toty bottalla
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domenica 17 marzo 2013
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game over...per fortuna!
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Non c'è dubbio che tarantino voglia mettere in scena la parte folle, stupida e deviata dell'umanità giovanile, facendogli fare i conti con le conseguenze, nelle vesti di un idiota al volante, però il film che presenta: è noioso nei lunghi dialoghi demenziali, comicamente violento con scene d'azione in stile videogame, e poi dun tratto...game over finalmente! Saluti.
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ex_equo
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martedì 5 marzo 2013
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noia pura
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Quando guardi l'orologio e ti accorgi che sono passati 46 minuti e non è ancora successo niente - e da circa 30 ti sei stufato di aspettare che qualcosa succeda - beh, che lo si voglia o no, qualcosa non va.
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pablito72
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domenica 13 gennaio 2013
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imbarazzante
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Non il peggior film di Tarantino, ma il peggior film della storia del cinema! Non ricordo di aver mai visto una pellicola peggiore di questa...pessimo in tutto e per tutto, persino il bravo Kurt Russel è l'ombra di se stesso qui.
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peter patti
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venerdì 28 dicembre 2012
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follia marca anni 70
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Non basta qualche citazione di B-movies per fare un gran film; nemmeno per fare un film di serie B che imita film di serie B e furbescamente proiettarsi così nella serie A. Tarantino assembla qui diverse belle ragazze e cerca di far superare allo spettatore i primi 45 minuti munendole di un turpiloquio che dovrebbe risultare sexy ma è in realtà semplicemente penoso e... antierotico. Poi accade qualcosa (siamo confrontati con notevoli riprese "orrifiche", come già siamo ben abituati da lui e da altri registi del suo rango). Poi, di nuovo niente o quasi fino al rushdown finale.
Se sul grande schermo (o sullo schermo del DVD player) scorre sangue, non occorre necessariamente acclamare. E ai signori traduttori dico questo: non lasciate nella lingua originale termini ed espressioni incomprensibili a chi ha poca confidenza con la cultura televisiva, sportiva e gossippara del mondo anglosassone; fate uno sforzo e cercate gli equivalenti nella lingua di Dante.
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Non basta qualche citazione di B-movies per fare un gran film; nemmeno per fare un film di serie B che imita film di serie B e furbescamente proiettarsi così nella serie A. Tarantino assembla qui diverse belle ragazze e cerca di far superare allo spettatore i primi 45 minuti munendole di un turpiloquio che dovrebbe risultare sexy ma è in realtà semplicemente penoso e... antierotico. Poi accade qualcosa (siamo confrontati con notevoli riprese "orrifiche", come già siamo ben abituati da lui e da altri registi del suo rango). Poi, di nuovo niente o quasi fino al rushdown finale.
Se sul grande schermo (o sullo schermo del DVD player) scorre sangue, non occorre necessariamente acclamare. E ai signori traduttori dico questo: non lasciate nella lingua originale termini ed espressioni incomprensibili a chi ha poca confidenza con la cultura televisiva, sportiva e gossippara del mondo anglosassone; fate uno sforzo e cercate gli equivalenti nella lingua di Dante. I primi tre quarti d'ora del film risultano indigesti anche per questo.
Con 'Grindhouse - A prova di morte', Tarantino ha imboccato una strada simile a quella dei due Kill Bill: manca il fascino - e, direi, l'eleganza, sia pure in chiave trash - che caratterizzò 'Pulp Fiction' e 'Jackie Brown'.
Una curiosità per gli amanti dell''opus' di questo regista: c'è una scena in cui lo psicopatico (Kurt Russell) accarezza, con un dito umido di saliva, i piedi di una delle ragazze, facendole provare un brivido. E' una sorta di 'come back' dell'ossessione di Tarantino per i piedi femminili; tutti ricordano il famigerato massaggio ai piedi di Mia in 'Pulp Fiction', e scene simili si ripetono in 'Bastardi senza gloria' e 'Dal Tramonto all'Alba'.
