È stata la mano di Dio |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Toni Servillo, Filippo Scotti, Teresa Saponangelo, Marlon Joubert.
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Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 130 min.
- Italia 2021.
- Lucky Red
uscita mercoledì 24 novembre 2021.
MYMONETRO
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CI VORREBBE UN VELO PIETOSO...
di LizzyFeedback: 5282 | altri commenti e recensioni di Lizzy |
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domenica 30 gennaio 2022 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sorrentino, dal mio personale punto di vista, è una persona che produce risultati veramente molto altalenanti.
Si va dai capolavori assoluti come "La Grande Bellezza" (infinito), "L'Amico Di Famiglia" (sottovalutatissimo), e "Le Conseguenze Dell'Amore" (inaspettato) a medie produzioni come "L'Uomo In Più" (troppo "gigione"), "Loro" (troppo timoroso), a boiate evitabili come "Youth" (soporifero e noioso: mai finito di vedere!) e questo, appunto, "E' Stata La Mano Di Dio".
Non so onestamente se ci sia poco, molto o nulla di autobiografico nel lavoro, ma certo è che la Napoli che si vede durante il film l'abbiamo vista altre centomila volte in ben altre pellicole.
Una Napoli senza Dio e senza arte nè parte, dedita solo a mezzucci per tirare a campare, a difendere la solita delinquenza, spicciola e non, e a giustificare certi comportamenti e certe situazioni "ai limiti" della Società.
Qua l'unica cosa apprezzabile, semmai, resta il corpo nudo della (ormai grande) Ranieri: giusto messo li per far interessare lo spettatore e fargli magari non aver troppi rimpianti per aver sborsato soldi inutili.
Napoli, ancora una volta, ne esce si con le ossa rotte, ma dipinta come una triste macchietta che rischia di farla diventare almeno simpatica o di qualche attrattiva per qualcuno.
Al contrario della "Grande Bellezza" dove il regista pur devastando Roma in un turbinio di decadenza e di amoralità la fa sembrare, se possibile, ancora più bella e desiderabile allo spettatore medio.
Credo che questo, poi, sia proprio un "limite" di Sorrentino: voler far credere di criticare qualcosa, ma, al contrario, riuscire ad ottenere il risultato opposto e addirittura finire ad incensare il protagonista stesso del film (qua Napoli, in tutte le sue incarnazioni, altrove un politico, come l'Andreotti di "Il Divo").
Un comportamento "ambiguo" che personalmente non mi suscita entusiasmo alcuno.
Non mi è piaciuto questo film, ma ne ero sicura da prima di vederlo: difficile bissare i grandi successi.
Ancora più difficile farlo essendo troppo spocchiosi e sicuri di esser sempre nel giusto.
No, nessun Fellini in questo film, non ce lo vedo proprio (e per me Fellini non era così grande come molti millantano, chiariamo...), ma Sorrentino... al suo peggio.
Avanti il prossimo.
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