Titolo originale The Departed.
Hard boiled,
durata 149 min.
- USA 2006.
uscita venerdì 27ottobre 2006.
MYMONETROThe Departed - Il bene e il male
valutazione media:
4,13
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Ringraziamo la produzione italiana per l'oculata scelta del sottotitolo del film. Infatti il bene e il male sono gli effetivi protagonisti del film, e Leonardo DiCaprio e Matt Damon i bravi interpreti delle due parti. Polizia e criminalità, ma i confini non sono così chiari quando all'interno di ciascuno dei due gruppi si infiltrano i due protagonisti come talpe. Le vite si intrecciano quanto basta per far perdere il comune spettatore e galvanizzare gli amanti del complicato. Nonostante ci si chieda ancora il perché degli effetti alla Power Point usati in un paio di scene, la regia è magistrale e valorizza i dialoghi insieme alla colonna sonora.
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Ringraziamo la produzione italiana per l'oculata scelta del sottotitolo del film. Infatti il bene e il male sono gli effetivi protagonisti del film, e Leonardo DiCaprio e Matt Damon i bravi interpreti delle due parti. Polizia e criminalità, ma i confini non sono così chiari quando all'interno di ciascuno dei due gruppi si infiltrano i due protagonisti come talpe. Le vite si intrecciano quanto basta per far perdere il comune spettatore e galvanizzare gli amanti del complicato. Nonostante ci si chieda ancora il perché degli effetti alla Power Point usati in un paio di scene, la regia è magistrale e valorizza i dialoghi insieme alla colonna sonora. E la parte più bella è aspettare che i due lati della storia si incontrino mentre sembrano susseguirsi come le facce della stessa monteta che gira. Un sacco di occasioni perse e allungamenti di mani a vuoto, collegamenti non riconosciuti (come la bella psichiatra indecisa tra il poliziotto e l'ex-carcerato) rendono la pellicola una delle più intriganti di Scorsese. Che dire del cast? Interpretazione complementare per DiCaprio e Damon, magistrale per Nicholson, centrata per Wahlberg. Muscoli, cervello, linguaggio volgare e pistole: stiamo parlando della polizia di stato del Mississippi o della mafia di Boston? Beh, chiaramente di entrambe.
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Martin Scorsese il regista del film non solo ha una grande fama ma è da considerare una delle colonne di Hollywood, dal 1969 fino ai nostri giorni, ha non solo vinto un Oscar alla regia proprio per questo film, ma ha diretto molte pellicoledi successo: Taxi Driver, New York New York, Il colore dei soldi passando dalla descrizione piena di sesso e droga della finanza di assalto (Wolf of Wall Street) alla descrizione fortemente spirituale dei martiri gesuiti nel Giappone del '600 (Silence). Departed è un thriller poliziesco del 2006 ambientato a Boston, ben costruito e diretto su una trama apparentemente semplice: Colin Sullivan (Matt Damon) è un agente della Polizia di Stato del Massachussets che fa una rapida carriera per la sua bravura, ma è corrotto, infatti viene pagato dal boss mafioso Frank Costello (Jack Nicholson) che conosceva Sullivan fin da quando era bambino.
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Martin Scorsese il regista del film non solo ha una grande fama ma è da considerare una delle colonne di Hollywood, dal 1969 fino ai nostri giorni, ha non solo vinto un Oscar alla regia proprio per questo film, ma ha diretto molte pellicoledi successo: Taxi Driver, New York New York, Il colore dei soldi passando dalla descrizione piena di sesso e droga della finanza di assalto (Wolf of Wall Street) alla descrizione fortemente spirituale dei martiri gesuiti nel Giappone del '600 (Silence). Departed è un thriller poliziesco del 2006 ambientato a Boston, ben costruito e diretto su una trama apparentemente semplice: Colin Sullivan (Matt Damon) è un agente della Polizia di Stato del Massachussets che fa una rapida carriera per la sua bravura, ma è corrotto, infatti viene pagato dal boss mafioso Frank Costello (Jack Nicholson) che conosceva Sullivan fin da quando era bambino. La polizia alla fine sospetta che ci sia una "talpa" che informa il boss, all'uopo l'unità speciale che gestisce gli agenti sottocopertura comandata dall'inflessibile capitano Queenan (Martin Sheen) e dal fanatico e duro sergente Dignam (Mark Wahlberg), sceglie un allievo dell'accademia di polizia non brillante Billy Costigan (Leonardo Di Caprio), gli cancella l'identità per una nuova e per dare maggiore verosimiglianza gli fa trascorrere 1 anno in carcere. Quando esce riesce a infiltrarsi nella banda di Costello, lo stress gli impone di frequentare una psichiatra che, guarda caso è la fidanzata di Sullivan. Costello fiuta che all'interno della sua organizzazione ci sia una spia e ordina a Sullivan di individuarla.
