felicity
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lunedì 24 agosto 2020
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il rapporto di coppia nel suo evolversi
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Ricordi? è splendido ed originale. Il ricordo mente dice lui. No, non è vero, le cose sono già belle di per sé, ma siamo noi che non ce ne rendiamo conto perché distratti mentre accadono, dice lei. Due diverse prospettive, nel duplice senso del termine: lui visto dagli occhi, anzi dai ricordi, di lei; e lei vista dagli occhi, anzi dai ricordi di lui.
Lui è Luca Marinelli. Lei è Linda Caridi. Si conoscono, si innamorano e si dimenticano di tutto il resto, nutrendosi esclusivamente della loro relazione in modo così naïf e così intenso da contaminarsi a vicenda, fino a non riconoscersi più. Finché a un certo punto accade, come in tutte le storie d'amore, che ci si guarda indietro e ci si chiede come mai non è più come prima.
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Ricordi? è splendido ed originale. Il ricordo mente dice lui. No, non è vero, le cose sono già belle di per sé, ma siamo noi che non ce ne rendiamo conto perché distratti mentre accadono, dice lei. Due diverse prospettive, nel duplice senso del termine: lui visto dagli occhi, anzi dai ricordi, di lei; e lei vista dagli occhi, anzi dai ricordi di lui.
Lui è Luca Marinelli. Lei è Linda Caridi. Si conoscono, si innamorano e si dimenticano di tutto il resto, nutrendosi esclusivamente della loro relazione in modo così naïf e così intenso da contaminarsi a vicenda, fino a non riconoscersi più. Finché a un certo punto accade, come in tutte le storie d'amore, che ci si guarda indietro e ci si chiede come mai non è più come prima.
Ed è forse per questo che i personaggi che interpretano non hanno un nome: perché incarnano, in senso stretto, il rapporto di coppia nel suo evolversi e trasformarsi. Le cose sono meno belle perché finiscono, dice lei. No, le cose sono meno belle perché ci angosciamo che finiscano, dice lui.
È questo a consumare la relazione: la consapevolezza struggente del tempo che passa e non tornerà mai più come prima. La nostalgia di qualcosa di bellissimo e inafferrabile, cristallizzato negli attimi del tempo. Qualcosa che nasce e si esaurisce in quell'istante stesso, e che proprio per questo, forse, non è mai esistito.
Ricordi? riesce a mettere a fuoco, anche nell’indefinito mosaico di memorie in frantumi, che le persone, come le relazioni, cambiano, in un continuo ma impercepibile ridefinirsi e spostarsi dal punto di partenza. Ma che, allo stesso tempo, è proprio nel cambiamento che la relazione può trovare nuova energia vitale. Per farlo, però, bisogna imparare a riassestarsi, lentamente e faticosamente, e muoversi, millimetro per millimetro, verso se stessi. E, soltanto dopo, verso l'altro.
Il regista è abilissimo nello sposare l’operazione di concetto a quella di una ricerca formale che l’assecondi anche in chiave visiva, dipingendo immagini che, più che testimoniare, riemergono da abissi personali, intimi: immerge i suoi personaggi in un’atmosfera sospesa e mitica, dove il presente sembra non esistere mai, tutto svolgendosi in una dimensione mentale, in cui non ci sono che tracciati interrotti.
Si restituisce un mood in forma di conflitto di caratteri e narrazioni: Lui tende a tornare sui brutti ricordi perché ai traumi imputa i suoi fallimenti, Lei racconta solo quelli belli, perché i peggiori ha deciso di tenerli per sé.
Film a suo modo spericolato (ma fosse un indie americano forse si griderebbe al capolavoro), Ricordi? riesce nell’impresa di disorientare lo spettatore piuttosto che rassicurarlo, ma accogliendolo in questo smarrimento con tutti gli onori.
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gigi22562
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martedì 13 agosto 2019
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noioso
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Ripetitivo, audio in presa diretta pessimo.difficile capire le parole
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silvia
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sabato 4 maggio 2019
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vi hanno mai rubato i colori?
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Vi hanno mai rubato i colori?
