mr cinefilo
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mercoledì 18 maggio 2011
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capolavoro
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Probabilmente il film d'azione più bello mai realizzato; gli elementi ci sono tutti: cast stellare con 2 dei più grandi attori della storia di hollywood, un regia maestosa a dir poco, una trama non complessa, ma con varie sottotrame ad alimentare la durata del film senza avere la sensazione che alcune scene andrebbero tagliate.
2 scene magistrali: l'incontro tra De Niro e Al Pacino; la sparatoria fuori dalla banca.
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jacopo b98
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domenica 4 maggio 2014
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un grande, grandissimo poliziesco!
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A Los Angeles il poliziotto Vincent Hanna (Pacino) è incaricato delle indagini sull’attacco ad un camion pieno di obbligazioni al portatore da parte di una banda di criminali comandata da Neill McCauley (De Niro). Hanna è furbo è in un men che non si dica trova McCauley, ma il rapinatore si rivela ancora più furbo e non si fa prendere. Tra i due inizia allora una specie di partita a scacchi, una sfida, che al posto di cavalli, alfieri e pedoni ha inseguimenti automobilistici, suicidi, liti familiari, massacri, rapine, pistole e mitragliatori. Chi vincerà? Heat – La sfida è il più grande poliziesco della Storia del Cinema: non necessariamente il migliore, ma il più grande.
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A Los Angeles il poliziotto Vincent Hanna (Pacino) è incaricato delle indagini sull’attacco ad un camion pieno di obbligazioni al portatore da parte di una banda di criminali comandata da Neill McCauley (De Niro). Hanna è furbo è in un men che non si dica trova McCauley, ma il rapinatore si rivela ancora più furbo e non si fa prendere. Tra i due inizia allora una specie di partita a scacchi, una sfida, che al posto di cavalli, alfieri e pedoni ha inseguimenti automobilistici, suicidi, liti familiari, massacri, rapine, pistole e mitragliatori. Chi vincerà? Heat – La sfida è il più grande poliziesco della Storia del Cinema: non necessariamente il migliore, ma il più grande. Infatti la sua trama è così vasta, complessa ed articolata che ci si sarebbero potuti fare tre o quattro film. Mann ne ha fatto uno solo che sa di una specie di antologia del genere, o forse di una sua elegia. La trama generale è semplice di per sé: ci sono un buono che ci sta meno simpatico di quello che dovrebbe, e un cattivo che ci sta più simpatico di quello che dovrebbe. Insomma: è la classica delle trame da poliziesco. Ma Mann ha intricato la trama, ha ingigantito l’intreccio, ha reso colossale una cosa di per sé non molto grande. Questo in qualsiasi altro caso viene inteso per quello che è: ambizione, gigantismo. E questo film nelle mani del 90% dei registi si sarebbe rivelato un fallimento: la vicenda sarebbe sfuggita di mano, inevitabilmente. Ma non con Michael Mann! Egli, consapevole del rischio di puntare così in alto, ha fatto l’unica cosa possibile: puntare ancora più in alto. E ha sfondato lo strato di nubi che divide il rischio dal coraggio. E il risultato, grazie alla sua regia eccessiva, sempre pronta a spingere verso l’alto, fatta di velocissime carrellate per le strade notturne di L.A., valorizzata dalla magistrale fotografia di Dante Spinotti, dalle musiche epiche di Elliot Goldenthal e dal frenetico, straordinario montaggio di William Goldenberg, è quello di un autentico capolavoro del poliziesco. È un crogiolo di storie, vicende private, personaggi che ruotano attorno ai due protagonisti, costretti entrambi a una guerra che non vorrebbero combattere, anche perché in fondo si ammirano, si stanno pure simpatici! E Mann, anche sceneggiatore, gestisce la sua fiumana di materia narrativa con responsabilità e misura. Immenso il cast di interpreti, con De Niro e Pacino che per la prima volta si incontrano faccia a faccia in un film (nel Padrino – Parte II recitavano entrambi ma non comparivano mai nella stessa inquadratura) e ci regalano due grandi interpretazioni di due uomini in fondo simili, diversi solo per le scelte di vita che hanno fatto. Ma in fondo sono solo due ossessionati. E in parte due perdenti, incapaci di vivere.