Il film sembra quasi giocare, con eccezionale abilità, nel duello tra i 2 uomini entrambi infiltrati nel campo avverso per smascherare la "talpa". I 2 infiltrati s'incrociano tramite terzi (i membri della gang e dell'unità speciale) ma non si conoscono direttamente e non conoscono la vera identità, le scene si susseguono senza tregua e la suspence è assicurata, la simbologia della lotta tra il bene e il male è evidenziata dipanandosi in modo complesso. Non esiste un bene assoluto: la polizia usa metodi sbrigativi, border line per catturare Costello se da una parte c'è Queenan uomo giusto che cerca di comprendere l'animo devastato di Costigan dall'altra c'é Dignam duro, arrogante e feroce senza scrupoli, in mezzo Costigan impaurito della cui nuova identità nessuno sa salvo i 2 poliziotti. Il male è Costello, assassino, torturatore, spregevole ma anche nume tutelare di orfani e persone in difficoltà, tra questi c'è Sullivan combattuto tra il denaro e la riconoscenza verso Costello e la consapevolezza che dovrebbe impedire i crimini che favorisce. E' la visione pessimistica di Scorsese: non c'é mai un vincitore tra il male e il bene che si affrontano. Un plauso alle modalità tecniche utilizzate nel film, alcune scene sono da manuale come l'assassinio e il defenestramento di Queenan e la scena del massacro generale, anche se un pò esagerata e fuori dalle righe; il finale è poi veramente sorprendente. Ottima la recitazione di star che si dimostrano professionisti di classe, in primis Damon e Di Caprio, bravo Nicholson anche se il suo Costello è troppo mefistofelico e caricato, bravissimi Sheen e Wahlberg.
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Boston. Colin Sullivan è un protetto del boss Frank Costello, iscritto all’accademia di polizia e pronto a vestirne la divisa.
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Boston. Colin Sullivan è un protetto del boss Frank Costello, iscritto all’accademia di polizia e pronto a vestirne la divisa. William Costigan è anch’egli iscritto all’accademia ma verrà scartato per colpa di parentele troppo scomode e un corso terminato in maniera non altrettanto brillante. William viene però arruolato in maniera non ufficiale e infiltrato nel clan Costello sotto la responsabilità del sergente Dignam e del capitano Queenan.
Un splendido intreccio criminale che solo il miglior Scorsese di Goodfellas e Casino ha saputo offrire al pubblico nei decenni precedenti. Capace di non far mai scendere l’attenzione degli spettatori al di sotto di un elevato livello di guardia e offrendo a Jack Nicholson un ruolo che un tempo sarebbe stato appannaggio del miglior De Niro e in tempi più recenti anche ad Al Pacino, presente in The Irishman.
Lo spettatore si sente avvolto, per tutti e 150 i minuti di azione, all’interno della Boston degli ‘80ies; città che fino ai giorni nostri è stata regno incontrastato del Boss della mala irlandese: Frank Costello, aka Jack Nicholson, figura criminale costruita sui prodromi di James “Whitey” Bulger, vero boss scomparso nel 2018 e impersonato da Johnny Depp per The Black Mass, pellicola diretta nel 2015 da Scott Cooper. Al fianco di Nicholson si muovono un Di Caprio per la prima volta all’altezza di un ruolo complesso e sfaccettato e il suo alter ego Matt Damon al quale si aggiungono Mark Whalberg, nella parte di un poliziotto scontroso, Martin Sheen e Alec Baldwin nei ruoli di due ufficiali a capo dell’indagine contro Costello. Oltre alla psicologa Madolyn Madden, impersonata da Vera Farmiga.