Veder strappare al loro ordine naturale quei pennarelli a punta fine dal prezioso astuccio è annoverato tra i traumi più significativi dell’infanzia. Che esagerazione, penserete. Ebbene, provate a placare le urla di un bambino disperato perché gli è stato sottratto l’arancione. Che colore insulso, è vero, e non si offendano gli arancioniani perché, per fortuna, l’universo dei colori è ancora lontano dal politically correct. Ogni bambino, però, ha bisogno del suo arancione, altrimenti il pupazzo di neve non avrebbe il suo naso e il sole che tramonta sarebbe ancora troppo giallo.
Stupidità vuole che il piccolo essere umano, crescendo, sostituisca i pennarelli con colori ad olio da liberare su di una tavolozza.
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Vi hanno mai rubato i colori?
Veder strappare al loro ordine naturale quei pennarelli a punta fine dal prezioso astuccio è annoverato tra i traumi più significativi dell’infanzia. Che esagerazione, penserete. Ebbene, provate a placare le urla di un bambino disperato perché gli è stato sottratto l’arancione. Che colore insulso, è vero, e non si offendano gli arancioniani perché, per fortuna, l’universo dei colori è ancora lontano dal politically correct. Ogni bambino, però, ha bisogno del suo arancione, altrimenti il pupazzo di neve non avrebbe il suo naso e il sole che tramonta sarebbe ancora troppo giallo.
Stupidità vuole che il piccolo essere umano, crescendo, sostituisca i pennarelli con colori ad olio da liberare su di una tavolozza. Più immediati, pensa. E in effetti il disastro è subitaneo. Tutto si mescola, ciascun colore perde la propria identità in nome della contaminazione.
Ricordi? parla proprio di questo, dell’amore come contaminazione, l'amore è pennellata decisa che mischia per creare nuove tonalità nell’indefinito delle sfumature.
L’opera di Valerio Mieli è una comune storia d’amore tra due persone di cui non è importante conoscere nemmeno il nome, perché la pellicola non vuole confini nominativi, si serve delle parole solo per rievocare ricordi del passato che cambiano colore in base allo stato d’animo del presente.
Costruiti su spartiti di musica classica, i dialoghi uniscono i due protagonisti così opposti sulla scala cromatica. Lui è grigio, opaco e graffiato. Lei è pastello, luminosa ed intensa. Si raccontano, si ricordano, si mescolano e per un attimo credono di aver raggiunto un equilibrio che ricorda tanto la felicità. Come nella scena della vasca da bagno, dove l’intimità fa crollare barriere di spazi e definizioni e si è liberi di mangiare del cibo cinese, nudi, uno negli occhi dell’altra.
Ma la quotidianità è cartina tornasole della loro storia.
La vivacità dei colori di lei comincia a spegnersi perché lui ne assorbe tutta la luce per cambiare il proprio punto di vista sul passato e sul futuro.
Lui le ha rubato i colori, senza volerlo, senza cattiveria alcuna, ma per la sua opaca natura.
Per quanto tempo ancora i sogni di lei saranno in bianco e nero?
La costruzione di questa tipologia di film non è per niente facile, riuscire ad apprezzarlo è un onore.
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foffola40
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giovedì 11 aprile 2019
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raffinato
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Una storia d'amore fra due giovani prima esaltante e poi caduta nell'indifferenza. Bella la musica, bella la fotografia si tratta di un album di di ricordi in veste cinematografica senza rispettare la cronologia nè la contemporaneità dei fatti.Luca Marinelli sta un pò stretto nella parte del bel tenebroso, conserva quell'aria di malvissuto che non affascina lo spettatore, bella e giusta la recitazio della Caridi. foffola40
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valepinotti
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domenica 7 aprile 2019
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uno dei personaggi femminili più belli di sempre
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Dopo quasi "Dieci inverni" di assenza, Valerio Mieli torna sul grande schermo con un film che ancora una volta incanta e fa parlare di sè.
Ci sono la nostalgia, la bellezza, l'amore, un Lui e una Lei senza nome perché potrebbero essere ognuno di noi. Un film che fin dalle prime sequenze si smarca da ogni cliché e approda in un territorio altro. Portandoti con sè.
Un'esperienza che (come ai tempi di Dirty Dancing e Titanic) ho voluto rivivere più di una volta, tornando al cinema anche in questo terzo weekend di programmazione. Sala quasi piena e alla fine della proiezione tanti sorrisi e occhi lucidi, anche quelli del ragazzo col piercing e il berretto Metallica che mi sedeva accanto e che all'inizio ce l'aveva un po' con la sua fidanzata che l'aveva trascinato "ad un film sull'amore".
