supremo2000
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mercoledì 12 agosto 2015
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un piccolo capolavoro per nolan.
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MeMenTo Film del 2000 Diretto da Christopher Nolan Con Guy Pearce Joe Pantoliano Carrie-Anne Moss. Attenzione la recensione potrebbe contenere spoiler se non hai visto il film ti consiglio di chiudere questa recensione. Ok cominciamo. La Trama di MeMenTo è difficile da raccontare perchè è complicatissima farò il possibile. Leonard è un ragazzo con un problema non riesce a acquisire nuovi ricordi riesce ha ricordcarsi tutto solo prima dell'incidente. l'unico modo per ricordarsele è tatuarsele sul suo corpo o fare foto e annotarsi dietro la foto le informazioni per ricordarsi la persona o un posto.Ok non vorrei andare oltre senno vi rovino tutto il film e sarebbe un peccato perchè è molto bello e coinvolgente vi consiglio di guardarlo Voto 4 su 5 ciao e alla prossima recensione.
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dario
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mercoledì 15 luglio 2015
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manierato
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L'idea è molto buona, la realizzazione zoppicante. Troppe involuzioni, troppo compiacimento. Pearce è monocorde, schizofrenico, alla lunga noioso. Colpi di scena telefonati, confusione per buchi di scenografia. Un'occasione sprecata.
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ashtray_bliss
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lunedì 20 aprile 2015
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nel labirinto della mente.
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Originale sin dal primo frame, cervellotico, confusionario, un film che ti catapulta nel universo frammentario e delirante di una persona affetta dal disturbo della memoria. Una persona in apparenza normale, che non riesce a memorizzare i fatti recenti della sua quotidianità creandosi in tal modo delle false memorie, falsi ricordi che lo aiutano a mantenere un certo equilibrio e una certa integrità nella sua vita. Ma altresì un disturbo che lo porta sulla strada dell'autodistruzione facendone un killer insospettabile quanto spietato. Questo è come Nolan ci introduce abilmente il personaggio, ambiguo e disturbato, di Leonard, aprendo il film con una scena inconsueta e alquanto singolare: la scena di un omicidio d'un uomo da parte di Lennie all'indietro (backwards).
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Originale sin dal primo frame, cervellotico, confusionario, un film che ti catapulta nel universo frammentario e delirante di una persona affetta dal disturbo della memoria. Una persona in apparenza normale, che non riesce a memorizzare i fatti recenti della sua quotidianità creandosi in tal modo delle false memorie, falsi ricordi che lo aiutano a mantenere un certo equilibrio e una certa integrità nella sua vita. Ma altresì un disturbo che lo porta sulla strada dell'autodistruzione facendone un killer insospettabile quanto spietato. Questo è come Nolan ci introduce abilmente il personaggio, ambiguo e disturbato, di Leonard, aprendo il film con una scena inconsueta e alquanto singolare: la scena di un omicidio d'un uomo da parte di Lennie all'indietro (backwards). Da quella scena in poi il film si dispiega in ordine cronologico rovesciato: la prima scena del film è l'ultima in ordine cronologico. La seconda scena è la penultima e cosi via, fino a far combaciare tutti i tasselli del puzzle che confondono reciprocamente gli spettatori e il protagonista. E giusto per confondere ulteriormente e rendere questo labirinto mentale sempre più intricato, Nolan decide di inserire nel film delle sequenze in bianco e nero, le uniche che seguono l'ordine cronologico del film, e che riescono in qualche modo a fare da 'bussola' per lo spettatore che tenta più volte a ricomporre un pazzle dove l'unico filo conduttore, che lega i vari tasseli tra loro, è l'emblematica frase pronunciata da Leonard ogni volta che una scena si chiude e la successiva (ma in ordine cronologico la precedente) si apre: Dov'ero rimasto?
Memento è la vera e proprio prova regina che consacra Christopher Nolan come un regista audace, caparbio e visionario in grado di sfruttare al meglio una storia debole, e per certi tratti già vista, sapendo orchestrarla magistralmente in un thriller psicologico sopraffino a tinte noir, che coinvolge e grazie al suo stile narrativo originale e non-lineare resta impresso a lungo. Oltre allo stile registico memorabile, troviamo naturalmente spunti di riflessione tutt'altro che indifferenti, come il ridondante questito: ''Le nostre azioni hanno ancora un significato se non possiamo ricordarle?" L'intera pellicola è in effetti concentrata su una persona della quale lo spettatore stesso nn ha alcuna certezza, esattamente come egli stesso non conosce più se stesso e cerca disperatamente di trovare uno scopo alla sua esistenza creandosi falsi ricordi che sovrappone a quelli veri -antecedenti al suo incidente- dentro ai quali si barrica e istante dopo istante, li insegue per restare attaccato a qualcosa che sia suo. Una vita che anche se inventata gli dia un senso e un motivo per andare avanti. In fin dei conti è quello che fanno tutti, ci svelerà nella sequenza finale.
