
Anno | 2014 |
Genere | Drammatico, Western, |
Produzione | USA |
Durata | 122 minuti |
Regia di | Tommy Lee Jones |
Attori | Tommy Lee Jones, Hilary Swank, Grace Gummer, Miranda Otto, Sonja Richter David Dencik, John Lithgow, Tim Blake Nelson, James Spader, William Fichtner, Jesse Plemons, Evan Jones, Hailee Steinfeld, Meryl Streep, Barry Corbin, Autumn Shields, Caroline Lagerfelt, Jo Harvey Allen, Karen Jones, Martin Palmer, Jerry Vahn Knight, Adrian Doerfler, Lela Rose Allen, Sachie Capitani, Brian Kennedy, Victoria Jones (II), Rick Irwin, Richard Andrew Jones, Austin Leonard Jones. |
Tag | Da vedere 2014 |
Distribuzione | Movies Inspired |
MYmonetro | 3,38 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 13 novembre 2014
Il film è basato sull'omonimo romanzo di Glendon Swarthout. Al Box Office Usa The Homesman ha incassato nelle prime 9 settimane di programmazione 2,4 milioni di dollari e 48 mila dollari nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Mary Bee Cuddy è una donna di 31 anni che vive da sola nella frontiera americana. Per gli standard dell'epoca, è una zitella senza alcuna speranza di trovare marito, soprattutto fra gli uomini primordiali che popolano il Far West. Poichè però è in gamba quanto e più di loro, Mary Bee si assume l'incarico ingrato di trasportare tre donne uscite di senno attraverso il fiume Missouri e fino all'Iowa, da dove verranno rispedite negli stati dell'Est da cui provengono. Le tre donne sono impazzite in seguito alla vita durissima della frontiera: Arabella ha visto morire tre figli in tre giorni a causa della difterite; Theoline ha ucciso il figlio neonato durante un inverno particolarmente rigido; e Gro ha reagito con la follia ai continui abusi del marito.
Mary Bee carica le tre donne su una diligenza che pare una prigione e si prepara a partire. Ma sa di non potercela fare da sola, e ingaggia un vagabondo cui ha salvato la vita, e che dice di chiamarsi George Biggs. Insieme, George e Mary Bee si avventurano lungo un viaggio impervio e ricco di incognite. Riusciranno nella loro missione (quasi) impossibile?
The Homesman è il secondo film da regista di Tommy Lee Jones dopo Le tre sepolture, e ancora una volta il suo genere di riferimento è il western. Ma è solo una convenzione cinematografica, giacchè ciò che interessa a Jones va ben oltre il format con il quale si trova evidentemente più a suo agio. E la struttura classica del racconto western nasconde soprese, in particolare un colpo di scena davvero inaspettato che arriva a due terzi della storia, e ne cambia radicalmente il significato.
The Homesman è il percorso di maturità verso una nuova consapevolezza di un uomo fino a quel momento vissuto secondo le leggi della frontiera: giorno per giorno, senza scrupoli, e badando solo a se stesso. Ma il vero protagonista è il senso profondo di ciò che è giusto o sbagliato di Mary Bee: un istinto che prescinde da ogni epoca, circostanza o genere.
Jones mette a buon frutto la propria conoscenza dei codici western maturata nel suo percorso di attore, ricreando la poetica dei grandi spazi e la durezza della vita dei pionieri, e disseminando la sua storia di brevi accenni ai peccati commessi nell'edificazione del sogno americano: l'espropriazione delle terre indiane, la schiavitù, l'avidità degli imprenditori che hanno "civilizzato" il West, tutte facce della stessa medaglia, e tutte ugualmente lesive della dignità del genere umano.
La narrazione procede in modo quasi scolastico, con un'aderenza al limite della reverenza verso gli standard del western: la regia di Jones e la fotografia di Rodrigo Prieto sono pulite, formali, scevre da inutili compiacimenti estetici; i dialoghi essenziali, a tratti persino didascalici, così come la caratterizzazione di Mary Bee. Tutto cospira a farci arrivare al colpo di scena impreparati, proprio quando crediamo di avere già capito qual è la storia che ci viene raccontata.
È allora che The Homesman compie un salto di qualità, mettendo in gioco anche la visione del divino fino a quel momento data per acquisita. Più che di una redenzione, quel mondo apparentemente impostato sul mito della frontiera ha bisogno di una purificazione dei suoi appetiti egoistici e della sua concezione della supremazia di una razza, o un genere, o una nazionalità. Una necessità annunciata dal mutuo lavaggio di Mary Bee e George prima di intraprendere il loro viaggio, e ripetuta simbolicamente più avanti nella storia.
Ma la vera potenza purificatrice risiede negli atti di gentilezza e di umana decenza distribuiti senza attesa di compenso, e in modo random, poichè se ognuno avrà quello che si merita non sarà il frutto degli atti compiuti più o meno saggiamente dai singoli, ma del naturale equilibrio morale dell'esistenza.
Un carro attraversa i territori selvaggi del Nebraska. Alla guida c'è Mary Bee Cuddy, zitella dal cuore generoso, accompagnata da tre donne rese folli dalla durezza della vita di frontiera. La loro destinazione ultima è una chiesa nello Iowa, dove le aspetta la moglie del reverendo locale, che si prenderà cura di loro. A proteggerle lungo il pericoloso tragitto, un vecchio sbandato che sostiene di chiamarsi George Briggs, in debito con Mary Bee. Li attendono quattrocento miglia: il ritorno alla civiltà non risparmierà imprevisti sanguinosi ed emozioni forti a questa bislacca compagnia.