La storia si apre con l'incoronazione di Ivan a zar della Russia...e fin dalle prime immagini il regista Ejzenstein stabilisce un rapporto quasi ossessivo tra la cinepresa e i volti dei protagonisti...tanto da farli apparire totalmente ridicoli ma,in realtà e paradossalmente,è proprio in virtù di questo dettaglio che si riesce ad amplificare,con delle tonalità assolutamente impressionanti,la forza delle inquadrature che scorrono davanti allo spettatore con una grazia e una genialità quasi sicuramente inimitabili...e infatti Ivan è un caso unico nella storia del cinema.
La corona,lo scettro,le monete d'oro e gli abiti degli interpreti principali e delle comparse vengono anch'essi messi in rilievo portando già la prima lunga sequenza a un livello di teatralità tale da far invidia a chiunque desideri concepire una qualsivoglia mescolanza dell'immensa galassia del cinema con la poesia del palcoscenico...il nuovo zar annuncia i suoi progetti circa l'unificazione della Russia scatenando l'ira dei boiardi capitanati proprio dalla zia di Ivan ovvero l'infida Euphrosinia la quale rende evidente la sua contrarietà che lascia presagire un conflitto con il nuovo sovrano.
Tra i vari personaggi emerge per importanza anche l'amico di Ivan Fedor Kolitcheff il quale segretamente ambisce al trono russo...nonchè la zarina di cui Fedor è innamorato...il regista comincia a rendere evidente,ma non ancora scopertamente,la passione di Fedor per la donna nella sequenza del matrimonio e della festa a cui partecipano anche i Boiardi ma si concretizzerà solamente quando lui la prenderà per mano provocandone l'immediato rifiuto e fedeltà al suo signore.
Il personaggio di Ivan è un condottiero autoritario e spietato(anche e soprattutto per questo ritengo sia piaciuto a Stalin)che,alla minaccia dell'invasione dei Tartari,si dichiara subito pronto a partire con il suo esercito alla volta di Kazan conquistandola ed ergendosi vittoriosamente a supremo autocrate del suo paese...la scena dell'annuncio vittorioso dura pochi secondi ma,grazie all'contrappunto musicale del bravissimo Sergey Proko'ev e alla perfezione geometrica del primo piano sullo zar,è certamente uno dei punti più alti del film.
Successivamente,a causa di una ferita,lo zar viene inquadrato morente sul suo letto(e in cui traspare maggiormente la tecnica espressionista)e,convinto come gli altri che lo circondano che sia arrivata la fine,esige che i suoi"fedelissimi"giurino fedeltà a suo figlio nonchè il legittimo erede al trono...ma proprio in questo istante si consuma il tradimento e nessuno,se non ovviamente la zarina,giura fedeltà al neonato...egli apparentemente muore e anche Fedor,molto più segretamente,è propenso all'infedeltà in quanto oltre al trono,desidera anche la sposa di Ivan...e lei si ricorderà di questo tradimento che,forse,è il peggiore in assoluto.
La mano del regista non si distanzia un solo istante dalla ricerca della perfezione che,per lui,deve apparire evidente in ogni singola immagine e fotogramma per fotogramma...svelando una megalomania di fondo che concretizza,scena dopo scena,il gigantismo assoluto dell'intera operazione.
Ivan non muore e,per far valere ulteriormente il suo potere,inizia ad attuare una politica pesantemente dannosa per i Boiardi i quali,nella loro azione più vile e sleale,uccidono la zarina nel tentativo di devastare psicologicamente il sovrano...e nella sequenza forse più splendida del film in cui lo zar si dispera accanto al sorpo della sua adorata consorte il piano di Euphrosinia sembrerebbe,inizialmente,essere riuscito...salvo poi finire per rinvigorire il suo istinto dominatore e teso a schiacciare i suoi nemici definitivamente.
Personalmente preferisco non dilungarmi nel descrivere ulteriormente questa scena in quanto talmente potente e travolgente nella sua assoluta grandezza da richiedere maggiormente una visione emotiva piuttosto che meramente descrittiva...e così pure per quanto riguarda l'inquadratura finale dello zar sui moscoviti giunti da lui,ritiratosi astutamente al monastero,a implorare il suo ritorno nella capitale per continuare a forgiare il suo ideale autoritario ma rivoluzionario della Russia.
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