Tutti abbiamo bisogno di ricordi, perchè senza di essi non siamo niente e nessuno, una mera tabula rasa, delle esistenze vaque e sospese in un limbo di non appartenenza. Allorchè i ricordi, anche se falsi e inventati ci danno delle radici, ci danno una storia, uno scopo, ci definiscono in un modo o nell'altro. E Leonard ben presto non solo si adegua alla sua nuova condizione e la nuova vita che si ritrova ad affrontare, ma diventa un vero esperto: col metodo e perseveranza trova il modo per mettere un ordine nei suoi nuovi ricordi; fotografandoli con una polaroid e successivamente segnare in breve l'importanza dell'evento fotografato. E ancora, grazie a post-it (in inglese di nuovo detti Memento) e tatuaggi cosicchè il mondo creato da Lennie sembra acquisire finalmente un senso. Un senso fasullo e distorto da lui abilmente manipolato.
Ma Nolan riesce perfettamente a fotografare il senso di disorientamento totale del protagonista, dentro al quale incastra gli spettatori immedesimandoli nel inferno esistenziale di una persona affetta da amnesia della memoria breve. Una persona incapace di memorizzare i nuovi eventi, incapace di saper distinguere la verità dalla menzogna e dunque impossibilitata di fidarsi di terzi o semplicemente di se stessa. Arrivando a dubitare dei propri sentimenti, delle proprie pulsioni, in altre parole della mera identità che costituisce un'individuo. 'Fidati dei fatti non dei ricordi. I ricordi sono distorti, i fatti immutabili' ripeterà più volte all'enigmatica figura di Teddie. Ma anche i fatti possono mentire, essere alterati e non corrispondere alla realtà e al universo della persona stessa.
E in questo abile esercizio di stile, Nolan si consacra uno dei più visionari e promettenti registi brittanici, stregando il pubblico e rubando giustamente consensi da ogni dove. Un film facilmente 'memorabile' sia per l'originalità della sua struttura sia per la carismatica interpretazione degli attori, su tutti un Guy Peace spaesato e spaventato ma anche metodico e organizzato che inseguendo un piano di vendetta si mette sulla strada dell'autodistruzione.
Un vero labirinto mentale, caotico e confusionario. Altresi detto un film di culto. Assolutamente imperdibile.
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evildevin87
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martedì 30 dicembre 2014
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nolan al 100%
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Leonard Shelby soffre, da quando ha avuto un incidente in cui è morta sua moglie, di amnesia a breve termine. Per ovviare a questo grosso problema è costretto a scriversi appunti, fare foto e tatuarsi promemoria di vitale importanza sul corpo. Ha un solo scopo al momento: trovare l'assassino di sua moglie e vendicarla.
Il film inizia dall'epilogo della storia, ovvero quando Leonard uccide quello che sembra essere l'assassino della moglie, e procederà a ritroso finendo con l'inizio di tutta la storia. Il bello della pellicola sta tutto nel mostrarti determinate cose e personaggi che all'apparenza sembrano in un modo ma andando a ritroso si mostrano essere tutto l'opposto, per poi chiudere con un inizio storia drammatico e toccante.
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Leonard Shelby soffre, da quando ha avuto un incidente in cui è morta sua moglie, di amnesia a breve termine. Per ovviare a questo grosso problema è costretto a scriversi appunti, fare foto e tatuarsi promemoria di vitale importanza sul corpo. Ha un solo scopo al momento: trovare l'assassino di sua moglie e vendicarla.
Il film inizia dall'epilogo della storia, ovvero quando Leonard uccide quello che sembra essere l'assassino della moglie, e procederà a ritroso finendo con l'inizio di tutta la storia. Il bello della pellicola sta tutto nel mostrarti determinate cose e personaggi che all'apparenza sembrano in un modo ma andando a ritroso si mostrano essere tutto l'opposto, per poi chiudere con un inizio storia drammatico e toccante. E' un racconto pregno più che mai di inganno, tema assai caro al buon Nolan, che grazie ad una messa in scena che sfiora la perfezione ci regala un film intricato e coinvolgente nonostante il procedere irregolare. Da menzionare il grande lavoro di recitazione dell'allora sconosciuto Guy Pearce nel ruolo di Leonard e di Carrie-Ann Moss nei panni di Natalie.
