antonio the rock
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lunedì 4 agosto 2008
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funny games:evitiamolo.
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Un film deludente nei contenuti,dove impera soltanto violenza che ha lo scopo di nascondere la pochezza contenutistica che è alla base del film.Naomi Watts ha solo una funzione marginale e poteva essere sfruttata meglio nelle sue potenzialità di attrice.Il film vuole essere (senza successo) un remake di Arancia Meccanica,ma Kubrick da gran regista non nasconde nulla alternando una valida trama a una spietata violenza.
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(di bea)
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giorgia
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domenica 3 agosto 2008
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non capisco il furore che suscita....
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Premetto che ho visto l'originale parecchi mesi fa. L'ho trovato un buon thriller, coinvolgente e non scontato.Certo spiazzante ma enigmatico e raffinato con una atmosfera particolare..come pochi. Ho visto davvero di peggio. Non capisco perchè è così attaccato. Mi è rimasto impresso il contenuto violento disperante per cui non ho avuto voglia di rivederlo.Ma trovo sia una perla cinematografica, proprio per la sua enigmaticità e la sua incisività.Non è obbligatorio disquisire e reagire al cinema. Sarà pure sopravvalutato ma all'opposto mi sembra anche parecchio sottovalutato...
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ale
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domenica 3 agosto 2008
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la violenza esiste ed è difficile da fermare
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un film pieno di pathos.. fatto stupendamente bene: il modo in cui viene usata la telecamera, l'atmosfera, l'ambientazione e soprattutto gli attori.. bravissimi. L'argomento trattato è la violenza, difficile da fermare.. e il film ci fa capire k nn solo le persone trasandate, k parlare da sole, k sembrano avere dei problemi di tipo mentali, sono pericolose... ma anche quelle k si vestono in modo perfetto, k sono educate possono essere molto + pericolose.. anzi peggio
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rita
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domenica 3 agosto 2008
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orrendooo....
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Volutamente castrante, annichilente e avvilente. Alla fine ti rendi conto che è un film anche se sembra non voglia finire..perchè fa immaginare una ulteriore tortura preceduta da molte.Sembra che uno ci caschi per caso in questa visione; in questo "film"..e in effetti ci casca come su una buccia di banana..ma poi ricorda il vero cinema e l'interesse e gli stimoli che suscita attraverso simboli e gli viene voglia di dire a questo provocatore da strapazzo:NE HAI FATTI 2...PIETA' NON FARNE UN TERZO!! ABBIAMO CAPITO CHE I TUOI GAMES SONO INFINITI.LA FORMULA MATEMATICA E' BEN CHIARA. LIBERACI DAI TUOI INCUBI.
AMEN.
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(di belrumeno)
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herr morgue
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domenica 3 agosto 2008
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trailertraditore
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Sarò franco e più oggettivo possibile.
Il film non è esaltante e per molti risulta angosciante, anestetico, snervante, tedioso e soporifero. Il gioco è che anche tramite queste caratteristiche vanno colti gli spunti interessanti, credete che vedendo l'ennesimo action-movie dove la squadra di strafighi di turno fa stragi di avversari lobotomizzati, vi avrebbe fatto uscire dalla sala più soddisfatti? La frecciata alla nostra fame di pellicole ultramilionarie sconclusionate e sempre più insipide, farcite di cliché e idiozia, è più che condivisibile.
In definitiva, reputo questo film abbastanza criptico per il pubblico medio, dove "medio" sta per "spettatore-che-si-reca-al-cinema-senza-troppe-pretese-per-rilassarsi-dopo-una-faticosa-settimana-di-lavoro-e-routine" e a loro senza dubbio LO SCONSIGLIO, tanto si vive pure senza.
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Sarò franco e più oggettivo possibile.
Il film non è esaltante e per molti risulta angosciante, anestetico, snervante, tedioso e soporifero. Il gioco è che anche tramite queste caratteristiche vanno colti gli spunti interessanti, credete che vedendo l'ennesimo action-movie dove la squadra di strafighi di turno fa stragi di avversari lobotomizzati, vi avrebbe fatto uscire dalla sala più soddisfatti? La frecciata alla nostra fame di pellicole ultramilionarie sconclusionate e sempre più insipide, farcite di cliché e idiozia, è più che condivisibile.
