francesco manca
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giovedì 29 novembre 2007
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...e poi c'e' scorsese...
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Dopo averci raccontato attraverso occhi infelici e malinconici la guerra tra le bande di “Gangs of New York” e le vicende del pilota megalomane Howard Hughs in “The Aviator”, il vecchio leone Martin Scorsese torna dietro la macchina da presa con “The Departed – il bene e il male”, remake del mite “Infernal Affairs”, film giapponese del 2002, dirigendo ancora una volta il suo nuovo attore “feticcio” Leonardo Di Caprio, insieme all’istrionico Matt Damon, al colossale e diabolico Jack Nicholson e allo straordinario Mark Wahlberg. Scorsese cambia nettamente rotta, infatti in “The Departed” non si è più dalle parti di “Mean Streets” e di “Taxi Driver” in una New York tetra, sanguinosa e malata, ma ci si trasferisce a Boston, con più carica, con più grinta e con più voglia di dimostrare a tutti il proprio talento.
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Dopo averci raccontato attraverso occhi infelici e malinconici la guerra tra le bande di “Gangs of New York” e le vicende del pilota megalomane Howard Hughs in “The Aviator”, il vecchio leone Martin Scorsese torna dietro la macchina da presa con “The Departed – il bene e il male”, remake del mite “Infernal Affairs”, film giapponese del 2002, dirigendo ancora una volta il suo nuovo attore “feticcio” Leonardo Di Caprio, insieme all’istrionico Matt Damon, al colossale e diabolico Jack Nicholson e allo straordinario Mark Wahlberg. Scorsese cambia nettamente rotta, infatti in “The Departed” non si è più dalle parti di “Mean Streets” e di “Taxi Driver” in una New York tetra, sanguinosa e malata, ma ci si trasferisce a Boston, con più carica, con più grinta e con più voglia di dimostrare a tutti il proprio talento. E il caro Zio Martin lo mette ben in risalto il suo talento, mostrandoci cose che non ci aveva mai mostrato, adotta inquadrature a dir poco geniali, ogni movimento di macchina è dosato e pensato nei minimi dettagli, la sua regia è assolutamente perfetta, nessuna sbavatura, nessun errore…
Scorsese riesce ad essere in questa occasione più che mai, visionario e ispirato, dimostrandoci coraggio e maestria, inserisce citazioni e auto citazioni, in primis quella di “Scarface”(1933), e lo si può intuire dal continuo uso di “X”, oggetti che formano tra loro delle “X”, ogni volta che un personaggio viene ucciso, la camera inquadra, insieme ad esso, una “X”. Mi viene in mente soltanto una frase: qui ci troviamo di fronte ad un Maestro. Magistrali anche le interpretazioni di tutto il cast, nessuno escluso, a cominciare dall’incredibile prova di Leonardo Di Caprio, che qui interpreta uno dei ruoli più intensi ed impegnati di tutta la sua carriera, con espressioni e movimenti che ricordano tanto i mitici anni d’oro di Roberto De Niro, e pare proprio che il grande Bob abbia trovato il suo erede, e chi meglio di un italo americano poteva esserlo ? Stupefacente anche la performance di Matt Damon, che affianca un diabolico e immenso Jack Nicholson, non concedendogli mai più di quanto deve, tenendo testa ad uno dei più importanti miti della storia del Cinema, e se permettete…Questo è fare Cinema ! Ottimo anche Marc Wahlberg, e con lui, il suo personaggio, ovvero il Sergente Dickland, con tutta la sua personalità prepotente ed egoista, che va certamente ad incrementare la potenza e la bellezza di questo capolavoro, che vanta tra gli altri interpreti anche un colossale Martin Sheen, che sebbene interpreti un ruolo abbastanza tranquillo e distaccato, quello del Capitano Quinan, sembra davvero tornato agli ormai lontani e gloriosi tempi di “Apocalypse Now”. Eccellenti anche Alec Baldwin e Ray Winstone. Semplicemente sublime la fotografia di Michael Ballhaus che ritrae con assoluta perfezione un ambientazione grigia e periferica della cittadina di Boston, e che rende ancor più l’idea di cosa significhi la parola violenza che in questa pellicola è uno degli aspetti predominanti. Sensazionali le musiche di Howard Shore, che vantano tra l’altro numerosi pezzi rock, tanto cari a Scorsese, che li utilizzò anche nel drammatico “Al di là della vita”(1999). Questa è senza dubbio una performance strabiliante, che ha consentito a “The Departed” di portare a casa ben quattro Academy Awards, tra qui quelli per il miglior film, il meritatissimo per la miglior regia, miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio. Insomma, ce ne fossero di film così...