Questo è tutt'oggi il film più personale e genuino di Nolan, quello in cui la sua poetica viene fuori in maniera più pura e sincera e probabilmente l'unico suo film che può essere definito un vero capolavoro. Imperdibile.
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yurigami
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domenica 26 ottobre 2014
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unico
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all'inizio di questo film non si capisce nulla, poi quando pensi di spegnere perché ti sei rotto, ti vien da dire "Eh no, mo' devo capire!", lo finisci, fai due conti, lo capisci, e dici "bellissimo, capolavoro, che film da paura". Questo film è geniale
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cinebura
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mercoledì 8 ottobre 2014
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da vederlo più di una volta
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davvero un ottimo film, ben riuscito con una fotografia ottima. Una trama a dir poco difficile da interpretare ma con una gran riuscita. Da vedere più di una volta per il fatto che il finale in un certo modo dà delle risposte all'introduzione che rimane un segreto per tutta la durata del film, ma che rivedendolo si riesce a capire tutti i passaggi confusionali della storia. Davvero originale!
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critichetti
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martedì 19 agosto 2014
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un pò troppo dovizioso,ma nell'insieme piacevole
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Il film che Nolan ci propone potrebbe essere riassunto in una similitudine un pò "profana" (e qui chiedo scusa per quanto dirò,ma è un'idea che riassume il film e poi dirò anche il motivo),cioè dicendo che è come "una parmigiana di melanzane con troppo formaggio".Nel senso:il film ha un'idea molto piacevole,giocando molto bene sull'incapacità del protagonista di ricordare gli eventi della sua vita che hanno seguito un suo grave trauma,cosa che lo porterà a molte conseguenze spiacevoli e dove ogni piccolo cambiamento porta in lui gravi squilibri,facendogli dimenticare quel poco che riusciva a ricordare e costringendolo addirittura a doversi tatuare sul corpo la sua storia.
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Il film che Nolan ci propone potrebbe essere riassunto in una similitudine un pò "profana" (e qui chiedo scusa per quanto dirò,ma è un'idea che riassume il film e poi dirò anche il motivo),cioè dicendo che è come "una parmigiana di melanzane con troppo formaggio".Nel senso:il film ha un'idea molto piacevole,giocando molto bene sull'incapacità del protagonista di ricordare gli eventi della sua vita che hanno seguito un suo grave trauma,cosa che lo porterà a molte conseguenze spiacevoli e dove ogni piccolo cambiamento porta in lui gravi squilibri,facendogli dimenticare quel poco che riusciva a ricordare e costringendolo addirittura a doversi tatuare sul corpo la sua storia.Il tutto è vivibile anche dallo spettatore con continue ripetizioni di alcune scene,per aiutarlo quasi a vivere il dramma del personaggio principale.Non fosse altro che però si esagera un pò...voglio dire:va bene farci vivere il dramma del protagonista,ma senza esagerare!Perchè altrimenti si rischia di appesantire,ripetendo appunto (e qui arrivo a spiegare la mia similitudine "culinaria" di prima) una scena allo sfinimento,proprio come quando in una pietanza è ripetuto troppe volte un sapore.E il tutto porta come conseguenza che ogni tanto il film è un pò noiosetto.Poi personalmente avrei tagliato la parte in cui lui parla del suo lavoro,perchè è vero (SPOILER) che poi in qualche modo torna utile per raccontare la storia di come il protagonista ha perso la moglie (circa),però visto che poi questo ritorno in realtà non si avvera,allora forse non sarebbe stato il caso di metterlo.Comunque:è vero che si esagera di tanto in tanto,ma allo stesso tempo è vero che la storia è ben scritta,avvincente e la recitazione è anche ad un buon livello.Molto belle inoltre la diverse citazioni:io ne ho apprezzato moltissimo una fatta a "Fight club" (a voi il piacere di scovarla)
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iuriv
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giovedì 7 agosto 2014
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un film che si fa ricordare.
