rosmersholm
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domenica 16 gennaio 2022
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punitivo
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I fratelli D'Innocenzo mortificano di nuovo il loro talento visivo con una sceneggiatura piatta ed elementare. Esaurite presto le cartucce da sparare, il film comincia ad avvitarsi su se stesso provocando un senso di noia e fastidio che le varie citazioni cinematografiche non servono ad attenuare. Di nuovo uno spiegone finale (come in Favolacce), svela la debolezza drammaturgica e rende banale chiusa del film. Faranno meglio paradossalmente, quando avranno il coraggio e la saggezza di affidarsi a drammaturgie più compiute. Certo in questo non sono aiutati dai vari Tromboni della critica italiana e dall claque (più o meno genuina) che li segue. Disastrosa la presa diretta.
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I fratelli D'Innocenzo mortificano di nuovo il loro talento visivo con una sceneggiatura piatta ed elementare. Esaurite presto le cartucce da sparare, il film comincia ad avvitarsi su se stesso provocando un senso di noia e fastidio che le varie citazioni cinematografiche non servono ad attenuare. Di nuovo uno spiegone finale (come in Favolacce), svela la debolezza drammaturgica e rende banale chiusa del film. Faranno meglio paradossalmente, quando avranno il coraggio e la saggezza di affidarsi a drammaturgie più compiute. Certo in questo non sono aiutati dai vari Tromboni della critica italiana e dall claque (più o meno genuina) che li segue. Disastrosa la presa diretta.
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ragnetto46
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domenica 16 gennaio 2022
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non si capisce niente
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Il mio giudizio è che è un film brutto con primi piani esagerati, dialoghi inesistenti, colonna sonora solo stridula. Non mi è piaciuto per niente. Non andrò mai più a vedere un film di questi registi (!sic) Anche la mia amica con la quale siamo stati al cinema è del mio stesso parere. Aprirei un dibattito con chi dice che questo film è da vedere "assolutamente si". Fa proprio pena e mi meraviglio che un attore come Germano che ammiro e stimo e diciamo che sono andata a vedere il film solo perchè di solito lui è una garanzia di un buon film, abbia accettato di fare un film così insulso. Voleva forse far vedere come si va a fondo?
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bigfish
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domenica 16 gennaio 2022
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ma che film avete visto?
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di una noia mortale, basterebbe ascoltare la colonna sonora per uscire di corsa dal cinema.I registi sono convinti che inquadrare a lungo mezzi volti sia una figata..boh.Purtroppo devo dare una stella altrimenti non fa media. Comunque la sensazione principale che ho avuto è di essere preso per i fondelli.
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(di berg)
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ezioranks
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sabato 15 gennaio 2022
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che disperazione.
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Mai visto recensioni più fuorvianti ! Neppure le recensioni del pubblico sono veritiere si questo sito ! Davvero una delusione ! Niente di questo film mi è piaciuto ! Nulla che valga la minima pena di stare il tempo della proiezione a vederlo ! No non sono un critico cinematografico e neppure un troglodita... Ho chiare e precise idee e non corrispondono con nessuna delle altre recensioni qui presenti. Film inguardabile !
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piebo_21
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sabato 15 gennaio 2022
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sogno l''america ma vivo a latina
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I fratelli D’Innocenzo proseguono il loro personale discorso sulla famiglia, (dopo l’ottimo esordio ne ‘La Terra dell’abbastanza’ e il controverso ‘Favolacce’), in un thriller origniale, dai risvolti psicologici, ambientato a Latina. Il protagonista è Massimo, interpretato magistralmente da un’ispiratissimo Elio Germano, attore ormai di riferimento per i fratelli romani, che si addentra in un ruolo intenso e turbato. Massimo è il tipico borghese con un ottimo lavoro, una bella villa nella quale vive con le sue due figlie e sua moglie, che sembrano essere uscite da una fiaba, sfuggenti e fatue.