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andrejuve
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sabato 9 gennaio 2016
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un poliziotto e un ladro tremendamente simili
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“Heat- La sfida” è n film del 1995 diretto da Michael Mann. A Los Angeles Neil McCauley, capo di una banda di rapinatori composta da Chris Shiherlis, Michael Cerrito e Trejo, organizza delle rapine di ingente valore. Un giorno, al fine di effettuare una rapina di un furgone che possiede un’obbligazione al portatore di un valore superiore a un milione di euro, ingaggiano un quinto componente di nome Waingro il quale, a causa della sua frenesia, durante il colpo uccide uno degli agenti di guardia a bordo del furgone. La banda riesce ad ottenere l’obbligazione al portatore ma Neil caccia Waingro a causa del suo gesto scalmanato. Vincent Hanna è uno dei più importanti tenenti della polizia di Los Angeles e appartiene alla sezione rapine e omicidi.
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“Heat- La sfida” è n film del 1995 diretto da Michael Mann. A Los Angeles Neil McCauley, capo di una banda di rapinatori composta da Chris Shiherlis, Michael Cerrito e Trejo, organizza delle rapine di ingente valore. Un giorno, al fine di effettuare una rapina di un furgone che possiede un’obbligazione al portatore di un valore superiore a un milione di euro, ingaggiano un quinto componente di nome Waingro il quale, a causa della sua frenesia, durante il colpo uccide uno degli agenti di guardia a bordo del furgone. La banda riesce ad ottenere l’obbligazione al portatore ma Neil caccia Waingro a causa del suo gesto scalmanato. Vincent Hanna è uno dei più importanti tenenti della polizia di Los Angeles e appartiene alla sezione rapine e omicidi. Vive assieme alla moglie Justin e a Justine, la figlia di quest’ultima, la quale è una ragazza molto triste e depressa a causa del totale disinteresse del suo vero padre nei suoi confronti. Vincent deve indagare sulla rapina avvenuta e, grazie ad un informatore, scopre il soprannome di uno dei componenti della banda. Le obbligazioni che sono state rubate appartengono al ricco imprenditore Roger Van Zant, e l’obiettivo della banda è proprio quello di costringere Van Zant a riacquistare quelle obbligazioni al fine di ottenere un ulteriore guadagno economico. Roger però non ha intenzione di cedere a questo ricatto. Intanto Neil una sera conosce una ragazza di nome Eady, e i due si innamorano immediatamente. L’obiettivo di Neil sarebbe quello di partire in Nuova Zelanda con quest’ultima, ma prima deve compiere una grossa e imponente rapina presso una banca che potrebbe addirittura fruttare una cifra superiore ai dieci milioni di dollari. Intanto Vincent, assieme alla sua squadra di agenti, comincia a scoprire i vari componenti dell’organizzazione criminale concentrandosi in particolare su Neil, e tentando qualsiasi espediente al fine di incastrarli ed arrestarli. La pellicola incentra la sua attenzione sul confronto tra Neil Mc Cauley e Vincent Hanna. Nonostante assumano ruoli differenti e contrapposti, i due personaggi presentano molte similarità. Innanzitutto ciò che li accomuna maggiormente è la costante sensazione di solitudine che li attanaglia. Non instaurano legami di nessun tipo con nessuna persona e, quando lo fanno, nutrono l’immediata necessità di distaccarsi e di riacquisire la propria libertà. Essi sono talmente ossessionati dalle rispettive professioni, sia quella legale di tenente che quella illecita di rapinatore, da dedicarvi tutta la loro intera esistenza. Questa ossessione è mescolata alla passione e al rigetto, e l’unione di queste sensazioni contrastanti è significativa di come l’uomo possa provare emozioni variegate e contraddittorie nei confronti di ciò che ama davvero. Neil e Vincent provano un amore sviscerato nei confronti dei loro lavori e, nonostante comportino isolamento e rinunce, sono consci