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paolo salvaro
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domenica 23 settembre 2012
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grande omaggio al genere d'exploitation
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Non capisco come si fa ad uscirsene con cose del tipo: "film orribile, senza qualità, senza trama e girato con il solo intento di far soldi" pensando di criticare il film quando in realtà è proprio così che il film doveva essere fatto, così che Tarantino voleva fare e così che Tarantino ha fatto? La prima frase, si la prima, della pagina wikipedia dedicata a questo genere recita: "per film d'exploitation si intende un genere cinematografico che mette da parte i meriti artistici per una estetizzazione più forte, mostrando spesso scene di sesso o violenza" e poco più sotto: "per grindhouse si intende un cinema che principalmente presenta film d'exploitation, spesso gli stessi film d'exploitation vengono chiamati grindhouse.
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Non capisco come si fa ad uscirsene con cose del tipo: "film orribile, senza qualità, senza trama e girato con il solo intento di far soldi" pensando di criticare il film quando in realtà è proprio così che il film doveva essere fatto, così che Tarantino voleva fare e così che Tarantino ha fatto? La prima frase, si la prima, della pagina wikipedia dedicata a questo genere recita: "per film d'exploitation si intende un genere cinematografico che mette da parte i meriti artistici per una estetizzazione più forte, mostrando spesso scene di sesso o violenza" e poco più sotto: "per grindhouse si intende un cinema che principalmente presenta film d'exploitation, spesso gli stessi film d'exploitation vengono chiamati grindhouse. Le grindhouse sono note per le maratone non-stop di B-movie, di solito con due film mostrati di seguito della stessa serie". Un genere che prevede quindi scarsa attenzione dedicata alla trama, alla regia e al montaggio e una infinità di scene violente e luride che vanno ad esaltare e a fare pubblicità ad alcune particolari caratteristiche del prodotto. Tra l'altro Tarantino ha pure fatto del suo peggio, ma il suo talento gli impedisce di girare scene di basso livello e così il fim resta comunque buono. Ora mi rivolgo a chi ha commentato nel forum accostando questo film a quelli di Sergio Leone, di Hitchcock, di Kubrick e agli altri fatti da Tarantino: ma cazzo è come mettere a confronto Il silenzio degli innocenti con La carica dei 101! Cosa cavolo possono avere in comune? Niente! Ed infatti questo film con gli altri di Tarantino o con i film di Sergio Leone, di Kubrick o di Hitcock non c'entra niente perchè deve essere così! Deve essere un film squallido perchè lo richiede il genere a cui appartiene! E' come lamentarsi perchè c'è un cadavere in un poliziesco! Ma ci siete? Bisogna confrontare questo film con i classici del genere, come I spit on your grave del 1978, non il remake, oppure Cannibal Holocaust del 1980, di un regista italiano tra l'altro! Per non parlar del fatto che l'intento principale del film è poi in realtà omaggiare l'intera vecchia generazione di stuntman americani che lo stesso psicopatico Stuntman Mike incarna. La stessa Zoe Bell è realmente una grande stuntman, per non parlare di Buddy Joe Hooker, Chrissy Weathersby, Tracy Dashnaw e Steve Davison. An no dai, voi forse pensate pure che gli incidenti di questo film siano fatti al computer, dopo che gli attori del film hanno passato ore a parlare dei tempi "del tutto o niente" e di Punto zero. Un consiglio: se dovete confrontare due film, prima assicuratevi che siano dello stesso genere.
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davide chiappetta
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mercoledì 12 settembre 2012
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niente male
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Esercizio di stile o divertissement di Tarantino? Il giudizio ai posteri. Resta comunque un film per appassionati del cinema di serie B Anni Settanta, con tutti i pregi e i difetti del caso: fotografia sgranata, errori di montaggio, dialoghi interminabili (di citazioni di altri film famosi a volte fino alla saturazione), sceneggiatura piena di buchi e via dicendo (tutti creati di propostito). Grandissimo Kurt Russell, non lo si vedeva così dai tempi di 'Fuga da New York' e buona prova per l'esplosiva Vanessa Ferlito. Ottime musiche, come sempre, nei film di Tarantino; alcune sequenze eccezionali: il frontale delle due auto rivista da varie angolazioni e girata come un balletto macabro, e l'anatra montata sull auto a prova di morte identica a quella montata davanti al camion di Kristofferson in 'Convoy trincea d'asfalto'; le citazioni si sprecano.