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I fratelli D’Innocenzo proseguono il loro personale discorso sulla famiglia, (dopo l’ottimo esordio ne ‘La Terra dell’abbastanza’ e il controverso ‘Favolacce’), in un thriller origniale, dai risvolti psicologici, ambientato a Latina. Il protagonista è Massimo, interpretato magistralmente da un’ispiratissimo Elio Germano, attore ormai di riferimento per i fratelli romani, che si addentra in un ruolo intenso e turbato. Massimo è il tipico borghese con un ottimo lavoro, una bella villa nella quale vive con le sue due figlie e sua moglie, che sembrano essere uscite da una fiaba, sfuggenti e fatue. Sembra essere tutto perfetto. Poi si va più a fondo. In cantina, ad esempio.Un protagonista di cui non riusciamo ad avere una piena visione, i vetri contro i quali si staglia non ne definiscono i contorni, sembra quasi avvolto dal paesaggio silenzioso e alienante di Latina. Anche nel disegno che fanno di lui le proprie figlie, appare una figura indefinita e turbata. I D’innocenzo esprimono al meglio il loro stile e lo mettono al servizio di un thriller psicologico dai ritmi serrati, ma mai noioso. Ogni scena è costruita maniacalmente grazie a una messa in scena curatissima, che ci aiuta a comprendere le sfaccettature emotive e caratteriali del protagonista, anche grazie all’uso sapiente dei primi piani. Diverse sono le scene che colpiscono, grazie a una fotografia dai forti contrati cromatici e al particolarissimo uso del suono, costruito sull’angoscioso respiro del protagonista e sull’alterazione dei piccoli suoni. Le ottime musiche dei Verdana ci aiutano ad entrare in un mondo misterioso ed inquietante.Un film intimo e originale, che non sente il bisogno di appagare, che fa dubitare e che sconvolge, e che non abbandona superficialmente lo spettatore una volta usciti dalla sala, ma che rimane attaccato umidamente alla pelle, come le paludi di Latina. Si parla anche di solitudine, di mancanza di amore, che in una vita costruita maniacalmente, senza sbavature, sembra quasi una cosa superflua da avere. Una vera esperienza.Una sinfonia filmica sui turbamenti della psiche.
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athos
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venerdì 14 gennaio 2022
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un po'' monocorde
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Un buon film dove emerge la grande interpretazione di Elio Germano. Trama che va da thriller a horror con implicazioni psicologiche forse troppo marcate. A volte il malessere è sottile prima di esplicitarsi. Purtroppo mi è sembrato un po' monocorde, nel senso che la trama ha percorso il filo dell'estraniamento graduale del protagonista fino al colpo di scena finale.
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l.b
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lunedì 8 novembre 2021
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visionario e spiazzante
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Il protagonista di America Latina è Massimo Sisti (interpretato da uno strabiliante Elio Germano), il titolare di uno studio dentistico che porta il suo nome. ?All’apparenza la sua vita sembra perfetta: un lavoro di tutto rispetto, una grande villa e una famiglia che lo ama.?Ben presto, però, emergono tutte le sfumature di quella che capiamo essere una persona sensibile, fragile ed insicura. Nella quotidianità cerca di nascondere tutti quelli che nella società odierna sono considerati difetti ma, alla lunga, tenere a bada tutte le emozioni più insite può essere molto difficile. È evidente che Massimo sia vittima del ruolo che è costretto ad interpretare e che soffra le pressioni che ne derivano.