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il cinefilo
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lunedì 13 febbraio 2012
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il bene e il male nella visione di martin scorsese
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La storia si svolge a Boston(quasi 150 minuti di film ma non sono un problema se amministrati con arguzia,bravura e intelligenza come in questo caso)e si narrano le vicende parallele di due"infiltrati"piazzati,a vicenda,alle due sponde,opposte,di una società nettamente spaccata in due:la giustizia(Di Caprio/Billy Costigan)e il crimine organizzato(Matt Damon/Colin Sullivan,amico del boss F.Costello).
Nei fatti è questa l'unica distinzione che attraversa fatalmente il corso degli eventi e che Scorsese propone con la consueta intelligenza di regista anche se,in questo caso(ma non è l'unico)a me è sembrato molto più attento allo stile(nella messa in scena mediante un montaggio frenetico eppure affascinante,coinvolgente e abilissimo)che alla sostanza complessiva(come,invece,mi era capitato di constatare ai bei tempi di TAXI DRIVER,TORO SCATENATO e MEAN STREET per quanto riguarda la sapiente costruzione di quel che mi piace definire"immaginario visivo-ideologico"e che era suo costume imprimere con grande efficacia e,in tal senso,fanno scuola i bassifondi degradati di TAXI DRIVER).
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La storia si svolge a Boston(quasi 150 minuti di film ma non sono un problema se amministrati con arguzia,bravura e intelligenza come in questo caso)e si narrano le vicende parallele di due"infiltrati"piazzati,a vicenda,alle due sponde,opposte,di una società nettamente spaccata in due:la giustizia(Di Caprio/Billy Costigan)e il crimine organizzato(Matt Damon/Colin Sullivan,amico del boss F.Costello).
Nei fatti è questa l'unica distinzione che attraversa fatalmente il corso degli eventi e che Scorsese propone con la consueta intelligenza di regista anche se,in questo caso(ma non è l'unico)a me è sembrato molto più attento allo stile(nella messa in scena mediante un montaggio frenetico eppure affascinante,coinvolgente e abilissimo)che alla sostanza complessiva(come,invece,mi era capitato di constatare ai bei tempi di TAXI DRIVER,TORO SCATENATO e MEAN STREET per quanto riguarda la sapiente costruzione di quel che mi piace definire"immaginario visivo-ideologico"e che era suo costume imprimere con grande efficacia e,in tal senso,fanno scuola i bassifondi degradati di TAXI DRIVER).
Premessa questa particolarità(che però pesa sul mio giudizio complessivo)THE DEPARTED rasenta la perfezione,almeno come thriller d'azione,e non soltanto può dirsi facilmente molto superiore alla media ma può vantare,soprattutto,un cast di interpreti semplicemente meravigliosi a cominciare da quel mostro di umorismo sarcastico che è Jack Nicholson,qui in uno dei punti più alti(o il migliore?)della sua carriera di attore.
A seguire Di Caprio e M.Damon che,pur senza mai incontrarsi o identificarsi per lungo tempo,si sfidano reciprocamente nei loro rispettivi ruoli di"talpe"e mi è piaciuta molto la sequenza silenziosa in cui i due si ritrovano,inconsapevolmente,in contatto mediante il cellulare del defunto capo della polizia.
La discussione Scorsesiana sulla criminalità insita,a vari livelli,nella vita moderna passa in secondo piano(e qui si torna alla critica di qualche riga addietro)a confronto della rappresentazione di un ottimo e intricato"meccanismo di tensione"che,appunto però e malgrado le apparenze,non va oltre la moda del thriller moderno riuscendo a essergli(e non è poco)assai superiore nell'estetica complessiva generale...e questo sebbene il massacro finale,tragico e umoristico insieme sia ,a pieni voti,degno di un capolavoro.