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Esercizio di stile o divertissement di Tarantino? Il giudizio ai posteri. Resta comunque un film per appassionati del cinema di serie B Anni Settanta, con tutti i pregi e i difetti del caso: fotografia sgranata, errori di montaggio, dialoghi interminabili (di citazioni di altri film famosi a volte fino alla saturazione), sceneggiatura piena di buchi e via dicendo (tutti creati di propostito). Grandissimo Kurt Russell, non lo si vedeva così dai tempi di 'Fuga da New York' e buona prova per l'esplosiva Vanessa Ferlito. Ottime musiche, come sempre, nei film di Tarantino; alcune sequenze eccezionali: il frontale delle due auto rivista da varie angolazioni e girata come un balletto macabro, e l'anatra montata sull auto a prova di morte identica a quella montata davanti al camion di Kristofferson in 'Convoy trincea d'asfalto'; le citazioni si sprecano. In definitiva niente male!
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andyflash77
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sabato 11 agosto 2012
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tarantino, regia in tandem con rodriguez
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Per la DJ più richiesta di Austin, Jungle Julia (Sydney Tamiia Poitier),l crepuscolo è il momento migliore per rilassarsi in compagnia di due delle sue migliori amiche, Shanna (Jordan Ladd) e Arlene (Vanessa Ferlito).
Insieme, le tre bellezze si lanciano alla conquista della notte, facendo girare la testa a tutti quelli che incontrano, passando da Guero’s al Texas Chili Parlor.
Ma non tutti gli sguardi che attirano sono innocenti: infatti, a seguire di soppiatto ogni loro mossa c’è anche Stuntman Mike (Kurt Russell), uno stagionato e attempato ribelle pieno di cicatrici che sorride con atteggiamento lascivo seduto al volante della sua auto.
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Per la DJ più richiesta di Austin, Jungle Julia (Sydney Tamiia Poitier),l crepuscolo è il momento migliore per rilassarsi in compagnia di due delle sue migliori amiche, Shanna (Jordan Ladd) e Arlene (Vanessa Ferlito).
Insieme, le tre bellezze si lanciano alla conquista della notte, facendo girare la testa a tutti quelli che incontrano, passando da Guero’s al Texas Chili Parlor.
Ma non tutti gli sguardi che attirano sono innocenti: infatti, a seguire di soppiatto ogni loro mossa c’è anche Stuntman Mike (Kurt Russell), uno stagionato e attempato ribelle pieno di cicatrici che sorride con atteggiamento lascivo seduto al volante della sua auto. E mentre le ragazze consumano le loro birre, scorgiamo poco distante il possente e rovente bisonte della strada di Mike... Dopo il clamoroso fallimento al botteghino americano, Grindhouse di Quentin Tarantino eRobert Rodriguez viene diviso per l'Europa in Death Proof - A Prova di Morte di Quentin Tarantino e Planet Terror - Il Pianeta del Terrore di Robert Rodriguez.
Tarantino si riappropria quindi della sua unicità offrendosi come tutti lo desiderano, ossia con lavori firmati in maniera esclusiva. Quentin Tarantino conGrindhouse - A Prova di Morte è alla sua quinta regia, una prova non facile per il geniale artista di Knoxville, Tennessee, capace di coniare involontariamente il genere "tarantiniano" con Le Iene (1992), Pulp Fiction (1994), Jackie Brown (1997) e Kill Bill (2003), quattro importanti film dei quali almeno due, due e mezzo sono veri capolavori, con buona pace dei detrattori dell'ispirato regista. Egli definisce così il suo Grindhouse - A Prova di Morte:"Il film combina il genere splatter e inseguimenti al cardiopalma, il che costituisce un ottimo materiale di partenza.
I due elementi sono talmente fusi tra loro che ad un certo puntoil film cambia totalmente di genere anche se non saprei dire esattamente in quale momento questo succeda, ma comunque da un certo momento in poi lo spettatore si renderà conto che sta guardando un qualcosa di totalmente diverso da tutto quello che lo ha preceduto.
