effepi57
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sabato 9 novembre 2019
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scorsese, il suo cinema, i suoi amici.
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I fan di Scorsese non rimarranno delusi dal suo film di commiato. Rispetto allo Scorsese che conosciamo, l'ironia è la cifra innovativa del film. Per il resto si gioca su schemi narrativi non originali, ma con interpretazioni straordinarie, prima fra tutte quella gigantesca di Al Pacino. Un po' posticcia e declinante l'ultima parte, ma il regista non vuole smettere di girare perché questo, e traspare benissimo nel film, è il grande amore della sua vita. Frase cult: "-Il suo avvocato è morto.", "Chi lo ha ucciso?" , perché in questo film non si può morire di morte naturale. Un bel film, ma non il migliore di Scorsese a mio parere.
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(di kleber)
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luciano sibio
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venerdì 8 novembre 2019
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tra realtà e narrazione
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Francamente non mi sento di additare questo film come pietra miliare del cinema come si è fatto un pò dapertutto con del facile entusiasmo.
Il film è sicuramente di una buona regia in particolare vena,ma che nulla aggiunge a certi filoni che già hanno dato sia stilisticamente che a livello di contenuti.
E' difatti irishman un film in perenne bilico tra le narrazioni alla Sergio Leone e le ricostruzioni profondamente realistiche a sfondo documentarista sempre del ns cinema neorealista.
Diciamo che il meglio, quello che più avvince lo spettatore viene fuori proprio da questa seconda anima in cui si è tentata una ricostruzione della storia usa,in verità senza troppo ardire,che vorrebbe accendere i fari sul rapporto mafia-kennedy.
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Francamente non mi sento di additare questo film come pietra miliare del cinema come si è fatto un pò dapertutto con del facile entusiasmo.
Il film è sicuramente di una buona regia in particolare vena,ma che nulla aggiunge a certi filoni che già hanno dato sia stilisticamente che a livello di contenuti.
E' difatti irishman un film in perenne bilico tra le narrazioni alla Sergio Leone e le ricostruzioni profondamente realistiche a sfondo documentarista sempre del ns cinema neorealista.
Diciamo che il meglio, quello che più avvince lo spettatore viene fuori proprio da questa seconda anima in cui si è tentata una ricostruzione della storia usa,in verità senza troppo ardire,che vorrebbe accendere i fari sul rapporto mafia-kennedy.
Ma non dimentichiamo che tutto,e quindi anche le vicissitidini mafia kennedy,ruotano qui intorno alla rappresentazione del fatto criminoso come viziato da inderogabili necessità di un presente spesso incombente,fatto da disegni imprescindili e lneludibili,del tipo "se non lo facevo io lo faceva qualcun'altro" e della conseguente anima corrosa dal rimorso e dalla ricerca disperata di un perdono giustificatorio. Perdono che in vertà il regista stesso sembra comunque non escludere e a cui lascerebbe sempre una porta aperta .
A questo punto l'omicidio kenneddy e la grandiosità di questo disegno criminoso nel film ha anche questa portata esplicativa che però gli fa perdere i connotati di quella ricostruzione realistica che è invece tipica dei ns fim neorealisti dove è colonna portante,e lo sfondo contenutistico che ci rimanda a S.Leone per me ha un pò troppo il sapore di un dèja -vu.
Comuque film vedibile, un bravo a M.Scorsese ma non un suo testamnato aspettiamo con ansia il prossimo.
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adriana moltedo
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venerdì 8 novembre 2019
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amicizia e obbedienza
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Questa di Martin Scorzese è la storia di una grande amicizia tra uomini.
Di donne rilevanti c'è Peggy, la figlia di Frank Sheeran, che non approverà il legame del padre con Russel Bufalino, boss della mafia di Filadelfia, e capendo il tradimanto di amicizia verso Jimmi Hoffa, non vorrà avere più relazione con lui.
Altre due donne, le mogli rispettive di Frank e Russel, sono solo delle gran fumatrici,disposte alla totale obbedienza, tranna quella di non fumare.
