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Tra i western psichedelici Matalo! ha diritto ha un posto d'onore. Lisergico, assolutamente fuori dall'ordinario, pur scegliendo una strada per molti versi contigua a quella di film come Giarrettiera Colt o I 4 dell'Apocalisse, azzarda moltissimo sul piano tecnico regalando allo spettatore una percezione visiva assimilabile a quella di chi sta compiendo un viaggio con la mente sotto l'effetto di sostanze psicotrope. Per la scelta dei colori, del taglio di ripresa e dei magheggi vari è come se l'intera storia fluttuasse in una bolla dai colori acidi e dalle atmosfere allucinate. Per ascoltare la prima battuta occorre attendere nove minuti (ma non è che dopo i dialoghi abbondino) mentre l'attenzione è concentrata su un kinskiano Corrado Pani fuori fuoco che si avvicina al patibolo e viene messo perfettamente a fuoco soltanto nel momento in cui si infila il cappio al collo. Anche l'uso del boomerang come arma dell'antieroe è anomalo nel western. Truffato dallo sceneggiatore Mino Roli che gli rivende uno script di seconda mano già utilizzato per il film Dio non paga il sabato di Tanio Boccia, Cesare Canevari lo scardina in un'azione straordinaria di sovversione della grammatica cinematografica del western all'italiana. C'è un progressivo azzeramento dello spazio e del tempo che si mescola egregiamente con una colonna sonora elettropsichedelica fino al duello finale con il boomerang ripreso in soggettive totalmente fuori da ogni regola.
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