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Lee Jung-jae: «Il messaggio di Squid Game? La crudeltà del denaro non deve vincere sull'umanità»

Ospite al Florence Korea Film Festival di un'imperdibile masterclass, anche in streaming su MYmovies dalle 11.00, l'attore ci racconta la sua esperienza nella serie cult e parla dei suoi progetti futuri. ACCEDI ALLA MASTERCLASS I ISCRIVITI SU MYMOVIES ONE »
di Giovanni Bogani

sabato 9 aprile 2022 - mymoviesone

Lo vedi, in un vestito di alta sartoria, molto fashion, color crema, rilassato, con i gesti posati. E ti sembra impossibile che sia il “giocatore” 456 di Squid Game, con la tuta verde, i capelli stravolti, gli occhi del disperato: il protagonista della serie Netflix che ha stravolto tutti i record di ascolto, e che è diventata un cult assoluto, fenomeno sociale, generatrice di dibattiti, polemiche, allarmi. Perché è una serie che hanno visto in 150 milioni di spettatori solo nel primo mese: e fra questi, anche dei ragazzini, alcuni dei quali hanno emulato i “giochi” spietati che appaiono negli episodi della serie.

In questi giorni, Lee Jung-jae è a Firenze, ospite del festival Florence Korea Film Fest, che gli dedica una ampia retrospettiva. Sold out per la riproposizione, su grande schermo, della serie, che ha anche raffinati riferimenti iconografici: dalle scale infinite di Escher alle maschere di Eyes Wide Shut: e Kubrick è una presenza costante, fra i riferimenti della serie più crudele degli ultimi vent’anni.  

Oggi inoltre l'attore incontrerà il pubblico al cinema La Compagnia di Firenze, per una masterclass dedicata al suo cinema - disponibile anche in streaming su MYmovies dalle 11.00. Cinquant’anni – che sembrano dieci di meno –, Lee era una star in Corea già prima di Squid Game: sono più di trenta i film che ha interpretato, oltre a una decina di lavori televisivi. Ne avrà di cose da raccontare: a partire da quando lavorava alla cassa di un caffè di Seoul, non sognava minimamente di fare il cinema, e si avvicinò qualcuno per chiedergli se, con quella faccia, voleva tentare un’avventura più esaltante che staccare scontrini. Iniziava lì il suo personale Squid Game.

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Lee Jung-jae, la violenza della serie ha creato anche in Italia polemiche, allarmi, reazioni. Lei come l'ha vissuta, come la vede, come la giudica? 

I contenuti di Squid Game sono per un pubblico adulto, non sono per i bambini. Non tanto perché c’è della violenza, ma perché gli adulti possono capire e ragionare sul messaggio vero della serie: è giusto vivere in un mondo così com’è? La violenza non è creata per rendere la serie più popolare o più accattivante, ma è fondamentale per raccontare il mondo intorno ai personaggi.

Il mondo intorno ai personaggi è disumana, sta perdendo l’umanità. Direbbe che la società coreana sia così? Che stia perdendo umanità?
Penso che ci siano molti problemi, nella società coreana come in tutto il mondo. Uno dei problemi più tragici è la distanza sempre più enorme, la differenza negli standard di vita tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. È questo il motivo profondo della popolarità di Squid Game in tutto il mondo.

Qual è stata la sfida più grande per lei, come attore, nell’interpretare la serie? Ci sono state scene particolarmente difficili da interpretare, per lei?
Ho pensato al mio personaggio come a un uomo che perde tutto, quando viene licenziato ingiustamente. Perde la moglie, perde la figlia, ha problemi con la madre. Ma ho tenuto presente che in ogni difficoltà lui cerca di vivere sempre in modo morale, scegliendo sempre di aiutare il prossimo. Lui sceglie i rapporti umani e non i soldi: questo secondo me è un messaggio verso la società, perché la crudeltà del denaro non vinca sull’umanità.

Steven Spielberg ha amato la serie, ha detto persino al regista “I want to eat your brain”. Lei adesso è una star non solo in Corea, ma in tutto il mondo. Si sente pronto per Hollywood?
Ho ricevuto qualche offerta da Hollywood, ma sto lavorando molto in Corea, e non ho potuto far altro che rinunciare. Voglio finire il mio film da regista.

In Deliver Us From Evil lei è un gangster. Il film esce fra pochi giorni su Amazon Prime video. Che cosa può anticiparci del suo personaggio?
Si tratta di un film molto interessante. Volevo lavorare con il regista Hong Won-chan, e ritrovare un attore secondo me bravissimo come Hwang Jung-min; è vero, in questo film sono un killer che si trova a occuparsi del rapimento di una ragazza, figlia di un suo conoscente. Per salvarla finirò in un lungo viaggio fino in Thailandia.

Che cosa sa e che cosa può dire del suo personaggio nella seconda stagione di Squid Game?
Anche io sto aspettando: il regista sta scrivendo, e non dice niente neppure a me. Il fattore sorpresa è stato il fattore vincente della serie, e credo che il regista, che è anche sceneggiatore, voglia sorprenderci anche nella seconda serie. So solo che, alla fine della prima, il mio personaggio ha compiuto una scelta importante, che ovviamente avrà ripercussioni sul proseguimento della storia.

Che idea si è fatta di questa guerra che sta attanagliando nell’ansia tutto il mondo? Sa che si parla di una “soluzione coreana” per l’Ucraina: così come la Corea, alla fine di una tragica guerra, è finita divisa in due, ciò potrebbe accadere anche all’Ucraina.
In questo momento è difficile vivere. Penso che i popoli debbano collaborare tra di loro, dovrebbero pensare al riscaldamento globale e non a farsi la guerra. Il mio cuore è straziato quando vedo tutti questi morti. Spero solamente che tutto finisca presto e arrivi la pace.


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