Titolo originale | Sseo-ni |
Anno | 2011 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 124 minuti |
Regia di | Kang Hyeong-Cheol |
Attori | Ho-jeong Yu, Shim Eun-kyung, Hee-kyung Jin, Min-yeong Kim, Su-hee Go, Kang So-ra Lee Yeon-Kyeong, Nam Bo-ra, Kim Seon-Kyeong, Bo-mi Kim, Hong Jin-hee, Park Jin-joo, Hyo-rin Min, Yeong-seo Park, Han Seung-Hyeon, Kim Shi-hoo. |
MYmonetro | 2,61 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 20 aprile 2012
Incasso travolgente in patria, Sunny è una commedia che si ispira al modello della rom-com americana.
CONSIGLIATO NÌ
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Na-mi, apparentemente casalinga felice, nasconde il desiderio sopito di riappropriarsi della propria vita. In ospedale incontra Choon-hwa, un tempo leader delle Sunny, gruppo di ragazze terribili a cui entrambe appartenevano ai tempi del liceo: Choon-hwa è malata e in fin di vita, ma prima di morire vuole rivedere le ragazze all'opera insieme. Comincia la caccia alle altre Sunny superstiti.
In genere l'elemento che rende il blockbuster coreano o hongkonghese sovente più digeribile della controparte occidentale è quel quid di misura quando si tratta di gestire le dosi di melassa e l'adozione di punti di vista, o svolte narrative, del tutto inattesi in un contesto dichiaratamente commerciale. Recentemente, specie in Corea, il confine si è fatto via via più labile: Scandal Makers, per citare un successo degli ultimi anni, si discostava sempre meno dal modello della rom-com americana, e Sunny, incasso travolgente in patria, pare rafforzare il concetto. Una volta spento il senso critico, che porta a storcere il naso di fronte a forzature eccessive e "interessate" - narrativamente parlando - è possibile godere di Sunny per ciò che è: un prodotto nato, pensato e adeguatamente confezionato per divertire e far piangere un po' tutti (e quindi nessuno, se non superficialmente). Un film che non fa nulla per sfuggire alla schiavitù dell'estetica, anzi che ne é pregno fino al midollo, preferendo curare il look dei piatti preparati da Na-mi o degli arredamenti di interni esageratamente puliti, piuttosto che lo stile di una regia che spesso predilige soluzioni imbarazzanti, dall'alternanza e/o convivenza nella stessa inquadratura della Na-mi di oggi e di ieri, alla necessità di riallacciare tutti i fili lasciati in sospeso tra passato e presente delle Sunny, anche quelli legati a personaggi dalla evidente bidimensionalità. Un uso del digitale dagli esiti e dagli scopi all'altezza di quello che Kang combina con la colonna sonora, che saccheggia Boney M - come già Cj7 - per l'inno del gruppo e Il tempo delle mele per l'infatuazione giovanile più sciatta e stereotipata di sempre. Tra le poche cose che si salvano l'incursione, timida ma comunque rilevante, in tematiche sociali mediante il personaggio del fratello di Na-mi, comunista e rivoluzionario, mitigata in chiave comica, ma senza che questi venga deriso o ridicolizzato, in linea con lo spirito di pacificazione da Corea unita di un mainstream che desidera contare anche su un pubblico di sinistra. Oltre a una memorabile e scatenata danza, coreografata sulle note di Boney M ed eseguita nell'ultimo posto in cui verrebbe in mente di farlo, sequenza-cult di un film che coglie lo zeitgeist con un'astuzia tale da renderlo un'opera generazionale per le donne di Corea, noncuranti o disposte a sorvolare - per spirito di corpo - sui macroscopici difetti evidenziati.
Molto divertente ed originale, non cade quasi mai nella banalità. Peccato che le commedie orientali siano escluse dai cinema e dalle tv come "Kamikaze Girls" o "Fine, totally fine" ad esempio.
“Sunny” has been one of the biggest hits of the year in Korea, perhaps somewhat surprising given that it’s essentially a nostalgic comedy revolving around a middle aged woman reminiscing about her childhood. In the hands of writer director Kang Hyung Chul (“Speedy Scandal”), this fairly unremarkable premise is transformed into something truly special, and the film is easily one of the best and most [...] Vai alla recensione »
Delve into any well-balanced childhood and you’re sure to find a candy store: our ephemeral youth’s source of confectionary delights and perpetual euphoria. During my childhood I had a particularly aggressive sweet tooth and the easiest way to motivate my obedience or to inspire my eternal adoration was to drag me into a store full of sweets. I grew older and these gave way to popcorn as I found myself [...] Vai alla recensione »