e genialità o no, è un apoteosi di discorsi inutili e superficiali, con dialoghi tra i personaggi veramente estenuanti per la pazienza dello spettatore medio; è assurdo e sono assurde le vicende proposte, e il film ha tutte le sembianze del classico horror estivo che trasmettono in seconda serata sui canali televisivi.
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Ovvio,quando una cosa non piace, è difficile digerirla, ma non è il caso di Tarantino. Ho apprezzato molti dei suoi lavori, alcuni li ho trovati assolutamente geniali, ma Grindhouse-a prova di morte, è veramente osceno. E' sconvolgente innanzitutto definirlo un horror, gli horror sono altri, questo al massimo è un tragicomico; è noioso e genialità o no, è un apoteosi di discorsi inutili e superficiali, con dialoghi tra i personaggi veramente estenuanti per la pazienza dello spettatore medio; è assurdo e sono assurde le vicende proposte, e il film ha tutte le sembianze del classico horror estivo che trasmettono in seconda serata sui canali televisivi. Da uno come Tarantino ci si aspetta sempre tanto, e i suoi fans non sò come si dicono pienamente soddisfatti. Sarà, ma in 2 ore di film, giusto 15 minuti di movimento e un altra ora e quarantacinque minuti di dialoghi futili sono veramente troppo. Forse per essere davvero grandi ci si dovrebbe far apprezzare da tutte le frangie del pubblico e grindhouse piacerà solo ai fedelissimi del regista italo-americano. Inetto a vivere questo film. Pessimo!
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Tre ragazze molto carine, Jungle Julia, Shanna e Arlene, si divertono a passare le serate tra due locali di Austin, Texas, il Guero's e il Texas Chili Parlor, dove attirano gli sguardi indiscreti degli avventori. Tra i tanti presenti nel locale di Warren c'è però Stuntman Mike uno strano personaggio alla guida di una vettura inquietante con un teschio sul cofano. Prese di mira le tre amiche, a loro insaputa, cerca di condurle verso la sua arma, posteggiata sul retro.
Finalmente, ho l’onore di recensire nuovamente, un film di Tarantino e la cosa mi elettrizza. Dopo Kill Bill, Tarantino avrebbe scritto e diretto uno slasher che ha come protagonista il fantasma di uno schiavo nero ( parte sicuramente perfetta per Samuel L.
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Tre ragazze molto carine, Jungle Julia, Shanna e Arlene, si divertono a passare le serate tra due locali di Austin, Texas, il Guero's e il Texas Chili Parlor, dove attirano gli sguardi indiscreti degli avventori. Tra i tanti presenti nel locale di Warren c'è però Stuntman Mike uno strano personaggio alla guida di una vettura inquietante con un teschio sul cofano. Prese di mira le tre amiche, a loro insaputa, cerca di condurle verso la sua arma, posteggiata sul retro.
Finalmente, ho l’onore di recensire nuovamente, un film di Tarantino e la cosa mi elettrizza. Dopo Kill Bill, Tarantino avrebbe scritto e diretto uno slasher che ha come protagonista il fantasma di uno schiavo nero ( parte sicuramente perfetta per Samuel L. Jackson ), ma una proposta del suo pupillo Robert Rodriguez gli fa cambiare idea: cioè dirigere un film horror in due parti. Rodriguez stava dirigendo Planet Terror, uno splatter che narra di una malattia che trasforma gli uomini in zombie, mentre Tarantino decide di dirigere un film ( anche grazie al suo amore per il tipo di argomento ) incentrato su uno stuntman psicopatico di mezza età con l’ossessione per le belle ragazze e che prova eccitamento sessuale nel provocare incidenti stradali. Nonostante i due film di Rodriguez e Tarantino appartengano allo stesso progetto Grindhouse ( dal nome delle scadenti sale anni 70 dove venivano presentate opere di genere horror o splatter ), sono due opere completamente diversissime. Mai in un film di Tarantino si era vista una cosa del genere: i primi 80 minuti ambientati nel pub che fanno girare le scatole per la noia con dialoghi lunghi fino all’inverosimile e poi gli ultimi venti minuti degni degli annali del cinema in cui Tarantino, dopo gli 80 minuti che ci presentano e ci fanno affezionare ai personaggi, sfodera tutta la sua bravura, mostrandoci di saper dire e anche bene, la sua sui film d’azione. Inseguimenti e incidenti stradali girati e montati benissimo, il sangue rosso acceso che schizza, dialoghi affilati, taglienti e magistrali in tipico stile tarantiniano, e un bravissimo Kurt Russell ( terza scelta come protagonista dopo Mickey Rourke e Sylvester Stallone ) e un finale in stile amazzone che da la possibilità alle donne di avere il loro momento di gloria. Ricco di citazioni ( come in tutti i film di Tarantino ), humour affilato, questo film particolare nel suo genere è assolutamente da non perdere. Ancora una volta, Tarantino si conferma il maestro di una generazione. Adesso che ci penso, domani è Halloween, e questo film è perfetto per trascorrere due ore di grande grandissimo cinema all’insegna dello splatter con la S maiuscola, con i miei amici. [-]
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STUNTMAN MYKE un vecchio pazzo che si diverte a schiantarsi contro auto di ventenni . e la cosa li diverte molto lo fa' e lo rifa' molte volte fino a quando non incontra pane per i suoi denti . il film prende in pieno il tarantino style film di serie b tra pulp e azione consigliato TARANTINO 4EVER
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