siria bergamaschi
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giovedì 3 gennaio 2019
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tensioni brucianti di un film autentico
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Approfittando di un viaggio di lavoro della compagna, Bruno (Un ottimo Michele Riondino) cerca forse per la prima volta di affrontare i presunti responsabili del male che lo sta logorando dentro e fuori; riuscirà a guarire come credeva? Recuperato in Dvd, il film di Cappai si è rivelato per me molto interessante sia per la tematica che per l'immaginario visivo trasposto in scena. Una spettrale pianura e gli antri oscuri e polverosi di una vecchia fornace fanno da sfondo a questo noir bruciante, dove in una claustrofobica atmosfera di tensione tre personaggi si respingono e si attraggono mossi più da un esasperato istinto di "sopravvivenza" che da un consapevole risvolto psicologico.
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Approfittando di un viaggio di lavoro della compagna, Bruno (Un ottimo Michele Riondino) cerca forse per la prima volta di affrontare i presunti responsabili del male che lo sta logorando dentro e fuori; riuscirà a guarire come credeva? Recuperato in Dvd, il film di Cappai si è rivelato per me molto interessante sia per la tematica che per l'immaginario visivo trasposto in scena. Una spettrale pianura e gli antri oscuri e polverosi di una vecchia fornace fanno da sfondo a questo noir bruciante, dove in una claustrofobica atmosfera di tensione tre personaggi si respingono e si attraggono mossi più da un esasperato istinto di "sopravvivenza" che da un consapevole risvolto psicologico. Tra di loro, ambiguo e implacabile, c'è un intruso che porterà a galla il retroscena del loro apparentemente casuale incontro. Come accenanvo prima, l'immaginario di questa pellicola si forgia amalgamando un livello realistico molto forte, talvolta aspro, ad un altro invece più psicologico e destabilizzante che apre derive insolite in un genere codificato quale può essere il revenge movie. Il merito maggiore di questo film rimane probabilmente la sua estraneità rispetto ad un panorama cinematografico che richiede invece di incasellare qualsiasi storia, qualsiasi personaggio. Ogni tanto si ha bisogno di universi ed emozioni meno rassicuranti, e "Senza lasciare traccia" regala con forza questo tipo di esperienza visiva.
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valerio stig
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giovedì 7 febbraio 2019
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le cicatrici dell'anima
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Noi siamo le cicatrici che nascondiamo. Non c'è nessuno al mondo che non porti i segni, sul corpo o nell'anima, di un errore o di un dolore. La vita va avanti ma le cicatrici rimangono; servono da monito, da avvertimento. Nascoste tra le pieghe del trauma che le ha generate, alcune cicatrici continuano a crescere indisturbate, come metastasi. Il protagonista di questa storia, Bruno, non ha mai affrontato i demoni che lo tormentano, che gli corrodono il fisico, talvolta gli impediscono di respirare. Fino a quando il destino, sempre che esista, gli offre l'occasione di riscatto. La necessità di scaricare il proprio male su qualcuno o qualcosa che sia lontana da sé, il famoso capro espiatorio, è un tema universale che tuttavia, specialmente in questo film, innesca un meccanismo vizioso che non permette una definitiva catarsi.
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Noi siamo le cicatrici che nascondiamo. Non c'è nessuno al mondo che non porti i segni, sul corpo o nell'anima, di un errore o di un dolore. La vita va avanti ma le cicatrici rimangono; servono da monito, da avvertimento. Nascoste tra le pieghe del trauma che le ha generate, alcune cicatrici continuano a crescere indisturbate, come metastasi. Il protagonista di questa storia, Bruno, non ha mai affrontato i demoni che lo tormentano, che gli corrodono il fisico, talvolta gli impediscono di respirare. Fino a quando il destino, sempre che esista, gli offre l'occasione di riscatto. La necessità di scaricare il proprio male su qualcuno o qualcosa che sia lontana da sé, il famoso capro espiatorio, è un tema universale che tuttavia, specialmente in questo film, innesca un meccanismo vizioso che non permette una definitiva catarsi. Il male chiama Bruno verso di sé, continua a bruciare sotto la sua pelle sfigurata dalle ustioni, come le fiamme dell'incredibile fornace in cui l'ha incontrato la prima volta. Una volta appiccato, è molto difficile domare il fuoco, che tende a diffondersi velocemente, bruciando tutto quello che incontra, senza distinzioni. Assolutamente interessante e ricca di pathos l'idea che il regista Gianclaudio Cappai sviluppa in questo suo lungometraggio (mi sembra un'opera prima), che seppur lasciando irrisolto qualche piccolo passaggio narrativo, risulta alla fine molto convincente. La regia si muove sicura e avviluppante tra i diversi piani narrativi, sfruttando visivamente il fascino nascosto di un nord Italia rurale che di rado è stato mostrato in questo modo e con queste tonalità (brullose, decadenti, sfocate). Ottima l'interpretazione del quartetto principale, con un Riondino che gioca di sottrazione ma è capace di inaspettati scatti di violenza. Rimane un film duro e molto particolare, con un messaggio piuttosto chiaro:il male ha una forza attrattiva molto particolare, ma non è possibile danzare con le ombre... senza lasciare traccia.
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