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Middle East Now 2025, torna il festival che racconta il Medio Oriente. Guarda i film online su MYmovies ONE

In streaming dall'8 al 14 ottobre una curata selezione di film, documentari e corti in arrivo dall'edizione 2025 del Festival. SCOPRI I FILM »
di Roberto Ruta, Direttore artistico Middle East Now

lunedì 6 ottobre 2025 - mymoviesone

Middle East Now, il festival dedicato al cinema e alla cultura da Medio Oriente e Nord Africa propone la 16esima edizione all'insegna di un focus forte sull’attualità. In un momento drammatico per il Medio Oriente c’è sempre più bisogno di capire, confrontarsi, riconoscerci gli uni negli altri. Il cinema e i documentari ci aiutano ad avvicinarci al mondo.

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Per chi non potrà essere a Firenze c’è una grande opportunità: una curata selezione di titoli del festival sarà disponibile in streaming su MYmovies ONE dall'8 al 14 ottobre. In più sarà possibile votare tutti i film in programma per assegnare a fine evento il premio MYmovies

Tra i film assolutamente da non pedere, segnaliamo LITTLE SYRIA di Madalina Rosca e Reem Karssli, girato per oltre 20 anni in Siria e Germania, così come in Turchia, Grecia, Polonia, Ungheria, Francia, Spagna e Iran, segue la ricerca di un fratello, di sua sorella e del suo fidanzato, intrappolati tra una Siria da cui sono scappati per salvarsi la vita e un'Europa che a volte sembra accoglierli e altre volte respingerli.


Dall'Iraq il documentario THE LIONS OF THE RIVER TIGRIS di Zaradasht Ahmed, girato a Mosul, una delle città più antiche del mondo con oltre 8.000 anni di storia, devastata durante la battaglia per la liberazione dall'ISIS, raccontata attraverso la lotta di tre uomini - un pescatore, un musicista e un collezionista - che si rifiutano di lasciarla cadere nell'oblio. Film vincitore dell'Human Rights Award all'ultima edizione del festival CPH:DOX di Copenhagen.

Anche la Turchia protagonista con SEEN UNSEEN: AN ANTHOLOGY OF (AUTO)CENSORSHIP di F?rat Yücel, Erhan Örs, Hakan Bozyurt, Can Memi?, Sibil Çekmen, Serra Akcan, Nadir Sönmez, Belit Sa?, raccolta di film del collettivo Altyaz? Fasikül: Free Cinema, esteticamente eclettica - tra immagini di desktop, lettere, messaggi e video sorveglianza - e politicamente audace, che sottolinea la necessità di essere critici in tempi di censura e repressione.


Dalla e sulla Palestina, una serie di titoli e prospettive diverse. Da THE LAST DAY di Mahmoud Ibrahim, in cui due fratelli egiziani affrontano le loro ultime ore nella casa di famiglia, prossima alla demolizione, e parallelamente la  loro commozione aumenta guardando in tv le immagini di demolizioni simili che si stanno verificando a Gerusalemme.

MASHED POTATOES di Suha Araj, su una coppia araba che discute sui meriti del giornalista americano Thomas Friedman a partire dagli attacchi dell'11 settembre fino a oggi, con gli attori Cynthia Samuel Bakri e Adam Bakri.

E l'ultimo lavoro del regista palestinese Mohamed Fares Al Majdalawi, ONE DAY I WILL HUG YOU, protagonista un padre palestinese che decide di ritornare a Gaza dopo aver vissuto per dieci anni in Norvegia.


Focus importante sull'Afghanistan, paese dimenticato dai media, approfondito dal documentario THE LAST AMBASSADOR di Natalie Halla in cui Manizha Bakhtari, ambasciatrice afghana a Vienna, lotta contro il regime talebano promuovendo istruzione e diritti per le donne, simbolo di resistenza e giustizia.

Imperdibile anche la partecipazione di Studio Azzurro, il famoso gruppo di ricerca artistica milanese, con VOCI DA BAMIYAN, opera inedita che propone una lettura delle trasformazioni sociali e territoriali occorse a Bamyan, celebre città dei Buddha, dalla caduta del primo regime Talebano (2001) fino ad oggi.

Il tormentato Libano, evocato da SON OF THE SUN, poetry film scritto da Ibrahim Nehme e diretto da Tanya Traboulsi, che segue il percorso di guarigione di Nehme dopo l'esplosione al porto di Beirut, e in parallelo il sorgere e il tramontare del sole sullo sfondo monumentale del porto stesso, dove il 4 agosto 2020 sono esplose oltre 2.000 tonnellate di nitrato di ammonio.


Il Marocco della giovane regista Samira El Mouzghibati e del suo pluripremiato documentario LES MIENNES, storia personale – lei, la più giovane di cinque sorelle – consapevole dell'eredità oscura che queste portano con sé rispetto al legame con la madre, legata a un tragico incidente tenuto nascosto. 

E ancora, il film sperimentale LYBIAN DEATH SQUAD di Mohammad Maamoun, che attraverso rari filmati d'archivio e un sorprendente simbolismo, riporta alla luce la storia sepolta della dominazione fascista della Libia, esponendo le trappole infinite del fascismo per riscrivere la memoria e schiavizzare le nazioni.

E altro ancora, buona visione!


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