Il fiore all'occhiello di Scorzese è far ridiventare giovani Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci giovani, con effetti speciali super moderni curati da "Industrial Light & Magic" spendendo 40 milioni in più del budget iniziale, ringiovanendo se stesso.
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Questa di Martin Scorzese è la storia di una grande amicizia tra uomini.
Di donne rilevanti c'è Peggy, la figlia di Frank Sheeran, che non approverà il legame del padre con Russel Bufalino, boss della mafia di Filadelfia, e capendo il tradimanto di amicizia verso Jimmi Hoffa, non vorrà avere più relazione con lui.
Altre due donne, le mogli rispettive di Frank e Russel, sono solo delle gran fumatrici,disposte alla totale obbedienza, tranna quella di non fumare.
Il fiore all'occhiello di Scorzese è far ridiventare giovani Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci giovani, con effetti speciali super moderni curati da "Industrial Light & Magic" spendendo 40 milioni in più del budget iniziale, ringiovanendo se stesso.
Amiciziae obbedienza, colpa e redenzione, come Dostoeskij, come la tragedia greca.
Frank perderà l'amore delle figlie e di tutti, rimarrà solo come un cane, aspettando la morte che non arriva quando vuoi tu.
Le riprese magnifiche di primi piani di questi uomini legati dalla violenza e potere.
Dialoghi divertenti, pieni di risate che solo gli amici sanno fare
.Vestiti d'epoca tornati di moda oggi.Vestiti coloratissimi quelli delle donne che fumano per le super strade d'america come nei quadri di Hopper.
Una musica che segue i viandanti dolcemente lungo il cammino,
E' questo un mondo di uomini che esiste ancora.
Adriana M.
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michele camero
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venerdì 8 novembre 2019
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grande evento cinematografico (o televisivo?)
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Film molto bello che consente allo spettatore eroico, perchè se ne sta seduto ininterrottamente per tre ore e mezza, di leggere un periodo della storia americana e di comprendere quanto accaduto in quei decenni, lontano sia della retorica dela narrazione legata al sogno americano, sia da quella legata all'emotività del fascino maligno dei misteri dei quali si ammantano le storie delle nazioni e dei popoli. Certo Scorsese si avvale delle interpretazioni magistrali di tre grandissimi attori colti in un autentico stato di grazia, altrettanto certamente il regista di origine italiana omaggia il Sergio Leone di C'era una volta in America nello stile di ripresa, nei ritmi lenti, nei primi piani dei protagonisti, ma soprattutto insiste nel dipanare senza eufemismi nè veli il racconto della storia del suo Paese che, per l'ennesima volta, mette a nudo senza tuttavia che non si scorga quanto lui poi comunque ami quel suo Paese.
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Film molto bello che consente allo spettatore eroico, perchè se ne sta seduto ininterrottamente per tre ore e mezza, di leggere un periodo della storia americana e di comprendere quanto accaduto in quei decenni, lontano sia della retorica dela narrazione legata al sogno americano, sia da quella legata all'emotività del fascino maligno dei misteri dei quali si ammantano le storie delle nazioni e dei popoli. Certo Scorsese si avvale delle interpretazioni magistrali di tre grandissimi attori colti in un autentico stato di grazia, altrettanto certamente il regista di origine italiana omaggia il Sergio Leone di C'era una volta in America nello stile di ripresa, nei ritmi lenti, nei primi piani dei protagonisti, ma soprattutto insiste nel dipanare senza eufemismi nè veli il racconto della storia del suo Paese che, per l'ennesima volta, mette a nudo senza tuttavia che non si scorga quanto lui poi comunque ami quel suo Paese. Sembra quasi voler dire allo spettatore di non farsi abbindolare dalle storie a lieto fine leggere e spumeggianti cui una certa Holliwood ci ha abituati, ma, sposando lo stile narrativo del neorealismo italiano, di non farsi condizionare neppure dalla verità cruda nel giudicare gli USA che sono e restano un grande Paese, sorto, come tutto il resto del Mondo, non certo con le favole per bambini, ma trovando faticosamente un ruvido equilibrio tra gli interessi contrapposti degli uomini tra i quali ci sono i Santi, ma anche i demoni. Perchè una cosa non va mai omessa: l'uomo, un albero, il mare, la montagna, gli animali sono figli naturali di questo nostro pianeta. Non può dirsi altrettanto per lo Stato, che non esiste in natura, dovuto esclusivamente ad una idea, tra le più brillanti mai avute, dell'intelletto degli uomini, quando si resero conto che andava inventata qualcosa per mettere ordine e consentire una convivenza sociale che fosse la più pacifica possibile. E, come tutte le idee umane non fu unanime il consenso, perchè la natura degli uomini è varia, diversa da soggeto a soggetto. Ognuno ha i suoi interessi, le sue aspirazioni, e sceglie una via diversa per il percorso della propria esistenza. Da vedere.