del fatto che siano le uniche attività che vorrebbero svolgere e che non cambierebbero con nessun’altra. L’essere umano nutre il bisogno di ricercare una motivazione per vivere al fine di attribuire un senso ad un’esistenza spesso vuota, monotona e priva di emozioni. E’ soprattutto il sentimento di insoddisfazione a provocare nell’animo dell’uomo un costante atteggiamento di apatia e di disinteresse nei confronti della realtà circostante, considerata inanimata e priva di significato. Con riferimento a Neil e a Vincent, sono proprio la ricerca del rischio e dell’adrenalina a fornire la linfa vitale utile al fine di poter affrontare ogni singolo giorno che viene concesso. Il paradosso è che questa voglia di vivere venga rinvenuta in relazione ad eventi inquietanti, disumani, macabri e orribili, creando una sensazione di disprezzo che però eccita e intriga, portando delle soddisfazioni e gratificazioni personali. Quindi si cerca di creare un distacco con la realtà che ci circonda, esulando da essa e creando un proprio mondo composto da inquietudini e angosce perenni. La voglia di fuggire dalla quotidianità rende stimolante e allettante il rischio di morire in qualsiasi momento, sapendo però che è proprio questa l’unica sensazione a rendere davvero pienamente vivi. L’ossessione però comporta inevitabilmente un’incapacità di creare legami sentimentali e affettivi di qualsiasi tipo in quanto l’unica vera attenzione è rivolta verso interessi e obiettivi personali all’interno dei quali nessun soggetto esterno può essere coinvolto. Si genera di conseguenza un atteggiamento egoistico ed individualistico che porta ad un’esclusione totale di qualsiasi persona all’interno della propria vita, dei propri timori e delle proprie inquietudini. Nonostante Neil e Vincent tentino di condurre una vita che rispetti i canoni tipici della famiglia modello, intrisa di serenità e gioia, in realtà cercano di distaccarsene proprio perché non apparterrebbe alla loro indole e alla loro concezione dell’esistenza. Sono spaventati da questa prospettiva di vita perché comporta inevitabili responsabilità e incombenze alle quali conseguono sacrifici e sforzi. Non accettano di seguire regole imposte da canoni e da convenzioni sociali, e gli unici principi che rispettano sono quelli legati alle condotte e ai comportamenti da seguire pedissequamente all’interno della loro attività, al fine di svolgerla adeguatamente e minuziosamente. Quindi prevale un senso di immaturità e di infantilità nel sottrarsi alla vita reale e a tutte le sue imprevedibilità. Inevitabilmente tutte le persone che hanno dimostrato amore, affetto e benevolenza nei loro confronti si distaccano e si allontanano inesorabilmente. La vita spesso scorre e procede inesorabilmente senza che nessuno di noi se ne accorga, non riuscendo a coglierne le gioie, i piaceri e le soddisfazioni. E’ grazie alla creazione di legami sinceri, genuini e solidi con le altre persone che è possibile condividere a pieno tutte le sfaccettature dell’esistenza, amplificando i momenti felici e cercando di rendere meno gravosi e pesanti gli ostacoli, le problematiche e le difficoltà che si pongono all’interno del cammino dell’esistenza. L’amore e l’amicizia rendono l’uomo spontaneo, sincero, genuino e maturo. La sfida della vita è ardua e solo i più tenaci e volenterosi possono affrontarla senza rinunciarvi. Neil e Vincent si confrontano ogni giorno con sfide difficili da vincere, ma non riescono a scontrarsi con la vita reale. Essi sono consapevoli di tutto questo ma allo stesso tempo sanno che non riusciranno a mutare e a modificare la loro vita e la loro mentalità, ma saranno sempre assillati rispettivamente dalla volontà di scovare criminali e di riuscire a conseguire guadagni illeciti sfuggendo al controllo della polizia. Neil e Vincent sembrano tanto diversi quanto tremendamente uguali. Quando si osservano e si guardano si rendono conto che quello che vedono non è altro che il riflesso di loro stessi. Sono consapevoli del