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Dopo quasi "Dieci inverni" di assenza, Valerio Mieli torna sul grande schermo con un film che ancora una volta incanta e fa parlare di sè.
Ci sono la nostalgia, la bellezza, l'amore, un Lui e una Lei senza nome perché potrebbero essere ognuno di noi. Un film che fin dalle prime sequenze si smarca da ogni cliché e approda in un territorio altro. Portandoti con sè.
Un'esperienza che (come ai tempi di Dirty Dancing e Titanic) ho voluto rivivere più di una volta, tornando al cinema anche in questo terzo weekend di programmazione. Sala quasi piena e alla fine della proiezione tanti sorrisi e occhi lucidi, anche quelli del ragazzo col piercing e il berretto Metallica che mi sedeva accanto e che all'inizio ce l'aveva un po' con la sua fidanzata che l'aveva trascinato "ad un film sull'amore". Forse perché avevamo partecipato insieme a qualcosa che entrerà nei nostri Ricordi?
Per costruire ques'opera d'ignegneria narrativa, Valerio Mieli ha puntato su protagonisti d'eccezione: un Luca Marinelli sempre bravo, una folgorante e splendente Linda Caridi. E qui vorrei sottolineare uno dei punti forti di questo film: il personaggio di Lei. Finalmente una ragazza vera! Sfaccettata, vibrante, ingenua e profonda allo stesso tempo, innamorata della vita ma capace anche di accettarne i lati più scuri e cambiare. La macchina da presa sembra svelarne perfino i pensieri, ed è bellissimo vedere a volte che quello che dice non è quello che pensa. Lui, intenso e tormentato, risulta invece più piatto, lasciandosi modificare meno da quello che succede e risultando forse meno coinvolgente. Mieli sembra trovarsi più a proprio agio con la scrittura di personaggi femminili, raramente tratteggiati dal cinema in modi così appassionanti.
Di sicuro, anche con le donne sa lavorare bene, se penso al risultato in questo film della sorprendete fotografia di Daria D’Antonio e del montaggio di Desideria Rayner.
Valerio Mieli si conferma un regista dall’importante sguardo autoriale e credo bisognerebbe non perdere d'occhio anche l'equipe da cui si è attorniato, capace di sostenerlo nella costruzione di immaigni bellissime, in un eterno gioco di rimandi e sovrapposizioni su cui è innestata la narrazione.
"Ricordi?" si rivela un universo senza tempo, spesso senza spazio, quasi sempre senza nomi, ma in fondo sempre fatto dalla stessa struggente bellezza che hanno le storie d’amore destinate a finire. E poi forse, chissà, destinate a rinascere.
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[+] lui
(di eles )
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rocco91
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sabato 6 aprile 2019
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un film anarchico che emoziona
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Valerio è tornato a raccontare l'amore al cinema dopo nove anni di assenza ("Dieci Inverni", il suo primo film, è del 2009). In "Ricordi?" dirige sue bravissimi Luca Marinelli e Linda Caridi (una sorpresa), i Lui e Lei di una coppia che ti emoziona fin dai primi minuti. Viviamo con loro una storia narrata in un flusso narrativo inedito, capace di portare dentro e fuori i personaggi, con una naturalezza che alla fine del film ti fa venire voglia di rivedere il film per capire com'ha fatto, Mieli, a costruire questa storia. Come avviene nella vita, avviene anche nel film, in un esperimento che usa in modo anarchico tutti gli strumenti del cinema per creare due ore di emozioni e spettacolo.
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Valerio è tornato a raccontare l'amore al cinema dopo nove anni di assenza ("Dieci Inverni", il suo primo film, è del 2009). In "Ricordi?" dirige sue bravissimi Luca Marinelli e Linda Caridi (una sorpresa), i Lui e Lei di una coppia che ti emoziona fin dai primi minuti. Viviamo con loro una storia narrata in un flusso narrativo inedito, capace di portare dentro e fuori i personaggi, con una naturalezza che alla fine del film ti fa venire voglia di rivedere il film per capire com'ha fatto, Mieli, a costruire questa storia. Come avviene nella vita, avviene anche nel film, in un esperimento che usa in modo anarchico tutti gli strumenti del cinema per creare due ore di emozioni e spettacolo.
