La corrispondenza |
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Un film di Giuseppe Tornatore.
Con Jeremy Irons, Olga Kurylenko, Simon Anthony Johns, James Warren (II).
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 116 min.
- Italia 2015.
- 01 Distribution
uscita giovedì 14 gennaio 2016.
MYMONETRO
La corrispondenza
valutazione media:
2,79
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Persi nello spaziodi gabriellaFeedback: 17297 | altri commenti e recensioni di gabriella |
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giovedì 23 giugno 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tornatore alterna prove eccellenti e altre poco convincenti, stavolta bisogna ammettere che si è infilato in un vicolo cieco, o meglio in un buco nero .£d Phoerum docente universitario di astrofisica ha una relazione da sei anni con una sua allieva, Amy Ryan. Ovviamente, essendo un rapporto clandestino, pochi sono gli incontri che possono permettersi, anche se il loro è un amore sconfinato. Il professore a un certo punto, inspiegabilmente sembra scomparire nel nulla, anche se il mistero si svela praticamente da subito, in quanto viene annunciata , durante una lezione universitaria, la sua morte.Amy però continua a ricevere sms, video chiamate, cd registrati che il suo amato ha provveduto a farle pervenire anzitempo, programmando nel dettaglio ogni singola azione della ragazza, attraverso un sofisticato sistema di software e con l’aiuto di persone fidate che si prodigano a esaudire a regolari scadenze le sue precise indicazioni. Ciò permette alla ragazza , annientata dal dolore, di continuare ad avere con lui una comunicazione, anche se solo attraverso lo schermo del computer o sui messaggi al cellulare. Quando il combustibile viene a mancare in una stella, questa si esaurisce, ma se la stella è più grande del sole ( e lo è, visto che il loro amore è immenso), si forma una supergigante che esplodendo si moltiplica fino a cento milioni di volte e prende il nome di supernova. Con questo concetto prende forma il film, già risulta fragile il filo conduttore, immaginiamo questi due innamorati che vorticano e fluttuano in una loro dimensione come in assenza di gravità, solo che lo spettatore invece ne avverte il peso e trascina la visione pesantemente. Il piano attuato dal professore è a dir poco perverso e diabolico, manipolare la vita delle persone, in particolar modo della sua giovane innamorata appare distorto e inquietante; desiderio di onnipotenza, di immortalità, di trovare l’eternità attraverso le stelle è esposto in modo molto approssimativo e con uno script euristico, che lascia disorientati. Vogliamo parlare dei dialoghi? Stucchevoli, banali, già il nome che scelgono per chiamarsi, stregone lui , kamikaze lei ( si mantiene agli studi facendo la stuntwoman) sono improbabili. Si aspetta qualcosa che non avviene, un colpo di scena, un ribaltamento della storia, invece niente, tutto avviene come predisposto, con Amy che si reca puntualmente nella splendida isola di San Giulio, qui chiamata romanticamente Borgoventoso, convegno amoroso dei due; tra l’altro anche Umberto Eco nel suo libro “ Numero zero” descrive questo suggestivo posto, luogo dove il protagonista si incontra ogni fine settimana con la fidanzata, e se nel romanzo di Eco si parla di un giornale ( che guarda caso si chiama Domani) che non andrà mai in stampa, Tornatore parla di un domani che rimarrà intrappolato dentro lo schermo di un computer anche se forse vuole farci credere il contrario. “Io al crepuscolo guardavo incupito il lago che s’incupiva. L’Isola di San Giulio, così radiosa sotto il sole, sorgeva dalle acque come l’isola dei morti di Böcklin ( Eco) Altro punto debole la recitazione, se Jeremy Irons è penalizzato dalla parte a rimanere una figura dentro uno schermo, Olga Kurylenco, avvenente ragazza senza dubbio, costretta a portarsi il peso del film sulle sue fragili spalle che finisce per franarle addosso. Non mi ha convinta, non mi è piaciuto, non basta una buona e curata fotografia, non bastano le musiche di Morricone a risollevare la sorte, c’è una frase che Amy rivolge al suo innamorato “ Sei una galassia di cui mi mancano tante stelle”, devo dire che forse era meglio non scoprirle affatto .
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