Teatro di guerra |
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Un film di Mario Martone.
Con Anna Bonaiuto, Iaia Forte, Andrea Renzi, Maurizio Bizzi, Giovanna Giuliani.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 113 min.
- Italia 1998.
MYMONETRO
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"Sudespressionismo". Martone, Corsicato e altri percorrono questa strada. Napoli si presta. Martone è il più bravo. Davvero un talento capace non solo...
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"Sudespressionismo". Martone, Corsicato e altri percorrono questa strada. Napoli si presta. Martone è il più bravo. Davvero un talento capace non solo di espressione e inventiva, ma di misure e contenuti. Ferma restando la napoletanità dalla quale nessun regista autoctono riesce ad emanciparsi (e si capisce), Martone è capace di slanci universali e di metafore concrete. In tanta mediocrità del cinema italiano, dilaniato dal "permissivismo" dei finanziamenti ministeriali, ecco un'opera vera e magnificamente raccontata. Un gruppo di attori, a Napoli, mette in scena I sette contro Tebe di Eschilo. Una storia fratricida che ben si applica alla guerra in Jugoslavia. I fatti della vita si intrecciano in quello che è davvero un "teatro di guerra". E anche Napoli è teatro di guerra, con la sua gente, la violenza, le difese tremende messe in campo. Una pattuglia della polizia non capisce che in strada si sta provando una scena violenta e vorrebbe arrestare tutti gli attori. La compagnia prova, ma quando è quasi pronta per rappresentare la tragedia a Sarajevo manca lo spunto definitivo, forse il coraggio. Rimangono le prove come opera incompiuta, anche se frequentandosi tutti hanno imparato qualcosa. ![]()
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DVD | Teatro di guerraUscita in DVD
Disponibile on line da martedì 21 aprile 2015
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di Luigi Paini Il Sole-24 Ore
Quartieri Spagnoli, Napoli. Per lungo tempo, e in parte ancora adesso, territorio proibito: i “marziani” dei quartieri alti, per non parlare dei turisti, era meglio che si tenessero alla larga. Il fitto reticolo di vicoli, le lunghe scalinate verso la collina, la miriade di “bassi” scarsamente illuminati non tolleravano alcun interesse folcloristico: questa è una Napoli dura, che ha sempre avuto pochissimi contatti con l’altra, pur vivendo gomito a gomito. Proprio qui un figlio della borghesia ricca, Mario Martone, ha deciso di immergere il suo lavoro, producendo diversi allestimenti teatrali e ora il nuovo film, Teatro di guerra. » |
di Marco Lodoli Diario
Sugli ultimi numeri di “Diario» leggevo: «Lodoli è in vacanza», e un po’ mi veniva da sorridere pensando alle spiagge tropicali o agli alberghetti dolomitici dove qualche affezionato a questa rubrica magari mi immaginava. Invece ero sempre al solito posto, a casetta, a scuola, a cercare di scrivere le ultime pagine di un romanzo esigente. Però in fondo non era errato dichiarare che mi trovavo in vacanza, se questa parola, come il suo etimo dichiara, rimanda al vuoto. Sempre più spesso mi capita di sentire atrocemente vero quel passo della Lettera di Lord Chandos di Hugo von Hofmannsthal che dice: «Le parole astratte, di cui la lingua, secondo natura, si deve pur valere per recare a giorno un qualsiasi giudizio, mi si sfacevano in bocca come funghi ammuffiti». » |
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di Lietta Tornabuoni La Stampa
Sarajevo è lontana: i rimorsi, gli slanci, le viltà e le velleità con cui viviamo le remote, piccole guerre contemporanee sono il movente, il cuore di Teatro di guerra.Il talento del regista Mario Martone, napoletano, 39 anni, ideatore dal 1982 dei gruppi teatrali d'avanguardia Falso Movimento e Teatri Uniti, autore dal 1991 degli ammirati film Morte di un matematico napoletano, L'amore molesto e del breve La salita (in I vesuviani), riesce a fare qualcosa di straordinario ma di abituale nel suo lavoro: tenere insieme teatro e cinema, realtà e rappresentazione, individuo e collettività, Napoli e il mondo, in un flusso narrativo senza sfasature, armonioso, necessario, bello. » |
di Roberto Escobar Il Sole-24 Ore
Teatro di guerra è un’espressione doppia. Da un lato, è il luogo materiale d’un conflitto, delle sue operazioni e delle sue violenze. D’altro lato, può essere la sua rappresentazione sulla scena. Cercando il nesso tra i due lati di questa doppiezza, con il suo film Martone arriva vicino a un “nodo”profondo, non più solo teatrale né solo bellico. Teatro di guerra (Italia 1998) non ha, volutamente, un centro narrativo organizzato. Vive piuttosto nella forma d’una rete di rapporti, quasi di più canovacci che Martone isola e indica, senza privilegiarne davvero alcuno. » |
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