Basato sul film Infernal Affairs, che nel 2002 ha dato il via a una trilogia di successo nel mondo asiatico. The Departed è un meccanismo a orologeria perfettamente funzionante e supportato sia da una narrazione adrenalinica, riscritta per assecondare i canoni occidentali, sia da una colonna sonora rock pop composta anche da pezzi strumentali capaci d’incorniciare un thriller pieno di azione, colpi di scena e molta introspezione.
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Finalmente un Martin Scorsese davvero al meglio della propria capacità e della propria esperienza. "The Departed" è una storia veramente impressionante e sconvolgente, a partire dalle musiche che contribuiscono a rendere il sospetto e la tensione di certe scene davvero ad alti livelli; nel film ogni personaggio è indissolubilmente legato all'altro da una catena di circostanze drammatiche, imprevedibili e fatali, dove nessun può allontanarsi dal proprio passato, dove nessuno riesce a combattere il presente nella giusta maniera, e dove nessun può fidarsi di nessuno. Ogni personaggio sospetta dell'altro e, alla fine, questa spirale porterà tutti ad una tragica fine; tutto questo è magistralmente interpretato da Jack Nicholson, un boss malavitoso geniale e terribile, dall'infiltrato DiCaprio (per la prima volta, secondo me, che recita all'altezza degli altri attori) e un Matt Damon scrupoloso e viscido, che tenta e riesce comunque a farla franca in ogni situazione.
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Finalmente un Martin Scorsese davvero al meglio della propria capacità e della propria esperienza. "The Departed" è una storia veramente impressionante e sconvolgente, a partire dalle musiche che contribuiscono a rendere il sospetto e la tensione di certe scene davvero ad alti livelli; nel film ogni personaggio è indissolubilmente legato all'altro da una catena di circostanze drammatiche, imprevedibili e fatali, dove nessun può allontanarsi dal proprio passato, dove nessuno riesce a combattere il presente nella giusta maniera, e dove nessun può fidarsi di nessuno. Ogni personaggio sospetta dell'altro e, alla fine, questa spirale porterà tutti ad una tragica fine; tutto questo è magistralmente interpretato da Jack Nicholson, un boss malavitoso geniale e terribile, dall'infiltrato DiCaprio (per la prima volta, secondo me, che recita all'altezza degli altri attori) e un Matt Damon scrupoloso e viscido, che tenta e riesce comunque a farla franca in ogni situazione. La sceneggiatura è la chiave di volta del film, le battute inchiodano l'attenzione sui protagonisti; e un montaggio che fa scorrere il film (di ben 2 ore e 2o minuti)come un fiume inarrestabile. Davvero ottimo!
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Scorsese si conferma grande autore. Moderno esteta in grado di "fotografare" con lucidità un paese e uno stile di vita
Ci sono due "reclute", due giovanotti cresciuti a South Boston, zona dura della città, almeno "some years ago", come dice la scritta all'inizio del film, nella quale per fare carriera diventi o poliziotto o criminale: Billy Costigan, infatti, è un criminale, è riuscito a entrare nella banda del boss Frank Costello (niente a che fare con la mafia italiana, questo è irlandese, e il suo cognome si pronuncia Càstelo, accento sulla "a", come ha spiegato Scorsese in conferenza stampa), che controlla ogni tipo di traffico, dalla droga alla vendita ai cinesi dei microchip necessari per l'atomica; e Colin Sullivan è un poliziotto, carriera folgorante, un grande appartamento con vista e un posto di fiducia nella Squadra Speciale Investigativa che sta tentando di incastrare Costello.