(SPOILER). Il film parla di ricordi, ma attraverso i ricordi racconta anche. In certi momenti ti sembra di essere finalmente arrivato al tempo in cui tutto viene ricordato, invece si scorpre presto che anche quello è un ricordo. Una memoria condivisa ma vissuta comunque da due persone differenti. (FINE SPOILER).
Sceneggiatura e montaggio sono riusciti a tessere un flusso di coscienza a due, liquido, bellissimo. Ogni istante è sospeso in un passato che finisce nella memoria e rischia di essere dimenticato o alterato dal tempo e dagli stati d’animo. Come in "Dieci inverni", anche qui non è la trama a colpire per la sua originalità, ma i modi del racconto.
Gli interpreti si mettono completamente al servizio di questo tentativo: Marinelli conferma la sua bravura, la giovane Caridi risplende nel suo personaggio (forse più interessante e sfaccettato di quello di Lui) rivelando un talento da nuova promessa del cinema italiano.
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angelo umana
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martedì 2 aprile 2019
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oltre ai ricordi? niente
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Proiettato alla presenza di regista (Valerio Mieli) e attori un film acquista maggiore credibilità, gli spettatori possono discuterne con i primi, che “ci mettono la faccia”. Così è avvenuto in un cinema di buon livello, d'essai, a Treviso. La presentatrice dell'evento ha detto del premio del pubblico alla Giornata degli Autori al festival di Venezia del 2018, ha descritto la bontà della fotografia e del montaggio, ha rivolto al pubblico l'invito a prescindere dalla razionalità nella visione ma di lasciarsi andare unicamente alle emozioni. Sarà!?
Ma... oltre ai Ricordi? niente! Non resta nulla ad almeno uno spettatore che si aspettava le annunciate emozioni: la storia d'amore tra il bel tenebroso, bello e tormentato (Luca Marinelli) e la ragazza gioiosa acqua e sapone (Linda Caridi) che ne resta inebriata è abbastanza banale: il colpo di fulmine, la successiva convivenza, la ragazza gioiosa che lo tradisce con l'amico di adolescenza, nessuna emozione, “tutto il resto è noia, no non ho detto gioia”.
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Proiettato alla presenza di regista (Valerio Mieli) e attori un film acquista maggiore credibilità, gli spettatori possono discuterne con i primi, che “ci mettono la faccia”. Così è avvenuto in un cinema di buon livello, d'essai, a Treviso. La presentatrice dell'evento ha detto del premio del pubblico alla Giornata degli Autori al festival di Venezia del 2018, ha descritto la bontà della fotografia e del montaggio, ha rivolto al pubblico l'invito a prescindere dalla razionalità nella visione ma di lasciarsi andare unicamente alle emozioni. Sarà!?
Ma... oltre ai Ricordi? niente! Non resta nulla ad almeno uno spettatore che si aspettava le annunciate emozioni: la storia d'amore tra il bel tenebroso, bello e tormentato (Luca Marinelli) e la ragazza gioiosa acqua e sapone (Linda Caridi) che ne resta inebriata è abbastanza banale: il colpo di fulmine, la successiva convivenza, la ragazza gioiosa che lo tradisce con l'amico di adolescenza, nessuna emozione, “tutto il resto è noia, no non ho detto gioia”. Fino al conclusivo Ti voglio bene ma non ti amo più (o la regola dell'amico?). Probabilmente le emozioni (“siamo fatti solo di quelle”, diceva Harvey Keitel in Youth di Sorrentino) risiederebbero nei ricordi di lui, che ne ha solo di pesanti sui rapporti burrascosi tra i suoi genitori al tempo dell'infanzia. A lui vengono in mente, in continua dissolvenza delle scene del presente e riproposizione del passato, momenti analoghi a quelli d'oggi già vissuti prima, magari con altre ragazze. E' invaso da un “pessimismo cosmico”, parole più volte citate sono isquallidendo squallido intristito. Frustrante è che dica che la cosaha cominciato a finire quando è iniziata o che le cose si fanno il nido dentro, che tutto diventa qualunque e nulla sarà mai più così bello. A nulla vale che venga detto nel film che il passato è passato, lasciamolo un po' in pace.