In definitiva, reputo questo film abbastanza criptico per il pubblico medio, dove "medio" sta per "spettatore-che-si-reca-al-cinema-senza-troppe-pretese-per-rilassarsi-dopo-una-faticosa-settimana-di-lavoro-e-routine" e a loro senza dubbio LO SCONSIGLIO, tanto si vive pure senza. La causa è estremamente semplice, e scaturisce dai fatti:
Mosse da un trailer PESSIMO e FUORVIANTE, migliaia di persone sono andate al cinema convinte di vedere un po' di sana ultra-violenza fine a sé stessa, così, per evadere dalla realtà, com'è legittimo fare, del resto. 5, 6, 7 € e passiamo due ore di diletto e piacere, come faremmo con un qualunque blockbuster...cosa che funny games NON è!
Per quanto riguarda l'accostamento con arancia meccanica, credo che abbia aiutato a mandare tutti fuori strada, convincendo chi si apprestava ad acquistare il biglietto che i due golfisti perversi, borghesi e ben acconciati fossero delle semplici copie dei celeberrimi "drughi" di kubrick, dato che anche loro col passare del tempo sono stati travisati e ridotti, aimé, a meri dispensatori di bastonate e insulti.
Vedere i gadget per credere.
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loretech
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domenica 3 agosto 2008
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questo film ha un etica?
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La vera forza innovativa del film è la mancanza dell'effetto catartico, ovvero il momento della liberazione dello spettatore dalle violenze e dalle atrocità che vengono proposte.
In questo senso il film esce dalla sala, lo spettatore se lo porta dietro nella forma di una voglia di rivalsa che non trova sfogo nella trama.
La dinamica dei fatti narrati è irreale.Come in molti film horror di bassa qualità i protagonisti fanno sempre il contrario di quello che si dovrebbe fare in una situazione del genere e questo genera ancora più rabbia nello spettatore.
La trama è originale ma scontata.
Forse chi scrive sarà troppo pessimista ma nonostante anni di film happy end, già da metà pellicola si capisce che le cose per la famigliola potrebbero finire in quel modo.
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La vera forza innovativa del film è la mancanza dell'effetto catartico, ovvero il momento della liberazione dello spettatore dalle violenze e dalle atrocità che vengono proposte.
In questo senso il film esce dalla sala, lo spettatore se lo porta dietro nella forma di una voglia di rivalsa che non trova sfogo nella trama.
La dinamica dei fatti narrati è irreale.Come in molti film horror di bassa qualità i protagonisti fanno sempre il contrario di quello che si dovrebbe fare in una situazione del genere e questo genera ancora più rabbia nello spettatore.
La trama è originale ma scontata.
Forse chi scrive sarà troppo pessimista ma nonostante anni di film happy end, già da metà pellicola si capisce che le cose per la famigliola potrebbero finire in quel modo.
La morte del bambino rende tutto abbastanza chiaro e contribuisce a rendere le scene ancora più lente di quanto non lo siano già.
Questo film suscita emozioni spiacevoli che vanno oltre la semplice tristezza o rabbia e se si è disposti a pagare per incazzarsi questo è il film giusto.
Il paragone con Arancia meccanica è assolutamente inappropriato.
Non sono un fanatico di Kubrick, ma nel suo film la violenza era il vettore di una storia che denuciava il sistema di una società, mentre questo film non ha contenuti sociali.
Finora ho sempre saputo che ciò che permette ad un film di non influenzare la vita di uno spettatore suscettibile è l'effetto catartico/liberatorio e questo film ne è privo.
Se si fosse fatto un film in cui per due ore si torturava su una sedia legato un povero malcapitato con atroce crudeltà e senza motivo l'effetto sarebbe stato grosso modo lo stesso.
Questo film è arte di frontiera, ovvero quel tipo di manifestazione che mira a raggiungere il limite del tabù per generare forti emozioni a qualsiasi costo. Ne sono un esempio una nota campagna pubblicitaria in cui si è usato il corpo nudo di un anoressica e l'installazione di un artista che fece morire un cane in una mostra per dimostrare la nostra ipocrisia di spettatori.
Concludo dicendo che indubbiamente si tratta in tutti i casi di arte, ma che anche l'arte, come tutte le forme produttive dell'uomo, deve avere un etica.