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Scorsese si conferma grande autore. Moderno esteta in grado di "fotografare" con lucidità un paese e uno stile di vita
Ci sono due "reclute", due giovanotti cresciuti a South Boston, zona dura della città, almeno "some years ago", come dice la scritta all'inizio del film, nella quale per fare carriera diventi o poliziotto o criminale: Billy Costigan, infatti, è un criminale, è riuscito a entrare nella banda del boss Frank Costello (niente a che fare con la mafia italiana, questo è irlandese, e il suo cognome si pronuncia Càstelo, accento sulla "a", come ha spiegato Scorsese in conferenza stampa), che controlla ogni tipo di traffico, dalla droga alla vendita ai cinesi dei microchip necessari per l'atomica; e Colin Sullivan è un poliziotto, carriera folgorante, un grande appartamento con vista e un posto di fiducia nella Squadra Speciale Investigativa che sta tentando di incastrare Costello.
Oppure, forse Billy Costigan è un poliziotto sotto copertura, e forse Colin Sullivan è un gangster infiltrato nella polizia. E forse lo stesso Costello è un informatore dell'Fbi e magari qualche altro pezzo grosso del dipartimento di polizia passa le notizie a Costello. Così è Boston (non solo a "Southie"), così è l'America, un posto dove se vuoi qualcosa devi prendertela (come dice Costello nel lungo monologo in voce off dell'antefatto), dove se non guadagni sei uno stronzo (come dice il suo braccio destro, e unico fedelissimo, l?assassino psicopatico French, un Ray Winstone tanto epicamente, stolidamente cattivo da risultare persino disarmante). Procede così, svelta e sinuosa, impietosa e inarrestabile la tessitura del nuovo, allucinato capolavoro di Martin Scorsese, The Departed, storia di malavita dove l'onestà non paga mai, dove le alleanze si ribaltano e si riformano nel giro di pochi secondi, nel tempo di un colpo secco di pistola, dove devi guardarti ogni secondo dal tuo compagno di gang o di squadra, dove persino l'amore è talmente cieco da non saper distinguere le reali fattezze del proprio oggetto, ma anche talmente cauto da scegliere l'approdo, all'apparenza, più convenzionale. Una storia come un incubo quotidiano, dove tutto si salda in un flusso ipnotico, senza soluzione di continuità tra passato e presente, tra ricordi di un'infanzia spesso al limite e violenza circostante, tra bene e male, due ore e mezzo senza fiato e senza tregua per un affresco americano claustrofobico, disperato e sconvolgente. Sul piano morale, The Departed è il Mystic River di Scorsese, su quello stilistico è il film più simile a Casinò che Scorsese abbia mai fatto, "astratto" nell'impianto cromatico e nelle ombre che lo opprimono e lo delineano (per esempio, Jack Nicholson-Costello, avvolto in un ostinato controluce per tutta la prima sequenza), isterico nei toni, negli accenti, nelle azioni e reazioni di tutti i personaggi e in un montaggio fluido e "psichico" (di Thelma Schoonmaker, come sempre, che meriterebbe un terzo Oscar dopo quelli per Toro scatenato e Aviator) che fa un tutt'uno con la regia, con la sua vertigine del movimento e la secchezza del piano fisso. Martin Scorsese è (ancora una volta, dopo il cedimento di Aviator e l?irrisolto Gangs of New York) il maggior autore americano, quello più capace di padroneggiare uno stile altissimo e arrischiato, non un narratore classico, ma un esteta moderno, che rielabora e gioca tutte le carte della visione per mettere in scena la tragedia di un paese e uno stile di vita. Tragedia fin dall'impianto iniziale, due personaggi coetanei e speculari che si intrecciano continuamente e si inseguono ostinatamente senza incontrarsi mai, fratelli d'origine e di formazione, circondati da "padri" esigenti o distratti, Frank Costello su tutti, che fin dall'infanzia fa e disfa le loro vite, e padri veri ormai scomparsi e funzionari di polizia che oscillano tra incapacità e ingenuo idealismo. Freud e Shakespeare sogghignano ai bordi della storia, citati entrambi ed entrambi, in fondo smentiti: nessuno può leggere nel cuore e nella testa degli altri e, in quest?America senza pietà e senza fine, nessuno vince. [-]
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Boston, Billy Costigan (Di Caprio) viene infiltrato dal sergente Quinan nella banda di Frank Costello (Nicolson) boss della mafia bostoniana, per tentare di incastrarlo.Nel frattempo Costello si insedia nella polizia di stato con il suo uomo Sullivan (Damon).Le due parti venute a sapere della presenza di una talpa cercano di scoprirla usando i loro rispettivi infiltrati, che nel frattempo si vedono entrambi con una stessa psicanalista.