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Come si può ricreare il senso di smarrimento causato dalla perdita di memoria breve e renderlo palpabile a chi si ingozza di pop corn dall'altra parte dello schermo? Chissà, magari proprio questo si è chiesto Christopher Nolan prima di mettere le mani su Memento.
Il nostro eroe smemorato, interpetato da un sufficientemente rimbambito Guy Pearce, ha un obbiettivo che è quello di vendicare la moglie morta in seguito a una brutale aggressione. Egli cerca di ovviare al suo "disturbo" scrivendosi, tatuandosi e fotografando tutto ciò che fa e che gli serve.
E Nolan monta tutto al contrario.
Si perchè le prime immagini di questo lavoro ci mettono di fronte al fatto compiuto, che verrà ricostruito tassello dopo tassello in una serie di scene montate dall'ultima alla prima.
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Come si può ricreare il senso di smarrimento causato dalla perdita di memoria breve e renderlo palpabile a chi si ingozza di pop corn dall'altra parte dello schermo? Chissà, magari proprio questo si è chiesto Christopher Nolan prima di mettere le mani su Memento.
Il nostro eroe smemorato, interpetato da un sufficientemente rimbambito Guy Pearce, ha un obbiettivo che è quello di vendicare la moglie morta in seguito a una brutale aggressione. Egli cerca di ovviare al suo "disturbo" scrivendosi, tatuandosi e fotografando tutto ciò che fa e che gli serve.
E Nolan monta tutto al contrario.
Si perchè le prime immagini di questo lavoro ci mettono di fronte al fatto compiuto, che verrà ricostruito tassello dopo tassello in una serie di scene montate dall'ultima alla prima. Rischio non da poco quello corso dal regista, che aveva serie possibilità di ritrovarsi tra le mani un film incomprensibile se non totalmente sconclusionato.
Ma qui Nolan fa un grande servizio all'arte del montaggio, stando bene attento a non sbagliare una sola sequenza, condensandone i tempi e inserendo una transizione, la telefonata, che funge da raccordo perfetto, in quanto offre allo spettatore l'opportunità di conoscere il personaggio con cui ha a che fare, senza mai scivolare nella sindrome da spiegone.
Il risultato è l'empatia che inizialmente si riesce a provare nei confronti del protagonista, perchè se lui è all'oscuro di tutto a causa delle sue frequenti amnesie, chi guarda lo è perchè ancora non ha visto nulla di quello che è accaduto.
Inevitabilmente questo equilibrio a lungo andare si spezza, perchè chi paga il biglietto ha il diritto di capire cosa diamine sia successo al biondo Pearce, ma anche quando capita, si riesce ad avere sempre ben chiaro il punto di vista del personaggio e a comprendrene scelte e decisioni.
Naturalmente il regista non si accontenta della sua trovata geniale, ma la arricchisce di una sottotrama alla quale sovrappone flash spesso di un solo fotogramma, facendo penterare ancor di più all'interno della confusa mente di Leonard.
Così, mentre la trama va avanti e la storia indietro, tutto ciò che sembrava certo, anche grazie alla sicurezza del protagonista nei confronti del suo metodo, si disunisce, cambia prospettiva, si rivela forse per ciò che è (ma forse no, visto che Leonard non ha memoria).
I personaggi di contorno vengono dosati con cura e la loro trasformazione (che non è tale nella realtà scenica, ma lo è per noi spettatori) è perfettamente calibrata.
E' un film che gioca con la realtà delle cose sfruttando la percezione parziale del suo carattere principale. Le parole che tuonano verità, magari non sono così oneste. I ricordi diventano merce manipolabile. Gli amici forse non sono quelli che ci si aspettava.
Sono tematiche già sfruttate, ovviamente, ma un piccolo tocco di genio ha dato sostanza al film donandogli una potenza che lo renderà difficile da dimenticare. Sempre che non si soffra del "disturbo" naturalmente.
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valetag
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mercoledì 11 giugno 2014
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non credere alle sue bugie
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"Ricorda, ricorda, ricorda" dice Guy Pierce, ed è quello che dobbiamo fare anche noi per districare l'intreccio di fatti che ci vengono raccontati a ritroso.
Leonard Shelby, assetato di vendetta, è sulle tracce di un certo John G. , il quale ha violentato e ucciso sua moglie. Unico problema: Leon dal momento dell'incidente soffre di amnesia, per cui dimentica tutto dopo pochi minuti. Elabora un sistema per aiutarsi a ricordare: tatua su tutto il corpo gli appunti più importanti, usa una polaroid per "immagazzinare" volti e luoghi, segna su una cartina gli sviluppi della vicenda.