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stefano montecchi
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domenica 3 agosto 2008
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analisi del cinema che tenta di "capire" il male
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Il nuovo Funny Games è l'esatta fotocopia dell'originale che il regista girò 10 anni prima. E' stato rigirato e ridistribuito, con attori diversi ma ricalcati sugli originali, unicamente per portare il messaggio del film sul mercato americano, mercato che altrimenti (cosa che ha comunque fatto) avrebbe ignorato un film europeo distribuito coi sottotitoli.
Quindi, evitando le chiacchiere sulla sua ri-edizione, ecco cosa penso di questo film e, conseguentemente, del suo precedente del 1997.
In questo film, come accade nei "classici" di Haneke "Benny's video" e "Niente da nascondere", il regista gioca sulla finzione (il cinema) per mostrare un problema etico (il male che è dentro e fuori di noi).
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Il nuovo Funny Games è l'esatta fotocopia dell'originale che il regista girò 10 anni prima. E' stato rigirato e ridistribuito, con attori diversi ma ricalcati sugli originali, unicamente per portare il messaggio del film sul mercato americano, mercato che altrimenti (cosa che ha comunque fatto) avrebbe ignorato un film europeo distribuito coi sottotitoli.
Quindi, evitando le chiacchiere sulla sua ri-edizione, ecco cosa penso di questo film e, conseguentemente, del suo precedente del 1997.
In questo film, come accade nei "classici" di Haneke "Benny's video" e "Niente da nascondere", il regista gioca sulla finzione (il cinema) per mostrare un problema etico (il male che è dentro e fuori di noi).
Le tanto rivendicate o rinnegate associazioni ad "Arancia meccanica" si limitano a due elementi, uno che rende simili i due film e uno che li mette in contrapposizione:
- i cattivi sono "chiari", limpidi, essenza di un male che viene sublimato, diventa puro e si discosta dal cattivo della notte, dark, oscuro. Non vi è motivazione al male che i "cattivi" dimostrano di avere o, meglio ancora, di essere, di rappresentare. Male puro e immotivato.
- laddove "Arancia meccanica" mostra la violenza (del resto si può definire il "film dell'occhio", dello sguardo sulla violenza, dell'occhio di Alex, il protagonista, e dell'occhio del cinema violento che viene mostrato ad Alex stesso per guarirlo), in "Funny games" la violenza non viene mostrata, anzi, viene nascosta.
Ma è proprio ciò che viene nascosto, ciò che non viene mostrato ad essere importante nella filmografia di Haneke.
"Funny games" si pone il problema: cosè il male. Ma non sa rispondere. Il male è subìto, il male viene fatto. Ma il male è anche un qualcosa che ci è dentro e che cambia, che a volte sembra essere buono, quando ci parla, o innocente. Ma non si può analizzare. Ecco perchè in "Funny games" viene spesso smascherato il fatto che lo spettatore non sta vedendo altro che un film, che si può riavvolgere e modificare: perchè Haneke è convinto che il cinema fabbrica stereotipi mentre la vita è tutt'altro, e di questo lo spettatore va messo in guardia. I continui rimandi al genere "thriller", qui, sono smontati, destrutturati per mostrare allo spettatore l'assurdità della finzione che il cinema ha mostrato ad esso fino ad oggi.
Incatalogabile proprio perchè è nel suo DNA, questo film è un lucido esempio, anche, per come lo spettatore puo' essere spiazzato nel vederlo dopo aver visto il suo trailer, tramite il quale può essersi fatto l'idea di andare a vedere un thriller quando è proprio il suo contrario.
Haneke non gioca coi falsi indizi. Haneke gioca per sottrazione: tutto ciò che mostra ha un senso, la trama è ridotta all'osso, non mette più carne al fuoco di quel che dovrebbe perchè il materiale che sottopone allo spettatore è troppo sensibile per farlo soffocare da inutilità.
Provocatorio a un livello subliminale, "Funny games" è un film che va visto e rivisto, a mente sgombra e disillusi da quanto possiamo esserci immaginati che possa essere prima di affrontarlo.
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[+] pardon,
(di laura)
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stefano mntecchi
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domenica 3 agosto 2008
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analisi del cinema che tenta di "capire" il male
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Il nuovo Funny Games è l'esatta fotocopia dell'originale che il regista girò 10 anni prima. E' stato rigirato e ridistribuito, con attori diversi ma ricalcati sugli originali, unicamente per portare il messaggio del film sul mercato americano, mercato che altrimenti (cosa che ha comunque fatto) avrebbe ignorato un film europeo distribuito coi sottotitoli.