Il tono cambia totalmente e si passa ad un altro film. Lo spettatore sarà talmente preso dai personaggi che non se ne accorgerà, ma nella parte finale si vedrà un film completamente diverso". Con queste dichiarazioni dimostra di essere perfettamente consapevole della sua scelta autoriale, gliene si deve dare atto: Tarantino, raggiunta la metà circa della storia, abbandona il suo crescendo tarantiniano per dedicarsi ad altro, cade rovinosamente, ma in maniera assolutamente consapevole. L'incipit di Grindhouse - A Prova di Morte è subito notevole, fin dai titoli di coda, la sceneggiatura parte quindi offrendoci lunghi e solidi dialoghi coinvolgenti, i personaggi di Jungle Julia (Sydney Tamiia Poitier), Arlene (Vanessa Ferlito) e Shanna (Jordan Ladd) appaiono fortemente caratterizzati e realistici, specialmente l'inaspettata svolta romantica di Jungle Julia e l'inquietudine diArlene rendono la pellicola ancor più viva. La tensione cresce con la prima apparizione di Stuntman Mike (Kurt Russell) e del suo potente bolide Death Proof - A Prova di Morte, ma sono le riprese delle scene svolte al Texas Chili Parlor a decretare la svolta: lo stile di Tarantino emerge in tutta lua forza, il film diventa potente ed appassionante, lo spettatore viene tirato dentro lo schermo dai lunghi monologhi diJungle Julia ed il magnetismo del Tarantino attore e del grandissimo Kurt Russell trasformano l'incipit di Grindhouse - A Prova di Morte in un vero e proprio spettacolo cinematografico. Perchè è proprio questa la prima parte di Grindhouse - A Prova di Morte: uno spettacolo.
Siamo a bordo di una nuova tarantinata, il personaggio di Stuntman Mike in tutto il suo agghiacciante mistero vive in crescendo, Tarantino ci mette ancora una volta lo zampino, il faccia a faccia traMike ed Arlene è bellissimo e lo spettatore non può che augurarsi il meglio. Da lì in poi il film subisce un'ulteriore svolta topica, la pellicola accelera bruscamente proprio come Stuntman Mike e ciò che ne segue lascia a bocca aperta. Tarantino ha colpito ancora.
Ma ha colpito troppo presto, si rende conto di essere sulla strada del successo ma vira totalmente e paurosamente, perchè Grindhouse - A Prova di Morte DEVE ESSERE lo sfogo della sua smodata passione per il genere B Movie. La seconda parte del film diventa ben presto un po' insipida, desta indifferenza, Tarantino si pesta i piedi da solo, ritmo e storia cambiano totalmente, si dà libero sfogo al citazionismo più sfrenato, lo spettacolo iniziale si trasforma in unafolle corsa grottesca che finisce di sorprendere ben presto, lo spettatore intuisce già come andrà a finire, e non finisce nemmeno nel modo più soprendente. Grindhouse - A Prova di Morte nella seconda parte diventa tutto un gioco, soltanto un omaggio davvero poco coinvolgente,il tarantiniano abbandona la pellicola e ci lascia con l'amaro in bocca nonostante i divertenti frames finali, ed il forte dubbio che Tarantino abbia volutamente tramutato in un divertissement un progetto che aveva le carte giuste per essere molto di più, forse ce lo fa ammirare anche per questo, come a dirci: "Stavolta ho scherzato, la prossima volta farò sul serio perchè sono Quentin Tarantino".
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ultimoboyscout
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sabato 4 agosto 2012
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semplicemente quentin!
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Cita fortemente "Kill Bill" e anche qui le protagoniste vere sono donne, come donna è la vendetta. Le armi sono, in luogo della katana, una Dodge Charger preparata, a prova di morte per Stuntman Mike, e una Chevy Nova Mustang del '70, il sangue scorre a fiumi tra arti mutilati o spezzati e denti che volano via come se piovesse. Il film, visivamente, somiglia a una pellicola degli anni '70 mal conservata, l'effetto è stato fortemente voluto dal regista e in effetti le Grindhouses, negli Stati Uniti di un pò di anni fa, erano quelle sale dove pagando un solo biglietto si potevano vedere due pellicole, spesso di infima categoria e consumate dal tempo e dall'usura.
