alex41
|
lunedì 4 febbraio 2013
|
eccezionale di caprio, immenso scorsese!
|
|
|
|
Una trama non molto originale, ma strutturata ottimamente: ottimi i dialoghi degni del miglior Quentin Tarantino, ottimo il montaggio, ottima la regia (che finalmente si è aggiudicata il fatidico Oscar), ottimo il cast: Leonardo Di Caprio è eccezionale, a mio parere il Robert De Niro della nostra generazione, e in questo film offre una interpretazione pazzesca; Jack Nicholson è una garanzia, perfetto e inquientante come non lo si vedeva da anni; grandissimo Mark Wahlberg, personaggio ben descritto che offre alcuni dei più epici dialoghi di tutto il film, e infine un bravo Matt Damon, anche se una spanna in meno rispetto agli altri del cast. Ma da non dimenticare anche il terrificante Ray Winstone, il più che discreto Alec Baldwin e il sottovalutatissimo Martin Sheen.
[+]
Una trama non molto originale, ma strutturata ottimamente: ottimi i dialoghi degni del miglior Quentin Tarantino, ottimo il montaggio, ottima la regia (che finalmente si è aggiudicata il fatidico Oscar), ottimo il cast: Leonardo Di Caprio è eccezionale, a mio parere il Robert De Niro della nostra generazione, e in questo film offre una interpretazione pazzesca; Jack Nicholson è una garanzia, perfetto e inquientante come non lo si vedeva da anni; grandissimo Mark Wahlberg, personaggio ben descritto che offre alcuni dei più epici dialoghi di tutto il film, e infine un bravo Matt Damon, anche se una spanna in meno rispetto agli altri del cast. Ma da non dimenticare anche il terrificante Ray Winstone, il più che discreto Alec Baldwin e il sottovalutatissimo Martin Sheen. Uno dei migliori film dello Scorsese 2000, certo non ha inventato nulla, ma se non altro resta un gioiello del genere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alex41 »
[ - ] lascia un commento a alex41 »
|
|
d'accordo? |
|
flavio da
|
mercoledì 27 giugno 2007
|
un bel film in casa scorsese
|
|
|
|
Non merita l'elogio di un capolavoro, ma di sicuro, anche a noi profani del cinema, appare un ottimo film l'ultima fatica di Scorsese. Messo a suo agio grazie all'importante cast fornitogli ( particolare non irrilevante su cui però le malignità della critica hanno giocato fin troppo!), il regista sa regalare al suo pubblico un lungometraggio dai ritmi incalzanti, che lascia in bilico lo spettatore per quasi tutta la sua durata.
Corredato di una colonna sonora che a volte prende giustamente le parti di una attrice protagonista (vedere pause improvvise, a ridosso dei dialoghi)e che si impone come originale (si pensi a "shipping up to Boston" dei dropkick murphys, a mio parere il migliore brano della sountrack), il film scorre attraverso l'intreccio della giustizia e dell'ingiustizia della vita, del bene e del male, senza mai cadere nel banale, per quanto il tema possa di per sé trarre in inganno.
[+]
Non merita l'elogio di un capolavoro, ma di sicuro, anche a noi profani del cinema, appare un ottimo film l'ultima fatica di Scorsese. Messo a suo agio grazie all'importante cast fornitogli ( particolare non irrilevante su cui però le malignità della critica hanno giocato fin troppo!), il regista sa regalare al suo pubblico un lungometraggio dai ritmi incalzanti, che lascia in bilico lo spettatore per quasi tutta la sua durata.
Corredato di una colonna sonora che a volte prende giustamente le parti di una attrice protagonista (vedere pause improvvise, a ridosso dei dialoghi)e che si impone come originale (si pensi a "shipping up to Boston" dei dropkick murphys, a mio parere il migliore brano della sountrack), il film scorre attraverso l'intreccio della giustizia e dell'ingiustizia della vita, del bene e del male, senza mai cadere nel banale, per quanto il tema possa di per sé trarre in inganno.
Sì, non è il vortice di sensazioni che avvolge lo spettatore alla visione di "Quei bravi ragazzi", ma i capolavori (quello sì!) devono essere celebrati in quanto tali e non devono andare ad inficiare le opere successive di un artista; perché "the departhed" è un ottimo film, ma non ripete il suo "antenato" cult degli anni '90; non per questo appare un "filmetto".
