Senza lasciare traccia

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Un film di Gianclaudio Cappai. Con Michele Riondino, Valentina Cervi, Elena Radonicich, Giordano De Plano, Fabrizio Ferracane.
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Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 93 min. - Italia 2016. - HiraFilm uscita giovedì 14 aprile 2016. MYMONETRO Senza lasciare traccia * * * - - valutazione media: 3,34 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
giajr martedì 10 maggio 2016
senza lasciare traccia, il sacro fuoco dell'arte Valutazione 5 stelle su cinque
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Si tratta di un noire lungamente studiato, il cui montaggio finale si commenta ottimamente da sé. Gli attori danno viva prova di spessore e la giovane regia ha saputo creare la giusta alchimia.
Il film è ricco di simbologia:
- le ferite del protagonista (le ustioni della fornace, le cicatrici dell'intervento e quelle psicologiche)
- il quadro del '400, velato dal tempo, da restaurare (senza dimenticare il contenuto dell'opera, da guardare con grande attenzione)
- e in fine il fuoco della fornace...
Il sottotitolo perfetto per questo film dovrebbe essere: Senza lasciare traccia, IL SACRO FUOCO DELL'ARTE.
Certamente questo film consente allo spettatore di scegliersi il proprio epilogo: ci sarà chi vorrà un protagonista "ASSOLUTORE" e chi (come è accaduto a me) pensa subito ad un finale in cui il protagonista assume il ruolo di "CARNEFICE". [+]

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no_data giovedì 28 aprile 2016
un bel film, fuori dai soliti schemi Valutazione 3 stelle su cinque
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Un un bel film, che sorprende e lascia spiazzati a momenti. Bello lo svolgersi dei fatti che fa capire coi giusti tempi la storia; bella la storia della coppia, complice ma al tempo stesso estranea; bella la location, la fornace (anche interessante da vedere) risulta estremamente coinvolgente, ti sembra quasi di sentire il calore di quel fuoco che prende il sopravvento. Bella la scelta di interrompere la vendetta senza arrivare a compiere atti irreversibili. Alcune incongruenze e alcune scene poco chiare lasciano alla libera interpretazione il giusto spazio. Un bel film è molto bravi gli attori.

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luisacr sabato 16 aprile 2016
intenso e coinvolgente Valutazione 4 stelle su cinque
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Senza lasciare traccia è un film che ti prende al cuore, inquieta e disturba, un po' come è tormentato il suo protagonista (uno straordinario Michele Riondino) che non riesce a lasciare andare il passato e il dolore che racchiude, ma in questo modo è come bloccato in un dolore perenne che sembra a tratti togliergli addirittura il fiato. Il luogo dove tutto è iniziato e dove tutto sembra destinato a finire (una fornace e il casale lì accanto, un microcosmo che rispecchia benissimo le emozioni dei personaggi) gioca una parte importante nei movimenti dei personaggi, che si avvicinano, si annusano con sospetto, si toccano solo per farsi male. Il gioco è crudele, l'angoscia crescente, ma la bravura con cui il regista e gli attori ci conducono in questo necessario viaggio nel dolore e nella memoria sono di quelli che vale la pena compiere, gustando le interpretazioni, la luce, il montaggio, che senza mai farsi troppo notare ci conducono in un mondo di colpa, dolore e rimpianti senza lasciare vie d'uscita. [+]

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max mariani lunedì 18 aprile 2016
grande film.assolutamente da vedere Valutazione 5 stelle su cinque
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Questo film lascia il segno. Un colpo dritto dritto nello stomaco, era da tanto che non mi succedeva in sala. Ho ritrovato tantissime cose (omaggi nostalgici) al cinema grandioso e indipendente della New Hollywood. Una storia ben diretta e scritta, il regista muove le sue pedine in modo sicuro come se fosse già un grande regista affermato e con tantissimi film alle spalle, guida la sua storia senza nessun timore e con la voglia di trasmette un tipo di narrazione a cui ormai siamo disabituati. Coniglio la visione in sala per godersi al meglio l'immagine, gli scenari di questo languido nord italia e il suono cupo e sotterraneo che piano piano ti entra dentro "come un intruso".

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francesca serragnoli giovedì 12 maggio 2016
trovate il tempo per vedere questo film Valutazione 4 stelle su cinque
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Il film rimane, lascia traccia. Rimane l'inquadratura su due vite che ti passano accanto, come un treno in corsa dove la luce accesa di qualche finestrino lascia l'espressione umana che raccoglie gioia e dolore in un unico punto. E' il tempo che mi ha colpito. Il tempo breve della vita che è tutto dentro un'azione. Cerco di spiegarmi. Ho visto il tempo come qualcosa dalla parte dell'uomo. Non come un idolo da inseguire perché fugace. Lì c'era tutto il tempo di andare in fondo alla vita, senza preoccuparsi se la coppia funziona, se occorre dirsi tutto. Per questo forse non ci potrà essere il tempo. Ma per ognuno c'è invece un giorno che raccoglie tutto. C'è il luogo dove il dolore è uno solo e brucia come una sola crocifissione e la vita è appesa come corpo martoriato. [+]