Il film presenta i tipici tratti del gangster moovie in cui Martin Scorsese è maestro, anche se stavolta viene abbandonata la storia complessa di "Quei bravi ragazzi" o "Gangs of New Tork", per dare spazio ad una storia più semplice, che non racconta l'epopea di un grande gangster, bensi le storie intrecciate di due ragazzi-uomini, molto diversi per i ruoli che hanno, quanto simili per le loro vite, Costigan non sara mai un polizziotto, Sullivan mai un gangster.
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Boston, Billy Costigan (Di Caprio) viene infiltrato dal sergente Quinan nella banda di Frank Costello (Nicolson) boss della mafia bostoniana, per tentare di incastrarlo.Nel frattempo Costello si insedia nella polizia di stato con il suo uomo Sullivan (Damon).Le due parti venute a sapere della presenza di una talpa cercano di scoprirla usando i loro rispettivi infiltrati, che nel frattempo si vedono entrambi con una stessa psicanalista.
Il film presenta i tipici tratti del gangster moovie in cui Martin Scorsese è maestro, anche se stavolta viene abbandonata la storia complessa di "Quei bravi ragazzi" o "Gangs of New Tork", per dare spazio ad una storia più semplice, che non racconta l'epopea di un grande gangster, bensi le storie intrecciate di due ragazzi-uomini, molto diversi per i ruoli che hanno, quanto simili per le loro vite, Costigan non sara mai un polizziotto, Sullivan mai un gangster.
Con mirabile regia, Scorsese gioca molto co i parallelismi dei due protagonisti, riflettendo sul contrasto e sulla sottile differenza che passa tra Bene e Male.
A cornice di quello che è probabilmente il capolavoro di Martin Scorsese, le eccellenti prestazioni degli attori specialmente di un Di Caprio in stato di grazia
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[+] un vero capolavoro targato scorsese (di alex the old)[ - ] un vero capolavoro targato scorsese
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"Non voglio essere un prodotto del mio ambiente, voglio che il mio ambiente sia un mio prodotto." E la parole di Frank Costello sono una profezia: chi l' azione la fa davvero in the Departed, con essa impone le sue scelte a chi gli sta intorno.
Un poliziotto infiltrato e uno corrotto si fanno il doppio a vicenda, e il boss Costello tiene la loro vite in mano e fa il gran burattinaio come sempre. In punto di morte, tradito da un suo pupazzo, non sembrerà poi tanto deluso, il boss: è la vecchiezza, è la fatalità con cui lui più che ogni altro ha sempre dovuto confrontarsi.
Billy Costigan è un incasinato, di quelli che se non si suicidano diventano eroi. Fare il poliziotto è per lui un ultimo tentativo per restare in vita.
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"Non voglio essere un prodotto del mio ambiente, voglio che il mio ambiente sia un mio prodotto." E la parole di Frank Costello sono una profezia: chi l' azione la fa davvero in the Departed, con essa impone le sue scelte a chi gli sta intorno.
Un poliziotto infiltrato e uno corrotto si fanno il doppio a vicenda, e il boss Costello tiene la loro vite in mano e fa il gran burattinaio come sempre. In punto di morte, tradito da un suo pupazzo, non sembrerà poi tanto deluso, il boss: è la vecchiezza, è la fatalità con cui lui più che ogni altro ha sempre dovuto confrontarsi.
Billy Costigan è un incasinato, di quelli che se non si suicidano diventano eroi. Fare il poliziotto è per lui un ultimo tentativo per restare in vita. Egli pensa alla disciplina, ma l'ispettore Queenlan e il sergente Dignam si rivelano psicologi attenti. Fare l' infiltrato per incastrare Frank Costello, se non è certo l'ambizione di Billy, è un compito dove può sfruttare le sue qualità, anzi la sua vera natura al meglio, e servire la Legge. Che poi Legalità e Dovere siano, come sempre in Scorsese, vane illusioni, si scopre solo alla fine.
Il doppio di Billy è Colin Sullivan, studente modello e quindi poliziotto perfetto, protetto da un angelo custode che è Costello.
