La terza parte della rassegna XX secolo – L’invenzione più bella continua, con nuovi imperdibili appuntamenti in programma al cinema Quattro Fontane di Roma. Fino al 9 aprile saranno disponibili numerosi titoli che hanno reso straordinaria la carriera di Ginger Rogers e una selezione di film diretti da Satyajit Ray.

Facciamo un excursus su Ginger Rogers parlando dei suoi film più importanti in programma alla rassegna.

All’inizio degli anni 30, l’America e il mondo subivano gli effetti della devastante crisi economica, mentre nubi minacciose si affacciavano sull’Europa. C’era bisogno di evasione. Hollywood fu incaricata di diffondere un po’ di felicità. Così nacque la coppia più iconica del musical: Ginger Rogers & Fred Astaire. Ma non fu semplicemente un’invenzione a tavolino. Ci volevano due… come Ginger e Fred. Il pubblico seduto in sala sognava di ballare come loro, cullandosi in storie d’amore dall’happy end garantito, e dimenticava i problemi. Potere del cinema.

A metterli insieme per la prima volta è la casa di produzione RKO, scritturandoli in due ruoli da non protagonisti per il film Flying Down to Rio, che diventerà famoso proprio per un loro numero di ballo (e infatti in Italia il titolo è tradotto con il nome della danza, Carioca). Fred è già il ballerino numero uno a Broadway, e sta muovendo i primi passi sul grande schermo. Ginger (nome d’arte nato dalla storpiatura di una cuginetta che non riesce a pronunciare il suo vero nome Virginia) proviene dalla recitazione, ha poco più di vent’anni ma già una carriera avviata nel cinema. Capelli biondi e occhi azzurri, è una bellezza solare, la perfetta fidanzatina d’America. Dopo il primo film, la RKO intuisce il potenziale del duo e ne consacra il sodalizio l’anno seguente con Cerco il mio amore (The Gay Divorcee, 1934) di Mark Sandrich. La trama è semplice e anche i loro film successivi non si discosteranno molto dal solito schema: lui è un ballerino, incontra lei e dopo una serie di equivoci si innamorano. Ma a che serve la trama quando si può vederli danzare sulle note di "Night and Day" di Cole Porter?

Ci sono immagini che appartengono alla grande memoria del cinema, e perfino a quella di chi non le ha mai viste. È il caso di Ginger Rogers e Fred Astaire che ballano Cheek to Cheek in Cappello a cilindro (Top Hat, 1935). La musica è di Irving Berlin, uno dei massimi compositori del ‘900, che accompagna Ginger & Fred anche in Seguendo la flotta (Follow the Fleet, 1936). In Follie d'inverno (Swing Time, 1936) Fred le canta "The Way You Look Tonight". Altro strepitoso successo. Alla regia George Stevens è così esigente da far ripetere una sequenza per 47 ciak, tanto che alla fine delle riprese a Ginger a sanguinano i piedi. D’altronde, lei non è una che si tira indietro. “Sulla scena facevo tutto quello che faceva Fred Astaire, e per di più lo facevo sui tacchi alti.”
 

Anche al di fuori della coppia, Ginger si impone dando prova del suo talento recitativo che è premiato con l’Oscar. Si cimenta pure in ruoli drammatici, come in Palcoscenico (Stage Door, 1937), al fianco di un’altra star femminile di prima grandezza, Katharine Hepburn. Ma la commedia rimane il suo genere prediletto. È al centro del primo film americano da regista di Billy Wilder, Frutto proibito (The Major and the Minor, 1942), nella parte di una ragazza che si finge bambina per pagare la tariffa ridotta e prendere il treno, dove incontra un militare che se ne innamora, ma non può dichiararsi credendola minorenne. Dal travestimento al tabù del sesso, già s’intravedono alcuni dei temi che saranno tipicamente wilderiani.
 

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il volto di Ginger Rogers è l’immagine rassicurante a cui aggrapparsi: in Fuggiamo insieme (Once Upon a Honeymoon, 1942) sposa un barone austriaco filonazista ma poi scappa via insieme a Cary Grant; nel sentimentale Al tuo ritorno (I'll Be Seeing You, 1945) conosce un reduce di guerra durante un permesso per buona condotta dal carcere femminile dove deve scontare qualche anno di pena. Lui l’aspetterà. In lei l’America ripone la speranza nel futuro. E nel futuro non sarà dimenticata.

La sua eredità è giunta sino ai giorni nostri, visibile in Emma Stone che balla il tip tap in La La Land (guarda la video recensione), o ancor prima nella Roxie Hart di Renée Zellweger in Chicago, sorta di remake di Condannatemi, se vi riesce! (Roxie Hart, 1942) con Ginger protagonista.

Nella scena finale di La rosa purpurea del Cairo, Woody Allen fa sedere la triste e disillusa Cecilia (Mia Farrow) in un cinema. Ginger Rogers e Fred Astaire stanno danzando "Cheek to Cheek". Cecilia sorride. Lì può riconciliarsi con il cinema e con la vita. “Heaven, I’m in heaven…”