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andrea para giovedì 5 maggio 2016
un'avventura nella tensione che non lascia traccia Valutazione 3 stelle su cinque
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Allo spettatore non sono dati punti di riferimento sin dalle prime inquadrature. Si richiede uno spettatore attento, dall’occhio concentrato, dall’animo vispo. E’ come essere su un’altalena: un attimo siamo lanciati nel presente e l’attimo dopo veniamo spinti nel passato. Un flashback ombroso accompagna come un leitmotiv tutto il film. Ciò che vediamo è la storia di una coppia in cui sussiste un lieve equilibrio, non c’è amore-passione né tenerezza; traspare solo un gran desiderio di accompagnarsi per mano lungo due strade parallele e distanti. Bruno compie una sorta di viaggio d’espiazione, Elena un viaggio alla ricerca di una nuova scossa. [+]

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artuma mercoledì 5 ottobre 2016
film incandescente sulla rabbia mal repressa Valutazione 4 stelle su cinque
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Dopo un delicato intervento chirurgico, Bruno (Michele Riondino) sta ancora combattendo con il suo male. Convalescente, decide di accompagnare la moglie Elena (Valentina Cervi), restauratrice, convocata in un borgo lontano per il recupero di un quadro antico. Lei non sa che proprio in quel luogo Bruno trascorse l'infanzia e che là accadde un evento traumatico cui lui attribuisce l'insorgenza della malattia. Non è dunque un caso se Bruno, mentre la moglie è al lavoro, si reca in una fornace ormai in disuso, rifugio estremo di un padre (Vitaliano Trevisan) e della figlia Vera (Elena Radonicich), da lui ben conosciuti nel passato. Grazie al ricorso alla metafora – l'intruso, la traccia, il fuoco –, personaggi e situazioni sono delineati con esemplare economia di mezzi, così da far solo intuire (e non spiegare) allo spettatore il rovello interiore di Bruno, il senso di colpa di Vera, le decisioni irrisolte di Elena. [+]

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no_data giovedì 28 aprile 2016
un bel film, fuori dai soliti schemi Valutazione 0 stelle su cinque
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Un un bel film, che sorprende e lascia spiazzati a momenti. Bello lo svolgersi dei fatti che fa capire coi giusti tempi la storia; bella la storia della coppia, complice ma al tempo stesso estranea; bella la location, la fornace (anche interessante da vedere) risulta estremamente coinvolgente, ti sembra quasi di sentire il calore di quel fuoco che prende il sopravvento. Bella la scelta di interrompere la vendetta senza arrivare a compiere atti irreversibili. Alcune incongruenze e alcune scene poco chiare lasciano alla libera interpretazione il giusto spazio. Un bel film è molto bravi gli attori.

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giajr giovedì 5 maggio 2016
senza lasciare traccia, il sacro fuoco dell'arte Valutazione 4 stelle su cinque
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Si tratta di un noir lungamente studiato, il cui montaggio finale si commenta ottimamente da sé. Gli attori danno prova di spessore e la regia giovane ha saputo creare la giusta alchimia. Il film è ricco di simbologia: le ferite del protagonista (le vecchie ustioni della fornace, le cicatrici dell’intervento e quelle psicologiche), il quadro da restaurare del '400, velato dal tempo (senza dimenticare la raffigurazione dell'opera stessa: da guardare con attenzione) ed in fine il fuoco della fornace. Il sottotitolo perfetto per questo film dovrebbe essere: Senza lasciare traccia, il sacro FUOCO dell'ARTE. Certamente questo film consente allo spettatore di scegliere per sé il proprio epilogo: ci sarà chi vedrà un protagonista "assolutore" e chi (come é capitato a me) pensa subito ad un Bruno (questo è il nome del protagonista) "carnefice"; forse, perché tratto in inganno dal copioso sangue nella doccia (presente nella scena finale) ed anche per via del titolo stesso di questa pellicola (una vendetta compiuta “senza lasciare traccia”). [+]

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andreadamiani giovedì 1 novembre 2018
ruvido e lento
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Più che un lungometraggio,il film di Gianclaudio Cappai sembra essere un cortometraggio allungato. La trama, molto scarna, passa in secondo piano rispetto alla volontà del regista di ricreare atmosfere ruvide, colori sgranati e personaggi segnati dalla fisicità. Il messaggio è interessante: l'idea della vendetta è più forte della vendetta stessa e può diventare una malattia che corrode l'anima e il corpo. Ben riuscito anche il contrasto fra i personaggi e gli stessi attori, molto bravi e ben guidati. Purtroppo è totalmente assente qualsiasi elemento, anche minimo, di ironia, che avrebbe arricchito il film di tensione drammatica, rendendolo un po' meno pesante.

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