fatto che entrambi sono egoisti, presuntuosi e vivono nella solitudine ma la accettano, anzi ne hanno bisogno per essere sempre svegli, attivi e scaltri. Nella celebre scena dell’incontro presso la tavola calda dialogano come se fossero vecchi amici che non si rivedono da molti anni, e riescono ad esprimere i rispettivi disagi e le rispettive emozioni solo tra di loro, in quanto sanno che solamene loro due possono capirsi ed incoraggiarsi a vicenda, perché sono uguali e per questo motivo si rispettano fortemente. Ognuno rappresenta l’alter ego dell’altro. Ma allo stesso tempo sanno che questa vita non li soddisfa a pieno e che è giunta l’ora di determinare una svolta che possa rendere la loro esistenza meno arida e cupa. Il continuo inseguimento tra Neil e Vincent costituisce la metafora della contrastante necessità dell’uomo di rincorrere sé stesso ma contemporaneamente di fuggire da sé stesso, dalle proprie inquietudini, dalla propria visione dell’esistenza e dall’insostenibile peso della vita che dovrebbe essere invece leggiadra e spensierata. Il film a mio avviso rappresenta un capolavoro del genere poliziesco-thriller in quanto, attraverso la rivalità tra i due protagonisti principali, riesce a mettere in evidenza la solitudine e il disagio dell’uomo di fronte ad una vita che sembra non appartenergli. Michael Mann si conferma uno dei più importanti registi all’interno del panorama cinematografico, in quanto riesce ad utilizzare brillantemente l’azione attraverso sequenze realistiche, efficaci, comprensibili e mai banali, mescolandola ad un’eccellente introspezione psicologica di tutti i personaggi. Infatti vengono sottolineate le debolezze e le inquietudini di tutti i protagonisti della vicenda, i quali non vengono innalzati a delle entità invincibili ed eroiche, ma vengono descritti come esseri umani. Attraverso una narrazione lineare vengono descritte differenti vicissitudini che si intrecciano perfettamente, trasmettendo allo spettatore una costante sensazione di tensione e ansia. All’interno di questo film viene riproposto il classico binomio guardia-ladro attraverso una disamina attenta e mai superficiale, che si concentra sui personaggi, attraverso l’utilizzo di primi piani che lasciano trasparire tutte le sensazioni contrastanti dei protagonisti e la loro varietà di emozioni. Lo spettatore si affeziona a Neil e Vincent, e con difficoltà decide se sostenere e incitare l’uno o l’altro. Superbe le interpretazioni di due mostri sacri del cinema come Roberti De Niro e Al Pacino, rispettivamente nei panni di Neil McCauley e Vincent Hanna. Vedere recitare due attori di questo calibro all’interno dello stesso film genera emozioni indescrivibili. Un film assolutamente da vedere perché riesce a trasporre con grande maestria sullo schermo una storia che unisce con disinvoltura differenti generi cinematografici coinvolgendo il pubblico sino all’ultima sequenza.
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tmpsvita
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mercoledì 16 agosto 2017
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due leggende per un grande cult
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Non sono un grande amante dei film rapina, infatti l'unico motivo per cui ho visto questo è stato per la sua presenza nella top 250 film di IMDb, non avevo, quindi, tante aspettative ma, forse anche per questo, mi ha davvero colpito.
Impossibile recensirlo senza parlare delle interpretazioni dei protagonisti, visto che all'interno del cast sono presenti nomi molto importanti come Al Pacino che, oltre ad essere perfetto per il ruolo, offre un'interpretazione lodevole e degna di entrare nella sua rispettosa lista di personaggi da lui interpretati, De Niro d'altronde riesce perfettamente a reggere il confronto con il suo collega e, come è suo solito fare, ci regala una recitazione degna di nota, e poi c'è Val Kilmer che come attore non mi piace ma, basta devo dire che il suo viso riesce a bucare lo schermo.