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Il protagonista di America Latina è Massimo Sisti (interpretato da uno strabiliante Elio Germano), il titolare di uno studio dentistico che porta il suo nome. ?All’apparenza la sua vita sembra perfetta: un lavoro di tutto rispetto, una grande villa e una famiglia che lo ama.?Ben presto, però, emergono tutte le sfumature di quella che capiamo essere una persona sensibile, fragile ed insicura. Nella quotidianità cerca di nascondere tutti quelli che nella società odierna sono considerati difetti ma, alla lunga, tenere a bada tutte le emozioni più insite può essere molto difficile. È evidente che Massimo sia vittima del ruolo che è costretto ad interpretare e che soffra le pressioni che ne derivano. ?I D’Innocenzo scandagliano in modo sottile l’anima fragile di un uomo comune, servendosi di simbolismi e metafore. I registi realizzano un’opera ambigua e surreale affidando allo spettatore l’importantissimo compito di riempire l’opera con la propria sensibilità. ?La messa in scena è sublime. La regia regala delle sequenze indimenticabili che culminano in un epilogo da pelle d’oca, riuscendo nel miracolo di risultare funzionale al racconto e al contempo estremamente ambiziosa. ?La fotografia di Paolo Carnera è talmente colorata e d’impatto da risultare surreale, dunque perfettamente in linea con il racconto. La scenografia di Roberto De Angelis ed i costumi di Massimo Cantini Parrini sono scelti e curati nei minimi dettagli. La tensione crescente alimenta un ritmo incalzante scandito dal respiro del protagonista (che si fa man mano più affannoso), dalla colonna sonora (realizzata dai Verdena) e dal montaggio di Walter Fasano decisivo nei momenti topici. Le interpretazioni sono tutte molto riuscite, si percepisce che le attrici e gli attori abbiano dovuto scavare nei propri meandri più nascosti per raggiungere questo livello. Impossibile non soffermarsi su Elio Germano che riesce a trasmettere l’ampissima gamma di emozioni e sfumature del suo personaggio. ?Insomma, se tutto funziona così bene ed i reparti eccellono in questo modo vuol dire che i direttori d’orchestra dietro la macchina da presa, comunemente noti come registi, sono grandi.?Questo è un’opera libera, che sorvola e trascende gli schemi dei generi per superarli. Ciò non denota mancata conoscenza delle regole, ma al contrario grande consapevolezza e padronanza del mezzo.?Un’esperienza unica, che come tale va vissuta. La visione in sala è imprescindibile.? Astenetevi dal giudizio estemporaneo e lasciate crescere il film dentro di voi, perché vi assicuro che non termina con i titoli di coda.
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cineglovo
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domenica 26 settembre 2021
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non il solito thrillerone americano
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Premessa doverosa: il film dei gemelli D'innocenzo con protagonista assoluto (è in ogni scena) Elio Germano non è né una storia d'amore ne un thriller. Il poster e la stampa non ce la raccontano giusta. È un racconto imprendibile che saccheggia da Dracula, Old Boy, Il Sospetto. La domanda classica dei film americani del genere è 'cosa succederà?' Mentre in questo film mi sono chiesto sempre di più 'cosa mi succederà?'. Tra horror e fiaba (si, tornano le Favolacce) sono arrivato alla fine del film con i brividi. Elio Germano da santificare subito, i D'innocenzo per me possono fare altre cento favole nere e mi incanterebbero sempre.
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Premessa doverosa: il film dei gemelli D'innocenzo con protagonista assoluto (è in ogni scena) Elio Germano non è né una storia d'amore ne un thriller. Il poster e la stampa non ce la raccontano giusta. È un racconto imprendibile che saccheggia da Dracula, Old Boy, Il Sospetto. La domanda classica dei film americani del genere è 'cosa succederà?' Mentre in questo film mi sono chiesto sempre di più 'cosa mi succederà?'. Tra horror e fiaba (si, tornano le Favolacce) sono arrivato alla fine del film con i brividi. Elio Germano da santificare subito, i D'innocenzo per me possono fare altre cento favole nere e mi incanterebbero sempre.
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princess
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martedì 21 settembre 2021
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geniale
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Un thriller magnifico, etereo, che gioca col vero e il falso, il reale e l'immaginato
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saverio
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sabato 18 settembre 2021
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bomba
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Visto in Sala Darsena, giudizio finale: molto poco splatter per fortuna, molto yuppy, molto sopralerighe, molto poetico, molto tutto…
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