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Cita fortemente "Kill Bill" e anche qui le protagoniste vere sono donne, come donna è la vendetta. Le armi sono, in luogo della katana, una Dodge Charger preparata, a prova di morte per Stuntman Mike, e una Chevy Nova Mustang del '70, il sangue scorre a fiumi tra arti mutilati o spezzati e denti che volano via come se piovesse. Il film, visivamente, somiglia a una pellicola degli anni '70 mal conservata, l'effetto è stato fortemente voluto dal regista e in effetti le Grindhouses, negli Stati Uniti di un pò di anni fa, erano quelle sale dove pagando un solo biglietto si potevano vedere due pellicole, spesso di infima categoria e consumate dal tempo e dall'usura. Manca il cambia di passo e quindi tra le due situazioni analoghe su cui si basa il film c'è un certo calo di tensione, le citazioni abbondano e svariano su tantissimi generi ma alla lunga stancano perdendo di significato e somigliando sempre più a una sorta di bulimia cinefila e la voglia di fare cinema "popolare" finisce nel vicolo cieco. L'intrattenimento è comunque notevole e la visionarietà di Tarantino è spaventosa, qui il regista è anche direttore di una fotografia sgranata e sbregata in linea col film. Si tratta di action movie on the road e il personaggio di Russell ricorda il camionista di "Duel" o il folle autista de "La macchina nera" che ha la targa JJZ-109 resa famosa da "Bullit". I dialoghi, a volte stucchevoli, sono comunque brillanti e anch'essi ricchissimi di citazioni di vecchie pellicole di oltre 30 anni fa di cui Tarantino è un notissimo ammiratore. E a ben vedere questo film è un vero e proprio invito, soprattutto ai più giovani, a rivisitare proprio quelle pellicole e quel cinema sorpasato e dai più dimenticato, un cinema brutto, sporco e cattivo lontanissimo dai computer e dalla grafica digitale moderna. L'avvio è decisamente promettente ma purtroppo si perde un pò tra chiacchiere e azioni sconclusionate e poco comprensibili di Stuntman Mike, per poi riprendersi piuttosto bene nel finale e nell'ultimo, strepitoso inseguimento con scazzottata. La pellicola dice molto di Tarantino e del suo stile, delle sue passioni e dei suoi feticismi (piedi e natiche), la sceneggiatura è tarantiniana al 100% ma forse è quello che meno gli è riuscito (c'entrerà qualcosa la squallida operazione commerciale a cui è legato con "Planet terror" di Rodriguez?) e che in America è stato un flop e anche in Italia è stato accolto con una certa freddezza. Ma ciò che più si ricorda è l'audio gracchiante, la pellicola graffiata, le immagini in bianco e nero e i fotogrammi mancanti: tutto magnificamente Quentin!
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ruspa machete
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domenica 17 giugno 2012
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sottovalutato.
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Di certo non il miglior film di Tarantino, ma rappresenta al meglio l'essenza del regista: donne, vendetta, femminismo, violenza, citazioni a film cult, riferimenti ad altre sue opere, omaggio a un genere. Tutto questo è Tarantino.
Secondo me si è divertito come un pazzo a realizzare questo film!
Come tutti i suoi film, più si guarda e più migliora ;)
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rickyfusari
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martedì 8 maggio 2012
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violenza e allusione
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Quentin Tarantino ci ha abituati a film crudi. La violenza in Tarantino non è semplice violenza: è poesia fluente. E qui, di poetici flussi violenti ce ne sono due. Brevi. Concisi. Concentrati. La trama del film si snoda in due parti, in media res, con un ampio discorso infarinante che ci fa entrare nelle vicende delle ragazze che incontreranno il buon vecchio Stuntman Mike, un pazzo assassino che si trastulla a fare spezzatini di ragazze con la sua macchina da Stuntman, avvalendosi del suo fascino, a metà tra duro e bel tenebroso. Finite le parti introduttive, Stuntman Mike entra in azione, aprendo un'ampia breccia nella diga che aveva continuato ad accumulare fiumi di violenza, facendoci precipitare in un Vajont di sangue.
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Quentin Tarantino ci ha abituati a film crudi. La violenza in Tarantino non è semplice violenza: è poesia fluente. E qui, di poetici flussi violenti ce ne sono due. Brevi. Concisi. Concentrati. La trama del film si snoda in due parti, in media res, con un ampio discorso infarinante che ci fa entrare nelle vicende delle ragazze che incontreranno il buon vecchio Stuntman Mike, un pazzo assassino che si trastulla a fare spezzatini di ragazze con la sua macchina da Stuntman, avvalendosi del suo fascino, a metà tra duro e bel tenebroso. Finite le parti introduttive, Stuntman Mike entra in azione, aprendo un'ampia breccia nella diga che aveva continuato ad accumulare fiumi di violenza, facendoci precipitare in un Vajont di sangue. Buon film, divertente, cinefilo e al tempo stesso sarcastico. Non il migliore di Tarantino, ma ottimo passatempo in una serata noiosa.
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