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michela papavassiliou
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sabato 12 maggio 2012
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jack nicholson padrino mefistofelico
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The Departed - Il bene e il male. Pellicola del 2006 per la regia di Scorsese. "Io non voglio essere il prodotto del mio ambiente voglio che il mio ambiente sia un mio prodotto", "nessuno ti regala niente, te lo devi prendere".Questo il motto con cui ci si difende nei sobborghi di Boston. "sei bravo a scuola ? -chiede il boss a un bambino-anche io lo ero, dicono che e' un paradosso." Si, bravo a scuola cattivo nella vita. Francis , come lo chiamava sua madre, e' il cattivo della storia, uno psicopatico Padrino Jack Nicholson, votato alla violenza . Un mondo corrotto e' quello in cui si muove il giovane Billy Costigam, un bravo Leonardo di Caprio, neo diplomato nel dipartimento di polizia di Boston con o[+]
The Departed - Il bene e il male. Pellicola del 2006 per la regia di Scorsese. "Io non voglio essere il prodotto del mio ambiente voglio che il mio ambiente sia un mio prodotto", "nessuno ti regala niente, te lo devi prendere".Questo il motto con cui ci si difende nei sobborghi di Boston. "sei bravo a scuola ? -chiede il boss a un bambino-anche io lo ero, dicono che e' un paradosso." Si, bravo a scuola cattivo nella vita. Francis , come lo chiamava sua madre, e' il cattivo della storia, uno psicopatico Padrino Jack Nicholson, votato alla violenza . Un mondo corrotto e' quello in cui si muove il giovane Billy Costigam, un bravo Leonardo di Caprio, neo diplomato nel dipartimento di polizia di Boston con origini irlandesi. "Borghesuccio"lo chiamano i colleghi ."Fingere e' il nostro lavoro"gli dice il capo di polizia. Sua prima missione sara' quella di farsi incarcerare, allo scopo di fingersi un delinquente e scoprire dall' interno tutti i meccanismi criminali. Morta la madre, buttato ufficialmente fuori dal dipartimento di polizia , nella realta' impegnato anima e corpo, anche a rischio della vita, sulla scia della fama dello zio Jackie conosciuto negli ambienti piu' malfamati della citta' e con un cugino molto ben introdotto nel traffico della droga, in breve Billy si guadagna la fiducia infiltrandosi ai massimi livelli della malavita. Colin Sullivan detective irlandese, figlioccio di Frank, interpretato da Matt Demon, grazie a lui fa una strabiliante carriera. Obiettivo del Comando di Boston incastrare il mafioso Frank Costello che si muove in un clima di lotta tra clan irlandesi e italiani. Il detective cerca di sedurre la bella psicologa Madeleine, che in realta' vive il duplice ruolo di donna a disposizione delle voglie del Boss. "Freud diceva degli irlandesi che erano gli unici impenetrabili alla psicoanalisi. " Con questa frase la seduttiva strizzacervelli riuscira' ad ammaliare Colin. Intanto Billy conosce Frank, ne diventa il suo braccio destro ed entra dalla porta principale nel mondo del crimine.Va in analisi dalla doppiogiochista Madeleine, per evitare di andare in tilt a furia di cambiare identita'. Tra uccisioni e colleghi poliziotti spietati, Bill e' sull'orlo di un esaurimento nervoso. Qualcosa non gli quadra e lui sente il terreno mancargli sotto i piedi. Presto viene fuori che c'e' una talpa nel dipartimento di polizia. Sembra che si sia vicini a prendere Francis ma il protagonista e' in crisi di panico, sotto Valium e vittima di un' insonnia costante. Madeleine intanto frequenta contemporaneamente Frank, Bill e Colin. Il Boss ha l' impressione che ci sia un poliziotto infiltrato tra i suoi uomini. Il capo della polizia viene fatto fuori , grazie all'intervento del detective corrotto e finisce in volo scaraventato giu' da un tetto. Infine Sullivan e Bill scoprono reciprocamente di essere i due infiltrati. Sullivan viene a conoscenza che Frank e'informatore dell'FBI e lo uccide, diventando infine capo della polizia, ma Bill lo smaschera e affida la preziosa prova della vera identita' nelle mani di Madeleine, che nel frattempo confida a Sullivan di aspettare un bambino da lui. La donna scoprira' il doppio gioco del suo uomo grazie ad una registrazione di Bill.in conclusione il detective Sullivan verra' freddato.Trama intricata ed intrigante per questo thriller alla maniera de Gli Intoccabili, che tiene il fiato in sospeso fino alla fine. Da vedere.MP
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biso 93
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martedì 26 aprile 2016
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finalmente
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Scorsese dopo gli ottimi film della decade 70-80, torna, dopo alcuni lavori di livello ma non di spicco, a realizzare un gran capolavoro. The departed e' una gangster/spy story di altissimo livello, recitato egregiamente dall' intero cast il quale vanta attori di primo livello, ben inseriti nei personaggi, trainati dal sempre grande Jack Nicholson. Il film verra' ricordato specialmente perche' portera' Scorsese ad aggiudicarsi il tanto cercato, quanto meritato, oscar al miglior regista. Unica pecca, il film e' un ennesimo remake. Vincitore di 4 oscar, The Departed e' un film dinamico, intenso che ti intrattiene e ti sorprende. Il finale e' fottutamente geniale a mio parere.
