Born To Defence

Alla fine della seconda guerra mondiale, dopo aver combattuto fianco a fianco con l'esercito cinese contro gli invasori giapponesi, i soldati americani sono accolti dalle autorità cinesi come eroi a cui tutto è permesso. Così è anche a Qingdao, una piccola cittadina dello Shandong nei pressi di una base USA, dove alcuni marine, coperti dalle autorità locali, spadroneggiano gettando nel terrore la popolazione. Jet, veterano di guerra esasperato dalla situazione, si opporrà con rabbia per difendere i più deboli. Dopo le riprese di Shaolin Temple 3, film dal cast eterogeneo dove per la prima volta si confrontava con le disparità legate alla politica nazionale del 'guanto di velluto con gli stranieri - pugno di ferro con i cinesi', il giovane Jet Li è sfiduciato nei confronti del proprio paese. Decide così di inserire tali tematiche in un progetto personale, primo ed ultimo da regista, scavando nel passato per non incorrere nel rischio della censura. Born to Defence vuole essere dunque un'opera di denuncia, ma trova gravi limiti nella quasi totale assenza di un plot e nell'ingenuità con cui talvolta i temi principali sono trattati. Tra una sequenza di lotta e l'altra si registrano infatti costanti cali di ritmo, a causa di una regia deboluccia in quanto a storytelling e della concreta mancanza di una storia di ampio respiro da raccontare. In quanto ai combattimenti, è apprezzabile l'attenzione posta nell'evitare inutili virtuosismi in favore di una condotta coerente con il contesto, anche se meno spettacolare in senso assoluto. Le buone intenzioni forse non bastano, ma aiutano. 