Ottima interpretazione di un Leonardo di Caprio che forse avrebbe dovuto avere una faccia più "sporca" per quel ruolo; continua a non entusiasmare ( sarà un mio difetto, prendetelo come tale!) matt damon che, con sapienza, Martin Scorsese utilizza a piccole dosi. Sempre impeccabile Jack Nicholson che però nei panni del malavitoso non sembra trovarsi tanto a suo agio quanto in quello dello psichiatrico dei suoi film che furono.
Insomma, un ottimo film, trattato male da taluni che a volte vogliono disegnare per registi ed attori parabole discendenti che vedono solo gli allucinati; se l'essenza è quella che conta, questa è di prima qualità!
A voi la visione, a voi l'opinione.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a flavio da »
[ - ] lascia un commento a flavio da »
|
|
d'accordo? |
|
alex_23
|
mercoledì 16 febbraio 2011
|
semplicemente un capolavoro
|
|
|
|
Dall'inizio alla fine sei sul filo del rasoio e la tensione la si legge anche nei personaggi creati da Scorsese. Eccellenti tutti gli attori, da Di Caprio a Damon senza dimenticare il redivivo Jack Nicholson il quale, si dice, in alcune circostanze ha assunto un ruolo di co-regista: certe battute le inventava al momento, in modo che gli attori con cui recitava fossero più spontanei: genialata di Martin. Mi và di citare anche l'interpretazione di Mark Wahlberg, che è stata impeccabile.
Il finale è un doppio colpo di scena, non originalissimo ma spiazzante.
|
|
[+] lascia un commento a alex_23 »
[ - ] lascia un commento a alex_23 »
|
|
d'accordo? |
|
darjus
|
sabato 31 marzo 2007
|
nel bene e nel male: è scorsese
|
|
|
|
Billy Costigan è il personaggio «scorsesiano» (si veda il Travis Bickle di Taxi Driver per avere un confronto) attorno al quale si sviluppa il film. Egli è disadattato, solo e rabbioso. E’ tetro, remissivo-aggressivo e inevitabilmente infelice. E’ isterico, come i movimenti di macchina che ci accompagnano in un film dal sapore neoclassico, che riprende il vecchio per raccontare il nuovo che è sempre vecchio. Per aprire le carni di un’America dove male e bene sono sempre mescolati in una lotta topo contro topo, dove giusto e sbagliato non esistono più e dove il singolo è inevitabilmente schiacciato dall’«individualismo della collettività», contro cui nulla è possibile, se non prendersi da soli e ad ogni mezzo quel qualcosa che nessuno regala.
[+]
Billy Costigan è il personaggio «scorsesiano» (si veda il Travis Bickle di Taxi Driver per avere un confronto) attorno al quale si sviluppa il film. Egli è disadattato, solo e rabbioso. E’ tetro, remissivo-aggressivo e inevitabilmente infelice. E’ isterico, come i movimenti di macchina che ci accompagnano in un film dal sapore neoclassico, che riprende il vecchio per raccontare il nuovo che è sempre vecchio. Per aprire le carni di un’America dove male e bene sono sempre mescolati in una lotta topo contro topo, dove giusto e sbagliato non esistono più e dove il singolo è inevitabilmente schiacciato dall’«individualismo della collettività», contro cui nulla è possibile, se non prendersi da soli e ad ogni mezzo quel qualcosa che nessuno regala. Tecnica sopraffina, montaggio superbo e grande recitazione: l’autore attraversa il genere, che si fa d’autore. Ne guadagnano cuore e cervello, anche se, in effetti, si è persa un po’ d’originalità. ***1/2
[-]
|
|
[+] lascia un commento a darjus »
[ - ] lascia un commento a darjus »
|
|
d'accordo? |
|
antonello villani
|
mercoledì 8 novembre 2006
|
scorsese tra tradimenti e riscatti dell'ultima ora
|
|
|
|
Martin Scorsese ritorna nei bassifondi per parlare di gangster dalla pistola facile. Destino di un italoamericano se il film “The Departed” è stato presentato alla Festa Internazionale del Cinema di Roma, eppure la fortuna sembra baciare questo regista che ha una vera passione per i drammi metropolitani. La storia è di quelle classiche, lo stile è di quelli unici. Perchè con un cast di stelle –Nicholson, Di Caprio, Damon, Sheen, Wahlberg- ed un virtuoso dietro la macchina da presa il rischio del fallimento è davvero improbabile. Certo le sbavature non mancano, il sangue scorre a profusione mentre le parolacce sono il leitmotive di un film che disturba anche i forti di stomaco, ma i poliziotti di Boston piacciono per la carica di umanità che solo i grandi registi sanno esprimere.