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Non sono un grande amante dei film rapina, infatti l'unico motivo per cui ho visto questo è stato per la sua presenza nella top 250 film di IMDb, non avevo, quindi, tante aspettative ma, forse anche per questo, mi ha davvero colpito.
Impossibile recensirlo senza parlare delle interpretazioni dei protagonisti, visto che all'interno del cast sono presenti nomi molto importanti come Al Pacino che, oltre ad essere perfetto per il ruolo, offre un'interpretazione lodevole e degna di entrare nella sua rispettosa lista di personaggi da lui interpretati, De Niro d'altronde riesce perfettamente a reggere il confronto con il suo collega e, come è suo solito fare, ci regala una recitazione degna di nota, e poi c'è Val Kilmer che come attore non mi piace ma, basta devo dire che il suo viso riesce a bucare lo schermo.
Per degli attori del genere c'è bisogno di personaggi all'altezza e questo gli sceneggiatori devono averlo capito, infatti i personaggi sono stati scritti e caratterizzati talmente bene che è davvero difficile riuscire a decidere da ce parte stare, su questo Michael Mann ci gioca molto con delle scene che ti fanno affezionare sia ai "cattivi" che ai "buoni". E questo è uno degli aspetti che ho maggiormente apprezzato.
Inoltre Mann si muove abilmente con la camera e realizza delle sequenze memorabili, ad esempio quella della rapina e molte altre sul finale.
Il ritmo è un po' il punto dolente e già la durata di quasi tre ore non è di aiuto, il problema è che per i primi quaranta minuti non riesce a coinvolgere lo spettatore, ma dopo, per fortuna, migliora e il pubblico non potrà far altro c'è rimanere col fiato sospeso fino allo splendido finale.
VOTO: 8/10
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samanta
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lunedì 11 dicembre 2023
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la sfida tra 2 colossi
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Ridato recentemente in TV, il film vede protagonisti Robert De Niro e Al Pacino 2 colossi del cinema americano, appartenenti alla generazione degli anni '70 (a cui appartennero altri grandi attori come Dustin Hoffman, Jack Nicholson, Robert Redford) e che tra quel periodo e gli inizi anni '2000 diedero il meglio di sé, dopo prevale il mestiere e De Niro e Al Pacino sono ancora sulla breccia spesso "gigioneggiando". Il film uscito nel 1995 appartiene ancora a quel filone giallo/thriller del periodo anni '80/90 che produsse eccellenti risultati come Seven, Il silenzio degli innocenti, Gli intoccabili, Frantic, Cape Fear. La regia di Heat è di Michael Mann valido regista specialmente, ma non solo, di thriller (L'ultimo dei Mohicani, Insider.
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Ridato recentemente in TV, il film vede protagonisti Robert De Niro e Al Pacino 2 colossi del cinema americano, appartenenti alla generazione degli anni '70 (a cui appartennero altri grandi attori come Dustin Hoffman, Jack Nicholson, Robert Redford) e che tra quel periodo e gli inizi anni '2000 diedero il meglio di sé, dopo prevale il mestiere e De Niro e Al Pacino sono ancora sulla breccia spesso "gigioneggiando". Il film uscito nel 1995 appartiene ancora a quel filone giallo/thriller del periodo anni '80/90 che produsse eccellenti risultati come Seven, Il silenzio degli innocenti, Gli intoccabili, Frantic, Cape Fear. La regia di Heat è di Michael Mann valido regista specialmente, ma non solo, di thriller (L'ultimo dei Mohicani, Insider. Dietro la verità, Collateral) che dirige con autorità il film che si basa su un soggetto e una sceneggiatura dello stesso Mann.
