In Guerra

 "La Legge del Mercato", "In Guerra", film molto belli, ma, forse, ancor più, film necessari. Più difficile probabilmente il secondo, che i medesimi aspri temi della realtà attuale del mondo del lavoro, della perdita dei diritti, proprio in quelle che sono state le patrie storiche dell'affermazione della dignità del lavoro, sottrae alla dimensione privata e riafferma in quella politica, non propriamente alla moda, in quella sindacale, ancor più invisa. Più difficile perché di tale dimensione ripropone gli estenuanti dibattiti, i conflitti interni, ciò che più ci appare fastidiosamente obsoleto. Ma ci ripropone anche la dimensione umana su cui tali riti, nei casi migliori, si fondano, l'autentica necessità di far fronte ai quotidiani bisogni, facendo i conti, mai facili, con il proprio senso di dignità. Soprattutto però, dal punto di vista cinematografico, esplode, si esalta, nelle scene del corteo e del picchetto, in cui il ritmo vertiginosamente cambia, in cui la tecnica si fa trasparente esaltando se stessa. Al centro, sempre e comunque, Vincent Lindon, senza bisogno di aggettivi. Bravo!