[+]
Martin Scorsese ritorna nei bassifondi per parlare di gangster dalla pistola facile. Destino di un italoamericano se il film “The Departed” è stato presentato alla Festa Internazionale del Cinema di Roma, eppure la fortuna sembra baciare questo regista che ha una vera passione per i drammi metropolitani. La storia è di quelle classiche, lo stile è di quelli unici. Perchè con un cast di stelle –Nicholson, Di Caprio, Damon, Sheen, Wahlberg- ed un virtuoso dietro la macchina da presa il rischio del fallimento è davvero improbabile. Certo le sbavature non mancano, il sangue scorre a profusione mentre le parolacce sono il leitmotive di un film che disturba anche i forti di stomaco, ma i poliziotti di Boston piacciono per la carica di umanità che solo i grandi registi sanno esprimere. Scorsese mostra il confine tra bene e male con un capovolgimento di fronti che vede i buoni dalla parte dei cattivi ed i cattivi dalla parte dei buoni; la politica del complotto domina questo mondo di disperati, ma è lo schema collaudato del “tutti contro tutti” a tenere alta la tensione. Ispirato ad un film cinese di qualche anno fa –“Infernal Affairs” di Andrew Lau-, “The Departed” riprende alcuni vecchi successi del passato –da “Mean Street” a “Quei bravi ragazzi”, tanto per citarne alcuni- aggiungendo allo splatter del primo Tarantino tradimenti e riscatti dell’ultima ora. Liti furibonde tra polizia ed F.B.I., linguaggio scurrile e colonna sonora ingombrante rischiano di mandare all’aria un film che non sempre convince, ma la presenza scenica degli attori risulta provvidenziale: Jack Nicholson, l’unico un po’ fuori ruolo con tutte quelle smorfie e sorrisini, è il boss che traffica in chip elettronici con la mafia cinese; Matt Damon, doppiogiochista cresciuto nelle zone malfamate, è il poliziotto che intrattiene pericolose amicizie; Leonardo Di Caprio, agente undercover con il compito di smascherare il gangster numero uno della città, ci regala un’interpretazione da manuale passando per lo studio di una psicologa legata a doppio filo con il poliziotto corrotto. Nulla è come sembra, il male invade ogni cosa lasciando sull’asfalto un numero imprecisato di cadaveri. Scorsese indugia sui primi piani dei corpi agonizzanti e sfocia nel ridicolo involontario con le esecuzioni che si susseguono a ritmo impressionante. Una vera mattanza.
Antonello Villani
(Salerno)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a antonello villani »
[ - ] lascia un commento a antonello villani »
|
|
d'accordo? |
|
mary
|
sabato 24 febbraio 2007
|
il bene ed il male
|
|
|
|
Scorsese ancora una volta si tuffa nei bassifondi di una città degli USA, questa volta Boston per trovare ispirazione. Quello che ne esce è la filosofia del way of living americano
portato all'esasperazione , nei suoi lati più negativi e distruttivi.
Quello che colpisce, per chi non conosce bene la società americana,
è il vuoto d'identità dei giovani protagonisti , senza padre , allevati con il solo scopo di ubbidire al capo , sia esse un boss o un ispettore della polizia .
Se non si vede il film in ques'ottica si rischia di farsi impressionare dal sangue e dalle pallottole ,e da questo punto di vista non è un gran thriller e non mi ha entusiasmato come tale.
Anzi le scene d'azione sono quasi brutte ,poco realiste, esagerate, viste con gli occhi di un bambino spaventato , come lo sono i due personaggi principali , cresciuti nella violenza senza poter sviluppare una loro reale identità .
[+]
Scorsese ancora una volta si tuffa nei bassifondi di una città degli USA, questa volta Boston per trovare ispirazione. Quello che ne esce è la filosofia del way of living americano
portato all'esasperazione , nei suoi lati più negativi e distruttivi.