I protagonisti sono il tenente della polizia di Los Angeles Vincent Hanna (Al Pacino) e un capobanda criminale Neil McCauley (Robert De Niro), il film inizia con una spettacolare rapina a un furgone portavalori da parte di una banda di uomini mascherati, uno della banda nervoso e agitato uccide senza motivo tre uomini della scorta.Scopriamo che la banda è capeggiata da Neil McCauley uomo freddo e spietato ma che non uccide senza motivo, per questo caccia Waingro l'autore dei 3 omicidi che sfugge per caso all'uccisione da parte di Neil e che alla fine della storia farà la spia alla polizia. Alla caccia dei rapinatori è incaricato il tenente Hanna, mentre Neil con i suoi 3 fidati compari tra cui c'è Chris (Van Kilmer) medita un'altra rapina. Nel film s'intrecciano all'azione per catturare i banditi le vicende sentimentali di 3 coppie: Hanna è in piena crisi con la moglie Justine (Diana Venora) che ha una figlia adolescente Lauren (l'esordiente Natalie Portman) avuta dal primo marito e che è affezionata al patrigno, Justine non sopporta le assenze per lavoro del marito e sfaccciatamente lo tradisce, Neil è totalmente dedito al lavoro, non ha affetti perché non vuole legami, ma inaspettatamente s'innamora di una brava ragazza Eady (Brenneman) che ignora la sua attività, Chris è innamorato della moglie Charlene (Ashley Judd) che lo tradisce malgrado abbia un bambino piccolo. Questi elementi sentimentali s'intrecciano abilmente senza accavallarsi con una vicenda colma di suspense e di colpi di scena, che si svolge come un gioco ad incastro, Hanna ormai è vicino a Vincent e ad un certo punto al bar i 2 si confrontano Neil era consapevole di essere seguito e all'invito dell'altro di desistere rifiuta, il film finisce con l'uccisione di Neil dopo un inseguimento senza tregua da parte di Hanna.
La scena centrale del film è la rapina ad una banca che si risolve in un tragico scontro ripreso tecnicamente con notevole bravura e sarà la fine del gruppo salvo Chris, la regia di Mann si rivela ottima nel disegnare bene le personalità apparentemente diverse dei 2 protagonisti ma che in realtà si assomigliano per la dedizione al proprio lavoro anche se per Neil è un crimine, il regista ha imparato la lezione di Hitchcock per cui accanto a scene spettacolari come le rapine, sa introdurre piccoli espedienti per aumentare la tensione come ad esempio la fuga dalla polizia di Chris agevolata con un cenno della moglie pentita che così lo salva in extremis dalla cattura. Bravi i comprimari tra cui Van Kilmer noto attore (Topo Gun, Willow, Tombstone) nella parte di Chris criminale senza scrupoli, ma innamoratissimo della moglie una convincente Ashley Judd e Diana Venora la moglie infedele che ritorna dal marito che aveva salvato dalla morte per tentato suicidio la figlia, una Natalie Portman futura star (Oscar per Il cigno nero). Eccellente la fotografia dell'italiano Dante Spinotti diventato uno dei migliori direttori di fotografia di Hollywood (L.A. Confidential, Pronti a Morire) con 2 nomination all'Oscar.
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alex41
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sabato 28 agosto 2010
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pacino e de niro face to face
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In questo film, Al Pacino rappresenta il bene, e De Niro il male. Il primo è un poliziotto con una famiglia disastrosa, e il secondo è un criminale spietato e violento che lavora in campo insieme agli amici Val Kilmer e Jon Voight. Bello, i due attori a confronto sono dei mostri, la scena del ristorante è da antologia, per non parlare della scena della sparatoria in città. E' un buon film, ma Michael Mann non sa reggerlo per tutto il tempo, finendo per annoiare lo spettatore in alcuni punti, e la sua regia non colpisce molto. Per il resto, è stato capace di mettere a confronto i due attori senza sbavare troppo sulla sceneggiatura. Chi vince tra Al Pacino e Robert De Niro, la sfida del secolo? Il bene o il male? Guardatevelo.
