lizzy
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sabato 15 maggio 2021
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amici...suoi!
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Mi fa specie dare il minimo della votazione ad un film di Carlo.
Innanzitutto perchè ne sono sempre stata un gran sostenitrice e poi perchè, onestamente, nella sua "vecchiaia" (artistica...) avrei voluto vedere non dico degli ottimi capolavori, ma quantomeno degli onesti lavori "di mestiere".
E invece...
Rieccoci qui a ribadire l'ovvio, a rilucidare lo squallido, a spoilerare tutto il film già dopo pochi minuti.
Tra l'altro, appunto, mi son ritrovata dopo poco che era iniziata la visione a dire: "E io che ci faccio adesso qui?".
Si, perchè se già dopo poco sai come andrà a finire una partita non resti allo stadio.
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Mi fa specie dare il minimo della votazione ad un film di Carlo.
Innanzitutto perchè ne sono sempre stata un gran sostenitrice e poi perchè, onestamente, nella sua "vecchiaia" (artistica...) avrei voluto vedere non dico degli ottimi capolavori, ma quantomeno degli onesti lavori "di mestiere".
E invece...
Rieccoci qui a ribadire l'ovvio, a rilucidare lo squallido, a spoilerare tutto il film già dopo pochi minuti.
Tra l'altro, appunto, mi son ritrovata dopo poco che era iniziata la visione a dire: "E io che ci faccio adesso qui?".
Si, perchè se già dopo poco sai come andrà a finire una partita non resti allo stadio.
Se ti dicono che sarai bocciata a fine anno scolastico non frequenti più.
Se ti dicono che il tuo ristorante preferito è chiuso per ferie non ci arrivi fin davanti la saracinesca sperando in una qualche miracolosa riapertura.
E un miracolo è proprio quello che ci vorrebbe agli ultimi film di Verdone.
Questo poi... non so: di miracoli ne avrebbe bisogno due.
Il primo per cambiare la trama (Na fesseria che manco gli ultimi di Boldi...) e il secondo per eliminare le boiate tipo la figlia velina venduta (col culo desnudo sempre in primo piano), le esagerate marchette pubblicitarie (perchè non ci mettete pure i listini prezzi e le indicazione di dove recuperare tal prodotti?) e le solite, inutili e gratuite scene di sesso (che barba, che noia!) che pure Carletto ormai ha sdoganato (e ricopiato: non vi ricorda nulla la scena con la coppia di giocherelloni???).
Non so poi se l'effetto sia voluto, ma qua Verdone sembra proprio "bollito" come attore, così come gli altri appaiono tutti troppo fuori dalle righe.
Niente a che vedere con "Amici Miei" che, malgrado tutte le cattiverie e le stramberie, resta un enorme capolavoro di inventiva, di buon gusto e di "mestiere".
Qua di quella pellicola, che si vorrebbe forse scimmiottare, almeno nell'intento della raffigurazione dei quattro, non c'è nemmeno una lontana traccia.
Peccato.
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eugenio
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venerdì 14 maggio 2021
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l’amicizia salverà il mondo
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Un film di Carlo Verdone, checchè si dica, è da vedere. Non solo perché il “Carletto” nazionale fa sorridere, divertire e al tempo stesso riflettere nei suoi film imperniati sui vizi e le rare virtù di noi, fiero popolo italiano, ma anche perché ogni sua pellicola è capace di raccontare uno spaccato di vita sociale, regalandoci in ogni occasione, una risata grazie alla preziosa “arma” dell’ironia.
Perché dal coatto Enzo che si metteva l'ovatta nei pantaloni o dal figlio dei fiori Ruggero, Carlo Verdone è sempre stato lì, presente a delineare figure maschili dagli inaspettati tic e donne candide, spesso oggetto dei loro irraggiungibili desideri.
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Un film di Carlo Verdone, checchè si dica, è da vedere. Non solo perché il “Carletto” nazionale fa sorridere, divertire e al tempo stesso riflettere nei suoi film imperniati sui vizi e le rare virtù di noi, fiero popolo italiano, ma anche perché ogni sua pellicola è capace di raccontare uno spaccato di vita sociale, regalandoci in ogni occasione, una risata grazie alla preziosa “arma” dell’ironia.