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Scorsese dopo gli ottimi film della decade 70-80, torna, dopo alcuni lavori di livello ma non di spicco, a realizzare un gran capolavoro. The departed e' una gangster/spy story di altissimo livello, recitato egregiamente dall' intero cast il quale vanta attori di primo livello, ben inseriti nei personaggi, trainati dal sempre grande Jack Nicholson. Il film verra' ricordato specialmente perche' portera' Scorsese ad aggiudicarsi il tanto cercato, quanto meritato, oscar al miglior regista. Unica pecca, il film e' un ennesimo remake. Vincitore di 4 oscar, The Departed e' un film dinamico, intenso che ti intrattiene e ti sorprende. Il finale e' fottutamente geniale a mio parere. Di caprio si conferma un ottimo interprete e Mark Whalberg supera se stesso. Non ci sono italo americani per una volta.
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stefano
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venerdì 3 novembre 2006
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i cattivi ragazzi di martin scorsese
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Con "The departed", la sua ultima fatica cinematografica in ordine di tempo, il grande regista Martin Scorsese è tornato al genere a lui più congeniale, vale a dire il gangster-movie, chiudendo così la parentesi più tipicamente hollywoodiana che aveva segnato gli ultimi anni della sua produzione, con ambiziosi kolossal quali "Gangs of New York" e "The Aviator". Al contrario "The departed", remake della trilogia orientale "Infernal affairs", è un magnifico, sanguinario, elettrizzante poliziesco in piena regola, con tanto di agenti segreti e spietati criminali. Un film che è una riflessione amara e impietosa sulla violenza metropolitana (proseguendo così il discorso già impostato da Scorsese con film quali "Mean streets" e l'indimenticabile "Taxi driver"), sul mondo del crimine (ricordate i rapaci gangster di "Quei bravi ragazzi"?) e sul difficile rapporto tra individuo e identità (un tema centrale in questa pellicola in cui ogni personaggio nasconde ciò che veramente è).
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Con "The departed", la sua ultima fatica cinematografica in ordine di tempo, il grande regista Martin Scorsese è tornato al genere a lui più congeniale, vale a dire il gangster-movie, chiudendo così la parentesi più tipicamente hollywoodiana che aveva segnato gli ultimi anni della sua produzione, con ambiziosi kolossal quali "Gangs of New York" e "The Aviator". Al contrario "The departed", remake della trilogia orientale "Infernal affairs", è un magnifico, sanguinario, elettrizzante poliziesco in piena regola, con tanto di agenti segreti e spietati criminali. Un film che è una riflessione amara e impietosa sulla violenza metropolitana (proseguendo così il discorso già impostato da Scorsese con film quali "Mean streets" e l'indimenticabile "Taxi driver"), sul mondo del crimine (ricordate i rapaci gangster di "Quei bravi ragazzi"?) e sul difficile rapporto tra individuo e identità (un tema centrale in questa pellicola in cui ogni personaggio nasconde ciò che veramente è). Ma "The departed" è anche e soprattutto un appassionante e formidabile thriller a base di doppi giochi e di raggiri mortali, una partita a scacchi che inchioda lo spettatore alla poltrona con una serie di colpi di scena e di sequenze mozzafiato. Ed è, in fondo, un ironico gioco di specchi tra i due protagonisti / antagonisti, il tormentato Billy Costigan, agente FBI dal fosco passato infiltrato nel mondo del crimine di Boston, e il rampante e ambizioso poliziotto Colin Sullivan, braccio destro del boss Frank Costello (un mefistofelico Jack Nicholson in stato di grazia, alle prese con un eccezionale ruolo da cattivo); al punto che il titolo più congeniale sarebbe potuto essere proprio "La talpa". E infatti, i due rivali non faranno altro che rincorrersi e sfidarsi a colpi di astuzia, nel reciproco tentativo di smascherarsi, per tutto il corso del film. E come nei classici del vecchio Hitchcock, anche in questo caso sarà un singolo oggetto (il cosiddetto McGuffin) a scoprire il gioco dei due protagonisti, determinando il precipitare degli eventi (e non vi nascondo con orgoglio che guardando il film io avevo già previsto, con una geniale intuizione, quello che sarebbe accaduto di lì a poco a causa di quest'oggetto - ma non aggiungo altro per non rovinarvi la sorpresa). L'unico appunto, secondo me, riguarda invece il finale: ovvio aspettarsi un esito drammatico, più che giusto dato il tono del film, ma negli ultimi minuti la storia perde decisamente di ritmo e la trama si aggroviglia un po' su se stessa, dando luogo a una serie eccessiva di colpi di scena e lasciando qualche interrogativo irrisolto... e d'accordo che il titolo del film è più o meno "Il defunto", ma c'era proprio bisogno di una morìa di personaggi sulla falsariga di "Amleto"? A parte questa parentesi, "The departed" resta comunque un film di altissimo livello, ricco di tensione, ben scritto, superbamente recitato da tutto il cast (Jack Nicholson e Leonardo DiCaprio sopra tutti), e magistralmente diretto da Mr. Scorsese, che con quest'ennesima prova del suo indiscusso talento quest'anno è in pole position per aggiudicarsi finalmente un meritatissimo premio Oscar come miglior regista (sarebbe il primo della sua carriera). Dunque, non ci resta che fare il tifo per lui, augurandogli che nei prossimi anni continui a regalarci altri gioielli di questo calibro. Nel frattempo, andate al cinema a godervi questo imperdibile thriller, e mi raccomando... occhio alla talpa!