Quindi, evitando le chiacchiere sulla sua ri-edizione, ecco cosa penso di questo film e, conseguentemente, del suo precedente del 1997.
In questo film, come accade nei "classici" di Haneke "Benny's video" e "Niente da nascondere", il regista gioca sulla finzione (il cinema) per mostrare un problema etico (il male che è dentro e fuori di noi).
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Il nuovo Funny Games è l'esatta fotocopia dell'originale che il regista girò 10 anni prima. E' stato rigirato e ridistribuito, con attori diversi ma ricalcati sugli originali, unicamente per portare il messaggio del film sul mercato americano, mercato che altrimenti (cosa che ha comunque fatto) avrebbe ignorato un film europeo distribuito coi sottotitoli.
Quindi, evitando le chiacchiere sulla sua ri-edizione, ecco cosa penso di questo film e, conseguentemente, del suo precedente del 1997.
In questo film, come accade nei "classici" di Haneke "Benny's video" e "Niente da nascondere", il regista gioca sulla finzione (il cinema) per mostrare un problema etico (il male che è dentro e fuori di noi).
Le tanto rivendicate o rinnegate associazioni ad "Arancia meccanica" si limitano a due elementi, uno che rende simili i due film e uno che li mette in contrapposizione:
- i cattivi sono "chiari", limpidi, essenza di un male che viene sublimato, diventa puro e si discosta dal cattivo della notte, dark, oscuro. Non vi è motivazione al male che i "cattivi" dimostrano di avere o, meglio ancora, di essere, di rappresentare. Male puro e immotivato.
- laddove "Arancia meccanica" mostra la violenza (del resto si può definire il "film dell'occhio", dello sguardo sulla violenza, dell'occhio di Alex, il protagonista, e dell'occhio del cinema violento che viene mostrato ad Alex stesso per guarirlo), in "Funny games" la violenza non viene mostrata, anzi, viene nascosta.
Ma è proprio ciò che viene nascosto, ciò che non viene mostrato ad essere importante nella filmografia di Haneke.
"Funny games" si pone il problema: cosè il male. Ma non sa rispondere. Il male è subìto, il male viene fatto. Ma il male è anche un qualcosa che ci è dentro e che cambia, che a volte sembra essere buono, quando ci parla, o innocente. Ma non si può analizzare. Ecco perchè in "Funny games" viene spesso smascherato il fatto che lo spettatore non sta vedendo altro che un film, che si può riavvolgere e modificare: perchè Haneke è convinto che il cinema fabbrica stereotipi mentre la vita è tutt'altro, e di questo lo spettatore va messo in guardia. I continui rimandi al genere "thriller", qui, sono smontati, destrutturati per mostrare allo spettatore l'assurdità della finzione che il cinema ha mostrato ad esso fino ad oggi.
Incatalogabile proprio perchè è nel suo DNA, questo film è un lucido esempio, anche, per come lo spettatore puo' essere spiazzato nel vederlo dopo aver visto il suo trailer, tramite il quale può essersi fatto l'idea di andare a vedere un thriller quando è proprio il suo contrario.
Haneke non gioca coi falsi indizi. Haneke gioca per sottrazione: tutto ciò che mostra ha un senso, la trama è ridotta all'osso, non mette più carne al fuoco di quel che dovrebbe perchè il materiale che sottopone allo spettatore è troppo sensibile per farlo soffocare da inutilità.
Provocatorio a un livello subliminale, "Funny games" è un film che va visto e rivisto, a mente sgombra e disillusi da quanto possiamo esserci immaginati che possa essere prima di affrontarlo.
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laura
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domenica 3 agosto 2008
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un rompicato il significato del film
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Indubbiamente coinvolge,turba e disturba. Ma per perseguire quale scopo? Questo mi è rimsto davvero oscuro...anche leggendo qua e là nel forum..vengono proposte varie interpretazioni tutte valide prese singolarmente e scritte con eguale convinzione.Ma rimango col mio grosso BOH!!
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jack
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domenica 3 agosto 2008
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niente di nuovo
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questo film l'ho visto un po di anni fa', non ho capito se questo è un remake... resta il fatto che fa veramente schifo...
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