Sarà l'istinto a tradirlo: quella parte di inconscio che lo spinge a cancellare dalla memoria quello che più gli è scomodo, ma non quello che vorrebbe veramente dimenticare.
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"Ricorda, ricorda, ricorda" dice Guy Pierce, ed è quello che dobbiamo fare anche noi per districare l'intreccio di fatti che ci vengono raccontati a ritroso.
Leonard Shelby, assetato di vendetta, è sulle tracce di un certo John G. , il quale ha violentato e ucciso sua moglie. Unico problema: Leon dal momento dell'incidente soffre di amnesia, per cui dimentica tutto dopo pochi minuti. Elabora un sistema per aiutarsi a ricordare: tatua su tutto il corpo gli appunti più importanti, usa una polaroid per "immagazzinare" volti e luoghi, segna su una cartina gli sviluppi della vicenda.
Sarà l'istinto a tradirlo: quella parte di inconscio che lo spinge a cancellare dalla memoria quello che più gli è scomodo, ma non quello che vorrebbe veramente dimenticare.
In questa ricerca di vendetta è abbandonato in balia di persone che sfruttano la sua disabilità per i propri scopi: tra tutti, il più innocente è il receptionist del motel in cui alloggia, il quale lo sistema nella camera più costosa.
Christopher Nolan sperimenta con Memento una nuova tecnica di sviluppo, invertendo il montaggio e frammentandolo con flashback esplicativi. Lo spettatore non è mai a proprio agio, perché viene affamato sempre più dalla brama di capire. È un po' come sventolare un bel pezzo di carne sotto al naso di un cane e poi buttarlo via, lasciandolo a bocca asciutta. Alla fine è proprio così che ci si sente: dopo aver aspettato per tutto il film la soluzione, ecco che Nolan ci abbandona con una conclusione ambigua, che non lascia intendere se Leonard "ci è o ci fa". Inoltre immedesimarsi con lo spigoloso Guy Pierce risulta difficile: sempre distaccati da quella comune mancanza di collegamenti.
Tutto sommato, rimane un film di alto livello. Nolan sperimenta e fa centro. Consigliato? Sì.
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forackone
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sabato 22 febbraio 2014
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quando nulla è più certo
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Immaginate di resettare ogni cinque minuti la vostra memoria, almeno quella breve: ogni cinque minuti vi scorderete dove siete, cosa state facendo, cosa vi era successo in precedenza e cosa avevate intenzione di fare. Se una persona vi fregasse, tra un'ora potrebbe tornare a fregarvi nello stesso, identico modo, e voi tornereste a farvi ingannare. Questo è ciò che succede al protagonista di questa visionaria pellicola di Nolan, film che narra più una condizione psicologica che una serie di eventi, che vengono infatti presentati dal regista non in ordine cronologico (ma anzi, seguendo un ordine cronologico tendenzialmente inverso, e ripercorrendo così la storia a partire dalla sua fine) e attraverso scene di breve durata.
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Immaginate di resettare ogni cinque minuti la vostra memoria, almeno quella breve: ogni cinque minuti vi scorderete dove siete, cosa state facendo, cosa vi era successo in precedenza e cosa avevate intenzione di fare. Se una persona vi fregasse, tra un'ora potrebbe tornare a fregarvi nello stesso, identico modo, e voi tornereste a farvi ingannare. Questo è ciò che succede al protagonista di questa visionaria pellicola di Nolan, film che narra più una condizione psicologica che una serie di eventi, che vengono infatti presentati dal regista non in ordine cronologico (ma anzi, seguendo un ordine cronologico tendenzialmente inverso, e ripercorrendo così la storia a partire dalla sua fine) e attraverso scene di breve durata. Lo spettatore viene poi condotto dalla trama ad accorpare le scene ed a formarsi in testa la reale storia, con la consapevolezza che ciò è impossibile per il protagonista del film, accentuadone così il suo senso di smarrimento.
La conclusione è amara, non sembrerebbe nemmeno una conclusione, perché la verità che il film trasmette è l'impossibilità di arrivare ad una qualsiasi conlusione, perché essa sarebbe immediatamente rimossa.
Nolan presenta in questo suo secondo lavoro una visione pessimistica dell'umanità, in cui "l'occasione fa l'uomo ladro", e nessuno è immune da questa critica, nemmeno l'apparente vittima finale dell'intera circostanza.
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