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tony montana
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domenica 2 gennaio 2011
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il genio di scorsese filma un'altra perla
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La polizia di Boston vuole assolutamente mettere le mani su Frank Costello, un boss mafioso fra i più pericolosi in circolazione che basa la sua filosofia sulle dure regole della strada.
Billy Costigan jr, un ragazzo che ha passato l’infanzia in mezzo a questo ambiente criminale, viene scelto dal capitano Queenan e dal suo braccio destro Dignam come infiltrato nella banda di Costello per anticiparne le mosse e affrettare la caduta della gang.
Nel frattempo, il giovane Colin Sullivan, dello stesso quartiere di Costigan, entra in polizia, e fa carriera all’interno del reparto speciale che si occupa di Costello. Nessuno sa che Colin, in realtà è l’infiltrato di Costello all’interno del dipartimento di polizia…
The Departed è una storia di differenza e ripetizione che parte da un gran bello spunto, che lo sceneggiatore William Monahan prende in affitto da Infernal Affairs grande blockbuster hongkonghese del 2002 della coppia Andrew Lau/Alan Mak, la cui unione produsse un risultato a dir poco inaspettato.
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La polizia di Boston vuole assolutamente mettere le mani su Frank Costello, un boss mafioso fra i più pericolosi in circolazione che basa la sua filosofia sulle dure regole della strada.
Billy Costigan jr, un ragazzo che ha passato l’infanzia in mezzo a questo ambiente criminale, viene scelto dal capitano Queenan e dal suo braccio destro Dignam come infiltrato nella banda di Costello per anticiparne le mosse e affrettare la caduta della gang.
Nel frattempo, il giovane Colin Sullivan, dello stesso quartiere di Costigan, entra in polizia, e fa carriera all’interno del reparto speciale che si occupa di Costello. Nessuno sa che Colin, in realtà è l’infiltrato di Costello all’interno del dipartimento di polizia…
The Departed è una storia di differenza e ripetizione che parte da un gran bello spunto, che lo sceneggiatore William Monahan prende in affitto da Infernal Affairs grande blockbuster hongkonghese del 2002 della coppia Andrew Lau/Alan Mak, la cui unione produsse un risultato a dir poco inaspettato. Nel nostro paese si registra solo un tardivo sbarco in DVD un paio d’anni fa, ma più lungimiranti politiche distributive gli avevano tributato il successo che merita in diversi paesi. Non è mai bello parlare di un remake solo ed esclusivamente in relazione all’originale, ma è doveroso tenerne conto, specialmente di fronte alle reazioni entusiastiche per il film di Scorsese, che rischia di cannibalizzare la sua fonte d’ispirazione prendendosi meriti non suoi. Meriti che includono sicuramente il buon senso di non aver adattato pedissequamente lo script, ma di questo certo non dubitavamo, visto l’enorme statura del regista.
La rivisitazione di Monahan, la scelta di Boston e della malavita irlandese sono il perfetto complemento alle tematiche care a Scorsese. Insieme, i due rivoltano ogni elemento di Infernal Affairs : riducono la preponderante carica religiosa da attiva (dal titolo cantonese fino al profondo dei personaggi) a passiva, inserendola in uno sfondo che è puro Scorsese, molto più Mean Streets che Quei bravi ragazzi. Calano i personaggi in un distillato culturale ambiguo, un micro-regno che dipende totalmente dalla propria identità storica; non ci sono aspirazioni, solo patronimici da legittimare. La perfetta logica di straniamento-appartenenza non lascia scampo, guidando i destini (il piccolo Colin trasformato in un figlio dal boss con tre cartoni di latte, la natura borderline di Billy smanioso di gridare alle tante figure paterne sovrapposte quanto lui possa essere poliziotto) e premiando i departed, quelli che se ne sono andati, i defunti che sono gli unici in grado di sottrarsi alla legge del gruppo. Salvo poi dirottare altre esistenze con la loro scomparsa. – ATTENZIONE SPOILER: Quasi tutti i protagonisti muoino in modo violento. –.