Michele Camero
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goldy
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venerdì 8 novembre 2019
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la noia di ribadire
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Francamente; una sintesi del peggio della storia contemporanea USA mi è parsa di scarso interesse e nulla di nuovo aggiunge a ciò che è stato detto e ridetto.
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thomas
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martedì 5 novembre 2019
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capolavoro assoluto
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Uno dei migliori film della Storia del Cinema. Se il personaggio Forrest Gump nel 1994 ci raccontava la Storia d'America incarnando la parte luminosa dell'American Spirit, Martin Scorsese dopo 25 anni narra la stessa Storia dal suo lato oscuro, incarnato da Frank Sheeran. Sheeran è l'esatto opposto di Gump: opportunista il primo quanto disinteressato il secondo, disincantato il primo quanto sognatore il secondo, avido il primo quanto generoso il secondo. Sheeran come Gump è una metafora dello Spirito della Nazione, infatti è sempre attivamente parte di ogni momento decisivo della Storia americana (il trasporto delle armi per l'assalto alla Baia dei Porci, le decisioni della Cupola mafiosa relative all'assassinio dei Kennedy, l'eliminazione fisica del più importante sindacalista della Nazione Jimmy Hoffa), così come Forrest Gump era sempre attivamente parte di altri momenti dicisivi (l'ammissione dei primi studenti neri nelle Università bianche, la guerra del Vietnam, lo scandalo Watergate).
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Uno dei migliori film della Storia del Cinema. Se il personaggio Forrest Gump nel 1994 ci raccontava la Storia d'America incarnando la parte luminosa dell'American Spirit, Martin Scorsese dopo 25 anni narra la stessa Storia dal suo lato oscuro, incarnato da Frank Sheeran. Sheeran è l'esatto opposto di Gump: opportunista il primo quanto disinteressato il secondo, disincantato il primo quanto sognatore il secondo, avido il primo quanto generoso il secondo. Sheeran come Gump è una metafora dello Spirito della Nazione, infatti è sempre attivamente parte di ogni momento decisivo della Storia americana (il trasporto delle armi per l'assalto alla Baia dei Porci, le decisioni della Cupola mafiosa relative all'assassinio dei Kennedy, l'eliminazione fisica del più importante sindacalista della Nazione Jimmy Hoffa), così come Forrest Gump era sempre attivamente parte di altri momenti dicisivi (l'ammissione dei primi studenti neri nelle Università bianche, la guerra del Vietnam, lo scandalo Watergate). Il primo contribuisce negativamente a costruire la Storia, il secondo positivamente. E se Forrest Gump si chiude con l'immagine del protagonista seduto da solo, così The Irishman si conclude con l'immagine del protagonista seduto da solo. Ma il primo è proiettato avanti, avendo appena accompagnato il figlio all'autobus che lo porta a scuola, il secondo è proiettato indietro con i suoi rimorsi e la sua gelida solitudine.
Martin Scorsese realizza la sua opera migliore, profonda e vuota, felice e disperata, grandiosa e semplice
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[+] il sorriso di robert de niro
(di no_data)
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