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In questo film, Al Pacino rappresenta il bene, e De Niro il male. Il primo è un poliziotto con una famiglia disastrosa, e il secondo è un criminale spietato e violento che lavora in campo insieme agli amici Val Kilmer e Jon Voight. Bello, i due attori a confronto sono dei mostri, la scena del ristorante è da antologia, per non parlare della scena della sparatoria in città. E' un buon film, ma Michael Mann non sa reggerlo per tutto il tempo, finendo per annoiare lo spettatore in alcuni punti, e la sua regia non colpisce molto. Per il resto, è stato capace di mettere a confronto i due attori senza sbavare troppo sulla sceneggiatura. Chi vince tra Al Pacino e Robert De Niro, la sfida del secolo? Il bene o il male? Guardatevelo.
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chriss
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domenica 1 agosto 2010
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un confronto con un solo vincitore...pacino
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Robert de Niro è Neil McCauley. Al Pacino è Vincent Hanna. Robert de Niro è il cattivo. Al Pacino è il buono. Il primo fa i colpi. Il secondo ferma chi li fa. Il primo non ha famiglia, ma solo un gruppo di amici criminali con cui assalta furgoni blindati e banche. Nate, un convincente Jon Voight, è un suo fraterno amico che gli passa i colpi e le dritte su come operare al meglio. Neil McCauley è un solitario e nemmeno l' affetto di Eady riuscirà a dissuaderlo dal fare quello che fa. Si presenta così al grande pubblico: " Se vuoi fare il lavoro del rapinatore non devi avere affetti...Non fare entrare nella tua vita niente da cui non possa sganciarti in 30 secondi netti se senti puzza di sbirri dietro l' angolo.
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Robert de Niro è Neil McCauley. Al Pacino è Vincent Hanna. Robert de Niro è il cattivo. Al Pacino è il buono. Il primo fa i colpi. Il secondo ferma chi li fa. Il primo non ha famiglia, ma solo un gruppo di amici criminali con cui assalta furgoni blindati e banche. Nate, un convincente Jon Voight, è un suo fraterno amico che gli passa i colpi e le dritte su come operare al meglio. Neil McCauley è un solitario e nemmeno l' affetto di Eady riuscirà a dissuaderlo dal fare quello che fa. Si presenta così al grande pubblico: " Se vuoi fare il lavoro del rapinatore non devi avere affetti...Non fare entrare nella tua vita niente da cui non possa sganciarti in 30 secondi netti se senti puzza di sbirri dietro l' angolo..." Ma poi si smentisce subito: " Ero una barca alla deriva che andava dall' altra parte, la parte sbagliata...Poi, all' improvviso, è arrivata una come te..." Per comprendere la personalità di Vincent Hanna sentiamo le parole della sua terza moglie: " Tu non vivi con me...Tu vivi in mezzo a spoglie di gente morta...Indaghi, passi i detriti al setaccio, ricerchi le traccie, le possibili cause del trapasso, l' odore della tua preda...E poi la caccia comincia! E' questa l' unica cosa a cui ti dai anima e corpo...Il resto è solo confusione che lasci al tuo passaggio..." Niente male, vero? Alla fine la morte di uno dei due sarà inevitabile...Il film direi che parte in quinta. Al pronti e via un colpo è già bello che fatto. Poi avviene una pausa di riflessione prima del secondo colpo: ovvero lo scavo interiore di ogni singolo personaggio, anche il più insignificante. Poi si riparte alla grande. La banda di Neal, un formidabile capo, è molto coesa e sa bene che nel team ci vuole disciplina. Specie in questo secondo colpo più difficile. Neal sistema ogni cosa, persino i rapporti di Chris ( Val Kilmer ) con la moglie. Si sono liberati degli sbirri ma Vincent Hanna è sempre lì, alle loro spalle, pronto a cogliere ogni minimo errore. La sua vita, però, è tutta per il lavoro e per la gente come Neal. Il secondo colpo avviene, ma va male a causa di una spiata di Weingro, uno stupratore di ragazzine che si è messo, in un secondo momento, a lavorare per Roger Van Zant. Quest' ultimo era stato derubato da Neal e soci nel primo colpo al furgone blindato. Molto spettacolare