In questo senso The Departed trionfa e riesce a trovare la sua strada di proficua convivenza con Infernal Affairs , forse andando anche oltre nel dipingere un contesto dietro a una storia avvincente. Il prezzo di queste scelte Scorsese lo paga però a livello di plausibilità d’intreccio; restringendo il campo ad una dimensione quasi “familiare”, in cui i personaggi sono parte di una sola comunità (abbandonando la caotica metropoli mescolante hongkonghese), risulta a tratti buffo che il gioco degli infiltrati possa andare avanti e non si fermi per manifesta evidenza di come stanno le cose. Inoltre, l’inserimento di un personaggio dove non doveva esserci nessuno (con lo scopo di risolvere l’intreccio chiudendo la vicenda, dato che invece Infernal Affairs è una trilogia e il terzo atto affronta le conseguenze di ciò che avviene nel primo) rovina uno dei rapporti fulcro della storia, piccoli difetti di un gran film. Questa volta, Scorsese riscopre una compattezza di genere ammirabile, ripercorre territori familiari dove può eccellere avvalendosi di un grande cast (il solito Di Caprio che nel nuovo millennio ha lavorato praticamente solo con lui, un buon Matt Damon, un grande Jack Nicholson, magistrale Mark Wahlberg e un Martin Sheen invero poco convincente in una parte passata per diversi nomi). Il risultato è un thriller godibilissimo, avvincente, turbolento e macchinoso che nonostante la lunga durata, si lascia guardare scorrevolmente, anzi nelle 2 ore e 30 di film, Scorsese dirige magistralmente e con uno spiccato senso del ritmo, le scene di azione e di violenza e anche i tanti personaggi presenti nella sceneggiatura ben calibrata da Monahan. Hollywood trema davanti al nome di Scorsese, ma siamo di fronte a un grande film che, se guardato prima di Infernal Affairs colpirà ancora di più, specie nel finale.
Colonna sonora atomica di Howard Shore. E quattro premi oscar per miglior film, regia ( finalmente ) sceneggiatura e montaggio. E vorremmo ben vedere.
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great steven
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domenica 18 aprile 2021
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il capolavoro compiuto di scorsese sulla malavita.
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THE DEPARTED – IL BENE E IL MALE (USA, 2006) di MARTIN SCORSESE. Con LEONARDO DICAPRIO, MATT DAMON, JACK NICHOLSON, MARTIN SHEEN, MARK WAHLBERG, VERA FARMIGA, RAY WINSTONE, ALEC BALDWIN, ANTHONY ANDERSON ● Si parte dall’eccellente sceneggiatura di William Monahan, scorsesiana al 100% (lo sceneggiatore non a caso è nato e cresciuto a Boston), che attinge i dispositivi narrativi del film di HK del 2002 Infernal Affairs, trasformandoli radicalmente per ambientare questo thriller poliziesco mozzafiato in un Massachusetts oltremodo spietato dove l’ambivalenza fra bene e male prescinde dall’educazione e dalla famiglia che si ha alle spalle e corrompe gli uomini rendendoli imperdonabili assassini in nome dei valori più vili.
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THE DEPARTED – IL BENE E IL MALE (USA, 2006) di MARTIN SCORSESE. Con LEONARDO DICAPRIO, MATT DAMON, JACK NICHOLSON, MARTIN SHEEN, MARK WAHLBERG, VERA FARMIGA, RAY WINSTONE, ALEC BALDWIN, ANTHONY ANDERSON ● Si parte dall’eccellente sceneggiatura di William Monahan, scorsesiana al 100% (lo sceneggiatore non a caso è nato e cresciuto a Boston), che attinge i dispositivi narrativi del film di HK del 2002 Infernal Affairs, trasformandoli radicalmente per ambientare questo thriller poliziesco mozzafiato in un Massachusetts oltremodo spietato dove l’ambivalenza fra bene e male prescinde dall’educazione e dalla famiglia che si ha alle spalle e corrompe gli uomini rendendoli imperdonabili assassini in nome dei valori più vili. A Boston, per l’appunto, un quartiere irlandese del Sud fa da teatro a una guerra della malavita la cui protagonista indiscussa è la banda capitanata dal famigerato Frank Costello, che ha al suo fianco il sergente della Polizia di Stato Colin Sullivan, infiltrato dallo stesso boss nelle forze dell’ordine dove raggiunge una posizione di tutto rispetto. Nel frattempo un allievo respinto agli esami finali della Polizia di Stato, William Costigan jr., vuole comunque rifarsi dalla sconfitta e, forte del sostegno del severissimo sergente Sean Digman e dell’influente capitano Oliver Queenan, si prepara ad una lunga permanenza tra le file dei mascalzoni di Costello per condurre la Polizia alla sua definitiva cattura, il tutto in modo che Frank non sospetti il suo doppiogioco. In un turbine