Anno | 2004 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia |
Durata | 82 minuti |
Regia di | Stefano Chiantini |
Attori | Luciano Federico, Alessandro Tiberi, Nicola Siri, Cristiana Capotondi . |
Uscita | venerdì 26 novembre 2004 |
MYmonetro | 3,00 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Opera prima del promettente trentenne Stefano Chiantini, il film, pur con i limiti di un corto "gonfiato", diverte e convince per la sincera simpatia dei protagonisti e della storia. In Italia al Box Office Forse sì... forse no... ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 20,5 mila euro e 6,7 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Tra surreali campionati di calcio giocati a carte, grotteschi tornei di scherma e feste deprimenti, tre ragazzi fuori sede trascorrono oziosamente i loro giorni in un appartamento della Capitale. Ennio è prodigo ma senza amici, Nicola è uno sfegatato tifoso genoano e guarda continuamente la partita della sua squadra con l'Oviedo per la Uefa del '91, Angelo, ultimo inquilino arrivato, ben presto viene contagiato dal lassismo dei compagni, e trascura fidanzata e università. La monotonia della casa viene interrotta solo da inspiegabili black out elettrici che, sistematicamente, oscurano il goal vincente di Skuhravy.
Opera prima del promettente trentenne Stefano Chiantini, Forse sì... Forse no... è un film generazionale, lontano dagli stereotipi e vicino al Moretti di Ecce bombo, che racconta con naturalezza e semplicità la paura di diventare adulti di tre ragazzi che si isolano dal mondo in una specie di "zona protetta". La sceneggiatura, nata per un corto, risente in alcuni punti del "gonfiamento" a lungometraggio, trascinando la storia più che creando veri punti di svolta. Ma la simpatia sincera dei protagonisti e l'entusiasmo di questa produzione indipendente a basso costo traspaiono in ogni fotogramma.
Ecce Bombo. A Genova, trent’anni dopo l’Aspettando Godot morettiano, e quindi nell’assenza dell’ideologismo, nella latitanza del femminismo, nell’abulia che contraddistingue molta parte dell’Occidente smarrito e saturo. È povero povero questo debutto nel lungo dell’abruzzese (non ancora 3üenne), Stefano Chiantini. Ma ha una sua vena surreale che lo attraversa e lo minaccia positivamente.
Dio ci salvi dai trentenni al cinema. I registi ne fanno manbassa, raccontandoli come una generazione afflitta da cronica incapacità di crescere. Ragazzi superficiali, infantili, poco coscienti della società in cui vivono, alla perenne ricerca di un lavoro che in fondo non vogliono ottenere, e così via. Non fanno eccezione i protagonisti di di Forse sì.
Un appartamento e tre ragazzi: un tifoso sfegatato del Genoa che rivede ossessivamente una celebre partita del 1991, un padrone di casa che si impiccia troppo degli affari degli altri, un ragazzo tranquillo che pensa solo a studiare. Ma la sindrome di Oblomov prende i tre che sono travolti in un vortice di nonsense, una parabola dei tempi moderni. Da Il Manifesto, 3 dicembre 2004