Ormai, non c'è più nessuno che si chieda, confuso, chi sia Chiara Ferragni, cosa faccia nella vita e perché sia così famosa. Il suo nome è passato nella memoria a lungo termine di chiunque, dopo essere stato, ovviamente, sulla bocca di chiunque. Perché non sei nessuno senza un po' di sano gossip intorno. È la prima legge della celebrità, del resto. La riconoscerebbero anche quelli che non sono particolarmente social e che non ammetterebbero mai (neanche sotto tortura) di sapere chi lei sia veramente, difendendo una sacrosanta facciata di snobbismo intellettuale e culturale. Anche a rischio di sembrare ignoranti, antiquati, fuori tempo massimo.

Ma la Storia parla al suo posto. Una Storia che vede una sconosciuta, figlia di un'esperta di moda, costruirsi un impero basato su una fragilissima immagine virtuale, talmente diffusa da imporla come una delle più note fashion blogger del mondo. Se non "LA fashion blogger". In più, c'è l'etichetta di influencer che aleggia sul suo aureo capo come il mitico e smeraldino cristallo del videogame THE SIMS. Una ricca e generosa spada di Damocle, tutt'altro che minacciosa e carica di responsabilità, che ha come unico scopo quello di indicarla come "la prescelta". Una sorta di messia da seguire se tu, comune mortale, vuoi avere come lei tutto il mondo che ti guarda.

Ma tanta grazia non è un dono divino. Niente le è stato elargito da un benevolo fato. Ogni cosa che questa giovane italiana oggi possiede è frutto di un calcolato lavoro d'immagine, cominciato agli albori del tempo con un mucchio di fotografie che la ritraevano in svariati look. Scatti poi condivisi nel suo blog, The Blonde Salad. Così chiamato perchè le piaceva l'idea di cavalcare il luogo comune della bionda un po' scemetta e perchè costituito da ingredienti diversi.

Da quel minuscolo spazio nella rete, come una massa aliena priva di forma e consistenza, Chiara Ferragni si è spalmata in vari social, costruendo un solido dominio giornaliero di milioni e milioni di followers che, ben sfruttati, le hanno dato guadagni altissimi. Tanto alti da trasformarla da anonima studentessa della Bocconi, crescita e pasciuta nel cuore della Cremona Bene, in una vera e propria esperta di moda e tendenze.

Questione di marketing
Secondo alcuni, il segreto dell'ascesa sta tutto nel trasformare i social in efficaci e vincenti canali pubblicitari. Influenzare i propri contatti con un'opinione, nella speranza di trasformarli in consumatori. C'è poi l'instaurarsi di un fruttifero rapporto tra marchio e blogger, che offre a entrambi la garanzia di ottenere grande visibilità e di essere canali pubblicitari immediati. Perché spendere soldi in banner, quando si possono sponsorizzare prodotti vari con consigli, fotografie, storie? Certo, la mancanza di trasparenza è un prezzo da pagare, ma non tanto alto se paragonato al ricavo di un business come quello della Ferragni.

Da Diavoletta87 allo Stile Ferragni
Come suddetto, in famiglia, non è la sola ad aver subito l'incanto del bel vestire. Sua madre, Marina Di Guardo (oggi reinventatasi scrittrice), è stata per anni la vicedirettrice dello showroom del brand Bluemarine. E l'ereditata passione per gli abiti è viva in Chiara fin da quando, da liceale dell'istituto classico Daniele Manin, sul suo profilo MySpace, sotto il malizioso nick di Diavoletta87, pubblicava foto e dichiarava il suo sogno di trascorrere la vita in America, lontana dal sonnolento Nord Italia.

Iscrittasi all'Università Bocconi, facoltà di giurisprudenza, fidanzata con l'imprenditore Riccardo Pozzoli, si sente finalmente pronta per sviluppare totalmente la sua mania per la moda. Mania che si tradurrà prima nella creazione di un profilo Flickr e poi nel celebre blog che la farà conoscere a tutto il mondo. Avviene tutto anche grazie al suo fidanzato, che non solo le plasmerà attorno uno staff (tra agenti, fotografi, consulenti informatici, grafici e ghostwriters), ma fonderà con lei una vera e propria azienda. Fin da subito, è un incredibile successo. Quindicimila visitatori al giorno. Arrivano gli inviti per partecipare alle sfilate, le richieste di interviste, programmi tv (nostrani e non) e soprattutto i primi contratti per diventare testimonial. Onore, quest'ultimo, che prima di allora era esclusivamente concesso ad attori, musicisti o campioni dello sport.

Di lì a poco, il giro d'affari diventa un vortice di milioni di euro. Tutto viene travolto dallo stile Ferragni. Forbes, per ben due volte, la inserisce nell'elenco degli Under 30 più ricchi al mondo. L'edizione spagnola di VOGUE la ritrae nella sua copertina. E lei aumenta la posta in gioco, lanciando una propria collezione. Diventa un media incarnato, tanto da essere oggetto di studio alla Harvard Business School, dove esplorano i processi e le strategie commerciali grazie ai quali ha monetizzato la sua attività, fatturando cifre da capogiro. Marchi come Superga, Mango, Tod's Yamamay, Disney e Italian Indipendent se la sono contesa a suon di assegni a sei zeri. Per questo motivo, lei accantonerà la laurea, scalando la vetta fino al livello successivo, vale a dire la collaborazione con i nomi più lucenti dell'haute couture: Louis Vuitton, Céline, Chanel, Tiffany & Co., ma soprattutto Gucci, Prada e Dior.

Intanto, lascia lo storico fidanzato per un fotografo losangelino e, infine, sfrutta i rumors sui suoi possibili flirt per diventare ancora più famosa. Solo qualche anno più tardi, sposa il suo chiacchierato compagno Fedez, un rapper italiano, dal quale avrà il suo primo figlio Leone.

Il documentario e nuove esperienze
Nel 2019, la regista Elisa Amoruso le dedica il documentario Chiara Ferragni - Unposted, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
In seguito lei e Fedez saranno protagonisti della serie The Ferragnez, in esclusiva su Amazon Prime Video.
Nel 2023 sarà scelta da Amadeus come co-conduttrice di due serate del Festival di Sanremo.