Camici bianchi

Film 2001 | Medico

Regia di Fabio Jephcott. Una serie con Enrico Mutti, Valentina Sperlì, Bettina Giovannini, Roberto Accornero, Ugo Pagliai. Cast completo Genere Medico - Italia, 2001, Valutazione: 1 Stelle, sulla base di 1 recensione.

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Guardando il serial si è pervasi da una certezza e da un dubbio: la sicurezza riguarda il fatto che si tratti del telefilm medico piu’brutto mai apparso in televisione; la remora concerne se sia anche la peggiore serie in assoluto, al di là del genere. Alla luce dei fatti, le intenzioni espresse dal regista Stefano Amatucci alla conferenza stampa risultano ridicole: “rispetto a E.R. è tutta un’altra cosa, i nostri medici non sono eroi a tutti i costi, qui non ci sono americanate”; per sfortuna, verrebbe da dire. La serie mette in scena la vita in corsia del fittizio Ospedale San Paolo di Roma, definito nella cartella stampa “un contenitore di esistenze e di destini”. Qui, tra due reparti d’azione (Chirurgia e Pronto Soccorso) e due di relazione (Psichiatria e Pediatria), s’incrociano le cartelle mediche di quattro dottori che si frequentano anche fuori dal lavoro: il dottor Sandro Sorrentino (Enrico Mutti), aiuto del Pronto Soccorso, è un bravo chirurgo che ha scelto la medicina come missione e non accetta compromessi (a parte nel matrimonio che sta andando a rotoli); la dottoressa Vera Volpi (Valentina Sperlì, al suo debutto televisivo), aiuto di Chirurgia, è obbligata a gestire gran parte del reparto a causa del Primario spesso latitante; la dottoressa Costanza Lancisi (Bettina Giovannini), responsabile del reparto Pediatria, è la migliore amica di Vera ed è single come lei; il dottor Bruno Di Veroli (Roberto Accornero), responsabile di Psichiatria, è il più realizzato dei quattro, sposato felicemente con una figlia tredicenne. Al poker di protagonisti si aggiungono: il professor Malpezzi (Ugo Pagliai), il classico barone della medicina che alla fine riesce a raccomandare il figlio Stefano (Antonio Scarano) a Pronto Soccorso e Chirurgia; Franco Jannuzzi (Luigi Petrucci), aiuto di Pronto Soccorso che lavora in nero presso una clinica privata; il neurochirurgo Vittorio Nardò (Lorenzo Majnoni), una sorta di battitore libero impegnato in progetti di ricerca; Margherita Sorrentino (Ines Nobili), la moglie architetto di Sandro; Julia (Caterina Deregibus), fotografa d’arte che vive una storia extraconiugale con Sandro. E ancora: Flaminia Ruffo (Sara d’Amario), specializzata in Psichiatria; Paola Ruggero (Chiara Stampone) di Pediatria; Flavio Minelli (Federico Di Pofi), tirocinante di Pronto Soccorso; l’infermiere Attilio (Ciro Scalera) e Chiara (Violante Placido), allenatrice di una squadra femminile di calcetto che s’invaghisce di Costanza. Se in E.R. la cinepresa sottolinea l’azione e l’ansietà in corsia, qui sembra in mano a un malato del morbo di Parkinson (con buona pace di Amatucci e delle sue “americanate”). La serie è ideata e prodotta da Achille Manzotti; Claudio Mancini firma da produttore esecutivo. Qualche numero “da infarto”: 32 settimane di riprese, 10 mesi tra scrittura e preparazione, 11 sceneggiatori, 18 location esterne. Le riprese in interni sono state effettuate in alcune cliniche private per quanto riguarda le scene d’interventi in sala operatoria, mentre l’ospedale e le sue corsie sono stati ambientati all’Istituto Tecnico Rosolino Pilo (nella zona Monte Verde di Roma). Senza scampo la critica su il “Il Sole 24 ore” di Als Ob, che tra l’altro ha notato una scena in cui il pargolo in corsia è “un bambolotto, un’ignobile cosa di plastica rigida”: “è soprattutto della dignità umana di E.R. che Camici bianchi fa strazio. I personaggi del primo sono individui che decidono, che scelgono, moralmente autonomi e responsabili. Non conta che le loro scelte siano o non siano giuste: conta che sono le loro. Quelli del secondo sono prigionieri d’una moralità precotta, scontata, fasulla. Per intenderci: degna d’una qualunque svendita morale in stile mariadefilippico. La loro riconoscibilità di individui, la loro dimensione umana è persino più rigida d’un bambolotto di plastica”. Da sottolineare la presa di posizione di Pagliai alla conferenza stampa di presentazione: “una volta si provava e si arrivava molto piu’preparati sul set”. Vedendo Camici bianchi non c’è che dargli ragione.

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