E il boss tiene le fila del dramma, le sue preoccupazioni si traducono sempre in azione, la trama tutta ha il ritmo della sua sfrenata esistenza.
Proviene da Costello l' impulso che spinge tutti verso la risoluzione finale, la morte. L'ossessione del tradimento è comune alla Legge quanto alla Mafia, è la Sorte che fattasi reale da il nome alla pellicola. Intenti con ogni energia a non farsi scoprire, Billy, Colin e lo stesso Costello recitano, recitano per ingannare gl'altri e sé stessi. Coloro che plasmano l'ambiente in cui vivono; quelli che quasi oracoli danno notizie che saranno fatali per chi ascolta; si rivelano essi stessi fanciulli governati da una fatalità crudele, che al termine della vita, beffarda quanto sanguinaria, li nasconde nella menzogna. Il parallelo tra Billy e Colin sembra ripetersi sino in fondo, l'eroe perduto e il falso eroe. Ma la caduta del palco che già aveva fatto precipitare Costello preannunziava la rinascita della menzogna. Una famelica giustizia coinvolge tutti, e il boss e il giusto e il traditore muoiono tutti allo stesso modo. Un colpo a bruciapelo come te l'insegnano all'Accademia, col cervello retroespulso, così non ti sporchi. Quando ti trovi una pistola in faccia non importa essere un giusto o un peccatore. E questo Costello lo sapeva, e ce l'aveva detto nella sequenza d'apertura.
Non mai introspezione psicologiga fu così strettamente connessa con la trama, ed è la dolce psichiatra Madeleine, incapace nel suo lavoro, che col far la puttana di Sullivan e di Billy fa emergere su lo schermo l'arroganza impotente dell'uno e la fragilità dell'altro. Un'ironia amara si nasconde nelle manie d'onnipotenza di Costello; non un dio, ma certo il più saggio di tutti i disperati personaggi del mondo di Scorsese.
Id erat demonstrandum, la pellicola si conclude, come un sillogismo, con la conferma dei presupposti che Costello aveva dichiarato in principio. Le fondamenta del potere son la forza delluomo; e come vien meno l'attenzione, conclude il sergente Dignam, ti prende la morte. E c'è posto solo per un gran ratto sul balcone.
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Io tradisco, tu tradisci, egli tradisce... io uccido, tu uccidi, egli uccide... declinate tutti i tempi di questi due verbi ed avrete la "visione" del sistema poliziesco yankee secondo Scorsese. Dopo 6 anni decido quindi di rivedermi in santa pace il film, ieri sera. Volevo dare un'altra chance all'ottimo regista di Shutter Island e dell'Aviatore (quello sì è sono capolavori), lasciando perdere tutti i preconcetti riguardo a violenza e volgarità, di cui il film traborda. Sono riuscito ad accettarlo e a vederlo tutto, riuscendo anche a capire tutta l'intricatissima trama. Ciò non toglie che, come la prima volta, il film mi ha nel complesso deluso.
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Io tradisco, tu tradisci, egli tradisce... io uccido, tu uccidi, egli uccide... declinate tutti i tempi di questi due verbi ed avrete la "visione" del sistema poliziesco yankee secondo Scorsese. Dopo 6 anni decido quindi di rivedermi in santa pace il film, ieri sera. Volevo dare un'altra chance all'ottimo regista di Shutter Island e dell'Aviatore (quello sì è sono capolavori), lasciando perdere tutti i preconcetti riguardo a violenza e volgarità, di cui il film traborda. Sono riuscito ad accettarlo e a vederlo tutto, riuscendo anche a capire tutta l'intricatissima trama. Ciò non toglie che, come la prima volta, il film mi ha nel complesso deluso. Una copia sbiadita e cruenta di LA Confidential, secondo me, nonostante l'ottima prova di Di Caprio , Nicholson, Sheen e di Mark Wahlberg, nonchè della bellissima e sempre bravissima Vera Farmiga (Up in the Air, Source code, il bambino col pigiama a righe). Un Matt Damon un pò al di sotto del suo standard ed un Alec Baldwin quasi imbarazzante concludono la lista di un cast stratosferico, che però non sempre (anzi spesso non lo è) è sinonimo di grande opera. Che non sia proprio la presenza di tutte queste star, abituate da sempre ad essere (uniche) protagoniste, a rendere il film spesso confuso e raffazzonato? Ci pensate una squadra con quattro Platini? Divagazione sul tema... comunque un buon film, tra le due e le tre stelle, per me, anche se alla fine implode in un finale sconcertante al limite della credibilità.