Perché dal coatto Enzo che si metteva l'ovatta nei pantaloni o dal figlio dei fiori Ruggero, Carlo Verdone è sempre stato lì, presente a delineare figure maschili dagli inaspettati tic e donne candide, spesso oggetto dei loro irraggiungibili desideri. Il tutto permeando ogni commedia con una sana dose di malinconica elegia e goffi e assai nevrotici personaggi, osteggiati talune volte da una società che non è mai capace di comprenderli pienamente.
Così, tolta la maschera ai proprietari di negozi di oggetti e paramenti sacri, agli eterni sfigati di sempiterna memoria di Un sacco bello, Verdone torna da ipocondriaco cittadino a indagare su un settore, quello della medicina, oggigiorno cruciale. E lo fa, chiaramente, non prendendosi mai sul serio ma anzi, interpretando in Si vive una volta sola il protagonista, un noto chirurgo di fama internazionale, Umberto Gastaldi che, con la sua equipe, un assistente fedele Corrado Pezzella (Max Tortora) e la strumentista Lucia Santini (la brava Anna Foglietta), si diverte a prendere di mira con scherzi mica tanto simpatici, l’anestesista Amedeo Lasalandra (il bravissimo Rocco Papaleo vero motore del film). Finchè un giorno, lo scherzo supera ogni immaginazione nell’amaro specchio della realtà e nella ferale notizia di un male incurabile a cui i tre di cui sopra vengono a conoscenza durante una visita di controllo: un tumore maligno che colpisce proprio il “tapino” bersaglio Amedeo.
Consci che alla loro vittima preferita non resta molto da vivere, decidono di assecondare, non senza sospetto, ogni desiderio più recondito dell’amico-collega, accettando quindi di partire verso sud, verso la costa salentina profondamente amata dall’anestesista. E chiaramente nel viaggio, la benedetta follia sarà solo il prestesto per, ancora una volta, un bilancio sull’esistenza del quartetto e su una famiglia (per chi di loro l’ha), non propriamente così felice. Se da un lato, infatti Umberto ha una figlia col pallino di fare la soubrette che mostra il suo bel didietro per quindici minuti di celebrità senza che il padre riesca a comprenderla, dall’altro Corrado è tradito dalla moglie per il suo miglior amico mentre Lucia ricerca l’amore eterno scoprendo solo uomini che vogliono tutt’altro. Insomma, i quattro cavalieri dell’apocalisse, professionalmente ingabbiati nella loro mansione di “taglia e cuci”, non sono meramente gli stinchi di santo e forse, in qualche modo, ricercano nello scherzo, un’evasione dalla loro alienante esistenza. Con conseguenze tuttavia non sempre piacevoli.
Se il riferimento evidente di Si vive una volta sola è la satira socio-politica pungente di Monicelli (come dimenticare Amici miei?), Verdone, in questo film gigioneggia con una commedia tutto sommato prevedibile ma apprezzabile nei suoi cinici scherzi, nella sua zingarata salentina, nel suo quartetto affiatato di attori che regge bene l’ora e quaranta della pellicola intrattenendo e coinvolgendo. Eppure c’è più di un grosso ma. Ma come mai Verdone devia spesso dall’intento lodevole di consumato cinismo, volendo apparire volgare? Ma perché delle volte si ha l’impressione di assistere a un film dei fratelli Vanzina con un umorismo più becero che raffinato?
Ma perché Verdone inserisce spesso delle parole che non appartengono al suo vocabolario attenendosi a una logica meramente sessualistica e godereccia?
Misteri di marketing ma in fondo poco importa. Traspare cristallino, puro e soprattutto corale il messaggio di Si vive una volta sola ovvero che l'amicizia salverà il mondo. Anche se si hanno delle carogne travestite da uomini perché si sa anche loro, in fondo, ma molto in fondo, possono provare dei sentimenti.
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achab50
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venerdì 14 maggio 2021
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cinefocaccia
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La buona idea è stata quella di non distribuire il film ma di riservarlo allo streaming.
Da Verdone ci aspettiamo qualcosa di almeno godibile e con qualche aspetto da ricordare, ma qui sorge il sospetto che, in quanto legittimo erede di Sordi, stia facendo la stessa imbarazzante fine risultando la macchietta di sè stesso.
Vicenda banale quant'altre mai: una equipe di chirurghi si sollazza facendo scherzi assai pesanti al candido Amedeo, la vittima predestinata. Scherzi già visti e stravisti, che suscitano solo pena allo spettatore. Peccato per il bravo Papaleo, qui in versione senza baffi, che avrebbe i numeri ma non glieli lasciano estrarre per cui non si fa mai tombola, e nemmeno cinquina.
