Senza lasciare traccia

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Un film di Gianclaudio Cappai. Con Michele Riondino, Valentina Cervi, Elena Radonicich, Giordano De Plano, Fabrizio Ferracane.
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Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 93 min. - Italia 2016. - HiraFilm uscita giovedì 14 aprile 2016. MYMONETRO Senza lasciare traccia * * * - - valutazione media: 3,34 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Un'avventura nella tensione che non lascia traccia Valutazione 3 stelle su cinque

di Andrea Para


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giovedì 5 maggio 2016

 

Allo spettatore non sono dati punti di riferimento sin dalle prime inquadrature. Si richiede uno spettatore attento, dall’occhio concentrato, dall’animo vispo. E’ come essere su un’altalena: un attimo siamo lanciati nel presente e l’attimo dopo veniamo spinti nel passato. Un flashback ombroso accompagna come un leitmotiv tutto il film. Ciò che vediamo è la storia di una coppia in cui sussiste un lieve equilibrio, non c’è amore-passione né tenerezza; traspare solo un gran desiderio di accompagnarsi per mano lungo due strade parallele e distanti. Bruno compie una sorta di viaggio d’espiazione, Elena un viaggio alla ricerca di una nuova scossa.

Eccoci, dunque, proiettati nell’avventura, ma qualcosa di tenebroso si nasconde all’orizzonte. Due nuove figure entrano in gioco: Vera e suo padre Giulio, gestori di un maneggio e di una fornace ormai caduta in disuso. 

Siamo trasportati in un luogo senza meta, lo spettatore conosce solo l’ambientazione: la campagna isolata dalla frenesia della quotidianità. Il tempo sembra rallentare e tutto, grazie anche ai campi lunghi registici, sembra dilatarsi e assottigliarsi con la linea dell’orizzonte. 

I presupposti per un noir ci sono tutti, sennonché aleggia qualcosa di indefinito che non può racchiudere questo prodotto all’interno di un genere codificato. E allora cos’è? E’ appunto uno spaccato di vita dal sapore estremamente vero, come se fosse un fatto di cronaca di oggigiorno. 

Come accennato in precedenza, si tratta di un viaggio di espiazione, della storia di quattro uomini che si intrecciano in un gomitolo, ciascuno inserendo un filo di colore diverso. Gli attori non impersonificano semplici maschere stereotipate, ma celano mille sfaccettature che contribuiscono ad alimentare l’aura di mistero che riveste, come un velo delicato, tutto il film. 

Cosa dunque vuole trasmettere il regista? Qual è il messaggio? Forse prima di porsi queste domande, bisognerebbe chiedersi se c’è un messaggio che si vuole comunicare e, soprattutto, chiedersi quale tipo di trasmissione vuole attuare il regista. Non è tanto il cosa, ma è il come che rende questo film un qualcosa di nuovo nel panorama cinematografico italiano. Impallamenti, campi lunghi contrastati da primi/primissimi piani, inquadrature sporche, tagli di montaggio netti e violenti, asincronismo tra corpo e voce sono tutte tecniche che non appartengono al classico linguaggio filmico, bensì ad un cinema sperimentale, indipendente appunto. Un cinema alla ricerca di un modo nuovo di comunicare: non più la banale e facile empatizzazaione tra pubblico e protagonista, ma uno spettatore che non sa con chi schierarsi perché è scisso, diviso, così come sono i personaggi. Bruno è scisso tra la rabbia che prova nei confronti di un destino nefasto a causa di una malattia e la rabbia che nasce dall’odio radicato in lui da un torto(!) subito in tenera età. Elena è incapace di scegliere tra l’amore per Bruno e l’amore per il suo lavoro di restauratrice. Vera sembra riflettere l’immobilità di colei che nutre un forte attaccamento per il luogo in cui è cresciuta, ma che appare emotivamente distacca dal padre con cui convive. Giulio che pare un essere plastico che si muove con sicurezza per il maneggio, un essere rude, interessato solo ai propri interessi, ma che cela, sotto un’armatura di apparente apatia, un grande cuore. 

I personaggi sembrano galleggiare nell’aria, sospesi sopra un sottilissimo filo su cui stanno in precario equilibrio. E’ un filo di tensione: nessuno sa quale sarà il prossimo step dell’altro, sa solo che dovrà essere pronto ad agire, anzi a reagire, ma con accortezza e leggiadria, pena la caduta nel vuoto. Ogni personaggio si muove in un limbo senza tempo, in una bolla pronta ad esplodere da un momento all’altro. Una bolla, che così come si è creata, svanirà… senza lasciare traccia.

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