Titolo originale | Izobrajyaa zhertvy |
Anno | 2006 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Russia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Kirill Serebrennikov |
Attori | Yuriy Chursin, Anna Mikhalkova, Vitaliy Khaev . |
Distribuzione | Iguana Film |
MYmonetro | 3,00 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento giovedì 17 dicembre 2009
Dalla Russia un film che mescola grottesco con dramma, commedia con tragedia. Il film è stato premiato a Roma Film Festival,
CONSIGLIATO SÌ
|
Valya lavora come simulatore della vittima nelle indagini sperimentali condotte dal Capitano della polizia e dai suoi collaboratori e riprese dalla videocamera di Lyuda. Sulla scena dell'omicidio il giovane deve calarsi nella parte del morto poco prima che venisse ucciso, rischiando qualche volta la propria vita. Ha una fidanzata che vorrebbe lasciare e una madre che lo vorrebbe vedere sposato anche per liberarsi della sua presenza e vivere alla luce del sole il rapporto con il fratello del defunto marito. Il papà di Valya è scomparso in circostanze sospette e ha iniziato a presentarsi in sogno al figlio insinuando nella sua mente il dubbio amletico che siano stati la moglie e il fratello ad avvelenarlo.
La pellicola di Kirill Serebrennikov inizia con una sentenza sul cinema russo che non gode di buona salute, ma con il succedersi delle sequenze dimostra il contrario. Playing the Victim è un succosissimo rifacimento noir dell'Amleto di Shakespeare del quale possiede anche la teatralità e la forza espressiva regalando attimi di pura follia e momenti estremamente esilaranti, come lo sketch di un minuto scarso nel quale viene rappresentato a parole ed espressioni facciali il problema del terrorismo, l'intolleranza tra i russi e "quelli che fanno la pita", l'undici settembre e la caduta delle torri gemelle fino alle scuse finali, riprese dalle televisioni, di Bush. Yuri Chursin (Valya) sembra un giovane Joaquin Phoenix (basti il solo Da morire per confermare l'associazione) e offre una versione dark del principe danese, quasi a renderlo ancora più tormentato anche perché supportato dall'ambientazione moderna - ma allo stesso tempo profondamente bizzarra - della Russia e del corpo di polizia del paese. Alla fine, l'unico dubbio che rimane è sulla vera identità dei Presnyakov Brothers, che qui sembrano tanto i fratelli Coen travestiti da sceneggiatori dell'ex Unione Sovietica.
Il vincitore della Festa di Roma 2006, terza prova cinematografica dell'eclettico trentaseienne russo Serebrennikov, è una rivisitazione in chiave dark-metropolitana dell'Amleto: un gioco di ruolo perverso, dove il principe di Danimarca s'incarna in Valja, giovane squattrinato che per campare recita la parte della vittima nelle ricostruzioni della polizia.
Questa eccentrica black comedy, che segna il debutto sul grande schermo di uno dei più innovativi registi teatrali russi, ha vinto un anno fa la prima Festa di Roma. Con un entusiasmo creativo, a tratti debordante, l'intellettuale Serebrennikov crea comunque un'opera originale giocata sul contrasto fra modernità e classicità. Il pretesto è infatti puro Shakespeare: come il principe di Danimarca, anche [...] Vai alla recensione »