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La buona idea è stata quella di non distribuire il film ma di riservarlo allo streaming.
Da Verdone ci aspettiamo qualcosa di almeno godibile e con qualche aspetto da ricordare, ma qui sorge il sospetto che, in quanto legittimo erede di Sordi, stia facendo la stessa imbarazzante fine risultando la macchietta di sè stesso.
Vicenda banale quant'altre mai: una equipe di chirurghi si sollazza facendo scherzi assai pesanti al candido Amedeo, la vittima predestinata. Scherzi già visti e stravisti, che suscitano solo pena allo spettatore. Peccato per il bravo Papaleo, qui in versione senza baffi, che avrebbe i numeri ma non glieli lasciano estrarre per cui non si fa mai tombola, e nemmeno cinquina.
Ciò che è più grave è il continuo rimando a film di ben altra caratura, fra tutti ricordo la scena della dottoressa che si eccita solo se le parlano in spagnolo, trasparente rievocazione della ben più appetitosa Jamie Lee Curtis ne "il pesce di nome Wanda".
il colpo di scena finale non è un colpo di scena perchè è telefonatissimo dopo i primi dieci minuti, e per tutto il film si teme, ed a ragione, di veder spuntare i terrificanti Christian De Sica e Massimo Boldi, magari vestiti da donna, ed allora sarebbe stato in tutto e per tutto un cinepanettone.
Per questo motivo le stelle sono due e non una, per la bravura degli attori costretti ad annaspare nel nulla, con esclusione dell'imbarazzante Verdone, che tanto ha dato al cinema italiano, e che sembra impantanato senza speranza.
Nanni Moretti potrebbe ben esclamare "Ve lo siete meritato Verdone" e non avrebbe torto in questo caso.
Film da evitare, se possibile.
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roby 82
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venerdì 14 maggio 2021
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carlo...è ora di dire basta.
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Tutti amiamo Carlo Verdone...ma arriva un momento di dire basta...anzi "abbasta". Si vive una volta sola...ma lo si guarda anche una volta sola, perché il film è veramente scadente. I primi 10 minuti sono raccapriccianti e ti lasciano chiedere se veramente questo è un film partorito da Carlo Verdone. La trama è banalissima il finale lo si intuisce nei primi 15 minuti di film. Bravi Rocco Papaleo e Anna Foglietta. Max Tortora dovrebbe spiegare il perché e grazie a chi recita non si sa. Verdone...Verdone è sempre quello degli ultimi 5 film, stanco, vecchio, senza più tempi comici e non ci crede più a stare davanti la cinepresa e si intuisce, noi spettatori, noi che amiamo Verdone lo intuiamo.
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Tutti amiamo Carlo Verdone...ma arriva un momento di dire basta...anzi "abbasta". Si vive una volta sola...ma lo si guarda anche una volta sola, perché il film è veramente scadente. I primi 10 minuti sono raccapriccianti e ti lasciano chiedere se veramente questo è un film partorito da Carlo Verdone. La trama è banalissima il finale lo si intuisce nei primi 15 minuti di film. Bravi Rocco Papaleo e Anna Foglietta. Max Tortora dovrebbe spiegare il perché e grazie a chi recita non si sa. Verdone...Verdone è sempre quello degli ultimi 5 film, stanco, vecchio, senza più tempi comici e non ci crede più a stare davanti la cinepresa e si intuisce, noi spettatori, noi che amiamo Verdone lo intuiamo. Non commento il personaggio della figlia che parla in un insensato accento napoletano che non si capisce né il perché né tantomeno cosa centri con la storia mah. È un film che non rimarrà nella testa di nessuno.
Carlo....batti il ciak ma da dietro la cinepresa te prego, non diventare ridicolo come Valentino Rossi...non te lo meriti.
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rita
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venerdì 14 maggio 2021
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verdone, dove sei finito?
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Celebrazione del cinismo unita a scarsa ispirazione, con un Verdone ossessionato dal lato B, con cui riempie lo schermo prima (con riprese continue su una bella ragazza carponi), per poi scadere nella più volgare e squallida delle battute, ai danni dei malati di rettocolite ulcerosa, una patologia cronica, che non fa affatto ridere. Saggia decisione non aver portato questo "piccolo film" sul "grande schermo".
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