la sparatoria nel secondo colpo, quello della banca stracolma di dollari. Confesso che, fino all' ultimo, ho fatto il tifo per Robert de Niro nei panni di Neal McCauley, il quale l' avrebbe fatta pure franca se non si fosse messo a cercar vendetta nei confronti di Weingro, carnefice di uno della sua banda. De Niro è un attore di livello, basta pensare ai grandi film di qualità che ha fatto. Però, onestamente, in questo film ho preferito Al Pacino. Per le sue gag, per il suo carisma, per la sua classe. Alla fine la spunta in due match. Peccato per il grande De Niro. Magari sarà per la prossima volta, per la prossima sfida faccia a faccia. Il film, comunque sia, è di ottima qualità. Convince molto di più sullo scavo psicologico dei personaggi che altro. Forse non è un vero e proprio capolavoro, ma va bene tutto se c' è la qualità di questi due mostri sacri del cinema. Dovrei guardare in giro cosa ci sia di meglio. Mi darò da fare allora...Chriss
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lollixo
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venerdì 27 aprile 2012
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film penoso sopravvalutatissimo
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ATTENZIONE CONTIENE SPOILER, LETTURA SCONSIGLIATA A CHI NON HA VISIONATO IL FILM
ho cercato moltissimo questo prodoto che molti osannano come capolavoro e finalmente l'ho visto. bhè che dire, la prima parte è stupenda con i due titani del cinema che si studiano e si conoscono per non parlare della splendida scena cult della tavola calda, quindi fin qui tutto ok ma c'è un problema, il film continua e nella seconda parte tira fuori il peggio di se. andando per ordine: de niro viene dipinto come un grande pianificatore di rapine e calcolator, ecco ora secondo voi quell'obbrobrio stile B movie anni 70 che combina nella banca (per non parlare dell'improponibile sparatoria con tutto il dipartimento, in allegria) vi sembra un piano calcolato studiato e approfondito? se volete "realismo" su questo fronte guardatevi "the town"; ma va bene quella scena va così.
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ATTENZIONE CONTIENE SPOILER, LETTURA SCONSIGLIATA A CHI NON HA VISIONATO IL FILM
ho cercato moltissimo questo prodoto che molti osannano come capolavoro e finalmente l'ho visto. bhè che dire, la prima parte è stupenda con i due titani del cinema che si studiano e si conoscono per non parlare della splendida scena cult della tavola calda, quindi fin qui tutto ok ma c'è un problema, il film continua e nella seconda parte tira fuori il peggio di se. andando per ordine: de niro viene dipinto come un grande pianificatore di rapine e calcolator, ecco ora secondo voi quell'obbrobrio stile B movie anni 70 che combina nella banca (per non parlare dell'improponibile sparatoria con tutto il dipartimento, in allegria) vi sembra un piano calcolato studiato e approfondito? se volete "realismo" su questo fronte guardatevi "the town"; ma va bene quella scena va così. poi parliamo del "fantastico" scontro finale nei campi dell'aereoporto, anche qui improponibile la "finale", spiego: ci viene mostrata una scena di de niro che sta uscendo dal "nascondiglio" apprestandosi a cogliere di sorpresa al pacino, fin qui ok, quest'ultimo si accorge grazie un sapiente "sfruttamento" delle luci aeroportuali dell' attentato grazie all'ombra quindi si gira e spara, e qui la regia, sceneggiatura, fotografia compiono una castroneria assurda: de niro accusa i colpi e magicamente signori si trovava come nel mezzo del "fortino" e nell'inquadratura non vi era traccia neppure minuscola del suo nascondiglio; per chi no navesse capito spiego: ma se de niro è un grande calcolatore ecc, avrebbe senso per lui uscire così allo scoperto tanto da lasciare il nascondiglio (per giunta stava rivolto verso pacino) e non aver sparato nemmeno un colpo?? qui si conclude il mio punto di vista, maturato dalal visione di centinaia di film di tutti i generi tra i più disparati: dalle ciofeche (avatar) ai capolavori (lebowsky,pulp fiction ecc). buona visione!
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