Shame |
||||||||||||||
Un film di Steve McQueen (II).
Con Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale, Nicole Beharie, Hannah Ware.
continua»
Drammatico,
durata 99 min.
- Gran Bretagna 2011.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 13 gennaio 2012.
- VM 14 -
MYMONETRO
Shame
valutazione media:
3,46
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
||||||||||||||
|
||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Shamedi catcarloFeedback: 13499 | altri commenti e recensioni di catcarlo |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
lunedì 4 giugno 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Abbiamo visto film sulla dipendenza dall’ alcool e sulla dipendenza dalla droga, era inevitabile che ne arrivasse uno anche sulla dipendenza dal sesso – devianza d’attualità e soprattutto maschile, alimentata com’è dall’eccesso di offerta. Con una differenza, però: lo spettatore medio non è certo attratto dalla messa in scena dell’ennesima bottiglia scolata o di un’altra spada in vena, ma il discorso può essere diverso se si tratta di una nuova scopata (poi, personalmente, trovo che nove scene di sesso su dieci siano in sostanza inutili e rallentino l’azione, ma dev’essere una convinzione minoritaria). Così, il primo rischio di una pellicola come questa è il voyeurismo e da questo punto di vista Steve McQueen (che è inglese, nero, grande e grosso – in pratica l’opposto dell’attore di ‘Getaway’) e la sua co-sceneggiatrice Abi Morgan vincono la sfida. I rapporti sessuali sono glissati oppure mostrati in modo da sembrare il più possibile gelidi e meccanici: del resto, l’ossessionato Brandon funziona solo se l’accoppiamento è scevro da qualsiasi, seppur minimo coinvolgimento emotivo, tanto da far clamorosa cilecca quando cerca un approccio diverso con una collega d’ufficio. In questa esistenza fatta di prostitute, rapporti occasionali, siti internet e fai da te, piomba non annunciata la sorella Sissy, emotivamente instabile e con tendenze al suicidio: risulta subito chiaro che le cose prenderanno una brutta piega. Proprio nelle dinamiche fra i due fratelli e nel racconto delle loro nevrosi (si scopre che vengono da un ‘brutto posto’ e basta) il film mostra la sua parte più fragile e irrisolta, senza però inficiare un giudizio complessivo che non può essere che positivo. McQueen dimostra la propria capacità di raccontare per immagini, e stupirebbe il contrario, visto che viene dalle arti visive. Oltre a filmare una toccante versione di una canzone di per sé piuttosto tronfia come ‘New York, New York’, il regista mostra la città che non dorme mai senza sole, dominata da luci fredde e colori opachi che raccontano la vuota vita di Brandon (ogni tanto riesce anche ad andare nel suo bell’ufficio e stare cinque minuti concentrato) prima di virare in un sottofinale turgidamente (ehm…) drammatico, in cui le due scene clou sono in pratica mute - riempie la sala il quasi solo accompagnamento musicale. Al pubblico viene lasciato decidere se il protagonista abbia saputo vincere i propri demoni oppure no: la pellicola si chiude così sull’ennesimo primo piano di Fassbender, la cui interpretazione sostiene tutto il film meritandogli ampiamente la Coppa Volpi vinta a Venezia (curiosamente, dopo ‘A dangerous method’ e ‘Jane Eyre’, incrocio per la terza volta in pochi mesi l’attore tedesco-irlandese, la prima in vesti – quando le indossa – contemporanee).
[+] lascia un commento a catcarlo »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ultimi commenti e recensioni di catcarlo:
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||