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[+] ? (di louis montaine)[ - ] ?
[+] ma che film hai visto?! (di coch_98)[ - ] ma che film hai visto?!
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Da John Ford a Martin Scorsese il cinema americano d'autore ruota intorno a un perno sottilissimo, quasi invisibile: la distanza tra il bene e il male. Ma forse il limitare l'esempio a questo spazio temporale (Ford-Scorsese) è un pò limitativo, come non citare Dovstojeski, Hugo o addirittura l'origine, Adamo ed Eva? La lezione di Scorsese è un risottolineare i classici, quegli autori che intimavano lo spettatore a diffidare del buono per etichetta e a non fidarsi del pregiudizio: "non giudicare John Wayne di Ombre rosse"... Ma in Departed la situazione si complica, il male diventa bene e si nasconde nel male per fare del bene, un un "face off" non fisico ma per questo più credibile.
Una trama e un ritmo inconfodibilmente hongkonghiano, è da li che arriva l'idea originale, una criminalità credibilmente contestualizzata nella Boston 2006, una polizia sofisticata, carrierista e show-business come bveramente è quella americana.
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Da John Ford a Martin Scorsese il cinema americano d'autore ruota intorno a un perno sottilissimo, quasi invisibile: la distanza tra il bene e il male. Ma forse il limitare l'esempio a questo spazio temporale (Ford-Scorsese) è un pò limitativo, come non citare Dovstojeski, Hugo o addirittura l'origine, Adamo ed Eva? La lezione di Scorsese è un risottolineare i classici, quegli autori che intimavano lo spettatore a diffidare del buono per etichetta e a non fidarsi del pregiudizio: "non giudicare John Wayne di Ombre rosse"... Ma in Departed la situazione si complica, il male diventa bene e si nasconde nel male per fare del bene, un un "face off" non fisico ma per questo più credibile.
Una trama e un ritmo inconfodibilmente hongkonghiano, è da li che arriva l'idea originale, una criminalità credibilmente contestualizzata nella Boston 2006, una polizia sofisticata, carrierista e show-business come bveramente è quella americana. Un cast grande... ed è raro che tanti big insieme facciano un cast grande. Finalmente Di Caprio è diventato un attore da oscar, Scorsese ci ha creduto per tre film di seguito ma solo Jack nicholson è riuscito nell'impresa di trasformmarlo. Su Jack Nicholson non bastano i caratteri a disposizione per lodarne l'apparizione in quedto film, ma questa è una cosa nota.
Peccato che in Italia non si riesca a vedere al cinema la versione originale non doppiata per sentire la sua strepitosa voce... senza nulla togliere a Giannini.
Matt Damon è un ottimo strumento che Scorsese usa come Sergio Leone usò Herry Fonda, una bella maschera sotto la quale celare il male. Un colpo di genio il Jack Nicholson ombrato che ci introduce nel film, quanto mi ha ricordato la voce fuori campo di Ray Liotta in Goodfellas.
Ha ragione Pino Farinotti, Martin è tornato... è dovuto passare da Hong Kong per tornare a casa ma è tornato!
Speriamo che ci ripensi e smentisca la sua dichiarazione "Departed è l'ultimo film del filone gagsta", che suona un pò come se Fellini avesse dichiarato di non voler più sognare! - skyros.blog.kataweb.it -
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E' un film che non raggiunge lo scopo di entusiasmare e coinvolgere spettatori, beh! uno su cinque forse, scorsese punta sulla suspance del sospetto e del colpo di scena che però nel contesto appare scontato e direi necessario, nicholson sempre bravo va apprezzato per altre pellicole e con la voce di michele gammino mentre di caprio mi emoziona quanto un presepe a ferragosto. Saluti.
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