inarrestabile di consegne, tradimenti, scontri a fuoco, informazioni trasmesse sotto codice e nessuna fiducia reciproca gli uni verso gli altri per le reali intenzioni, Costello (che si scoprirà informatore dell’FBI nel momento per lui meno opportuno) ci lascerà le penne, ma la situazione fra i due infiltrati, non appena arriveranno a conoscersi e (dapprima) a complimentarsi a vicenda, non si metterà nel migliore dei modi. The Departed sta per dipartiti, defunti, cari estinti. Tutti (o quasi, se si considera l’integerrimo graduato di M. Wahlberg) i personaggi sono cattolici e peccatori, e muoiono di morte violenta. Cartellino d’ammonizione per il sottotitolo italiano, traditore e incongruo per l’opera cinematografica più cupa, pessimista e forse anche disperata di Scorsese. In un film narrativamente costruito alla perfezione, senza una sbavatura né la perdita di un colpo, grazie anche in parte al suo ritmo veloce, l’adiacenza tra il sistema criminale e il sistema sociopolitico viene descritta come una vergognosa ma irrisolvibile contiguità. Il primo si rispecchia nel secondo come i due giovani protagonisti, che agiscono in modi pressoché sovrapponibili ma per ragioni profondamente diverse, per non parlare dei valori morali che li animano. Hell Street è il luogo fondamentale dell’azione: l’inferno della strada è la strada per l’inferno. Laddove il bene appare più come un’ombra che come un’opzione, il male trionfa e permea tutto un mondo. Esiste un’ulteriore zona di Boston nella quale la malavita organizzata italoamericana signoreggia indisturbata: Providence, che assume un suono ironico in un universo dove non c’è redenzione. Inteso come potere, anzi onnipotenza, il male si incarna in Costello che ha un unico effettivo rivale «che è assente, che è dio». Se non dio, il personaggio di un magistrale Nicholson sopra le righe si sente un demiurgo al centro di tutto, che tutto controlla, e agisce come un padre, uno e trino: non perché questa similitudine si regga su una valenza simbolica, ma bensì per ciò che l’antagonista principale di un film dove la bontà e la cattiveria si compenetrano e si identificano l’una nell’altra, ottiene senza fatica (soldi, donne, inviolabilità fisica). Del tutto opposta a Costello come figura paterna, è il saggio e paziente capitano di M. Sheen, per niente protettivo come la sua antitesi, ma deciso a restituire una dignità al suo "ragazzo" (un L. DiCaprio che regala al pubblico un’interpretazione sofferta e proprio per questo di un’intensità straziante). Altro punto cardine interessante da esaminare, che la sceneggiatura decide per giunta di sviluppare quando la storia è ormai (giustamente) molto avanti, è lo snodo Damon-Wahlberg, fatto di reciproche invidie e rivalità. Uno si appropria dell’indagine al suo momento maggiormente cruciale un secondo dopo che l’altro si è dimesso per l’estrema indignazione provata. Il sorprendente colpo di scena finale ribalta i ruoli, ed è una trovata geniale. V. Farmiga, unica figura femminile nel teatro bellico della violenza maschile che elegge sé stessa come suprema comandante dello scenario in questione, è il raggio di luce sbiadito e labile, ma non perciò infruttuoso, che cerca di ritessere con la psichiatria i fili della criminalità che abbrutisce, involgarisce e conduce alla frustrazione tutti i suoi pazienti. È il film più laico del cattolico Scorsese. Musica di Howard Shore. Premiato con quattro Oscar: film, regia, sceneggiatura non originale, montaggio. Moderato successo di pubblico, straordinario successo di critica. Imperdibile.
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bella earl!
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mercoledì 20 aprile 2011
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scorsese e i capolavori vanno giusti a braccetto.
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Fantastico sotto tantissimi aspetti. La storia è molto intricata ma non difficile da seguire (infatti Scorsese col suo modo di dirigerla la fa capire molto, molto bene) e le interpretazioni dei vari Damon, Nicholson, DiCaprio, Wahlberg che fortunatamente hanno preso parte a questo film lo rende grandissimo. Come sempre inchiniamoci al maestro.
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nexus
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martedì 8 maggio 2012
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il bene è invisibile
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L'eterna lotta tra il bene ed il male tra due organizzazioni complesse che la rappresentano (polizia-mafia irlandese).