Quello che colpisce, per chi non conosce bene la società americana,
è il vuoto d'identità dei giovani protagonisti , senza padre , allevati con il solo scopo di ubbidire al capo , sia esse un boss o un ispettore della polizia .
Se non si vede il film in ques'ottica si rischia di farsi impressionare dal sangue e dalle pallottole ,e da questo punto di vista non è un gran thriller e non mi ha entusiasmato come tale.
Anzi le scene d'azione sono quasi brutte ,poco realiste, esagerate, viste con gli occhi di un bambino spaventato , come lo sono i due personaggi principali , cresciuti nella violenza senza poter sviluppare una loro reale identità .
Alla fine ,alla morte dei due vecchi, l'spettore buono ( Callighan se non sbalgio ) e di costello , che tengono in mano i due intruders , si ha un calo di tensione , e si capisce che tutte e due hanno strumentalizzato i due ragazzi per i loro interessi ( che tra l'altro alla fine convergono in un intreccio incomprensibile)
Comunque un film che non lascia del tutto indifferenti...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mary »
[ - ] lascia un commento a mary »
|
|
d'accordo? |
|
odissea 2001
|
domenica 7 ottobre 2007
|
ma tarantino era tarantino....
|
|
|
|
Scorsese si ispira ad un film orientale ma la "maniera" di Tarantino si può cogliere quasi in ogni scena del film. Chi ha visto "Le Jene" ritroverà in "The Departed" la talpa, l'interesse per la cinematografia gangsteristica orientale, il sapore aspro del tradimento, la volontà di rappresentare la morte con greve e choccante realismo, il finale "shakesperiano" dove muoiono tutti spargendo sangue ai quattro cantoni, l'incapacità di distiguere con un solo colpo d'occhio il bene dal male. Tarantino ci aggiunge un bel pizzico di graffiante e trucida ironia, mentre Scorsese preferisce continuare a battere fino alla fine i binari della tragedia. Le Jene resta un film che ha segnato un'epoca, l'opera di Scorsese non è altrettanto innovativa.
[+]
Scorsese si ispira ad un film orientale ma la "maniera" di Tarantino si può cogliere quasi in ogni scena del film. Chi ha visto "Le Jene" ritroverà in "The Departed" la talpa, l'interesse per la cinematografia gangsteristica orientale, il sapore aspro del tradimento, la volontà di rappresentare la morte con greve e choccante realismo, il finale "shakesperiano" dove muoiono tutti spargendo sangue ai quattro cantoni, l'incapacità di distiguere con un solo colpo d'occhio il bene dal male. Tarantino ci aggiunge un bel pizzico di graffiante e trucida ironia, mentre Scorsese preferisce continuare a battere fino alla fine i binari della tragedia. Le Jene resta un film che ha segnato un'epoca, l'opera di Scorsese non è altrettanto innovativa. La salvano l'interpretazione magistrale di Di Caprio e Damon, la bella regia e forse il finale, che cancella cinicamente ogni speranza: il bene non riesce a prevalere se si rispettano le regole. Il male e il suo contrario si dovranno battere ad armi pari, così però è anche più facile confonderli. Rispetto al film di Tarantino, dove l'amicizia (anche se tradita) riesce a stillare nel bagno di sangue finale una piccola goccia di umanità, il film di Scorsese trasuda una cupa e disperante sfiducia nell'uomo e nel suo futuro.I quattordici anni trascorsi tra il primo e il secondo film si sentono tutti: ciò che è avvenuto nel frattempo (e in tutto il mondo) ha lasciato il segno.
[-]
[+] ma
(di liam)
[ - ] ma
[+] ma che dici
(di mister antipatia)
[ - ] ma che dici
[+] ma smettiamola con questo cialtrone
(di kk4)
[ - ] ma smettiamola con questo cialtrone
[+] che palle i parallelismi...
(di fabrizio84)
[ - ] che palle i parallelismi...
[+] e' uno scorsese mal riuscito.
(di valvestino)
[ - ] e' uno scorsese mal riuscito.
|
|
[+] lascia un commento a odissea 2001 »
[ - ] lascia un commento a odissea 2001 »
|
|
d'accordo? |
|
|