Anno | 2011 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Brasile, Francia, Argentina |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Julia Murat |
Attori | Sônia Guedes, Lisa Fávero, Luis Serra, Ricardo Merkin, Antônio dos Santos . |
MYmonetro | 3,04 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 4 settembre 2013
Esordio dietro la macchina da presa per Julia Murat.
CONSIGLIATO SÌ
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Presso la Valle del Paraíba, vive l'anziana Maddalena, che fa il pane per la bottega dell'amico Antônio, col quale ogni mattina ha la stessa affettuosa discussione. Poi si dirige verso il cimitero dove lascia fiori freschi fuori dal cancello in cui è sepolto l'adorato marito e ascolta la predica del sacerdote, più tardi pranza insieme agli altri abitanti del suo minuscolo villaggio, tutti di età avanzata. Sarà l'improvviso arrivo di Rita, una giovane fotografa in cerca di ospitalità, a interrompere la routine di ognuno di loro.
Opera prima della fotografa e artista visuale Júlia Murat, figlia di Lúcia, figura chiave del cinema brasiliano degli ultimi trent'anni e qui produttrice, Histórias que só existem quando lembradas è un racconto sospeso sull'importanza della memoria e della sua trasmissione da una generazione all'altra. Attraverso una ritualità che le consente di mettere a fuoco, senza facili manierismi, un luogo al di fuori del tempo, la regista presenta un villaggio incantato dove sembra vigere un ordine in sé perfetto via via incrinato dall'arrivo di una ragazza proveniente da lontano. Anche se Rita, in realtà, ha solo seguito il sentiero, giungendo laddove svolgerà il compito che spetta a tutte le eroine delle fiabe, portare serenità. Che poi lo faccia mediante una macchina fotografica è un altro discorso. Proprio l'importanza del fissare un attimo di vita per poi poterlo ricordare, a ben vedere, è il centro di una pellicola dalle alte ambizioni filosofiche: «Le persone continuano ad andarsene e io resto con le foto» dirà Maddalena a Rita una volta che sarà riuscita a specchiarsi in lei dopo un pudico e graduale avvicinamento. Nel rapporto tra le due donne, infatti, ci sarà assoluta compenetrazione: se Maddalena insegnerà a Rita a «sentire il ritmo del pane», quest'ultima permetterà all'altra di essere finalmente libera dopo lo scatto di una foto in cui è racchiusa tutta la riflessione della Murat. Come ogni sapere non trasmesso è da considerarsi perso, così la storia di questo villaggio dimenticato non aspettava altro che l'arrivo di un'anima pronta a documentarlo, quella di una giovane disposta al dialogo e aperta alla diversità, vista come ricchezza e opportunità di crescita.
Sono molte le qualità di questo lavoro dalle immagini curatissime, a partire dalla vicinanza dell'occhio registico con la cornice in cui è calata la vicenda, come ha dichiarato la regista, frutto di una vera ricerca sul campo: «Per due mesi ho viaggiato attraverso la Valle del Paraíba facendo brevi interviste e, soprattutto, seguendo la vita quotidiana dei villaggi che nel Diciannovesimo secolo erano parte della regione più ricca del Brasile, e che ora sono in una fase di decadenza totale».
A dare il volto a Maddalena è Sônia Guedes, celebre attrice di telenovelas. Il film è stato presentato alle Giornate degli autori di Venezia 68.
ottimo film che permette di riflettere sul tema dell'emarginazione sociale nonché sul destino di molte persone, i cui ricordi, alla fine delle loro vite, sarebbero destinati a svanire se non fosse per la presenza di un "giovane" che riesca a coglierli e ad "impressionarli" su una macchina fotografica.