Il male (Matt Damon - Colin Sullivan) come spesso accade nella realtà si "camuffa" sotto forma di bene.
Non si manifesta come male, non è appariscente, si mimetizza, si nasconde, si muove nell'ombra e nella finzione.
Il bene (Leonardo DiCaprio - Billy Costigan) come accade sovente agisce con discrezione, non si vede, non è elegante ne ben vestito, è "sporco" anche se pulito.
I superficiali, i distratti, i benpensanti, semplicemente coloro che non sanno, rimangono però affascinati dai tipi come Sullivan non da quelli come Costigan.
Ma se vuoi veramente combattere il male devi stargli vicino.
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L'eterna lotta tra il bene ed il male tra due organizzazioni complesse che la rappresentano (polizia-mafia irlandese).
Il male (Matt Damon - Colin Sullivan) come spesso accade nella realtà si "camuffa" sotto forma di bene.
Non si manifesta come male, non è appariscente, si mimetizza, si nasconde, si muove nell'ombra e nella finzione.
Il bene (Leonardo DiCaprio - Billy Costigan) come accade sovente agisce con discrezione, non si vede, non è elegante ne ben vestito, è "sporco" anche se pulito.
I superficiali, i distratti, i benpensanti, semplicemente coloro che non sanno, rimangono però affascinati dai tipi come Sullivan non da quelli come Costigan.
Ma se vuoi veramente combattere il male devi stargli vicino.... pericolosamente vicino, senza farti corrompere, carpendo i suoi segreti ed i suoi punti deboli, osservandolo con coraggio.
Se invece "ti scandalizzi" di fronte al male e ti allontani sdegnato, non fai altro che fare il suo gioco... lasciandogli spazio.
Scorsese con questo film stupendo ed amaro ci dice, che purtroppo nella realtà, gli eroi che agiscono per il bene sono e rimangono per sempre invisibili.
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jacopo b98
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mercoledì 1 gennaio 2014
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lo scorsese più cupo di sempre! capolavoro!
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Boston; Frank Costello (Nicholson) è il boss della malavita cittadina e la polizia fa di tutto per incastrarlo. Infiltra perciò un ex delinquente (DiCaprio) nella gang di Costello, che ha però a sua volta agenti infiltrati nella polizia. In particolare Colin Sullivan (Damon), che, facendo carriera, è incaricato delle indagini sulle talpe… Scritto da William Monahan è un rifacimento di Infernal Affairs (Hong Kong, 2002), con una seria di affinamenti notevoli. È il film più cupo e disperato del più grande regista americano vivente: Departed significa cadaveri, morti. Ed un film di morti: non c’è un solo personaggio che conti che non muoia nel film e a sopravvivere è solo l’orrore per un mondo corrotto.
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Boston; Frank Costello (Nicholson) è il boss della malavita cittadina e la polizia fa di tutto per incastrarlo. Infiltra perciò un ex delinquente (DiCaprio) nella gang di Costello, che ha però a sua volta agenti infiltrati nella polizia. In particolare Colin Sullivan (Damon), che, facendo carriera, è incaricato delle indagini sulle talpe… Scritto da William Monahan è un rifacimento di Infernal Affairs (Hong Kong, 2002), con una seria di affinamenti notevoli. È il film più cupo e disperato del più grande regista americano vivente: Departed significa cadaveri, morti. Ed un film di morti: non c’è un solo personaggio che conti che non muoia nel film e a sopravvivere è solo l’orrore per un mondo corrotto. È un film sulla corruzione dilagante che invade qualsiasi organo statale, sull’infiltrazione del crimine, della feccia anche nelle cose che più dovrebbero essere sane e oneste. La polizia di Boston del film, è una metafora dell’America, della sua corruzione, della sua violenza. Film povero visivamente e scarno nella messa in scena, di una freddezza e classicità insolite per Scorsese, che non può far altro che fermarsi a guardare. La fotografia di Michael Ballhaus è funzionale, eppure lontanissima dalle immagini simili a quadri del precedente The Aviator. Tuttavia è un film perfetto nella sua tristezza e sconsolatezza. The Departed è la morte del sogno americano di cui Scorsese parla da sempre. Tutto è funzionale in questo noir iper-violento e cupissimo: dall’ambientazione, al montaggio magnetico e veloce di Thelma Shoonmaker, agli interpreti, tutti bravissimi, capeggiati da un sofferente e tristissimo DiCaprio, che dà un’interpretazione eccellente, spalleggiato da un cattivissimo Nicholson. E finalmente anche l’Academy consacra Scorsese con quattro statuette: miglior film, regia, sceneggiatura non originale e montaggio. Era ora!
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