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E’ effettivamente questo che spesso ci aspetta: si passa dagli album delle foto a una realtà ben diversa…. E’ sempre difficile vivere: sia quando ci piace sia quando non ci piace per nulla come per i protagonisti del film. Purtroppo la vita non è un gioco e basta: c’è una tragedia per ognuno di noi e il caso sorteggia le varie forme con cui si concretizza.
Qui la qualità delle immagini passa in secondo o terzo piano: conta la storia, soprattutto, e poi l’interpretazione dei personaggi, eccetera.
Diceva Calderòn de La Barca che la vita è sogno: nei film di questi tempi qui la vita è incubo.
Il gesto di Trintignant è assai duro, forte, indigesto: ma l’alternativa non lo è altrettanto? Uccidere quella donna era una cosa brutta, ma lasciare che vivesse? Chi si sentirebbe di mandarlo in prigione?
Sicuramente è un film difficile da mandare giù, assai pesante, che apre le porte alla considerazione dei valori: cosa conta veramente e come poco ci si rende conto di ciò finchè non ci si passa in mezzo.
Una cosa: mia nonna ha vissuto gli ultimi suoi 6-7 anni in una condizione pressochè analoga a quella della protagonista; soltanto che non aveva il marito e aveva i figli più vicini. Ma nessuno l’ha uccisa di proposito, anche se era molto pesante la cosa per sé e per gli altri. E’ difficile vivere e spesso non ci piace. Chissà cosa è meglio …
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