Mah! Forti dubbi di non avere ben compreso questo film e di conseguenza non apprezzarlo. L'unica nozione di una qualche utilità che se ne può ricavare è di fare attenzione a lasciarsi prendere dai propri ricordi e mostrarli (come nel film) o raccontarli a lungo, essi sono molto personali e gli astanti potrebbero non averne emozioni e cominciare a distrarsi, sì da chiedere al proprio vicino di poltrona tre volte che ore sono, nell'attesa che finiscano i 106 minuti di proiezione. Altra pecca minore o casuale è che i due vengano descritti di mestiere come docente universitario il primo e professoressa di liceo la seconda: a parte un certo maschilismo nell'attribuzione delle professioni (il maschio al solito è più alto in grado), di esse non si vede traccia, tutti presi sono i due dai loro turbamenti.
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no_data
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domenica 31 marzo 2019
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tutto in tre parole
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Non sono frequenti le occasioni in cui la concisione fantozziana non solo si impone ma addirittura urge. Quella offerta dal film "Ricordi ?" di Valerio Mieli e' deciamente una di queste : https://www.youtube.com/watch?v=ylWHvrCtczk
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emanuele 1968
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sabato 30 marzo 2019
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originale.........
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Il film è originale, poi deve piacere, forse adatto alle coppie? forse no? bo, fatto stà che ho visto clienti andarsene, e finito il film i restanti erano parecchio sul niiiiiiiiii
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shaynes
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martedì 26 marzo 2019
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una dichiarazione d'amore al cinema e al presente
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L'ho visto 2 volte in un weekend. E non mi capitava dai tempi di Mulholland Drive.
Un film che ti si deposita dentro, arriva a farti visita in sogno, riesce a farti capire delle cose della memoria, degli esseri umani e delle relazioni che prima magari non avevi pensato mai.
Una sorprendente Linda Caridi (credo ne sentiremo parlare a lungo) e un Luca Marinelli in stato di grazia. Una coppia d'attori perfetta per quella che potrebbe essere davvero "la storia d'amore di ognuno di noi". Bravi anche Giovanni Anzaldo e Camilla Diana.
Avrei voglia di ringraziare Valerio Mieli per essere tornato in sala e averci regalato un film così toccante. E bello.
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L'ho visto 2 volte in un weekend. E non mi capitava dai tempi di Mulholland Drive.
Un film che ti si deposita dentro, arriva a farti visita in sogno, riesce a farti capire delle cose della memoria, degli esseri umani e delle relazioni che prima magari non avevi pensato mai.
Una sorprendente Linda Caridi (credo ne sentiremo parlare a lungo) e un Luca Marinelli in stato di grazia. Una coppia d'attori perfetta per quella che potrebbe essere davvero "la storia d'amore di ognuno di noi". Bravi anche Giovanni Anzaldo e Camilla Diana.
Avrei voglia di ringraziare Valerio Mieli per essere tornato in sala e averci regalato un film così toccante. E bello. Bello. Per avere avuto la forza di sperimentare con il linguaggio del cinema ma senza dimenticare l'arte del raccontare.
La coppia paradigmatica di Lui (Luca Marinelli) e Lei (Linda Caridi) s'incontra per caso a una festa e inizia a vivere una storia d'amore destinata a cambiare per sempre la vita e la personalità d'entrambi. La viviamo fin dal primo momento attraverso i loro ricordi, ed è come entrare in loro e in noi. Raramente mi era capitato di sentire una così grande intimità con dei personaggi.
Il lavoro per realizzare questo film è stato lungo, come rivelano le interviste e il backstage. Passato anche attraverso uno storyboard animato con il quale per primo si è cercato di portare in immagini i virtuosismi della sceneggiatura, e per prove fatte con gli attori ben prima dell'inizio delle riprese. Una cura che si sente nella cura dei dettagli, dei colori, degli ambienti, nel montaggio che lascia fluire l'alternarsi dei ricordi e che rende facile immergersi fin dalle prime scene.
Avevo amato "Dieci inverni", ma con la sua seconda opera questo regista ha fatto un altro passo in avanti, arrivando a raccontare un'altra storia apparentemente comune con una forma e un'estetica rari e capaci ancora una volta di emozionare.
Non escludo di tornare a vedere "Ricordi?" (anche il titolo mi si è fermato nella memoria) per una terza volta.
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