Padri e figlie

Padri e figlie é un film che comincia in maniera non troppo coinvolgente, c'é un padre scrittore che perde la moglie in un incidente d'auto, e rimane a dover crescere una figlia piccola che si lga inevitabilmente a lui.
Poi quasi all'improvviso vediamo la figlia già in età matura che studia psicologia e che si dedica ai servizi sociali aiutando dei ragazzi disagiati. Così il film viaggia su due piani temporali, e ci si chiede, soprattutto vedendo la Katy quasi adulta, il perché lei abbia un bisogno quasi ossessivo di fare sesso con il primo che capita, per poi tornare alla vita normale. Ci si chiede inoltre dove sia il padre in questa fase della sua vita. Così il film va avanti e si scopre che Jake, il padre, soffre di disturbi epilettici e si vede costretto a lasciare la figlia alla sorella della madre defunta per essere ricoverato per qualche mese in una clinica. La zia però, moglie di un ricco uomo d'affari, nutre un profondo rancore per il fatto di aver perso la sorella e, al ritorno di Jake, come contropartita, vorrebbe adottare la piccola. In questa parte il film inizia a farsi più interessante suscitando sentimenti di rabbia nei confronti della zia. Anche la vita di Katy si fa più interessante, sia perché riesce nel suo lavoro e sia perché conosce Cameron, un ragazzo per il quale nutre dei veri sentimenti. Muccino orchestra così un crescendo emotivo raffinato che tende a svelare solo nel finale il reale soggetto del film.
Il padre di Katy muore a causa delle sue crisi epilettiche quando Katy é ancora piccola e la figlia viene affidata proprio a quella zia che ne aveva chiesto l'adozione. Katy svilupperà così una sorta di avversione nei rapporti personali che la spingeranno ad uscire da sola e a cercare le emozioni vivendo situazioni forti come quella di fare sesso con chiunque le capiti a tiro. Ma finalmente dopo aver tradito anche Cameron, a causa della sua mania ossessiva di provare emozioni forti, riesce davvero a capire il motivo del suo malessere e a tornare da lui per chiedergli perdono. Muccino indaga così, svelandolo solo nel finale, la personalità di una ragazza rimasta orfana prima della madre e poi del padre e delle difficoltà che scaturiscono solo in età avanzata dei rapporti con gli altri e soprattutto con l'altro sesso.
In generale un buon film, che inizia blando e che ahimé coinvolge solo nel finale. Molto bravi Russel Crowe e Amanda Seyfried.



é un film molto muccino strappalacrimé, rapporto tra padré é figlia dopo la morté délla madré, la ragazza non riéscé a vivéré i rapporti con l'altro sésso a provaré un véro séntiménto